Biblioteca Multimediale Marxista
il bolscevico
Organo dell'Organizzazione Comunista Bolscevica Italiana marxista-leninista
Numero unico - L.50
Documento di rottura del Comitato provinciale di Firenze col
PCd'I
Distruggiamo il Partito Comunista d'Italia (m.l.) copertura a sinistra del PCI
Costruiamo il Partito Rivoluzionario sulla base dell'invincibile marxismo -
leninismo - pensiero di Mao Tsetung
Compagni,
iniziamo la pubblicazione de "il bolscevico" con l'importante documento
di rottura del Comitato provinciale di Firenze con il PCd'I. Tale documento
costituisce un atto rivoluzionario di grande portata politica: è un duplice
segno del processo irrefrenabile della totale disgregazione del PCd'I, - ormai
completamente smascherato e corroso all'interno da mille insanabili contraddizioni,
- e della crescente maturità ideologica e politica dei rivoluzionari
che in numero sempre più grande smascherano le organizzazioni falsamente
marxiste-leniniste e sulla base dell'invincibile pensiero di Mao Tsetung, avendo
fiducia nelle masse, contando sulle proprie forze e con slancio rivoluzionario
si organizzano per dare al più presto possibile alla classe operaia il
partito rivoluzionario. Il presidente Mao ha detto spesso che "senza distruzione
non c'è costruzione. La distruzione è la critica, è la
rivoluzione. Per la distruzione occorre il ragionamento e questo significa la
costruzione. La distruzione viene in primo luogo, essa porta naturalmente con
sé la costruzione". Dalla distruzione del PCd'I di Firenze è
sorta, su basi completamente marxiste-leniniste, la Organizzazione Comunista
Bolscevica Italiana marxista-leninista. Essa si propone di costruire il partito
rivoluzionario che assuma il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Tsetung quale
base teorica che guida il suo pensiero. I rivoluzionari, gli operai coscienti
e avanzati, gli intellettuali rivoluzionari, sicuramenti aderiranno alla nuova
Organizzazione, la rafforzeranno, la legheranno sempre di più alle masse
e creeranno così le condizioni soggettive necessarie per la fondazione
dell'autentico partito rivoluzionario italiano che guiderà la classe
operaia e le larghe masse popolari alla instaurazione della dittatura del proletariato
in luogo della dittatura della borghesia e il trionfo del socialismo sul capitalismo.
Naturalmente la fusione dei rivoluzionari e degli operai coscienti con l'Organizzazione
non avverrà tutto in un giorno e senza difffcoltà. Questa fusione,
comunque inevitabile, sarà il risultato di lunghi e prolungati sforzi
compiuti dalla Organizzazione nel fare assimilare il pensiero di Mao Tsetung
alle masse e nel riportare la completa vittoria sugli altri raggruppamenti non
marxisti-leninisti. Come dice il compagno Mao Tsetung: "Il nuovo si sviluppa
sempre attraverso difficoltà e vicissitudini. Sarebbe pura illusione
credere che la causa del socialismo possa ottenere facili successi senza passare
attraverso difficoltà e vicissitudini, e che basti lasciarsi spingere
dal vento senza bisogno di compiere immensi sforzi". La situazione della
lotta di classe in Italia è eccellente. Gli sforzi congiunti del PCI,
del PSIUP e di tutti gli altri partiti borghesi non riusciranno a fermare l'attuale
tempesta rivoluzionaria; nemmeno le provocazioni terroristiche fasciste riusciranno
in tale intento. La rivoluzione alla fine scoppierà e sarà vittoriosa.
L'imperialismo, il capitalismo, il revisionismo e la reazione vanno incontro
alla disfatta totale.
Abbasso il revisionismo moderno!
Viva il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Tsetung!
ORGANIZZAZIONE COMUNISTA BOLSCEVICA ITALIANA marxista-leninista
Firenze, 15 dicembre 1969.
I
Il grande maestro del proletariato mondiale del nostro tempo, il compagno Mao
Tsetung, ha recentemente indicato: " La nostra è una nuova grande
epoca ". L'epoca in cui l'imperialismo va incontro alla disfatta totale
e il socialismo avanza verso la vittoria in tutto il mondo. È una nuova
grande epoca in cui il proletariato e la borghesia sono impegnati nella battaglla
decisiva su scala mondiale. L'attuale tempesta rivoluzionaria pone ai rivoluzionari
italiani un compito ben preciso: dare all'esercito dei proletariato, impegnato
a combattere l'ultima grande battaglia contro l'imperialismo e il capitalismo,
lo Stato maggiore, il partito rivoluzionario che si basi sulla teoria rivoluzionaria
marxista-leninista e sullo stile rivoluzionario marxista-leninista. Senza il
partito rivoluzionario è impossibile guidare la classe operaia e le larghe
masse popolari italiane alla distruzione dello stato borghese attraverso la
rivoluzione e l'instaurazione della dittatura del proletariato in luogo della
dittatura della borghesia e il trionfo del socialismo sul capitalismo. Il PCI
e il PSIUP non sono partiti marxisti-leninisti perché hanno rinnegato
nella teoria e nella pratica i principi e la linea marxista-leninista. Il PCd'I
(m.l.) non è neppure un partito marxista-leninista, per quanto si sia
appiccicata questa etichetta e si mascheri dietro il pensiero di Mao: è
un partito revisionista, copertura a sinistra del PCI. Noi, che eravamo militanti
fino a ieri di questo partito, abbiamo preso gradualmente coscienza di ciò
dal momento in cui il Comitato Centrale si rifiutava di analizzare se esistevano
nel partito le radici delle posizioni economiciste, spontaneiste e codiste del
gruppo Gracci-Peruzzi espulso dal partito, e pubblicava alcuni mesi dopo su
"Nuova Unità", la "Linea di massa" e un "Appello
ai Lavoratori" che riproducevano a livello ideologico, politico e pratico
le stesse posizioni del gruppo di avventurieri espulso. Il Comitato Centrale
non attaccava politicamente il gruppo Gracci-Peruzzi perché ciò
significava attaccare sé stesso, perché comune era la loro linea
spontaneista-economicista e codista. Invece dell'attacco politico, il Comitato
Centrale sferrava attacchi personali per nascondere la reale natura controrivoluzionaria
degli espulsi, e cambiava gli articoli dei rivoluzionari contro le loro posizioni
economiciste, spontaneiste e codiste. L'attacco personale senza l'attacco politico
era usato dal CC per mascherare il proprio economicismo e per non impegnarsi
nella lotta ideologica e politica. L'assimilazione sempre più profonda
del marxismo-leninismo-pensiero di Mao Tsetung ci ha permesso di comprendere
fino in fondo la natura revisionista dell'intero Comitato Centrale e di smascherare
che il PCd'I (m.l.) fin dalla nascita era revisionista. Il nostro dovere di
rivoluzionari era di abbandonare il PCd'I e denunciare alle masse la sua natura
e la sua funzione controrivoluzionaria al servizio della borghesia e dei revisionisti.
Non abbiamo fatto altro che applicare l'insegnamento di Lenin: " L'unità
è una grande cosa ed una grande parola d'ordine. Ma alla causa operaia
occorre l'unità dei marxisti e non l'unità dei marxisti con gli
avversari e i deformatori del marxismo! L'unità con gli opportunisti
e i revisionisti è unità del proletariato con la borghesia nazionale
e scissione del proletariato internazionale, è unità dei servi
e scissione dei rivoluzionari ". Non è possibile l'unità
tra marxisti-leninisti e revisionisti, tra i rivoluzionari e i controrivoluzlonari.
Non ci può essere unità a spese del principi rivoluzionari, il
pensiero di Mao Tsetung costituisce il fondamento dell'unità dei rivoluzionari.
Stare con i revisionisti significa essere complici della borghesia e non fare
gli interessi del proletariato, stare con i revisionisti significa venir meno
ai principi rivoluzionari marxisti-leninisti. Separarsi dai revisionisti ed
organizzare l'avanguardia della classe operaia significa essere fedeli ai principi
marxisti-leninisti e al pensiero di Mao Tsetung, difenderli contro tutti i nemici
e i falsi amici e fare reali interessi della classe operaia. Il gruppo dirigente
del PCd'I da buon opportunista come Liu Shao-Chi, il Krusciov cinese, ha sempre
impedito la lotta ideologica attiva perché temeva che essa avrebbe smascherato
la sua linea revisionista e controrivoluzionaria. Esso sosteneva la teoria reazionaria
della pace assoluta all'interno del partito e dell'unità al di sopra
dei principi e della linea sia corretta che errata. Il pensiero di Mao Tsetung
insegna invece che " Un comunista... sempre ed ovunque, deve essere fedele
ai principi giusti e condurre una lotta instancabile contro ogni idea e azione
errata...". " La direzione errata che reca danno alla rivoluzione
non deve essere incondizionatamente accettata ma risolutamente contrastata".
Questa cricca opportunista imponeva il centralismo democratico intorno a una
linea spontaneista, economicista e codista. Ma ciò è contrario
al marxismo-leninismo pensiero di Mao Tsetung che insegna che non si può
realizzare il centralismo democratico intorno a una linea controrivoiuzionaria
perché è la linea politica che decide dell'esito della rivoluzione.
Se la linea politica è errata tutto il resto lo sarà. Il presidente
Mao ci insegna: " Per guidare la rivoluzione alla vittoria, un partito
deve appoggiarsi sulla giustezza della sua linea politica e sulla saldezza della
sua organizzazione ". La cricca dirigente del PCd'I era anche contraria
all'educazione ideologica dei militanti perché temeva che venisse smascherata
la sua linea antiproletaria e controrivoluzionaria. I militanti di un partito
marxista-leninista devono invece essere educati secondo gli insegnamenti del
compagno Mao Tsetung, ribaditi ne l'importante rapporto politico del compagno
Lin Piao al XI Congresso dei Partito Comunista Cinese; cioè riguardo
alle classi, la lotta di classe, la lotta tra le due linee. Essi devono essere
educati a combattere il revisionismo dentro e fuori il Partito; essi devono
essere educati a riconoscere e combattere gli elementi che rappresentano gli
interessi delle classi sfruttatrici, i rinnegati, gli agenti della borghesia
e dei revisionisti. L'educazione ideologica è un elemento fondamentale
per educare i militanti marxisti-leninisti. Quando i marxisti-leninisti hanno
assimilato a fondo il pensiero di Mao Tsetung inevitabilmente tutti i nemici
di classe, comunque camuffati, sono smascherati e liquidati. I marxisti-leninisti
devono sempre tenere presente quanto dice il compagno Lin Piao: " In qualsiasi
momento e in qualsiasi circostanza chi si oppone al presidente Mao ed al pensiero
di Mao Tsetung sarà condannato e punito da tutto il Partito e da tutta
la nazione ". Anziché educare i militanti col pensiero di Mao e
mettere il pensiero di Mao al posto di comando in ogni lavoro, il CC del PCd'I
si limita ad enunciare il pensiero di Mao come un dogma morto e non lo applica
creativamente nella pratica concreta della rivoluzione socialista in Italia.
Il CC del PCd'I sa molto bene che il pensiero di Mao è il marxismo-leninismo
della nostra epoca, la teoria rivoluzionaria di questa epoca, l'analisi della
fine dell'imperialismo e delle nuove forme che assume la lotta di classe in
questa nuova grande epoca storica e appunto per questo esso si adopera affinchè
le masse non assimilino il pensiero di Mao Tsetung. La cricca dirigente del
PCd'I, nonostante innalzi opportunisticamente la rossa bandiera del pensiero
di Mao, sostenendo le "teorie" reazionarie di Liu Shao-chi combatte
nella pratica il pensiero di Mao. Da buon spontaneista il CC del PCd'I nega
la funzione dirigente del pensiero di Mao e basa il suo lavoro sul più
nero praticismo ed opportunismo. La linea spontaneista, economicista, codista
del PCd'I è chiaramente documentata da ogni articolo del giornale "Nuova
Unità", suo organo centrale. Il PCd'I afferma su "Nuova Unità"
che "la giusta linea nasce dalle lotte, e solo dalle lotte". Ciò
è contrario al marxismo - leninismo - pensiero di Mao Tsetung. Il compagno
Mao Tsetung insegna che: " Senza teoria rivoluzionaria, senza conoscenza
della storia, senza una profonda comprensione del movimento nella sua realtà,
nessun partito politico può guidare un grande movimento rivoluzionario
alla vittoria ". " La politica è il punto di partenza di ogni
azione pratica di un partito rivoluzionario e si manifesta nello sviluppo e
nel risultato finale delle azioni di questo partito. Ogni azione di un partito
rivoluzionario è l'applicazione della sua politica ". L'affermazione
che la linea politica nasce solo dalla pratica è comune a tutte le organizzazioni
spontaneiste che negano la funzione dirigente della teoria rivoluzionaria. Gli
spontaneisti sostengono la lotta per la lotta, l'azione per l'azione, la violenza
per la violenza indipendentemente dalla strategia per la conquista del potere
politico. La lotta degli spontaneisti è una lotta cieca e avventuristica
che porta inevitabilmente alla sconfitta il proletariato. La lotta deve essere
una lotta cosciente e illuminata dalla teoria rivoluzionaria. Ogni azione pratica
del proletariato deve rispondere alla politica del partito rivoluzionario. Non
è l'azione che determina la politica ma la politica che determina l'azione.
Senza una politica rivoluzionaria non ci può essere un'azione rivoluzionaria.
Il PCd'I afferma sul numero 18 del 1969 di "Nuova Unità" che
"nel corso delle lotte (economiche) gli operai hanno elevato la loro coscienza
di classe". Ciò è contrario al marxismo-leninismo- pensiero
di Mao Tsetung. Il compagno Lenin insegna: "La coscienza politica di classe
può essere portata all'operaio solo dall'esterno; cioè dall'esterno
della lotta economica, dall'esterno della sfera dei rapporti tra operai e padroni".
L'affermazione che la coscienza della classe operaia si elevi spontaneamente
nel corso delle lotte economiche è falsa e controrivoluzionaria. Sostenere
questa tesi reazionaria significa tentare di impedire la penetrazione del pensiero
di Mao fra le larghe masse popolari. Il compagno Lin Piao ha indicato: "
Il pensiero di Mao Tsetung non è nato spontaneamente nel popolo lavoratore
"; " E' essenziale che il pensiero di Mao Tsetung penetri tra gli
operai e i contadini attraverso lo studio e l' applicazione creativa delle sue
opere. Soltanto così, il modo di pensare del popolo lavoratore può
trasformarsi e le forze spirituali diventare un'immensa forza materiale ".
La classe operaia, solamente con la sua propria forza, può giungere ad
avere solo una coscienza economicistica e a porsi il solo compito di costruire
il sindacato. La coscienza rivoluzionaria socialista può essere apportata
alla classe operaia soltanto dall'esterno, dall'avanguardia cosciente ed organizzata.
La lotta politica è una condizione necessaria e fondamentale per l'elevamento
della coscienza e per l'educazione dell'attività rivoluzionaria delle
masse. Il PCd'I afferma sul n. 18 del 1969 di "Nuova Unità"
che il partito si pone "a livello di comprensione degli operai" e
che deve "raccogliere anche gli operai più arretrati, sensibili
particolarmente all'aumento della busta paga". Ciò è contrario
al marxismo - leninismo - pensiero di Mao Tsetung. Il compagno Stalin insegna
che: " il partito non può essere un vero partito se si limita a
registrare quel che la massa della classe operaia sente e pensa, se si trascina
alla coda del movimento spontaneo, se non sa superare l'inerzia e l'indifferenza
politica del movimento spontaneo, se non sa elevarsi ai di sopra degli interessi
momentanei del proletariato, se non sa elevare le masse al livello degli interessi
di classe del proletariato. Il partito deve porsi alla testa della classe operaia,
deve vedere più lontano della classe operaia, deve condurre dietro di
sé il proletariato e non trascinarsi alla coda del movimento spontaneo.
I partiti della II internazionale, che predicano il "Codismo " sono
agenti della politica borghese che condanna il proletariato alla funzione di
strumento delle mani della borghesia. Soltanto un partito che si consideri come
reparto di avanguardia del proletarlato che sia capace di elevare le masse a
livello degli interesse di classe del proletariato, soltanto un tale partito
è in grado di distogliere la classe operaia dalla via del tradeunionismo
e di trasformarla in forza politica indipendente. Il partito è il capo
politico della classe operaia". L'affermazione che bisogna partire dal
"livello di comprensione degli operai" è indubbiamente "codismo",
cioè lo stare alla coda delle masse, sottomettersi alla spontaneità
delle masse e quindi non essere l'avanguardia che ha la direzione delle masse
e ne eleva la coscienza. Il PCd'I afferma nel n. 18 1969 di " Nuova Unità
" che " l'unità della classe operaia va costruita nella lotta
". Ciò è contrario al rnarxismo - leninismo - pensiero di
Mao Tsetung. Il compagno Lenin insegna che: " "L'unità del
proletariato nell'epoca della rivoluziorie sociale, può essere realizzata
solo dal partito rivolurlonario, il partito del marxismo, solo con una lotta
implacabile contro tutti gli altri partiti". L'affermazione che "l'unità
della classe operaia va costruita nella lotta" è puro revisionismo.
L' unità della classe operaia si realizza solo intorno ai principi rivoluzionari,
al partito rivoluzionario e alla sua politica rivoluzionaria. Quando il partito
non è un partito comunista, non è possibile un'unità al
suo interno e l'unità delle masse con il partito. Non realizzare un'unità
rivoluzionaria significa tentare dì sottomettere il proletariato alla
borghesia. " Solo attraverso l'unità del partito comunista sì
può raggiungere l'unità di tutta la classe e di tutta la nazione;
e solo attraverso l'unità di tutta la classe di tutta la nazione si può
sconfiggere il nemico e realizzare la rivoluzione nazionale democratica "
(Mao Tsetung). Il PCd'I afferma sul n. 18 del 1969 di "Nuova Unità"
che occorre "stimolare negli operai la fiducia nelle loro forze, nella
loro possibilità dì organizzarsi alla base senza delegare il loro
potere". Ciò è contrario al marxismo - leninismo pensiero
di Mao Tsetung. Il compagno Mao Tsetung insegna che: " Compagni! Il popolo
vuole la liberazione; perciò delega il suo potere a coloro che sono capaci
di rappresentarlo, e di lavorare lealmente per lui, cioè a noi comunisti".
L'affermazione che gli operai non debbono "delegare il loro potere"
è ultrademocraticismo e trotzkismo dichiarato. La classe operaia non
può non delegare il potere alla propria avanguardia cosciente e organizzata
poiché essa ne rappresenta i suoi reali interessi ed è la guida
necessaria per l'instaurazione della dittatura del proletariato. Gli spontaneisti
si oppongono alla guida rivoluzionaria e tentano di gettare il movimento operaio
nell'anarchismo. Essi chiedendo alla classe operaia di non " delegare il
loro potere " all'avanguardia si smascherano come nemici mortali della
dittatura del proletariato e del comunismo. Abbiamo esaminato fin qui i documenti
dell'organizzazione del PCd'I di Cagliari e di Napoli " dove - come afferma
l'opporturnista senza principi Fosco Dinucci, segretario generale del PCd'I
- si sono avuti i più grandi successi nell'applicazione della linea di
massa (e dove l'organizzazione) ha portato avanti giuste parole d'ordine, ha
unito gli operai alla base su interessi ed obiettivi comuni, ha dato vita ai
Cornitati di Lotta come preparazione del sindacato di classe " ("
Nuova Unità " n.21 del 1969). Il Comitato Centrale, approvando all'unanimità
la " Linea di massa " e l' " Appello ai lavoratori ", pubblicati
rispettivamente sul n. 21 e sul 34-35 del 1969 di " Nuova Unità
" ha teorizzato la linea economicista, spontaneista e codista del PCd'I,
smascherandosi come traditore della classe operaia, del marxismo - leninismo
-pensiero di Mao Tsetung. Da questi documenti riportiamo alcune affermazioni
più grossolanamente revisioniste: " Colpendo i1 capitalismo nella
produzione, nelle sue basi economiche, si colpisce direttamente l' imperialismo
"; " La linea sindacale del Partito deve essere capace di formulare
quelle parole d'ordine che, unificando interessi ed obiettivi, possono generalizzare
la lotta e spezzare i piani dei capitale "; " Solo una lotta generalizzata
di tutta la classe operaia, in tutti i settori della produzione, può
mettere il capitalismo alle corde ". Queste affermazioni sono sfacciatamente
economiciste e antimarxiste. Si teorizza infatti che la classe operaia può
vincere sul terreno economico il capitalismo e l'imperialismo contro l'insegnamento
di Marx: " Nella lotta puramente economica il capitale è più
forte ". Affermare che il capitalismo e l'imperialismo si colpiscono con
la lotta economica significa rinnegare la rivoluzione, significa rinnegare il
marxismo - leninismo - pensiero di Mao Tsetung poichè come ci insegna
il compagno Lenin: " La vera forza motrice della storia è la lotta
rivoluzionaria tra le classi; le riforme sono il sottoprodotto di questa lotta,
sottoprodotto perché rappresentano la espressione dei vani tentativi
di indebolire, smussare questa lotta " Il compagno Mao sottolinea che:
" La conquista del potere con la lotta armata, la soluzione del problema
con la guerra è il compito centrale e la più alta forma di rivoluzione
". Perciò è una tesi falsa e reazionaria affermare che "
la lotta economica può spezzare i piani del capitale ", " può
mettere il capitalismo alle corde e colpire direttamente l'imperialismo colpendo
il capitalismo nelle sue basi economiche ". Ciò significa rinnegare
la rivoluzione socialista, ingannare le masse e tentare di tenerle per sempre
sotto il giogo della schiavitù salariale. I revisionisti di tutti i tempi,
fino al rinnegato Liu Shao chi, hanno sempre usato l'economicismo, cioè
la lotta per le sole rivendicazioni salariali, per sviare la lotta dalla conquista
del potere della classe operaia. Essi usano l'economicismo perché è
conforme ai bisogni del capitalismo e al servizio della sua dominazione reazionaria.
Per i rivoluzionari invece secondo quanto dice Marx " Le rivoluzioni sono
le locomotive della storia. La rivoluzione è la festa degli oppressi
e degli sfruttati". Il marxismo - leninismo - pensiero di Mao Tsetung ci
insegna che la lotta economica deve essere coordinata alla lotta politica e
che deve essere messa ai servizio della guerra rivoluzionaria; che deve essere
utilizzata in relazione alla conquista del potere con la lotta armata. Se il
movimento operaio si allontana dalla lotta politica e dall'obiettivo della conquista
del potere attraverso le armi e si limita alla lotta economica e alla lotta
legale, sarà impossibile rovesciare il dominio del capitalismo e mettere
fine alla schiavitù della classe operaia. Gli economicisti del PCd'I,
nel vano tentativo di frenare la classe operaia nel suo risveglio rivoluzionario
cercano di arrestarla in posizioni difensive attraverso le lotte semplicemente
economiche. Ciò è un servizio cosciente reso all'imperialismo,
una possibilità di farlo riprendere momentaneamente dalla china della
disfatta totale. Il PCd'I cerca di ingabbiare le lotte della classe operaia
dentro il sistema dì sfruttamento capitalistico, trascurando completamente
le lotte politiche e rivoluzionarie per la conquista del potere politico. Il
PCd'I mette quindi al primo posto la lotta economica anziché la lotta
politica rivoluzionaria, rinnegando gli insegnamenti del marxismo - leninismo
- pensiero di Mao Tsetung. Il PCd'I anziché organizzare e dirigere l'intera
lotta di classe per la conquista del potere politico, riconosce come unica lotta
la lotta economica che è solo un aspetto, e non il più importante,
della lotta di classe. Il PCd'I ritenendo, che la lotta economica sia incomparabilmente
più importante, rinvia costantemente la lotta politica. Il grande Lenin
ci insegna: " Dimenticare la lotta politica per la lotta economica significherebbe
allontanarsi dal principio fondamentale della socialdemocrazia mondiale, significherebbe
dimenticare quanto ci insegna tutta la storia del movimento operaio ".
L'economicismo è l'anima nera dei PCd'I che vuole far rimanere la contraddizione
fra capitale e lavoro nel solo campo economico impedendo che essa si trasformi,
ad opera del partito rivoluzionario, in lotta politica rivoluzionaria. É
chiaro dunque che il compito del PCd'I è quello di cercare di corrompere
e disgregare le fila della classe operaia nel tentativo di impedire la rivoluzione.
La lotta economica raggiunge sempre risultati effimeri, e, come insegna Marx,
essa è una lotta contro gli effetti e non contro le cause, contro il
sistema di sfruttamento capitalistico. La lotta economica perciò non
può " colpire " il sistema capitalistico, non può "
spezzare i piani del capitale ", poiché essa rimane nell'ambito
della vendita della forza-lavoro. Anziché la parola d'ordine conservatrice
del PCd'I " salario secondo la quantità di forza lavoro " erogata
", " gli operai - come indica il compagno Marx - devono scrivere sulle
loro bandiere il motto rivoluzionario "soppressione del sistema del lavoro
salariato "" Il PCd'I si oppone a seguire Marx, si oppone di affrontare
i problemi della classe operaia dal punto di vista politico. Il compagno Lin
Piao, nello storico rapporto politico al IX Congresso del PCC dice: " Mettere
sullo stesso piano l'economia e la politica significa "dimenticare l'abc
del marxismo " ". Il PCd'I si pone perciò al di fuori del marxismo.
Il PCd'I nel tentativo di mascherare la propria natura economicista-spontaneista-codista,
crede di mettersi in salvo affermando nell " Appello ai lavoratori ":
" perché non si cada nello spontaneismo e nell'economicismo sorgano
ovunque nei luoghi di produzione i Comitati di Lotta per promuovere, organizzare,
sviluppare, unificare e generalizzare le lotte non solo per la conquista di
migliori condizioni di vita, ma per colpire i settori vitali dello sfruttamento
padronale, per inquadrare questa lotta nella lotta intesa a colpire tutto il
sistema capitalista ". Con questo discorso Il PCd'I si sforza di coprire
il suo spontaneismo ed economicismo ma in realtà lo riafferma in tutta
la sua interezza: nel porre le organizzazioni di massa al di fuori e al di sopra
del partito politico del proletariato, nel ridurre la lotta degli operai a pura
lotta economica, nel negare la via rivoluzionaria socialista. Con il pretesto
di " migliorare le condizioni del lavoratori ", il PCd'I svende gli
interessi della classe operaia. Come ha detto il compagno Lin Piao: " Con
il potere politico il proletariato e il popolo lavoratore ha tutto. Senza il
potere politico non ha niente ". " Dimenticare il potere politico
significherebbe dimenticare la politica e i concetti fondamentali del marxismo
e degenerare nell'economismo, anarchismo e utopismo ". I " Comitati
di Lotta " promossi dal PCd'I sono degli organismi economicistici e interclassisti
perché, come dice " Nuova Unità " (n. 32-33 del 1969),
" sono costituiti dai lavoratori di varie tendenze politiche ". Essi
sono il nucleo costruttore del cosiddetto sindacato di classe del PCd'I: "
Un sindacato che raccolga nel suo seno tutti i lavoratori sfruttati " come
si legge nella " Linea di massa ". Questa è interamente la
tesi reazionaria del rinnegato e traditore Liu Shao-chi il quale sosteneva che
i sindacati " non dovrebbero porre alcuna restrizione politica " e
che " tutti i lavoratori salariati possono aderirvi ". Il PCd'I avendo
bisogno di un'organizzazione adeguata alla sua linea economicista - spontaneista
e codista, ha lanciato fin dalla sua nascita i " Comitati di Lotta "
per tentare di sottrarre i rivoluzionari dal compito della costruzione del Partito.
I " Comitati di Lotta " hanno lo scopo dl organizzare gli operai arretrati
su una linea economicistica-riformista di retroguardia e di copertura a sinistra
del PCI. Il capolavoro reazionario dell' " Appello ai Lavoratori ",
di cui la cricca Dinucci, Pesce, Risaliti mena gran vanto come la più
matura espressione creativa del PCd'I, tocca il fondo del tradimento affermando
che le lotte devono " rendere meno duro lo sfruttamento ". Con questa
tesi il PCd'I si unisce al PCI e al PSIUP nella predicazione dello " sviluppo
pacifico del socialismo ". Tentare di fare accettare agli sfruttati lo
sfruttamento, " abbellendo " il capitalismo, è un'infamia che
la classe operaia farà pagare a caro prezzo ai dirigenti traditori del
PCd'I. " Rendere meno duro lo sfruttamento " è una tesi revisionista
e reazionaria; lo sfruttamento sarà sempre duro finché esisterà.
Solo con la rivoluzione socialista e la instaurazione della dittatura del proletariato
esso sarà eliminato. La natura economicista, spontaneista e codista del
PCd'I è stata ereditata dal movimento marxista-leninista e sancita nel
punto 5° della " Dichiarazione di principio " in cui è
scritto: " Il Partito comunista d'Italia (m.l.) coordina le lotte della
classe operaia, dei contadini e delle masse popolari, generalizzandole e superando
ogni particolarismo, indirizzandole verso l'obbiettivo di fondo: l'emancipazione
dallo sfruttamento ". Il PCd'I non fa che ripetere la vecchia tesi opportunistica
di Bernestein: " Il fine è nulla, il movimento è tutto "
che il compagno Lenin indica come " L'essenza del revisionismo ".
" Coordinare " la lotta spontanea significa stare alla coda delle
masse negando la funzione dirigente dell'avanguardia facendola abbassare al
livello di coscienza delle masse. " Coordinare " non significa dirigere.
Il " coordinamento " e la " generalizzazione " delle lotte
sono atti che fanno rimanere le lotte su un piano economicista e spontaneista
senza trasformarle in lotte politiche. "... Indirizzandole verso l'obbiettivo
di fondo: l'emancipazione dallo sfruttamento " significa dare alla lotta
economica stessa un carattere politico e scopre, come dice Lenin, " la
tendenza tradizionale ad abbassare la politica socialdemocratica (oggi marxista-leninista)
(n.d.r.) al livello della politica tradeunionista ". Il PCd'I combatte
dunque il compito dell'avanguardia rivoluzionaria di trastormare la lotta spontanea
in lotta politica e di elevare la coscienza politica della classe operaia. Si
adattano benissimo alla politica del PCd'I le parole di Lenin: " Determinare
la propria condotta caso per caso; adattarsi agli avvenimenti del giorno, alle
svolte provocate da piccoli fatti politici, dimenticare gli interessi vitali
dei proletariato e i tratti fondamentali del regime capitalista, di tutta l'evoluzione
del capitalismo; sacrificare questi interessi vitali a un vantaggio reale o
supposto dal momento, tale è la politica revisionista ". Il punto
2 della " Dichiarazione dl principio " il PCd'I afferma che "
i moderni revisionisti disarmano la classe operaia e la rendono impotente davanti
alla borghesia e all'imperialismo ". Il " disarmo " della classe
operaia presuppone l'esistenza spontanea e innata del marxismo - leninismo -
pensiero di Mao Tsetung nella classe operaia. Ciò è falso perché
come abbiamo già detto la teoria non nasce spontaneamente nella classe
operaia ed è il Partito rivoluzionario che arma la classe operaia della
teoria rivoluzionaria. I revisionisti non hanno mai armato le masse della ideologia
rivoluzionaria, ma immettono nelle masse l'ideologia borghese. Tanto meno l'ideologia
proletaria avrà affondato le sue radici nelle masse, tanto più
l'ideologia borghese sarà presente in esse. Nel punto 3 della "
Dichiarazione di principio " il PCd'I si richiama " all'esempio politico
" di A. Gramsci e rivendica il patrimonio ideale del PCd'I del 1921. Non
poteva essere diversamente che un Partito revisionista si richiamasse ad un
altro Partito revisionista ed a un dirigente revisionista. Gramsci era un idealista,
non capì prima il leninismo nè l'esperienza bolscevica, teorizzò
gli organi trotzkisti del " Consigli operai ", non capì la
fondazione della III internazionale e la nascita dei Partiti Comunisti; dopo
appoggiò il dogmatico-settario Bordiga e ancora una volta non comprese
il leninismo nella giusta lotta del compagno Stalin contro il rinnegato Trotzki.
Il PCd'I del 1921 non mise al posto di comando il leninismo, non fu costruito
su basi bolsceviche e non ebbe una politica rivoluzionaria; pertanto non si
può considerarlo autenticamente rivoluzionario. Nel punto 4 della "
Dichiarazione di principio " si dice: " il PCd'I... interpreta il
marxismo-leninismo non come un dogma, ma in modo creativo secondo le condizioni
storiche ". Qui siamo nel più nero liberalismo; il partito rivoluzionario
non " interpreta " il marxismo-leninismo ma lo assume quale base teorica
che guida il suo pensiero, il partito rivoluzionario non " interpreta "
in modo creativo il marxismo - leninismo, ma lo applica creativamente nelle
proprie condizioni della lotta di classe del proletariato. La " Dichiarazione
di principio ", come d'altra parte l'intero statuto del PCd'I, riflette
la vera natura spontaneista ed economicista dl questo Partito, soprattutto e
anzitutto perché vi è totalmente assente la teoria rivoluzionaria,
il pensiero di Mao Tsetung. Il compagno Lin Piao, nel suo storico rapporto politico
al IX Congresso del PCC, rileva invece l'importanza del fondamento teorico di
un partito rivoluzionario; egli dice: " La cosa più importante è
che il progetto dello Statuto del Partito afferma di nuovo in termini espliciti
che il fondamento teorico sul quale il Partito guida il suo pensiero è
il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Tsetung ". Al confronto di queste
posizioni appare sempre piu chiaro che il PCd'I non è un partito rivoluzionario,
un partito che si basi sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista, sulla
politica rivoluzionaria marxista-leninista e sullo stile e metodo rivoluzionario
marxista-leninista. Il PCd'I è una federazione di gruppi in continue
lotte fra di loro per il potere personale. Questi gruppi sono guidati da avventurieri,
opportunisti, trotzkisti, populisti, intellettuali borghesi, funzionari ecc.
Il PCd'I non ingannerà piu nemmeno un solo rivoluzionario, tuttavia,
come ci insegna il compagno Mao: " Tutto ciò che è reazionario
è identico: se non si colpisce, è impossibile farlo cadere. E'
come quando si spazza: là dove non passa la scopa, la polvere non se
ne va mai da sola ". Per cui i rivoluzionari devono condurre una lotta
implacabile per la distruzione e la liquidazione del PCd'I. Il compito del PCd'I
è comune al compito di tutti gli altri raggruppamenti falsamente marxisti-leninisti:
alzare la rossa bandiera del pensiero di Mao Tsetung per combattere il pensiero
di Mao Tsetung. La dialettica della storia è tale che la vittoria teorica
del pensiero di Mao Taetung costringe i suoi più acerrimi nemici a camuffarsi
e a nascondersi dietro la bandiera rossa dei pensiero dl Mao Tsetung per combatterlo,
snaturarlo, adattarlo ai bisogni della borghesia. I rivoluzionari armati dell'invincibile
pensiero di Mao Tsetung devono condurre una lotta teorica, politica, pratica
contro tutti i gruppi falsamente marxisti-leninisti, smascherarli di fronte
alle masse e liquidarli.
II
Fino ad oggi mancava una analisi marxista-leninista di questo tipo sul PCd'I,
era giusto farla, ed è toccato a noi assolvere questo compito. Ma questo
non significa che i marxisti-leninisti debbono concentrare le loro lotte unicamente
e prevalentemente contro le deviazioni del PCd'I e di tutti i gruppi falsamente
marxisti-leninisti, operaistì, spontaneisti, trotzkisti, economicistl,
anarco-sindacalisti, compreso il gruppo trotzkista del " Manifesto ",
perché essi rappresentano un aspetto e non il più importante del
revisionismo moderno. Dimenticare che la nostra epoca è contraddistinta
da una lotta mortale tra il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Tsetung e il
revisionismo moderno sarebbe un gravissimo errore. Significherebbe non comprendere
l'attuale epoca storica e trascurare di combattere il nemico principale. In
ultima analisi sarebbe opportunismo. Il grande marxista-leninista Enver Hoxha,
guida del Partito del Lavoro d'Albania e del popolo albanese, insegna: "
Il Partito del Lavoro d'Albania considera la lotta aperta e costante contro
il moderno revisionismo, che ha per centro la direzione revisionista sovietica,
come uno dei principali doveri di tutti i marxisti-leninisti, perchè
il revisionismo moderno è il principale nemico in seno al movimento comunista
internazionale, è il " cavallo di Troia " dell'imperialismo
e del capitalismo mondiale, è il " secondo fronte " imperialista
contro il socialismo e il comunismo. Il suo obbiettivo strategico è di
perpetuare la dominazione del capitalismo ove esso è al potere e di restaurarla
là dove essa è stata rovesciata. L'odierno revisionismo Kruscioviano
è successore e continuatore diretto del revisionismo di Bernstein e di
Kautsky, di Trotzky e di Bucharin, di Brauder e di Tito, contro cui hanno condotto
un'aspra lotta di principio Marx, Engels, Lenin e Stalin, la III Internazionale
Comunista e l'Ufficio Informativo dei partiti comunisti od operai. Gli odierni
revisionisti ricalcano le orme della socialdemocrazia, che è una serva
della borghesia, uno strumento per consolidare il regime capitalistico per soffocare
la rivoluzione e minare il socialismo. Il revisionismo e la socialdemocrazia
sono due aspetti della stessa ideologia borghese: il primo, nel movimento comunista,
ed il secondo in quello operaio. La comune base ideologica ed i comuni obbiettivi
politici ravvicinano, uniscono e fondono il revisionismo e la socialdemocrazia
in un'unica corrente antimarxista antisocialista controrivoiuzionaria. La storia
dell'origine, dello sviluppo e del trionfo del marxismo-leninismo è la
storia di una incessante lotta contro tutti i suoi avversari ideologici e politici,
contro i traditori e gli scissionisti, contro gli opportunisti e i revisionisti
di ogni colore. Il movimento comunista internazionale vive e si sviluppa nella
società divisa in classi e sistemi opposti tra i quali si svolge un'aspra
lotta di classe. Questa lotta trova la propria espressione anche in seno ai
partiti comunisti e nel movimento comunista internazionale come lotta tra il
marxismo-leninismo e le varie correnti opportuniste e revisioniste. La legge
dialettica dello sviluppo attraverso la lotta degli opposti, agisce quale legge
universale, anche nei partiti del movimento comunista. L'opportunismo e il revisionismo
sono stati e restano sempre all'origine ideologica e politica della rottura
dell'unità dei partiti e del movimento comunista in generale. La storia
del movimento comunista internazionale dimostra che nel suo cammino esso passa
dall'unità alla scissione e dalla scissione ad una nuova unità,
su di una nuova e più elevata base. Nella lotta tra il marxismo-leninismo
e l'opportunismo ed il revisionismo, la vittoria è stata sempre da parte
del marxismo-leninismo. Dopo ogni lotta contro l'opportunismo ed il revisionismo,
il movimento comunista ha conseguito grandi, storiche vittorie ed il marxismo-leninismo
si è sviluppato o si è elevato ad un livello più alto ".
In italia i marxisti-leninisti ed i rivoluzionari devono sferrare il colpo principale
al PCI. La vera lotta, quindi, deve essere per lo smascheramento totale su tutti
i piani del PCI. Il PCI è il nemico principale all'interno del movimento
operaio italiano, è un agente della borghesia nella classe operaia, la
sua ideologia è un'ideologia borghese, la sua politica è una politica
borghese. Nella lotta mortale, senza mezzi termini e senza risparmio di colpi
contro il PCI, al primo posto deve esserci la lotta ideologica. I vari gruppi
falsamente marxisti-leninisti, operaisti, ecc. non hanno mai condotto una effettiva
lotta ideologica, politica e pratica contro il PCI. Essi hanno sostituito con
azioni spontaneiste e avventuriste, l'educazione ideologica e politica della
classe operaia e delle larghe masse popolari. In ultima analisi non fanno altro
che coprire a " sinistra " il PCI e appoggiare il suo piano criminale
di sostegno del sistema di sfruttamento capitalista. Attraverso la lotta implacabile
contro il PCI e il PSIUP, con le sue deviazioni rappresentate dal gruppo del
" Manifesto ", dei vari gruppi operaisti e delle false organizzazioni
marxiste-leniniste, la classe operaia si armerà del marxismo-leninismo-pensiero
di Mao Tsetung, eleverà la propria coscienza politica, si unirà
sotto la guida della propria avanguardia e distruggerà le organizzazioni
revisioniste e il sistema di sfruttamento capitalistico.
III
Il grande maestro del proletariato mondiale del nostro tempo, il compagno Mao
Tsetung, ha indicato nel 1962: " I prossimi 50 o 100 anni, cominciando
da ora, saranno una grande epoca di radicali cambiamenti nel sistema sociale
in tutto il mondo, un'epoca di grandi sconvolgimenti, un'epoca senza pari in
nessuna epoca precedente della storia. Vivendo in tale epoca, dobbiamo essere
preparati a impegnarci nelle grandi lotte che avranno molte caratteristiche
differenti nella forma da quelle del passato ". I fatti che accadono continuamente
nel mondo dimostrano che siamo veramente in questa grande epoca in cui l'imperialismo
e il revisionismo moderno vanno incontro alla disfatta totale e il socialismo
avanza verso la vittoria in tutto il mondo. La grande Cina popolare, nata nella
rivoluzione, educata dal pensiero di Mao Tsetung, forgiata nelle battaglie di
classe, temprata nella Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, si erge come
un gigante rivoluzionario ed invincibile ed indica a tutti popoli oppressi la
via della vittoria, la via del socialismo e del comunismo. La Cina popolare
è l'avamposto del socialismo e della rivoluzione mondiale. Essa rappresenta
oggi ciò che ieri rappresentava la grande Russia di Lenin e di Stalin.
Ogni suo successo nell'edificazione del socialismo e nella lotta contro l'imperialismo,
il social-imperialismo, il revisionismo moderno e la reazione è un successo
di tutte le forze rivoluzionarie socialiste. Le fiamme della Grande Rivoluzione
Culturale Proletaria, iniziata e diretta personalmente dal Presidente Mao, hanno
completamente distrutto il quartier generale borghese capeggiato dal rinnegato,
agente del nemico e traditore della classe operaia Liu Shao-chi. La vittoria
della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, suggellata solennemente dal IX
Congresso del Partito Comunista Cinese, - un " Congresso di unità,
un Congresso di vittoria ", - ha reso la Cina più rossa e più
rivoluzionaria che mai e tutto il movimento comunista mondiale si è enormemente
arricchito dell 'esperienza teorica e pratica della Grande Rivoluzione Culturale
Proletaria. L'eroica Albania popolare è il grande faro del socialismo
in Europa. Essa è un esempio vivente di come un piccolo popolo possa
rimanere sempre fedele ai principi marxisti-leninisti e costruire il socialismo
nelle condizioni dell' accerchiamento capitalista e revisionista. Sotto la saggia
direzione del Partito del Lavoro d'Albania, con alla testa il grande marxista
- leninista compagno Enver Hoxha, l'eroico popolo albanese ha scatenato un grandioso
movimento di rivoluzionarizzazione per una completa formazione dell'uomo socialista
e per il consolidamento della dittatura dei proletariato. La verità sintetizzata
del compagno Mao Tsetung che " il potere politico nasce dalla canna del
fucile " è divenuta patrimonio di tutti i popoli. La rivoluzione
avanza di vittoria in vittoria nel sud Vietnam, nel Laos, in Thailandia, Birmania,
Malesia, Indonesia, India e Palestina e in altre parti e regioni d'Asia, Africa
e America Latina. Movimenti rivoluzionari di massa di ampiezza senza precedenti
sono scoppiati in Giappone, Europa occidentale e America del nord. L'imperialismo
americano è completamente accerchiato dai popoli rivoluzionari. L'imperialismo
americano e il socialimperialismo sovietico hanno stretto una " santa alleanza
" nel vano tentativo di spartirsi il mondo in sfere di influenza e per
le manovre anticinesi, anticomuniste, antipopolari, e contro i movimenti di
liberazione nazionale. L'imperialismo americano e il socialimperialismo sovietico
sono due tigri di carta. Essi sono in preda a continue e insanabili crisi e
contraddizioni interne ed esterne di tipo politico ed economico. Essi sono sempre
piu stretti dalla possente morsa dei movimenti di liberazione dei popoli e nazioni
oppressi e dai movimenti rivoluzionari di massa nel cuore stesso delle loro
" roccaforti ". Sono uniti per opprimere e divisi quando si tratta
di appropriarsi di materie prime o di mercati, di porre paesi sotto il loro
dominio, di assicurarsi posizioni strategiche e sfera d'influenza. Per realizzare
le loro ambizioni imperialistiche si gettano nell'espansione degli armamenti
e nella preparazione della guerra. Essi preparano la terza guerra mondiale.
Il compagno Mao Tsetung ha recentemente indicato: " Per quanto riguarda
il problema della guerra mondiale, non esistono che due possibilità:
l'una è che la guerra susciti la rivoluzione, e l'altra che la rivoluzione
impedisca la guerra ". La situazione è dunque chiara: che sia l'imperialismo
americano o il socialimperialismo sovietico a scatenare la guerra o che siano
i popoli a scatenare la rivoluzione per impedire la guerra, in entrambi i casi
i popoli devono prepararsi alla rivoluzione. In queste eccellenti condizioni
oggettive della rivoluzione mondiale solo una decisa guida rivoluzionaria che
si basi sul pensiero di Mao Tsetung può dare alle masse la coscienza
politica dell'assalto finale per la distruzione dell'imperialismo, del capitalismo
e del revisionismo moderno. In Italia la borghesia monopolistica è in
piena crisi e riesce sempre meno a controllare le impetuose lotte spontanee
della classe operaia e delle masse, non vi riesce nemmeno valendosi della "
mediazione " dei sindacati, del PCI e del PSIUP, e nemmeno inasprendo la
repressione, le provocazioni terroristiche ed estendendo la serrata e il licenziamento.
IV
La classe operaia italiana è assolutamente indomabile, estremamente combattiva,
piena di vigore e di risorse ed ha una grande esperienza di lotte. Essa acquista
sempre più coscienza che per prendere il potere ci vuole la rivoluzione,
ma dovrà assimilare il fondamentale insegnamento del compagno Mao Tsetung:
" Se si vuol fare la rivoluzione ci deve essere un partito rivoluzionario.
Senza un partito rivoluzionario, senza un partito che si basi sulla teoria rivoluzionaria
marxista-leninista e sullo stile rivoluzionario marxista-leninista, è
impossibile guidare la classe operaia e le larghe masse popolari a sconfiggere
l'imperialismo e i suoi lacchè ". Questo insegnamento universale
è l'elemento principale del successo della rivoluzione in Italia. In
Italia manca il partito rivoluzionario. Compito dei rivoluzionari è dare
il partito rivoluzionario alla classe operaia e alle larghe masse popolari:
questo deve essere l'impegno primo e più importante di ogni rivoluzione,
una discriminante tra rivoluzionari e controrivoluzionari. Non è rivoluzionario
chi solo a parole afferma di voler costruire il partito, ma chi effettivamente
impegna tutte le sue forze nell'opera di costruzione del partito rivoluzionario.
La borghesia ed i revisionisti si oppongono accanitamente alla creazione del
partito rivoluzionario, creando essi stessi dei falsi partiti rivoluzionari,
infiltrando dei loro agenti nelle file dei rivoluzionari, reprimendo i rivoluzionari.
Difendersi dalla repressione borghese e revisionista, scoprire, smascherare,
combattere e liquidare i falsi marxisti-leninisti e le false organizzazioni
marxiste-leniniste è un compito di vivissima attualità ed urgenza.
L'esperienza del movimento operaio internazionale e la nostra stessa pur piccola
esperienza, ci insegna che un partito può dichiararsi rivoluzionario
solo se assume il marxismo-leninismo pensiero di Mao Tsetung, quale base teorica
che guida il suo pensiero. Come dice Lin Piao: " Il compagno Mao Tsetung
è il più grande marxista-leninista della nostra epoca. Egli ha
ereditato, difeso e sviluppato il marxismo-leninismo in modo geniale, creativo
e integrale, elevandolo a uno stadio completamente nuovo ". Il pensiero
di Mao Tsetung è il marxismo-leninismo dell'epoca in cui l'imperialismo
va incontro alla disfatta totale e il socialismo avanza verso la vittoria di
tutto il mondo? È una potente arma ideologica nella lotta contro l'imperialismo,
contro il revisionismo e il dogmatismo ". Se questo pensiero non affonda
saldamente le sue radici nelle masse non potrà mai verificarsi un autentico
movimento rivoluzionario di massa. Il pensiero di Mao Tsetung è la scienza
della rivoluzione proletaria e rappresenta gli interessi fondamentali del proletariato
e di tutti i lavoratori; è la vita stessa dei popoli rivoluzionari. La
pratica della rivoluzione mondiale ci insegna che se la rivoluzione si allontana,
anche se di poco, dal pensiero di Mao Tsetung, essa subisce rovesci e fallimenti,
se invece essa mette il pensiero di Mao Tsetung al posto di comando si svilupperà
e sarà vittoriosa. Il compagno Lin Piao dice giustamente: " Quando
le larghe masse si saranno impadronite del pensiero di Mao Tsetung, esso diventerà
una inesauribile sorgente di forza, una bomba atomica spirituale, di potenza
senza pari ". Il pensiero di Mao Tsetung è il fondamento dell'unità
del partito rivoluzionario, il fondamento dell'unità delle masse popolari,
il fondamento dell'unità del campo comunista; all'infuori del pensiero
di Mao non ci può essere nessuna unità rivoluzionaria e proletaria.
Il pensiero di Mao Tsetung è la discriminante fondamentale tra comunisti
e revisionisti, rivoluzionari e controrivoluzionari, proletari e borghesi. Il
presidente Mao è la grande guida e l'amato educatore del proletariato
mondiale, egli è il degno successore degli immortali Marx, Engels, Lenin
e Stalin. I successi e le vittorie legati indissolubilmente ad un partito rivoluzionario
sono assimilazione e corretta applicazione del pensiero dl Mao Tsetung nella
concreta pratica rivoluzionaria. La fusione del marxismo-leninismo-pensiero
di Mao Tsetung con la classe operaia porta gli operai avanzati e coscienti a
capire le necessità della costituzione del partito rivoluzionario. Gli
intellettuali rivoluzionari hanno quindi, in questo momento, un grande ruolo
da svolgere, quello di portare alla classe operaia l'ideologia socialista, il
marxismo - leninismo - pensiero di Mao Tsetung. La costruzione di un solido
partito rivoluzionario è lenta graduale ma decisa; non bisogna mirare
ai facili successi ottenuti attraverso i compromessi sui principi mantenendosi
fedeli a quanto afferma il compagno Lenin: " Non fate commercio dei principi,
e non fate concessioni " teoriche " ". La formazione della avanguardia
avviene nella lotta contro gli elementi revisionisti, opportunisti, spontaneisti,
economicisti, trotzkisti, ostili al pensiero di Mao, alla rivoluzione socialista,
alla dittatura del proletariato, alla costruzione dei partito rivoluzionario.
Proprio perché la costruzione del partito rivoluzionario è il
compito storico fondamentale che si pone ai rivoluzionari, gli economicisti
e gli spontaneisti, manovrano affinché essa non avvenga, cercando di
confondere e di distrarre la classe operaia con una miriade di organizzazioni
economiciste e ultra-democraticiste. I marxisti-leninsti devono smascherare
queste manovre controrivoluzionarie. Gli economicisti e gli spontaneisti accusano
i marxisti leninisti di " sopravvalutare " la teoria. Abbiamo già
denunciato le conseguenze nefaste per la classe operaia della sottovalutazione
della teoria e sottolineato l'enorme importanza della teoria rivoluzionaria.
Aggiungiamo solo l'insegnamento del compagno Mao: " La teoria dal punto
di vista marxista, ha una grande importanza e tale importanza è espressa
pienamente dalla frase di Lenin: "Senza teoria rivoluzionaria non vi può
essere movimento rivoluzionario " ". La conquista degli elemnti avanzati
del proletariato deve essere il nostro obiettivo di fondo per la conquista delle
masse, tenendo presente l'importante insegnamento del compagno Mao Tsetung:
" Le masse, in qualunque posto, sono generalmente composte da tre categorie
di elementi: i relativamente attivi, gli intermedi e i relativamente arretrati.
I dirigenti devono perciò avere la capacità di unire il ristretto
numero di elementi attivi intorno alla direzione e devono fare affidamento su
di essi per elevare il livello degli elementi intermedi e conquistare gli arretrati
". I marxisti-leninisti devono avere quindi la capacità di unire
a sé il ristretto numero di elementi attivi e facendo affidamento su
di essi conquistare le masse. Questa è una condizione decisiva per la
rivoluzione socialista in Italia. Ma come si può conquistare gli elementi
avanzati del proletariato? Solo attraverso l'educazione ideologica e la propaganda
politica. La presenza del più forte partito revisionista dell'Europa
occidentale ci impone una grande opera di educazione socialista per contrastare
e sconfiggere a livello di massa sul piano ideologico e politico l'influenza
revisionista. Infatti quanto più lunga e massiccia è la presenza
e l'opera del revisionismo nella classe operaia, tanto più grandi devono
essere gli sforzi per affermare nelle masse il marxismo-leninismo-pensiero di
Mao Tsetung. Nonostante il partito revisionista sia forte quantitativamente
in realtà è una tigre di carta. Noi, educati dal pensiero di Mao
Tsetung, abbiamo una immensa fiducia nelle masse; alla fine esse rigetteranno
il revisionismo e si impadroniranno del marxismo-leninismo-pensiero di Mao Tsetung
poiché rappresenta i loro interessi fondamentali. Solo facendo affidamento
sugli operai avanzati è possibile educare le masse. L'educazione socialista
della classe operaia consentirà di far comprendere agli operai avanzati
la necessità del partito rivoluzionario. " Il nostro primo obiettivo,
il nostro obiettivo fondamentale è quello - come insegna Lenin - di aiutare
lo svluppo e l'organizzazione politica delle classe operaia ". L'elevamento
della coscienza politica della classe operaia consentirà la conquista
degli operai coscienti attraverso un vasto e multiforme lavoro di propaganda
politica. Di fronte all'impetuoso risveglio delle masse, e principalmente del
proletariato industriale, bisogna moltiplicare gli sforzi per dare alle masse
la coscienza socialista, senza di che non si può passare allo stadio
rivoluzionario. " Quanto più grande è la spinta spontanea
delle masse - insegna Lenin - quanto più il movimento si estende, tanto
più aumenta, - in modo incomparabilmente più rapido, - il bisogno
di coscienza della attività teorica, politica ed organizzativa della
socialdemocrazia (oggi marxista-leninista n.d.r.). Noi dobbiamo occuparci attivamente
della educazione politica della classe operaia, dello sviluppo della sua coscienza
politica. Le denunce politiche contro l'imperialismo, il socialimperialismo,
il capitalismo e il revisionismo moderno devono costituire la base della nostra
propaganda. Ciò risponde ad un insegnamento capitale di Lenin: "
Solamente con queste denunce potrà educarsi la coscienza politica o si
susciterà l'attività rivoluzionaria delle masse ". Gli economicisti
attraverso le denunce puramente economiche non elevano la coscienza politica
delle masse e delegando i revisionisti a fare la politica borghese lasciano
la classe operaia sotto l'influenza dell'ideologia borghese. Vale anche per
gli economicisti di oggi ciò che diceva Lenin per gli economicisti di
ieri: " hanno avuto dei successi perché si piegavano alla mentalità
degli operai arretrati ". Noi dobbiamo rivolgerci direttamente alla classe
operaia e concentrare su di essa, in questa fase, tutto il nostro lavoro di
educazione e di propaganda politica. Dobbiamo combattere la tendenza a disperdere
le forze rivoluzionarie in altri settori sociali tenendo presenti gli insegnamenti
della storia del PCUS. Lenin, riferendosi al periodo della prima fase della
formazione dei partito bolscevico, dice: " Allora non avevamo che poche
forze ed era naturale e legittimo limitarci al lavoro tra gli operai e condannare
severamente ogni allontanamento da essa perché allora l'essenziale era
di affermare nella classe operaia ". Dobbiamo appoggiarci con fiducia sulla
classe operaia, unire a noi le altre masse lavoratrici, conquistare gli intellettuali.
Solo se conquisteremo al socialismo la classe operaia, si uniranno ad essa i
suoi alleati naturali. Il compagno Mao Tsetung ci insegna: " Il proletariato
industriale è la forza dirigente della nostra rivoluzione ". "
Il proletariato è la più grande classe nella storia dell'umanità.
Esso è la più potente classe rivoluzionaria dal punto di vista
ideologico, politico e della forza: può e deve unire intorno a sé
la stragrande maggioranza degli uomini per isolare al massimo e attaccare il
pugno di nemici ".
V
Contando sulle proprie forze, e secondo il grado dell'assimilazione del pensiero
di Mao Tsetung ci siamo sforzati di rendere chiara la natura controrivoluzionaria
del PCd'I e degli altri gruppetti analoghi; abbiamo indicato che la contraddizione
principale all'interno del movimento operaio è tra il marxismo - leninismo
- pensiero di Mao Tsetung e il revisionismo moderno. Dall'orientamento generale
della storia abbiamo tratto alcuni compiti più urgenti che stanno di
fronte ai rivoluzionari del nostro paese. Per assolvere questi compiti impegnamo
tutta la nostra vita, nella consapevolezza della gravità dell'impegno
che ci siamo assunti di fronte alle masse. Affinché la giusta linea trionfi
dovremo fare sforzi continui e perseveranti e dobbiamo compierli con una volontà
inflessibile e un coraggio sovrumano, con una pazienza che sfida tutte le difficoltà
e tutti gli ostacoli. Senza questi sforzi non arriveremo a nulla. Abbiamo imparato
dal compagno Mao Tse Tung: " Siamo al servizio del popolo, perciò
non temiamo, se abbiamo dei difetti, che vengano messi in evidenza e criticati.
Chiunque può mettere in evidenza i nostri difetti. Se ha ragione, li
correggeremo. Se ciò che propone giova al popolo, agiremo di conseguenza
". Gli attacchi che sicuramente riceveremo dai nemici di classe raddoppieranno
la nostra volontà e i nostri sforzi per portare fino in fondo il nostro
impegno rivoluzionario. Tanto più duri essi saranno, tanto più
forte diventerà la nostra tempra rivoluzionaria. Noi siamo certi che
altri rivoluzionari si affiancheranno alla nostra opera e gli operai coscienti,
i figli migliori della classe operaia sapranno comprendere chi sono i loro veri
amici. A noi si può adattare benissimo questa magnifica immagine di Lenin:
" Piccolo gruppo compatto, noi camminiamo per una strada ripida e difficile
tenendoci fortemente per mano. Siamo da ogni parte circondati da nemici e dobbiamo
quasi sempre marciare sotto il loro fuoco. Ci siamo uniti in virtù di
una decisione liberamente consentita, allo scopo di combattere i nostri nemici
e di non sdrucciolare nel vicino pantano, i cui abitanti fin dal primo momento,
ci hanno biasimato per aver costituito un gruppo speciale e preferito la via
della lotta alla via della conciliazione. Ed ecco che taluni dei nostri si mettono
a gridare: " Andiamo nel pantano " e se si comincia a confonderli
ribattono: " Che gente arretrata siete! Non vi vergognate di negarci la
libertà di invitarvi a seguir una via migliore? " Oh! si, signori,
voi siete liberi non soltanto di invitarci, ma di andare voi stessi dove volete,
anche nel pantano; del resto noi pensiamo che il vostro posto è proprio
nel pantano, e siamo pronti a darvi il nostro aiuto per trasportarvi i vostri
penati. Ma lasciate la nostra mano, non aggrappatevi a noi e non insozzate la
grande parola di libertà, perché anche noi siamo liberi di andare
dove vogliamo, liberi di combattere non solo contro il pantano, ma anche contro
coloro che si incamminano verso di esso ".
Abbasso il PCd'I (m.l.)!
Abbasso tutte le organizzazioni revisioniste, con alla testa il PCI!
Abbasso l'imperialismo, il socialimperialismo, il revisionismo moderno, la reazione
mondiale!
Viva la costruzione del partito rivoluzionario in Italia!
Viva l'Organizzazione Comunista Bolscevica Italiana marxista-leninista!
Viva la rivoluzione socialista e la dittatura del proleteriato!
Viva l'invincibile marxismo - leninismo - pensiero di Mao Tsetung!
Il Comitato provinciale di Firenze del PCd'I, appoggiato dall'Unione della gioventù
comunista marxista-leninista di Firenze e dai gruppi di studio e di propaganda
del pensiero di Mao Tsetung di Firenze.
Firenze, 11-12-1969.