Biblioteca Multimediale Marxista
Intervista agli autori e alle autrici di Comunicazione-guerriglia
Avete scritto questo "manuale" più di tre anni fa. Pensate
che la teoria e prassi della comunicazione-guerriglia, come le avete esposte
nel libro, siano ancora valide ora che il nuovo movimento globale (Seattle,
Davos, Okinawa, Genova, Bologna, Melbourne, Praga, i "Global Action Days",
la campagna europea "No Border" ecc.) sembra aver leggermente migliorato
le condizioni della lotta?
Anche oggi che un nuovo movimento sta decollando, continuano a esistere l'esperienza
locale e la noia della vita quotidiana. Dopo l'eccitazione dei giorni caldi,
delle grandi battaglie e delle ondate di solidarietà, le persone tornano
alle loro città, quartieri e villaggi, dove le autorità locali,
la polizia e altre seccature sono ancora cause d'irritazione. I rapporti di
potere non si sono dissolti, ma sembra siano in piena ri-definizione. E' corretto
affermare che la società sta passando al modello denominato "società
di controllo", contesto in cui potrebbe rivelarsi ancor più importante
affinare le nostre capacità sovversive a livello locale e "molecolare".
Quando abbiamo scritto il libro ci siamo concentrati/e su interventi per cui
non fosse necessario mobilitare le masse. Guardando al nuovo movimento globale,
abbiamo l'impressione che il suo carattere di novità non risieda solo
nel networking planetario che permette di sincronizzare le lotte, e nemmeno
nella scoperta di Wto e Banca Mondiale come simboli belli e pronti della ristrutturazione
capitalistica mondiale e delle nuove forme di coercizione. E' senz'altro un
elemento nuovo la scelta di forme d'intervento diverse da quelle dei vecchi
movimenti di massa. Il movimento operaio e la sinistra tradizionale si esprimevano
in cortei ordinati, il movimento pacifista si mostrava caritatevole e carino,
l'attivismo degli autonomi sceglieva la linea dura dello scontro, l'antirazzismo
liberal-umanitario faceva le fiaccolate. Ma nell'attuale movimento globale possiamo
quasi toccare con mano uno stile di discorso politico e azione simbolica molto
simile a quello che abbiamo definito "comunicazione-guerriglia", basti
pensare al "giardinaggio-guerriglia" di Reclaim The Streets durante
il Primo maggio d'azione globale a Londra [www.indymedia.org.uk], o ad altre
azioni durante la protesta anti-Ocse di Bologna (persone che fanno blocchi stradali
travestite da alieni o si scontrano con la polizia vestite di bianco). [http://italy.indymedia.org].
Fakes e interventi ridanciani sono tipici dei campeggi sulle frontiere organizzati
dalla rete europea No Border [www.noborder.eu.org]: per fare un esempio, nel
'99 a Zittau, sul confine tra Germania e Polonia, gli attivisti hanno inaugurato
un monumento all'Ignoto Mercante di Schiavi [www.contrast.org/borders/camp/camp99]);
infine, ma non meno importante, la campagna europea contro le linee aeree coinvolte
nei rimpatri forzati pratica un "imbrattamento dell'immagine" attraverso
falsi dépliants e azioni di "teatro invisibile" [www.deportation-alliance.com].
Nelle aree metropolitane, tra gli attivisti si sente un rinnovato vigore. Grande
partecipazione alle proteste, nuove forme di contestazione, e probabilmente
anche il sensazionalismo sul web ("Ehi, si organizzano via Internet!")
hanno attirato l'attenzione dei media ufficiali. L'essersi riappropriati delle
tecnologie di informazione ha permesso agli attivisti di creare una rete mondiale
e comunicare in tempi brevissimi da una "scena" all'altra. In questo
senso, sì, le condizioni della lotta sono migliorate, di sicuro lo sono
per quanto riguarda la rappresentazione (tutti sanno che c'è un nuovo
movimento interconnesso a livello mondiale) e nelle aree metropolitane. Ma in
provincia, o a livello di quartiere, o nelle zone di confine, si muovono meno
persone che a Seattle, Washington, Londra ecc. Nella dimensione locale si fa
ancora affidamento su tattiche molecolari di comunicazione-guerriglia, il genere
di azioni che chiunque può organizzare senza il supporto di migliaia
di militanti. Le grandi mobilitazioni sono i giorni cruciali sul calendario
dell'attivista, mentre le azioni di comunicazione-guerriglia sono interventi
efficaci nello spazio pubblico locale, efficaci non solo perché fanno
incazzare i conservatori, i razzisti e gli apostoli della normalizzazione, ma
anche perché procurano piacere a chi le fa, e aiutano a superare le frustrazioni
della vita d'ogni giorno. Anche se probabilmente hai ragione, e la lotta continua
in condizioni migliori, purtroppo non ci sembra che i rapporti di potere socio-economici
stiano cambiando a nostro vantaggio. Comunque il movimento appena iniziato pone
importanti questioni sulla comunicazione-guerriglia e sulle priorità
nel discorso politico.
Innanzitutto, dovremmo chiederci se ha senso fare ricorso alla comunicazione-guerriglia
durante eventi di massa. La comunicazione-guerriglia si basa sulla distorsione
delle regole della normalità e sulla sfida al discorso egemone. Il nuovo
movimento attacca il neoliberismo e la globalizzazione economica, e la comunicazione-guerriglia
potrebbe aiutare a mettere in discussione la legittimità e lo statuto
di quasi-naturalità che l'odierno capitalismo si autoattribuisce. Le
mobilitazioni globali si basano su una sorta di "turismo politico"
da tutto il mondo, le persone viaggiano e ognuno si porta dietro la propria
cultura di resistenza. Per esempio, la difficoltà nell'organizzare la
protesta anti-Fmi a Praga ha mostrato che la cooperazione nella differenza necessita
ancora di duro lavoro.
E' possibile comunicare in modo efficace i saperi affinché sempre più
vaste comunità di attivisti possano metterle in pratica?
Un aspetto fondamentale del processo sarebbe la comunicazione
continua, come in effetti sta accadendo in questi network. Dovremmo pensare
a come organizzare azioni decentrate e che rendano dal punto di vista estetico,
in modo abbastanza aperto da lasciare spazio alle idee dei diversi gruppi di
affinità, ma al contempo abbastanza chiaro e definito da accomunare le
azioni in un'immagine potente e seducente.
In secondo luogo, nell'attuale situazione politica abbiamo l'esigenza di riformulare
alcune conclusioni a cui eravamo giunti. Tre anni fa il nostro porre l'accento
sulla comunicazione-guerriglia era motivato dall'idea che non serve a niente
una controinformazione che nessuno vuole sentire. All'epoca, nessuno sembrava
interessato a un movimento più vasto. Oggi, mandrie di giornalisti si
radunano prima e durante qualunque importante iniziativa globale di movimento.
Probabilmente gli interessa solo lo "spettacolo", l'"evento",
ma c'è dell'altro, i media ufficiali sono interessati. Questo era evidente
a Londra prima del Primo maggio, quando i cameramen dei media e quelli della
polizia si accalcavano tutti i giovedì davanti al pub in cui si riuniva
Reclaim The Streets. La domanda da 60.000 dollari è se saremo in grado
di cambiare il gioco, in modo che a loro riesca difficile applicare le vecchie
categorie (i terroristi e i provocatori da una parte, l'ordine e la giustizia
dall'altra). La comunicazione-guerriglia potrebbe essere una risposta.
Mentre scrivevamo il libro ci sembrava che la controinformazione fosse tanto
ammuffita che nemmeno la sinistra radicale le prestava più molta attenzione.
Al contrario, oggi sembra esserci una rinascita della controinformazione, che
sta persino diventando sexy, in parte grazie al clamore su Internet ecc. Dentro
e intorno alla Rete si sta creando un nuovo tipo di sfera pubblica. L'esplosione
dei collettivi Indymedia e l'impressionante numero di persone che visitano i
loro siti indica che tra gli attivisti matura l'esigenza di una produzione e
fruizione autonoma dell'informazione. Spesso fantastica sulla controinformazione
che estende all'infinito la propria audience, anche se l'attuale pubblico di
Indymedia potrebbe limitarsi a coincidere con la comunità stessa degli
attivisti.
Indymedia non è il solo mezzo di controinformazione su web; per fare
alcuni esempi, c'è Nadir in Germania, ci sono le web-riviste dei campi
No Border, c'è il sito www.deportation-alliance.com gestito dalla campagna
anti-rimpatri. La rapida fioritura di siti di controinformazione in Austria
da quando l'estrema destra è andata al governo mostra che la controinformazione
è tornata a essere un aspetto importante del discorso politico. Nel dire
questo, non stiamo sostenendo che la comunicazione-guerriglia è ormai
superflua. Al contrario, in Austria l'aumento della controinformazione va a
braccetto con l'aumento di interventi in stile comuni comunicazione-guerriglia.
Più nello specifico: dopo la pubblicazione del manuale si sono affermati
gruppi o correnti politiche le cui forme d'azione rispecchiano il modus operandi
da voi delineato?
Tantissimi! Troppi, per fare un elenco completo. Alcuni dei gruppi del Peoples
Global Action usano falsi e parodie (Evading Standard, Financial Crimes...).
Abbiamo già nominato la rete europea No Border, i suoi campeggi sulle
frontiere e le sue campagne anti-rimpatrio. In quell'ambito si ricorre a falsi,
teatro invisibile, imbrattamento dell'immagine ecc. Le tattiche della deportation-alliance
sono un buon esempio su come la comunicazione-guerriglia possa diventare transnazionale
senza perdere la specificità locale. Usando un sito web comune, le diverse
campagne lavorano accordandosi tra loro, scambiandosi idee ed esperienze, adattando
il tutto alle situazioni concrete in cui si svolgono.
Nel biennio 1998-99, in Germania, c'è stata una serie di iniziative coordinate
a livello nazionale contro la privatizzazione degli spazi pubblici e la tendenza
a sloggiare abitanti indesiderati. Non è stata organizzata una grande
manifestazione, ma da Amburgo a Monaco si sono fatti tanti piccoli interventi
che distorcevano il discorso del potere.
Il movimento austriaco contro il nuovo governo conservatore/neofascista fa ricorso
a mobilitazioni di massa ma prende anche a torte in faccia i politici, presenta
feste di strada come folklore [www.volkstanz.net] e ha messo on-line un falso
sito del partito fascista Fpoe.
In Germania, la raccolta di firme contro la doppia cittadinanza, organizzata
dai democristiani, è stata contrastata da una campagna di falsi basata
sulla spedizione di e-mail che facevano riferimento a una determinata pagina
[www.kulturserver.de/home/ep]. Le false petizioni chiedevano per i conservatori
esattamente lo stesso trattamento che questi ultimi richiedevano per gli "stranieri":
corsi di lingua e cultura tedesca per integrarli nella società civile
ecc. Ovviamente i razzisti non leggevano nemmeno il testo, e a migliaia hanno
firmato quei moduli.
Abbiamo anche sentito di molte altre azioni locali, cure contro il virus della
violenza somministrate durante parate militari, processioni di flagellanti contro
l'omofobia degli integralisti cattolici, attacchi psichici per far levitare
commissariati di polizia ecc.
Ci sono gruppi "storici", pre-esistenti, che rimpiangete di non aver inserito nel libro?
È chiaro che la nostra non pretendeva di essere l'Enciclopedia Completa
della Comunicazione-guerriglia. Negli ultimi anni siamo entrati in contatto
con molti gruppi interessanti. Alcuni di loro hanno praticato quella che abbiamo
chiamato comunicazione-guerriglia molto prima che noi iniziassimo a pensarci.
Andrebbe citata la Biotic Baking Brigade, che ha reso popolare l'antica arte
delle torte in faccia. E' stato solo durante i nostri workshops che abbiamo
conosciuto Reclaim The Streets, e ci abbiamo messo un po' a comprendere il loro
stile di sovversione festosa. Oggi li includeremmo senz'altro.
Vorremmo citare altri tre gruppi, uno opera in una piccola città della
Germania, un altro nelle grandi città spagnole, il terzo nello spazio
virtuale.
L'Ufficio del Realismo Applicato di Ludwigshafen, Germania, è un gruppo
di strane persone talmente annoiate dalla loro città (praticamente un
clone di Mestre) da sentirsi costrette a crearsi da zero un divertimento. A
volte ciò si esprime in mostre di arte fai-da-te in cui tutti sono invitati
a portare opere d'arte istantanee, a volte in spettacoli di ombre cinesi sulla
Lunga Marcia di Mao con tanto di citazioni stucchevoli. A volte sono più
politici e si mettono a giocare a croquet nei parchi pubblici da cui sono stati
cacciati i punk e i beoni. Questo mette in crisi la polizia e le autorità
perché non è facile stabilire se persone "rispettabili",
vestite con completi e abiti da sera, stanno infrangendo la legge se bevono
champagne in un'area dove sono proibiti gli alcolici, mentre giocano a Croquet
su un prato impeccabilmente rasato. I Realisti Applicati stanno creando una
forma d'intervento politico in una città industriale in cui non succede
quasi niente.
Fiambrera Obrera [www.sindominio.net/fiambrera] è un gruppo spagnolo
che combina un approccio visivo agli aspetti ridicoli e irritanti della vita
quotidiana con l'attitudine politica di attivisti scafati. Ad esempio, la loro
campagna contro l'abbandono di certi quartieri di Siviglia e la speculazione
in altri iniziò piantando nelle merde di cane bandierine coi nomi delle
autorità locali. Facile, comprensibile, efficace. Con quest'esordio si
crearono un'identità facilmente riconoscibile, utile per i successivi
interventi ("Ah, sono quelli delle merde di cane!") .
RTmark [www.rtmark.com] forse sono già conosciuti dai lettori di questo
libro. Ci sarebbe piaciuto includerli, soprattutto per via del loro impegno
nel caso etoys.com, in cui tattiche di comunicazione-guerriglia sono state usate
con successo nello spazio virtuale. RTmark e altri sono stati molto bravi nel
colpire un'impresa situata nell'economia immateriale del commercio elettronico,
hanno creato un'atmosfera di disagio e insicurezza tra gli azionisti di etoys.com
e questo ha fatto crollare del 70% il valore delle azioni. RTmark ha assunto
la forma di un'impresa delle new economy (RTmark.com), il loro "terreno
locale" è lo spazio discorsivo della neolingua imprenditoriale,
che hanno copiato e adattato perfettamente alle proprie esigenze.
Avete percepito qualche influenza del vostro lavoro sulla scena tedesca, dopo il successo del manuale? I militanti ne hanno compreso la logica e le implicazioni?
Grazie ai nostri sforzi incessanti, la rivoluzione è a buon punto. A
parte gli scherzi, un libro non potrà mai cambiare l'approccio di un'intera
scena. A ogni modo, diversi gruppi in Germania stanno facendo comunicazione-guerriglia,
pensiamo alle proteste contro l'Expo di Hannover, o la "Spackparade",
del 30 novembre a Berlino ("La proprietà rende belli, la bellezza
rende ricchi... Ordine, ordine, ordine!"). Mettiamola in questo modo: ci
siamo approcciati alla comunicazione-guerriglia in una fase in cui molti attivisti
cercavano il modo di ravvivare le pratiche noiose e frustranti di fine anni
Ottanta inizio Novanta. Diversi gruppi cominciavano a sperimentare forme vecchie-nuove,
arte, performances, teatro, feste... Non pochi di questi gruppi hanno usato
il libro per discutere diverse possibilità, ri-formulare e sviluppare
idee. Negli ultimi anni abbiamo discusso diverse volte con attivisti di lunga
data, discussioni a volte pesanti... Se hai trascorso quindici anni della tua
vita volantinando e organizzando manifestazioni non afferri subito le ragioni
per cui, da un giorno all'altro, dovresti vestirti da dinosauro o metterti nudo
nella piazza principale della tua città di fronte a un plotone di poliziotti
o un'adunata di estremisti di destra intenti in arcaici cerimoniali. Ed è
ancora più difficile capire perché interventi estetici nella grammatica
culturale possono avere un senso politico più profondo e un effetto più
dirompente rispetto allo schema "informazione e poi manifestazione"
tipico dell'attivismo tradizionale.
[traduzione dall'inglese: Wu Ming Yi. Settembre 2000]
(1) Jaroslav Hasek, La vera storia e il programma originale del Partito del Progresso Moderato nei Limiti della Legge, Graphos, Genova 1992, p. 28.
(2) D: Il mercato, la società capitalista in generale, tende a sussumere
le tensioni, anche quelle sociali, per renderle merce. Non c'è questo
rischio per Luther Blissett?".
LB: No? ci siamo mai preoccupati di questo. L'ossessione del 'recupero",
perversa forma di sconfittismo, si è impadronita dei movimenti radicali
soprattutto per colpa della Scuola di Francoforte e dell'Internazionale Situazionista,
che da un lato hanno confuso i destini dei movimenti sociali con quelli delle
avanguardie artistiche (equivoco interamente ereditato, e mai risolto, dalle
"controculture"), dall'altro si sono basate sulla "dialettica
negativa", un punto di vista che, anziché sulla composizione di
classe e sulla forza-invenzione del lavoro vivo, poneva l'accento sull'onnipotenza
e la voracità dell'"industria culturale" e poi dello "spettacolo".
Quest'ultimo è un concetto vago e buono per tutte le stagioni, di cui
bisognerebbe sbarazzarsi una volta per tutte. È ora di finirla col timore
di essere "recuperati" in giro è pieno di rancorosi desperados
a cui interessa di più essere "radicali" ed "estremi"
(irrecuperabili duri e puri) che vincere le battaglie insieme al maggior numero
di persone possibile. Alcune sottoculture sono "irrecuperabili" semplicemente
perché non producono messaggi efficaci. Perché il capitale dovrebbe
cercare di disinnescare bombe che non esploderanno? Tutto questo non ci appartiene.
Noi siamo comunisti". Intervista tratta da, "Infoxoa. Zona di quotidiano
movimento", Roma, n. 10, novembre 1999.
(3) Più o meno "incastrare la chiave inglese". Sottinteso: negli ingranaggi. atto di sabotaggio tipico dell'operaio fordista [N.d.T.].
(4) Campagna di boicottaggio, svoltasi nel 1993, contro la candidatura di Berlino a ospitare i giochi olimpici del 2000 [N.d.T.].
(5) Un fake inteso come falsificazione dei servizi segreti per produrre una notizia "vera" è chiarmanente quello delle "pistole fumanti", le famose armi di distruzione di massa, che i servizi segreti del governo americano hanno proagandato nell'ultimo conflitto in Iraq. [N.d.S.].
(6) In realtà, durante la seconda guerra mondiale il "fronte interno"
tedesco fu destabilizzato da una speciale unità dei servizi segreti inglesi
denominata Political Warfare Executive, specializzata in fakes la cui tipologia
è molto simile a quella poc'anzi descritta nel Paragrafo "Disturbi
dell'ordine sociale", cfr. Ellic Howe, The Black Game: British Subversive
Operation Against the Germans during the Second World War, London 1982 [N.d.R.].
(7) Tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta la Nato decise
di collocare In Europa missili Cruise e Scud, puntati contro l'Unione Sovietica.
Ciò portò, nella Rft, alla nascita di una grossa opposizione extraparlamentare:
il movimento pacifista [N.d.R.].
(8) Il vero secondo nome del comandante Kirk è "Tiberius". "Tomcat" si potrebbe rendere con "milione", ma nello slang americano indica un omosessuale maschio infoiato [N.d.R].
(9) Organizzazioni studentesche, dette anche Verbindungen, nate su posizioni liberali e democratiche (1815-1849), in seguito slittate su posizioni reazionarie, se non fasciste. A queste corporazioni, rigidamente gerarchizzate e principalmente maschili, si accede tramite rituali iniziatici, come duelli e bevute collettive [N.d.T.].
(10) "Dick" è il diminutivo di "Richard", ma in slang significa "cazzo" [N.d.T.].
(11) Progetto di armamenti del governo della Cdu capeggiato da Kohl. Caccia a reazione destinati a rimpiazzare i Tornado. Al momento la costruzione di questi aerei è sospesa [N.d.T.].
(12) Scrittore anarchico assassinato dai nazisti nel 1933 [N.d.T.].
(13) Film di Michael Verhoeven, titolo italiano: La ragazza terribile, 1985. È la storia di una ragazza che, in una cittadina tedesca di provincia, scopre che le autorità locali commisero vari crimini contro gli ebrei durante il nazismo [N.d.T.].
(14) Organizzazione giovanile della Cdu [N.d.T.].
(15) Discendenza teorica vivacemente smentita dalla maggior parte degli "utenti" del nome collettivo [N.d.R.].
(16) Quartiere "di frontiera" nel vero senso della parola (era a ridosso del Muro), storica zona di vivace conflitto politico e controculturale [N.d.T.].
(17) Anti-Kreuzberger-Schulzwall, straniamento di Antikapitalistischer Schulzwall, muro di protezione anticapitalistico. definizione del muro di Berlino coniata dal governo della Germania Orientale [N.d.T.].
(18) Il famoso Festival del cinema che si svolge ogni anno a Febbraio [N.d.T.].
(19) Passaggio da cui gli abitanti di Berlino Est riuscivano a fuggire in occidente [N.d.T.].
(20) Nel quadro delle nuove normative tedesche sul diritto d'asilo conformi agli accordi di Shengen, vale la cosiddetta "regola degli altri Stati": chi giunge in territorio tedesco via terra, deve attraversare altri Stati. Automaticamente si perde il diritto d'asilo, perché il profugo deve fare richiesta ai governi dei paesi attraversati. L'unica via di fuga rimane dunque l'aereo, quindi possono rifugiarsi in Germania solo i membri delle classe agiate dei loro paesi, proprio quelli che ne hanno meno bisogno. Per questo motivo si decise di costruire il tunnel del profugo Berlino-Temesvar (città della Yugoslavia) [N .d. T.] .
(21) Gioco di parole: in olandese kip significa "pollo", ma è
anche l'espressione slang per "sbirro" [N.d.T.].
(22) Il titolo dell'iniziativa cercava di dimostrare quanto siano qualunquiste
e stabilizzanti per il sistema quelle manifestazioni in cui i politici si fermano
a parlare dei più svariati argomenti con singoli cittadini, nell'intento
di provare la loro "vicinanza alla gente…Il Kpd/Rz, intitolando così
la propria manifestazione, intendeva sminuire, colpire quel tipo di meeting
politico [N.d.T.].
(23) Per fingere di prendere le distanze dai manifestanti violenti, il Kpd/Rz gioca non l'immagine dei Berlinesi bravi e buoni contrapposta a quella dei cattivi, dei manifestanti violenti che vengono "da fuori. (Potsdam è a dieci chilometri da Berlino). Un'allusione al "turismo da manifestazione" che prevede spostamenti di autonomi "cattivi" desiderosi di scontrarsi con la polizia. [N.d.T.].
(24) "Poliziotti tedeschi, giardinieri e fioristi". Modifica di uno degli slogan più amati dall'estrema sinistra tedesca ("Deutsche Polizisten, Morder und Faschisten": "poliziotti tedeschi, assassini e fascisti, o anche "Deutsche Polizisten schlitzen die Faschisten": "i poliziotti tedeschi proteggono i fascisti") [N.d.T.].
(25) Gioco di parole tra "playmate", la ragazza del mese di "Playboy", e "meat", carne (non umana) [N.d.T.].
(26) In inglese "strega", ma è anche l'acronimo di Women's International Terrorist Conspiracy from Hell: congiura terroristica internazionale delle donne dall'inferno [N.d.T.].
(27) The Society for Cutting Up Men, "Associazione per la castrazione degli uomini", il gruppo fondato da Valerie Solanas [N.d.T.].
(28) "Passeggero sprovvisto di biglietto", questa la traduzione del
termine, ma c'è un gioco di parole sul suo essere nero di carnagione
[N.d.T.].