Biblioteca Multimediale Marxista
Approvato dal Congresso di Fondazione del Partito l'11 aprile
1977
Modificato con la Mozione approvata dal 2° Congresso Nazionale del PMLI
in data 8 novembre 1982 e al Documento dell'Ufficio Politico del Partito del
26 dicembre 1990
I
Il programma fondamentale del Partito marxista-leninista italiano è di
guidare il proletariato alla conquista del potere politico, abbattere la dittatura
borghese, instaurare la dittatura del proletariato ed assicurare il completo
trionfo del socialismo sul capitalismo.
Perseguendo tenacemente questi obiettivi, il Partito lega dialetticamente il
particolare al generale, aggiorna la tattica secondo gli sviluppi della situazione
nazionale e internazionale, lotta risolutamente per migliorare le condizioni
di vita e di lavoro delle masse lavoratrici, popolari e giovanili, combatte
la fascistizzazione, l'economia di guerra e il revisionismo moderno, e prepara
la classe operaia e i suoi alleati a prevenire o a stroncare con l'insurrezione
armata per il socialismo il golpe fascista, difende l'indipendenza e la sovranità
nazionali contro la presenza militare, finanziaria ed economica e l'ingerenza
politica degli Usa e della Nato, contro la partecipazione dell'Italia alle alleanze
della Cee e del Mec, contro la presenza nel Mediterraneo delle flotte delle
due superpotenze e opera attivamente perché il popolo sia pronto a scatenare
la guerra civile rivoluzionaria in caso di partecipazione dell'Italia alla guerra
imperialista per una nuova spartizione del mondo.
Lo scopo finale del Partito è la realizzazione del comunismo, la società
più completa, progredita, giusta ed avanzata di tutta la storia dell'umanità,
la società in cui non ci saranno più le classi e la lotta di classe,
anche se perdureranno le contraddizioni fra la sovrastruttura e la base economica
e quella tra i rapporti di produzione e le forze produttive e come riflesso
di questo esisterà ancora la lotta fra le due linee, cioè la lotta
tra ciò che è avanzato e ciò che è arretrato, tra
ciò che è nuovo e ciò che è vecchio; la società
in cui ciascuno darà secondo le proprie possibilità e riceverà
secondo i propri bisogni e ognuno potrà realizzare se stesso in tutta
la sua pienezza.
II
La guida teorica che consente al Partito di realizzare il suo programma è
il marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong, la potente bussola che ha guidato
e guida alla vittoria milioni e milioni di persone nei cinque continenti. Il
proletariato internazionale ha ricevuto da Marx ed Engels i primi fondamentali
strumenti scientifici sul piano filosofico, ideologico, economico, politico
e organizzativo che lo hanno messo in grado di conoscere e combattere con successo
il capitalismo; da Lenin e Stalin la teoria, la tattica, la strategia e l'esperienza
concreta concernenti la rivoluzione proletaria nell'epoca dell'imperialismo;
da Mao la teoria e la linea politica e pratica della continuazione della rivoluzione
nelle condizioni della dittatura del proletariato. Il pensiero di questi grandi
maestri rivoluzionari del proletariato, ciascuno dei quali riflette l'esperienza
accumulata dal proletariato internazionale in un determinato periodo storico,
forma un corpo unico di teoria, strategia e tattica rivoluzionarie che è
di capitale importanza conoscere e applicare nella pratica concreta della rivoluzione
socialista italiana; soprattutto è importante conoscere e attenersi agli
insegnamenti del presidente Mao Zedong, il più grande marxista-leninista
dei nostri tempi, poiché il suo pensiero, che costituisce lo sviluppo
del marxismo-leninismo in ogni campo, da quello teorico, ideologico e filosofico
a quello politico, diplomatico e militare, a quello culturale, scientifico e
morale, a quello economico e sociale, fornisce al Partito le armi necessarie
per individuare, smascherare e sbaragliare il revisionismo moderno e affrontare
con successo i nuovi problemi e le nuove lotte dell'epoca contemporanea.
III
Il socialismo è la prossima mèta che deve raggiungere il proletariato
italiano, non esiste una tappa intermedia a questa mèta; quella escogitata
dai revisionisti attraverso la strategia del ``compromesso storico'' - che è
lo sbocco logico delle teorizzazioni controrivoluzionarie di Gramsci e Togliatti
- con la DC, il principale partito del grande capitale, degli Usa, del Vaticano,
ha lo scopo di impedire ai lavoratori la conquista di questa storica mèta
e di tenerli per sempre schiavi sotto il capitalismo. Con la conclusione vittoriosa
della guerra di Liberazione nazionale, con l'abbattimento del fascismo e della
monarchia, con la sostanziale eliminazione dei residui feudali nell'economia
e nello Stato, con l'avvento della Repubblica e la proclamazione della relativa
Costituzione, con il pieno sviluppo del capitalismo monopolistico di Stato e
la maturazione di tutte le condizioni oggettive economiche e sociali, l'Italia
è entrata in pieno nella fase della lotta per il socialismo che è
divenuta più attuale che mai dal momento che la classe dominante borghese
sviluppa al massimo la fascistizzazione dello Stato.
Cosicché dal momento che il proletariato è schiacciato, sfruttato,
oppresso e impoverito dalla classe dominante borghese - che costituisce il suo
nemico principale e diretto antagonista -, non può che sollevarsi contro
questa classe e rovesciarla poiché solo così potrà soddisfare
le proprie esigenze materiali e spirituali e costruire una nuova società
secondo la propria concezione della vita e del mondo. Come dimostra la pratica,
nonostante le ciance dei revisionisti, il capitalismo non si può adattare
in alcun modo al socialismo, non si può introdurre in esso degli ``elementi
di socialismo'', non si può creare dal suo interno i presupposti economici,
politici e sociali della società socialista e soprattutto non si può
sperare che regali il potere alla classe operaia. Solo nel socialismo la classe
operaia avrà in mano tutto il potere politico e con esso i mezzi di produzione
e di scambio, le fabbriche, le macchine, le miniere, le banche, la terra e tutte
le risorse del Paese e con ciò assicurare che quanto viene prodotto e
i progressi della scienza e della tecnologia vadano a vantaggio di tutti i lavoratori
e le masse popolari.
IV
Il sistema capitalistico italiano, che costituisce l'anello più debole
della catena dell'imperialismo europeo, per una serie di fattori interni e internazionali,
ha perduto la stabilità politica ed economica e né un ``aiuto''
estero, né una politica di ``austerità'' e di sacrifici e né
una formula governativa, nemmeno il ``compromesso storico'' o il ``governo delle
sinistre'', potranno ristabilire i vecchi equilibri. La classe dominante borghese
vedendosi persa e mancandole altre risorse sul piano parlamentare, riformista
e pacifista potrebbe in qualsiasi momento tentare di risollevare le sue sorti
tramite un colpo di Stato fascista con l'aiuto degli Usa per prevenire la rivoluzione
e soffocare nel sangue ogni ribellione al suo sistema.
Il golpe, poiché verrebbe a cadere nella fase della lotta per il socialismo
e si scontrerebbe con il proletariato, non dilaziona nel tempo l'obiettivo storico
della classe operaia, la resa dei conti finali con la borghesia e la conquista
del socialismo, ma anzi pone in maniera pressante e irrimandabile la questione
della presa del potere politico. Il golpe è un'occasione non ricercata
dal proletariato, ma che gli offre la borghesia per passare al contrattacco,
per realizzare l'abbattimento del capitalismo e instaurare la dittatura del
proletariato; l'insurrezione perciò si deve trasformare nel corso stesso
del suo sviluppo da risposta di difesa al golpe in rivoluzione socialista per
la presa del potere da parte del proletariato. Di fronte all'insurrezione di
massa contro il colpo di Stato non si pone altra alternativa che o il trionfo
della rivoluzione e la realizzazione del socialismo, o il trionfo della reazione
e l'instaurazione del fascismo aperto. Altra via non esiste, non è possibile
che si affermi tra la fase della vittoria dell'insurrezione e quella dell'instaurazione
del socialismo una società intermedia di transizione, che veda una distribuzione
del potere fra forze borghesi e proletarie, poiché tale potere non avrebbe
nessuna base economica a sostenerlo e ripristinerebbe il vecchio ordine dello
sfruttamento.
V
La violenza rivoluzionaria è inevitabile per prevenire o stroncare il
golpe fascista, comunque è indispensabile per la presa del potere politico
da parte della classe operaia. Il grande passaggio storico dal capitalismo al
socialismo può avvenire solo attraverso la rivoluzione violenta; solo
con la forza del fucile la classe operaia e le masse lavoratrici possono sconfiggere
l'esercito armato della borghesia, trasformare la vecchia società, abolire
la proprietà privata capitalistica, distruggere lo Stato borghese e imporre
il proprio potere. Nella sua lotta per la conquista del potere politico, il
proletariato italiano non può non seguire, nei principi e nei suoi tratti
fondamentali e tattici, che la via universale della Rivoluzione d'Ottobre.
Le caratteristiche economiche, statali, storiche e geografiche dell'Italia -
cioè l'esistenza di grandi centri industriali dov'è concentrata
e vive la maggioranza del proletariato, il dominio del capitale monopolistico
esteso in tutto il Paese, la presenza e il controllo diretto dello Stato in
tutto il territorio nazionale fino alle più lontane e interne contrade
attraverso l'esercito, la polizia, i carabinieri e la burocrazia, la lunga influenza
storica della democrazia borghese, la grande tradizione di lotta proletaria,
antifascista e popolare, l'esistenza di un tessuto sociale ben definito, in
cui le classi e i vari strati delle classi hanno un posto e un rapporto ben
determinati, un territorio relativamente esteso, coperto da una fitta rete di
comunicazioni - impongono che la lotta armata abbia la forma di insurrezione,
di guerra civile che partendo dalle città si estenda nelle campagne.
Queste caratteristiche peculiari del nostro Paese fanno sì che la nostra
rivoluzione non sia una guerra di movimento in cui le forze armate rivoluzionarie
possono manovrare liberamente su un largo territorio, attaccando e ritirandosi
secondo le necessità strategiche e tattiche, e conquistare e mantenere
a lungo delle zone di potere proletario, ma una guerra civile di breve durata
che, minuziosamente preparata sul piano politico, strategico, tattico e militare
dal Partito, inizierà nel momento in cui le contraddizioni e i conflitti
di classe avranno raggiunto il massimo dell'acutezza e della violenza, il proletariato
sarà disposto a battersi fino all'ultimo, i suoi alleati saranno pronti
ad appoggiarlo e la borghesia, in piena disgregazione, sarà incapace
di continuare a governare e di tenere in pugno la situazione.
La preparazione insurrezionale, che si articola in due piani distinti, quantunque
abbiano in comune la stessa linea di fondo, a seconda se deve prevenire o stroncare
il golpe fascista e la guerra imperialista, costituisce l'attività principale
del Partito e ad essa devono essere finalizzate tutte le altre attività
di ordine politico, sindacale, culturale e sociale.
Prima dell'insurrezione il Partito deve saggiare la forza, la preparazione,
la compattezza, la disciplina, il coraggio e la determinazione delle masse rivoluzionarie
mediante manifestazioni e scioperi politici e il largo uso dei vari metodi di
lotta fra cui la lotta di strada, i blocchi stradali, delle ferrovie, dei porti
e degli aeroporti, l'occupazione di edifici pubblici e l'erezione di barricate.
Una volta che il Partito avrà lanciato la parola d'ordine dell'insurrezione
non si possono avere esitazioni ed incertezze, ma bisogna passare decisamente
all'attacco, annientare le forze nemiche e distruggere radicalmente la macchina
statale borghese. L'offensiva strategica significa mantenere sempre alto il
morale e lo spirito combattivo delle masse, avanzare ondata dopo ondata, non
dare tregua al nemico, non permettergli di riorganizzarsi, di superare le difficoltà
e di riprendere il predominio, anche solo parzialmente. Ma se le condizioni
e i rapporti di forza cambiano e diventano sfavorevoli è necessario ritirarsi
rapidamente per non subire perdite irreparabili e per riorganizzarsi e rilanciare
l'offensiva al momento più opportuno e propizio.
La rivoluzione socialista è opera delle masse. Finché le forze
rivoluzionarie sono deboli, finché non hanno stabilito uno stretto legame
con le masse non possono e non devono andare allo sbaraglio, bruciando i tempi
e facendo fallire l'insurrezione. Il Partito non può affrontare il nemico
da solo; quando scatena l'insurrezione deve avere conquistato la maggioranza
del proletariato. L'insurrezione promossa dal Partito non è un atto improvviso
e uno scoppio spontaneo, non è l'azione di una pattuglia di ardimentosi,
ma è lo sbocco di un lungo processo minuziosamente preparato e diretto
dal Partito, è un'azione cosciente e responsabile che presuppone l'esistenza
del Fronte unito rivoluzionario e dell'Esercito rosso, l'esistenza di una massa
di milioni e milioni di persone disposti a battersi con le armi in pugno sotto
la direzione della classe operaia e del suo Partito.
VI
La costruzione del Fronte unito rivoluzionario è un importante compito
strategico del Partito poiché il proletariato da solo non può
abbattere il capitalismo ed ha quindi bisogno di unire intorno a sé tutte
le forze che possono essere unite, di neutralizzare le forze che possono essere
neutralizzate ed isolare ed annientare il nemico principale, la borghesia monopolistica
e la media borghesia. Gli alleati del proletariato sono i contadini, il semiproletariato,
lo strato inferiore della piccola borghesia e larghi strati delle masse giovanili
e del sottoproletariato, che devono tutti quanti trovare posto ed espressione
nel Fronte unito rivoluzionario il cui asse fondamentale è costituito
dalla stretta alleanza tra il proletariato e i contadini. La regola d'oro del
Partito per la costruzione del Fronte unito rivoluzionario è questa:
nel Fronte unito non contano le distinzioni religiose, filosofiche e ideologiche,
ma solo quelle politiche, perciò chiunque sia disposto ad impugnare il
fucile contro la borghesia può trovare posto al suo interno. Un posto
di rilievo deve essere dato ai giovani e alle donne che hanno sempre dato prove
storiche immortali di eroismo e di dedizione alla causa del proletariato. Inevitabilmente
nel corso della lotta di classe e anche dell'insurrezione si verificheranno
delle contraddizioni nel Fronte unito che dovranno tuttavia essere risolte finché
è possibile come contraddizioni in seno al popolo ed è nella giusta
soluzione di tali contraddizioni che il proletariato manifesterà la forza
della sua egemonia.
Il problema centrale del Partito in riferimento alle alleanze del proletariato
e alla costruzione del Fronte unito rivoluzionario è costituito dalla
conquista delle larghe masse operaie, contadine, giovanili e popolari che sono
ancora oggi influenzate e dirette dai revisionisti e dai socialdemocratici.
Per risolvere questo problema da parte del Partito non c'è che un modo,
quello di lavorare in maniera organizzata mediante le Correnti negli organismi
di massa, soprattutto nel sindacato, dove si trovano queste masse e di difendere
strenuamente i loro interessi parziali e immediati legandoli però sempre
agli interessi generali e a lungo termine, in modo che ogni lotta delle masse
diventi parte integrante della lotta per la conquista del potere politico. Il
Partito deve coordinare e unificare tutte le lotte del proletariato e dei suoi
alleati che, quantunque scaturiscano da varie situazioni e dalle molteplici
esigenze dei gruppi sociali anticapitalistici e si muovano su piani diversi
e su obiettivi particolari, è necessario siano convogliate nel torrente
travolgente della rivoluzione socialista. Il Partito facendo propri gli interessi
e le esigenze di tutte le classi amiche del proletariato che costituiscono il
popolo rivoluzionario, e non solo del proletariato, stabilisce un legame stretto,
inscindibile e vitale con le masse popolari che lo riconoscono nella pratica
come il loro strenuo, leale e conseguente difensore e condottiero.
Il Partito per raggiungere questo scopo lancia specifiche rivendicazioni immediate
che corrispondono ad effettive, reali ed urgenti necessità delle masse
senza preoccuparsi di sapere se sono o meno realizzabili nell'ambito del capitalismo;
questo sistema di rivendicazioni concrete si rivolge specificatamente alle singole
componenti del Fronte unito rivoluzionario e tende, oltre che a soddisfare i
loro interessi immediati, ad acutizzare le contraddizioni di classe, a non dar
tregua alla borghesia, ad organizzare il proletariato e i suoi alleati, accumulare
le forze rivoluzionarie e far avanzare passo dopo passo la lotta per il socialismo.
Il Partito, mentre guida la lotta delle masse per migliorare le loro condizioni
di vita e di lavoro, deve far loro comprendere che non si può strappare
niente di fondamentale al capitalismo e al suo governo, se non con la forza,
con la violenza e con l'azione rivoluzionarie contando sulle proprie forze e
sul proprio ardimento, e che oggi partecipare alle istituzioni rappresentative
borghesi significa frenare la loro totale disgregazione e soffocare lo slancio
rivoluzionario del movimento operaio, contadino, popolare e giovanile. Il Partito
considera decisiva la lotta contro le illusioni elettorali, parlamentari, costituzionali,
riformiste e pacifiste agli effetti dello sviluppo della lotta rivoluzionaria
di classe, della decomposizione e liquidazione dello Stato borghese, della completa
separazione delle masse da questo Stato e della costruzione del Fronte unito
rivoluzionario; pertanto il Partito conduce un'opera instancabile e puntuale
di denuncia e di smascheramento delle istituzioni rappresentative borghesi e
delle loro azioni in modo da mostrarne la vera natura e funzione, metterle alla
berlina e discreditarle totalmente agli occhi del popolo.
VII
Il proletariato da solo non può vincere la rivoluzione socialista, ma
non ci riuscirebbe nemmeno col solo Fronte unito rivoluzionario, gli occorre
anche un potente Esercito rosso che sia capace di tenere testa e travolgere
le forze armate borghesi. E' compito del Partito costituire, educare politicamente,
addestrare militarmente, mobilitare e dirigere l'Esercito rosso. Questo esercito
rivoluzionario, che sarà composto essenzialmente da operai, braccianti
e contadini poveri e da elementi del popolo rivoluzionario, si formerà
gradualmente secondo i tempi e un piano stabiliti dal Partito integrando anche
le milizie operaie e contadine, le formazioni militari popolari e i gruppi di
autodifesa che saranno nati spontaneamente sotto la spinta degli avvenimenti.
Solo disponendo di un forte Esercito rosso, saldamente diretto dal Partito,
che faccia affidamento più che sulle armi sul coraggio, l'audacia, l'eroismo
e la creatività dei suoi soldati e delle masse che con essi si battono
nelle piazze o che collaborano nelle retrovie, il proletariato e i suoi alleati
possono affrontare qualsiasi battaglia, per quanto difficile e complessa essa
sia, sicuri della vittoria finale.
VIII
Il Fronte unito rivoluzionario e l'Esercito rosso sono due strumenti assolutamente
essenziali per radunare attorno alla bandiera del proletariato e della rivoluzione
tutte le forze disposte a battersi contro il capitalismo, ma il fattore determinante
per il successo della rivoluzione socialista è il Partito poiché
solo il Partito assicura l'egemonia del proletariato nel Fronte e nell'Esercito
rosso e la sua direzione unica in tutto il movimento rivoluzionario in ogni
momento del suo sviluppo e della sua azione, salvaguardandolo dalle deviazioni
di destra e di ``sinistra'' che lo condurrebbero al di fuori dell'obiettivo
del socialismo.
Il quartier generale politico, strategico, tattico e militare della rivoluzione
socialista italiana è il Partito e in esso è necessario che si
raccolgano tutti i combattenti d'avanguardia, tutti i nemici giurati del capitalismo
e del revisionismo, tutti i capi naturali delle masse, affinché ogni
organismo di massa, ogni fronte di lotta abbia una guida proletaria rivoluzionaria,
un giusto orientamento politico e militare e tutte le attività e le azioni
del popolo rivoluzionario siano coordinate e dirette verso l'obiettivo dell'abbattimento
del capitalismo e dell'instaurazione della dittatura del proletariato.
E' di estremo interesse per il proletariato costruire un Partito fondato sulla
roccia del marxismo-leninismo- pensiero di Mao Zedong che abbia alla sua testa
una provata e salda direzione marxista-leninista capace di mantenerlo fedele
alla causa del presidente Mao e della rivoluzione socialista e di salvaguardarlo,
attraverso l'educazione dei suoi militanti con la teoria della lotta fra le
due linee, dagli attacchi che la borghesia e il revisionismo scateneranno al
suo interno nel tentativo di corromperlo e di fargli cambiare colore, che sia
attrezzato e organizzato in modo da essere in grado di operare in qualsiasi
situazione, nella legalità come nell'illegalità, che sia presente
e attivo in tutto il territorio nazionale e soprattutto nei centri politici
ed economici nevralgici del Paese dove avverranno le battaglie rivoluzionarie
decisive e che sia capace di organizzare, educare, mobilitare e condurre alla
vittoria il proletariato e le larghe masse popolari.
IX
Lo scoppio della guerra mondiale imperialista, specialmente se vedrà
impegnata nel conflitto anche l'Italia, fungerà da detonatore della guerra
civile e sarà utilizzato dal Partito per lanciare la parola d'ordine
dell'insurrezione che tirerà fuori il Paese dalla guerra, porrà
fine al sistema di sfruttamento dell'uomo sull'uomo e porterà al potere
la classe operaia.
La politica estera del Partito ha il suo cardine nella lotta contro l'imperialismo
e nella difesa intransigente dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità
territoriale dell'Italia, che consiste nell'uscire da tutte le alleanze militari,
politiche ed economiche, in primo luogo dalla Nato, dalla Cee e dal Mec, che
svendono gli interessi nazionali agli Usa e agli imperialismi europei più
forti.
Il Partito appoggia la lotta dei paesi non-allineati e del Terzo mondo.
Il Partito mira a fare dell'Italia un Paese socialista libero, indipendente,
sovrano, pacifico, che svolga un ruolo attivo nell'ambito del fronte unito antimperialista
mondiale.
X
Le contraddizioni fra marxisti-leninisti e revisionisti sono antagonistiche
e inconciliabili; non si tratta solo di divergenze tattiche e particolari ma
di contraddizioni fondamentali e strategiche fra chi vuole abbattere il capitalismo
e chi vuole perpetuarlo, fra chi vuole il socialismo e chi vi si oppone. Non
c'è nulla che possa unire i marxisti-leninisti ai revisionisti moderni,
ma tutto li divide e con essi non ci può essere unità nello stesso
partito. Il Partito e il proletariato devono tracciare una netta linea di demarcazione
fra sé e i revisionisti che vanno smascherati, isolati e sbaragliati
senza pietà, senza compromessi, cedimenti e indecisioni fino al loro
totale annientamento teorico, politico ed organizzativo al fine di accumulare
le forze rivoluzionarie necessarie per abbattere il capitalismo e realizzare
il socialismo.
XI
Il capitalismo nella pratica si è dimostrato incapace di risolvere le
contraddizioni storiche fra Nord e Sud, fra industria e agricoltura, fra città
e campagna, fra lavoro intellettuale e lavoro manuale e in nessun momento della
sua esistenza ha mai dato a tutto il popolo lavoro, benessere, sicurezza sociale,
democrazia, libertà e pace: nel '15 ha gettato l'Italia nella prima guerra
imperialista mondiale soggiogandola all'imperialismo francese e inglese; nel
'22 l'ha sottomessa a Mussolini e nel '40 l'ha di nuovo gettata nella guerra
imperialista asservendola questa volta all'imperialismo tedesco; nel '47 ne
ha affidato il governo alle guardie bianche democristiane e l'ha svenduta all'imperialismo
americano, ed è pronto a ricorrere ancora una volta alla guerra imperialista
pur di continuare ad esercitare il suo sanguinoso potere.
Solo il socialismo può salvare l'Italia dallo sfacelo, dalla miseria,
dal fascismo e dalla guerra. Solo il socialismo può fare dell'Italia
un paese prospero, avanzato, libero, indipendente e pacifico.
Il socialismo è la svolta più radicale che abbia mai conosciuto
la storia del nostro Paese, è il passaggio violento del potere dalla
minoranza degli sfruttatori alla maggioranza degli sfruttati, il passaggio dalla
barbarie alla civiltà, dalla vecchia società basata sulla proprietà
privata e sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo ad una società basata
sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione e senza più
sfruttamento. Il socialismo è il proletariato organizzato in classe dominante;
è il regno della democrazia, della libertà e del benessere per
i lavoratori, la preparazione materiale e politica al comunismo. Il socialismo,
sovvertendo tutti i vecchi valori e le vecchie concezioni del mondo, facendo
tabula rasa delle vecchie istituzioni, dei partiti borghesi, revisionisti e
pseudo-operai, e instaurando una nuova organizzazione economica, sociale e politica,
rappresenta la società più progredita, più giusta e più
umana che la storia abbia mai conosciuto.
Nel socialismo non ci può essere nessun tipo di ``pluralismo'', né
sul piano filosofico, ideologico, culturale e morale, né sul piano politico,
economico e partitico; nel socialismo non può essere concessa alcuna
libertà alla borghesia e al revisionismo, tutto lo spazio, tutto il potere
deve essere utilizzato ed esercitato solo dalla classe operaia e dai suoi alleati
attraverso la dittatura del proletariato, sotto la direzione del Partito, che
è l'unica forza dirigente dello Stato e della società socialista.
Il socialismo non è lo Stato di tutto il popolo, ma la dittatura del
proletariato, della classe direttamente interessata alla soppressione di ogni
forma di proprietà privata, conseguentemente rivoluzionaria, che ha la
coscienza dei propri compiti e la capacità di attuarli, che esprime gli
interessi effettivi dei lavoratori.
La dittatura del proletariato è il potere assoluto della classe operaia,
non vincolato e limitato da alcuna legge e che poggia sulla violenza con la
quale gli ex sfruttati reprimono, schiacciano e annientano ogni resistenza degli
sfruttatori abbattuti e trasformano la società secondo la propria concezione
del mondo. La dittatura del proletariato è la più alta forma di
democrazia e si contrappone nel carattere e nella sostanza alla democrazia borghese,
che costituisce la forma mascherata della dittatura del capitale. Mentre la
democrazia borghese, che si presenta con la maschera dell'eguaglianza formale,
è fondata sull'ineguaglianza economica e sociale e rappresenta il dominio
di una minoranza di sfruttatori sulla maggioranza degli sfruttati, la democrazia
proletaria è effettiva poiché è basata sulla libertà
dallo sfruttamento materiale e rappresenta il dominio della maggioranza di lavoratori
sulla minoranza di sfruttatori.
La dittatura del proletariato ha di fronte a sé cinque compiti da assolvere.
Il primo compito consiste nel rovesciare completamente gli sfruttatori borghesi,
nel distruggere di sana pianta la loro macchina statale, nello strappare dalle
loro mani gli strumenti del potere economico, politico e culturale, nello schiacciare
la loro resistenza e ogni loro tentativo di restaurare il capitalismo, e nell'instaurare
uno Stato e un'economia socialisti. Il secondo compito consiste nel conquistare
interamente e stabilmente al socialismo tutte le masse lavoratrici non proletarie
e renderle parte attiva dell'edificazione della nuova società attraverso
l'educazione, l'organizzazione, la liberarazione dal loro stato di bisogno,
di schiavitù, di miseria e di ignoranza e la loro esperienza pratica.
Il terzo compito consiste nel neutralizzare e nel rendere inoffensivi i piccoli
imprenditori, i commercianti, i piccoli proprietari rurali, gli strati superiori
degli intellettuali e degli impiegati, ecc., che inevitabilmente oscillano tra
il proletariato e la borghesia, tra la democrazia borghese e la dittatura del
proletariato, e che potranno essere conquistati al socialismo solo dopo un lungo,
abile e duttile lavoro politico. Il quarto compito consiste nell'eliminare completamente
tutti i residui del capitalismo e consolidare e sviluppare a livelli sempre
più alti e completi le forme economiche e politiche socialiste, portando
la rivoluzione fino in fondo su tutti i campi della struttura e della sovrastruttura
attraverso la rivoluzione culturale proletaria. Il quinto compito consiste nel
difendere e salvaguardare i successi e la continuità del socialismo dai
pericoli di una restaurazione del capitalismo e dalla minaccia di sovversione
e di aggressione dell'imperialismo, poiché durante il lungo periodo storico
del socialismo esistono ancora le classi, le contraddizioni di classe e la lotta
di classe, e la lotta tra la via socialista e la via capitalista. Questo compito
può essere assolto dal Partito solo facendo assegnamento sulla teoria
della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato e
sulla pratica guidata da questa teoria.
La dittatura del proletariato è l'unico mezzo per poter passare dal capitalismo
al comunismo.
XII
Il Partito marxista-leninista italiano è un reparto del fronte cui appartengono
i Partiti e le Organizzazioni autenticamente marxisti-leninisti dei vari Paesi
e la rivoluzione socialista italiana non è una cosa a sé e separata
dalle altre rivoluzioni socialiste già avvenute, ma è parte della
rivoluzione mondiale.
La rivoluzione socialista italiana avrà un ruolo molto importante nella
storia poiché sarà la prima che scoppierà nell'Occidente
capitalistico, causando un terremoto rivoluzionario in tutta quest'area geografica.
Essa si avvale dell'esperienza della Rivoluzione d'Ottobre, della Rivoluzione
cinese, albanese e degli altri paesi socialisti, e gode dell'appoggio di tutti
i popoli amanti della libertà, del progresso e della pace, ai quali fornisce
a sua volta un grosso aiuto dal momento che li libera dall'oppressione dell'imperialismo
italiano.
Il Partito, mentre si unisce a tutti i Partiti e Organizzazioni autenticamente
marxisti-leninisti della Terra, mentre appoggia risolutamente la lotta rivoluzionaria
di tutti i popoli del mondo contro l'imperialismo, il colonialismo, il razzismo
e tutta la reazione, nello spirito del comunismo e dell'internazionalismo proletario
considera l'abbattimento dell'imperialismo italiano come un preciso dovere del
proletariato, come il contributo più alto che esso può dare allo
sviluppo della rivoluzione mondiale.
La vittoria della rivoluzione socialista italiana sarà una vittoria non
solo del proletariato italiano ma anche di tutti i popoli del mondo, così
come le loro vittorie sono anche le nostre vittorie.
Il Partito è nato per dare la libertà al nostro popolo, ma esso
mai la potrà avere in forma definitiva e consolidata se l'intera umanità
non sarà emancipata dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.