Biblioteca Multimediale Marxista
Indice
I. SCOPI DEL NUOVO PROGRAMMA D'AZIONE DEL PMLI
II. IL SINDACATO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI
III. I COMITATI POPOLARI
IV. I METODI DI LOTTA
V. IL FRONTE UNITO
VI. IL LAVORO DI MASSA
VII. PIATTAFORMA RIVENDICATIVA
A - POLITICA ESTERA
B - POLITICA INTERNA
Le discriminanti antifascista e antimonarchica
Politica istituzionale
Politica militare
Politica giudiziaria
Diritti politici
Diritti sociali
Immigrati e nomadi
C - POLITICA ECONOMICA, FINANZIARIA E SOCIALE
Rivendicazioni generali
Mezzogiorno
Agricoltura
Occupazione e lavoro
Pensioni
Casa
Fisco
Servizi sanitari e socio-sanitari
Servizi sociali pubblici
Scuola
Università
Droga e tossicodipendenza
Prostituzione
Terzo settore ("non profit")
Sport
D - POLITICA SINDACALE
Diritti sindacali, democrazia sindacale, contrattazione
Salario
Orario di lavoro
Sicurezza sul lavoro
Organizzazione del lavoro, inquadramento professionale e ferie
E - POLITICA ENERGETICA, ECOLOGICA, DIFESA DEL TERRITORIO, TRASPORTI
Fonti energetiche
Inquinamento
Risorse idriche
Ambiente e prevenzione
Rifiuti
Trasporti
F - POLITICA DELL'INFORMAZIONE E DELLE TELECOMUNICAZIONI
G - RIVENDICAZIONI SPECIFICHE
Braccianti e operai agricoli
Contadini poveri e medi e piccole cooperative
Piccoli artigiani e piccoli commercianti
Donne
Giovani
Infanzia e adolescenza
Anziani, disabili e portatori di
I CARATTERISTICHE, FUNZIONI E SCOPI DEL NUOVO PROGRAMMA D'AZIONE
DEL PMLI
L'importante e impegnativo obiettivo politico di redigere, a distanza di 22
anni dal primo testo, una nuova edizione del Programma d'azione del Partito
marxista-leninista italiano è stato posto con forza e chiarezza dal Segretario
generale del Partito, compagno Giovanni Scuderi, nel suo Rapporto (nel capitolo
dedicato a "La costruzione del PMLI") tenuto al 4° Congresso nazionale
il 26 dicembre '98. A questo proposito ha detto: "Il Programma d'azione
non risponde più alla nuova situazione ed è già stato superato,
in gran parte, dalla successiva elaborazione rivendicativa, politica, sindacale
e sociale del Partito... Il nostro Programma d'azione - che per sua stessa natura
e funzione ha un carattere politico, tattico, rivendicativo immediato e rispondente
alla situazione politica, sociale e sindacale di un determinato momento - ha
bisogno di essere rifatto giacché la situazione di oggi non è
più quella della sua prima stesura. Occorre quindi farne una nuova edizione
appena possibile".
Dopo un lungo e meticoloso lavoro di studio, ricerca ed elaborazione, cui hanno
partecipato tutte le istanze del Partito, i simpatizzanti del Partito e i lettori
de "Il Bolscevico" e finanche le masse che sono state coinvolte attraverso
un'inchiesta, siamo finalmente in grado di presentare la nuova edizione del
Programma d'azione del PMLI, che espone in maniera organica la piattaforma rivendicativa
del PMLI nel campo politico, economico, sociale e sindacale a favore delle masse
operaie, lavoratrici, dei pensionati, popolari e giovanili di ambo i sessi.
La piattaforma rivendicativa supera, aggiorna e sviluppa quella del precedente
Programma d'azione e sistematizza le conoscenze e le esperienze accumulate dal
Partito fino ad oggi. La sua sperimentazione, le maggiori conoscenze ed esperienze
del Partito, il contributo diretto delle masse che via via si legheranno al
Partito, potranno rendere necessaria nel futuro un'ulteriore edizione del Programma
d'azione più completa ed esauriente rispetto a quella attuale, specialmente
in quei campi in cui l'elaborazione del Partito è ancora indietro o manca
del tutto.
Il Programma d'azione ha una natura e una funzione specifici ma non va visto
a sé stante, essendo parte integrante della linea e della strategia generali
del PMLI. Esso si ispira direttamente al Programma generale del Partito e si
lega strettamente alla linea politica e ai compiti stabiliti dal 4° Congresso
nazionale per costruire un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista
per combattere la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista
e federalista e realizzare l'Italia unita, rossa e socialista. Ha il compito
di applicare e trasformare le direttive teoriche, politiche e programmatiche
in indicazioni di lotta, di sostanziare e dare le gambe alla linea politica
del Congresso con rivendicazioni immediate e di breve-medio periodo, di legare
il particolare al generale della lotta di classe e coniugare gli interessi particolari
e immediati della classe operaia e delle masse con quelli generali e a lungo
termine.
Il Programma d'azione del PMLI si propone anzitutto lo scopo di soddisfare le
esigenze immediate di carattere politico, economico, sociale e sindacale delle
masse e al contempo acuire le contraddizioni tra le masse e le istituzioni borghesi
e i partiti parlamentari, elevare la coscienza politica delle masse e il loro
grado di combattività, attirare delle simpatie e dei nuovi militanti
verso il nostro Partito; finalità che rientrano nei quattro obiettivi
strategici del lavoro di massa del Partito.
Il Programma d'azione del PMLI poggia su una solida base anticapitalista, antimperialista,
antifascista, antisecessionista, antifederalista, antiliberista, antirazzista
e antixenofoba. La piattaforma rivendicativa che propone ha caratteri di classe.
Respinge la conciliazione tra classe operaia e borghesia, rifiuta il "patto
sociale" tra sfruttati e sfruttatori e la subordinazione degli interessi
dei lavoratori a quelli dei padroni, si oppone al collaborazionismo e all'interclassismo,
rigetta le compatibilità economiche capitalistiche dell'Italia imperialista
e dell'Unione europea imperialista. Non pone certo in primo piano le leggi del
"mercato" e del profitto capitalistici, le esigenze di competizione
economica del capitalismo italiano in Europa e nel mondo, le mire di conquista
dei monopoli e delle multinazionali ma i sacrosanti diritti delle masse al lavoro,
alla difesa e alla crescita del potere d'acquisto dei salari, alla casa, allo
studio, alla formazione e alla cultura, all'assistenza sanitaria, sociale e
previdenziale, allo sviluppo del Mezzogiorno, al trasporto pubblico, all'aborto,
alla fecondazione assistita, allo sciopero e a ogni altro bisogno popolare e
progressista.
Pertanto il Programma d'azione del PMLI contrasta le controriforme varate in
questi anni in campo istituzionale ed elettorale, sulla forma di Stato e di
governo nazionale, regionale, provinciale e comunale; in campo militare, amministrativo,
economico, fiscale e sociale. Contrasta la politica estera del governo di stampo
imperialista e interventista. Si contrappone al neoliberismo e alla politica
familista imperanti, sostenuti in buona sostanza da tutti i partiti parlamentari.
Rivendica non meno ma più intervento dello Stato negli affari economici
e sociali del Paese, non meno ma più regole, rigidità e controllo
sociale sul "mercato del lavoro" e sulle modalità di assunzione,
non meno ma più diritti sindacali e contrattuali per i lavoratori, non
meno ma più finanziamenti pubblici a fini sociali, più protezione
previdenziale e sanitaria, più "Stato sociale" per assicurare
i vecchi bisogni delle masse rimasti insoluti e per affrontare quelli nuovi
emersi dai cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del lavoro, con la crescente
presenza dell'immigrazione, nelle relazioni familiari e di coppia, per contenere
e ridurre le accresciute diseguaglianze sociali, emarginazione e povertà.
Lo Stato, e non la famiglia, i privati, il "non profit" e il volontariato,
deve occuparsi del soddisfacimento dei bisogni economici, sociali, sanitari
e assistenziali delle masse attraverso servizi sociali pubblici, adeguati, accessibili
a tutti ed estesi in ogni regione, in modo da creare le condizioni affinché
le donne e gli uomini possano avere uguale diritto al lavoro stabile, a salario
intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato, e liberarsi dalla schiavitù
domestica e familiare.
II IL SINDACATO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI
Per dare le gambe alla piattaforma rivendicativa del Programma d'azione occorre
un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori poiché tale piattaforma
si pone agli antipodi della linea politica e contrattuale delle Confederazioni
sindacali Cgil, Cisl e Uil le quali hanno partecipato al cambio di regime, da
quello democratico borghese a quello neofascista, e all'instaurazione della
seconda repubblica, soprattutto per la parte economica e sociale. Con gli accordi
del luglio '92, del luglio '93 e del dicembre '98 sottoscritti col governo e
le associazioni padronali, le tre Confederazioni sono divenute totalmente dei
sindacati liberali, governativi e filopadronali e hanno concorso attivamente
a cambiare le "relazioni sindacali" e il sistema contrattuale in senso
cogestionario e neocorporativo di stampo mussoliniano.
Esse hanno sposato interamente la "nuova cultura aziendale" e conformemente
a essa si muovono, agiscono, si organizzano e contrattano nel rigoroso rispetto
della "competitività" economica e commerciale internazionale
del capitalismo italiano. Come dimostra l'accettazione della concertazione,
della flessibilità, della mobilità, del merito, delle differenze
salariali tra il Nord e il Sud, del "salario d'ingresso", dei differenti
rapporti di lavoro (a tempo indeterminato, a termine, stagionale, part-time,
apprendistato, con contratto di formazione lavoro, interinale, lsu, telelavoro,
gli stage) dei "contratti d'area", dei "patti territoriali",
della cancellazione del posto fisso. Come dimostra la loro convinta partecipazione
alle controriforme sanitaria, previdenziale, scolastica e universitaria, alla
limitazione legislativa del diritto di sciopero, per non parlare della democrazia
sindacale e del diritto dei lavoratori di contare e di decidere sulle questioni
sindacali e contrattuali che li riguardano calpestate sistematicamente.
Stante questa situazione, la nostra proposta sindacale, lanciata dall'Ufficio
politico del PMLI il 6 febbraio 1993, è quella di costruire dal basso
un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori (SLL) fondato sulla democrazia
diretta e sul potere sindacale e contrattuale delle Assemblee generali dei lavoratori.
Questa proposta si è resa necessaria dal momento che non è più
possibile battersi nella Cgil per conquistarne la direzione e cambiarne la linea
politica e sindacale in quanto essa è divenuta un sindacato del regime
neofascista, completamente integrato nel capitalismo e subalterno al governo
e al padronato. è una proposta sindacale di carattere strategico che
potrà realizzarsi solo se la maggioranza degli operai e dei lavoratori
la faranno propria. Non basterà quindi una minoranza perché l'SLL
richiede l'adesione e la partecipazione in massa dei lavoratori di ogni azienda.
Occorreranno tempi lunghi affinché maturino le condizioni oggettive e
soggettive per la realizzazione di questo nostro grande obiettivo strategico.
Anche perché si sono moltiplicate le organizzazioni sindacali a "sinistra"
della Cgil, che anziché tendere a riunire sindacalmente i lavoratori
li stanno dividendo formando dei sindacati anarcoidi legati a frazioni operaiste,
neorevisioniste e trotzkiste.
Pertanto finché non nascerà l'SLL e sarà possibile e utile
continueremo a privilegiare il lavoro sindacale all'interno della Cgil rispetto
ai sindacati che si collocano alla sua "sinistra". Ciò tuttavia
non esclude che si possa valutare, situazione per situazione, in quale sindacato
è più opportuno e proficuo operare in base ai nostri obiettivi
sindacali immediati e strategici. Bisogna comunque stare attenti a non infognarsi
in piccoli sindacati di partito settari e velleitari che ci tagliano fuori dal
rapporto con le masse lavoratrici.
Che si lavori dentro la Cgil o in altri sindacati alla sua "sinistra"
rimane comunque valida e operante l'indicazione di promuovere la Corrente sindacale
di classe (CSC), composta dai lavoratori marxisti-leninisti e da quelli simpatizzanti
del PMLI dovunque organizzati sindacalmente, che ha lo scopo di far conoscere
alle masse lavoratrici la nostra proposta sindacale dell'SLL e di realizzarla
nelle aziende e nelle fabbriche dove esistono le condizioni e di battersi per
le rivendicazioni del Programma d'azione del PMLI.
III I COMITATI POPOLARI
I principi della democrazia diretta, dell'autogestione e dell'autogoverno ispirano
e caratterizzano la linea di massa, la concezione delle organizzazioni di massa
e il Programma d'azione del PMLI, non solo in campo economico e sindacale ma
anche nei campi sociale e politico, e vanno applicati nei luoghi di lavoro e
di studio e nell'attività di massa sul territorio. Anche se questi principi
si possono realizzare compiutamente e in modo stabile solo nel socialismo, noi
marxisti-leninisti li propagandiamo, li rivendichiamo e cerchiamo di attuarli
sin da ora per organizzare, educare e mobilitare le masse fuori e contro le
istituzioni rappresentative borghesi. D'importanza capitale, in questo contesto,
la realizzazione delle istituzioni rappresentative delle masse anticapitaliste
e astensioniste; ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari. Queste istituzioni
sono anche degli utili strumenti per la realizzazione del nostro Programma d'azione.
Noi vorremmo che tutti gli anticapitalisti e gli astensionisti dello stesso
quartiere di ogni città o frazione, indipendentemente dai partiti di
appartenenza, si riunissero periodicamente in Assemblea popolare per stabilire
la propria piattaforma politica e rivendicativa e per programmare le proprie
lotte, attività e iniziative sociali aperte a tutte le masse del proprio
territorio.
Noi vorremmo che le Assemblee popolari fossero costituite in ogni quartiere
cittadino e zona rurale da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze
e i ragazzi di 14 anni - che si astengono alle elezioni, che dichiarano di essere
anticapitalisti, antifascisti e fautori del socialismo e siano disposti a combattere
politicamente ed elettoralmente le istituzioni, il potere centrale, regionale
e locale e il sistema capitalistico.
Noi vorremmo che le Assemblee popolari eleggessero, con voto palese e con mandato
revocabile in qualsiasi momento, il proprio governo, denominato Comitato popolare,
e si dotassero di un regolamento interno in grado di assicurare la propria vita
democratica e la propria operatività.
Noi vorremmo che i Comitati popolari fossero costituiti dagli elementi più
combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste
e astensioniste, e che le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età
di 16 anni indipendentemente dalla razza, dalla confessione religiosa o dal
loro ateismo e dall'orientamento sessuale - fossero rappresentati in essi in
maniera paritaria.
Noi vorremmo che l'Assemblea dei Comitati popolari di quartiere eleggesse, sempre
attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E con la stessa
procedura si arrivasse all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali
e del Comitato popolare nazionale.
Noi vorremmo che i Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale, regionale
e il Comitato popolare nazionale rappresentassero il contraltare, la centrale
alternativa e antagonista rispettivamente dei governi di quartiere, comunale,
provinciale, regionale e nazionale, nonché il circuito politico democratico
di massa alternativo allo Stato e alle istituzioni rappresentative borghesi.
Noi vorremmo che lo scopo fondamentale dei Comitati popolari fosse quello di
guidare le masse, anche se non fanno parte delle Assemblee popolari, nella lotta
politica per strappare al potere centrale e locale opere, misure e provvedimenti
che migliorino le condizioni di vita e che diano alle masse l'autogestione dei
servizi sanitari e sociali e dei centri sociali, ricreativi e sportivi a carattere
pubblico.
Naturalmente queste istituzioni rappresentative delle masse anticapitaliste
e astensioniste non possono nascere a freddo, con atti burocratici, volontaristici
e senza che esse abbiano un'effettiva base di massa. Occorre un lungo lavoro
propagandistico e uno stadio più avanzato della coscienza politica delle
masse per far maturare le condizioni politiche e organizzative per crearle.
Tuttavia, man mano che matureranno queste condizioni, in qualsiasi parte d'Italia,
regione, provincia, comune o quartiere, occorre costituire immediatamente dei
Comitati promotori delle Assemblee popolari e dei Comitati popolari cercando
di creare delle esperienze pilota e da qui partire per dare le ali alla nostra
strategia politica, elettorale e istituzionale alternativa a quella della classe
dominante borghese in camicia nera e dei partiti che le reggono il sacco.
IV I METODI DI LOTTA
Le rivendicazioni del Programma d'azione del PMLI sono in netto contrasto con
i programmi governativi, con gli interessi del grande capitale, con le mire
dell'imperialismo italiano, sono antitetiche al metodo della concertazione neocorporativa
e del "patto sociale" con la classe dominante borghese. Per essere
realizzate, per ciò che è possibile nel capitalismo, c'è
bisogno dell'utilizzo da parte del proletariato e delle masse di tutti i metodi
di lotta conosciuti quali lo sciopero, il picchettaggio, il boicottaggio della
produzione, la manifestazione di piazza, l'occupazione delle fabbriche, delle
scuole, delle università, degli edifici pubblici, delle case, il blocco
stradale e ferroviario, le barricate, l'autoriduzione delle tariffe e di altri
metodi di lotta che le masse possono inventare, senza tenere conto dei limiti
posti dalla legalità borghese e della legislazione sempre più
fascista contro lo sciopero e i metodi di lotta delle masse.
Lo sciopero politico o economico - generale e nazionale, regionale, provinciale,
cittadino, di zona, aziendale, di categoria - rappresenta uno dei più
potenti ed efficaci metodi di lotta della classe operaia e delle masse popolari.
è attraverso il ricorso allo sciopero che il proletariato e le masse
acquistano coraggio e coscienza della loro potenza, rinforzano l'unità
e la solidarietà di classe; è attraverso il ricorso intelligente
ora allo sciopero politico, ora allo sciopero economico che le masse possono
combattere efficacemente la politica e i singoli atti del governo, del padronato
e delle istituzioni, contrastare quella legge liberticida, o quella controriforma
sociale, impedire quei licenziamenti o quella ristrutturazione aziendale, possono
lottare contro l'intensificazione dello sfruttamento e per più alti salari
e migliori condizioni di vita e di lavoro. Lo sciopero, in ultima analisi, è
il motore dello sviluppo della lotta di classe, è - come insegna Lenin
- una "scuola di guerra" contro il capitale, un potente sostegno alla
rivoluzione socialista, come dimostra la storia, allorché questa è
matura ed esplode. Per tutte queste ragioni non è accettabile ed è
da respingere risolutamente ogni limitazione del diritto di sciopero nella forma
sia dell'autoregolamentazione sindacale, sia della regolamentazione per legge.
V IL FRONTE UNITO
Il carattere rivendicativo del Programma d'azione e il suo scopo primario di
soddisfare le esigenze immediate delle masse richiede l'uso della politica di
fronte unito. Anche se bisogna distinguere tra i vari tipi di fronte unito,
tra quello di tipo strategico, legato alla lotta per la conquista del potere
politico da parte del proletariato e del socialismo e quello di tipo tattico,
parziale e temporaneo, legato a singole battaglie politiche e sindacali, alla
realizzazione di obiettivi immediati. Fatta salva la discriminante antifascista,
dobbiamo unire e unirci a tutti coloro con i quali abbiamo in comune la piattaforma
rivendicativa e gli obiettivi da essa indicati.
Che si debba intervenire in un'assemblea sindacale, studentesca, femminile,
territoriale, che si debba partecipare a un congresso sindacale, a uno sciopero,
a una manifestazione di piazza, che si debba promuovere un movimento o un comitato
di lotta o aderirvi, occorre ricercare l'alleanza con coloro che si collocano
a sinistra per battere le posizioni arretrate e di destra, seguendo il principio
"unità-lotta-unità" nell'ambito della normale battaglia
che apertamente o meno si svolge dentro ogni movimento e organismo di massa
per l'egemonia ideologica, politica ed organizzativa.
Ogni situazione presenta caratteristiche e opportunità diverse che dobbiamo
essere in grado di cogliere. Talvolta si tratta di esercitare una politica di
fronte unito direttamente come Partito in battaglie a cui aderiscono anche partiti
e organizzazioni politiche. In altre occasioni il fronte unito va realizzato
a titolo individuale, quando non sono ufficialmente coinvolti i partiti, nel
caso di comitati di lotta che abbiamo promosso o contribuito a costituire o
a cui abbiamo aderito in un secondo tempo.
A livello sindacale, nel sindacato e nel luogo di lavoro, il fronte unito si
può realizzare a titolo individuale o come Corrente sindacale di classe
con i lavoratori, i delegati dei lavoratori, le correnti e i raggruppamenti
sindacali che hanno le posizioni sindacali uguali, simili o vicine alle nostre.
Si tratta di volta in volta e caso per caso di stabilire qual è la migliore
e più favorevole scelta tattica. Sempre però dobbiamo mantenere
la nostra indipendenza e autonomia e mai assumere un atteggiamento di copertura
a sinistra di chicchessia.
Questi criteri di fronte unito valgono anche nel lavoro studentesco e femminile
e in qualsiasi altro campo.
VI IL LAVORO DI MASSA
Il Programma d'azione rappresenta un potente strumento di lotta del Partito
per perseguire con successo gli obiettivi posti dal 4° Congresso in generale
e in particolare per quanto riguarda il lavoro di massa e di radicamento.
Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi
sulle priorità, studiare. è questa la parola d'ordine che dobbiamo
tenere a mente nel nostro lavoro politico quotidiano.
Tutto il Partito, dal Comitato centrale all'Ufficio politico, dai Comitati provinciali
alle Cellule, deve impugnare saldamente il Programma d'azione e farlo vivere
in ogni azione politica, sindacale, giovanile, femminile, giornalistica, propagandistica,
agitatoria.
I militanti e i simpatizzanti del Partito che operano negli organismi di massa
- sindacali, giovanili, studenteschi, delle donne, degli anziani, dei disabili,
culturali e sportivi - devono propagandare il Programma d'azione e applicarlo
con dialettica e intelligenza tattica secondo le esigenze e il livello di coscienza
delle masse cui si riferiscono e in base agli organismi di massa di cui fanno
parte.
Nei luoghi di lavoro, di studio e di vita dove siamo presenti, dobbiamo tenere
in pugno l'iniziativa politica. Sempre, ogni giorno e con continuità,
non in maniera saltuaria e frammentaria. Per le questioni ordinarie e per le
questioni straordinarie. Non solo sul piano della propaganda (diffusioni e affissioni,
ecc.) ma anche sul piano dell'agitazione e delle denunce politiche e sindacali.
Non solo nelle grandi occasioni e durante le mobilitazioni delle masse su base
locale, provinciale, regionale e nazionale. Solo un lavoro costante e quotidiano
può dare i suoi frutti. Un lavoro legato alla realtà e alla problematica
sociale in cui viviamo e operiamo.
In ogni luogo di lavoro, di studio e di vita ci sono dei problemi, delle rivendicazioni
e delle contraddizioni ai quali va data la nostra risposta. In questi luoghi
dobbiamo essere degli agitatori, dei combattenti di prima linea, degli organizzatori
delle masse e delle lotte. Mai dobbiamo starcene con le mani in mano e vivere
al rimorchio degli avvenimenti. è un errore fare sia meno sia più
delle nostre possibilità. Bisogna comunque andare sempre avanti, anche
se con passi piccoli o piccolissimi. Costi quel che costi e qualunque siano
le circostanze e le avversità.
Il nostro lavoro politico non deve essere un fuoco di paglia, ma un continuo
accendere scintille per dar fuoco a tutta la prateria.
I marxisti-leninisti hanno sempre contrastato e smascherato il riformismo di
tipo borghese e socialdemocratico sostenuto dai rinnegati, dagli opportunisti
di ogni genere e dai falsi comunisti come Bertinotti e Cossutta e tendente a
impedire al proletariato la sua coscienza di essere una classe per sé,
a depotenziare la sua carica rivoluzionaria, integrarlo e mantenerlo schiavo
nel capitalismo.
Battersi però nella lotta quotidiana per ottenere miglioramenti immediati
e concreti economici e sociali nelle condizioni di vita e di lavoro della classe
operaia e delle masse non è riformismo. Purché questa lotta non
sia fine a se stessa ma parte integrante della strategia rivoluzionaria per
la conquista del potere politico da parte del proletariato che è la madre
di tutte le questioni. Infatti senza il potere politico il proletariato non
ha niente, col potere politico ha tutto.
VII PIATTAFORMA RIVENDICATIVA
A POLITICA ESTERA
1) Sciogliere l'Onu, l'attuale Organizzazione delle nazioni unite, e istituire
una nuova Organizzazione mondiale, senza membri permanenti e privilegiati, senza
diritti di veto, con uguali diritti e doveri, fondata sui principi del rispetto
reciproco, della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale
e statale, di non aggressione, di non ingerenza nei rispettivi affari interni
dei vari paesi, di eguaglianza e di reciproco vantaggio per tutti i suoi membri.
2) Sciogliere il Fondo monetario internazionale (Fmi), la Banca mondiale (Bm),
la Banca centrale europea (Bce), la Banca europea di investimento (Bei), la
Banca europea per la ricostruzione dei paesi dell'Est (Bers) e l'Organizzazione
mondiale del commercio (Wto).
3) Contrastare l'interventismo mascherato da "ingerenza umanitaria"
utilizzato dall'imperialismo in flagrante violazione del diritto internazionale
e del principio della inviolabilità della sovranità territoriale
degli Stati.
4) Cancellare interamente il debito contratto dai paesi poveri nei confronti
dei paesi ricchi e del Fmi, della Bm e della Bce.
5) Rispettare l'impegno dei paesi ricchi di destinare lo 0,7% del loro prodotto
interno lordo, con tendenza a elevare questa percentuale, per aiutare lo sviluppo
economico, tecnologico, sociale, sanitario, culturale dei paesi poveri.
6) Abrogare le alleanze dell'Italia con la Nato, l'Ocse, la Ue, l'Ueo e l'Osce
e uscire da tutti gli organismi da essi dipendenti.
7) Smantellare le basi Usa e Nato esistenti in Italia.
8) Abolire la "Forza di reazione rapida" europea e opporsi alla creazione
dell'esercito europeo.
9) Appoggiare la lotta dei popoli per la libertà e l'indipendenza nazionale,
a cominciare da quella per la libertà della Palestina, e tutte le lotte
contro l'imperialismo, ogni forma di colonialismo e neocolonialismo, il razzismo.
10) Mettere fine all'embargo economico decretato dalle potenze imperialiste
contro Cuba e l'Irak.
11) Ritirare tutti i militari italiani inviati all'estero con il pretesto delle
"missioni umanitarie", a partire dal Kosovo, dalla Bosnia, dall'Albania,
da Timor est, dall'Eritrea e dalla Somalia.
12) Vietare l'impiego di militari italiani in conflitti fuori dai confini nazionali
nel rigoroso rispetto dell'art.11 della Costituzione.
13) Abrogare le norme poliziesche antimmigrati contenute nell'accordo di Shenghen
tra i paesi della Ue.
14) Stroncare l'infame traffico di vite umane dai Balcani e da altri paesi mediterranei
verso l'Italia, gestito dalla criminalità organizzata.
B POLITICA INTERNA
Le discriminanti antifascista e antimonarchica
15) Difendere le "Disposizioni transitorie e finali" n.XII e n.XIII
della Costituzione relative alle discriminanti antifascista e antimonarchica
che vietano la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, di partiti apertamente
fascisti e ai membri e ai discendenti di Casa Savoia di essere elettori, di
ricoprire uffici pubblici e cariche elettive, nonché, ai discendenti
maschi dei Savoia, l'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale.
16) Vietare la concessione di aule scolastiche e universitarie, sale pubbliche
e piazze per iniziative di apologia del nazismo, del fascismo, del razzismo
e dell'antisemitismo.
Politica istituzionale
17) Abrogare il Concordato tra Stato italiano e Vaticano.
18) Abrogare tutte le leggi che hanno trasformato il sistema elettorale italiano
da proporzionale a maggioritario uninominale sia per le consultazioni politiche
nazionali sia per quelle regionali, provinciali e comunali.
19) Abrogare le leggi che permettono l'elezione diretta dei presidenti delle
giunte regionali, di quelle provinciali e dei sindaci.
20) Abrogare tutte le leggi sul federalismo (a partire dalla Bassanini) che
conferiscono alle regioni l'autonomia statutaria e ampi poteri legislativi,
fiscali, finanziari, amministrativi e gestionali.
21) Abrogare tutte le norme sul finanziamento pubblico dei partiti, e in particolare
la legge 157 del 3 giugno 1999 sui rimborsi per le spese elettorali.
22) Obbligo per lo Stato, le regioni, le province e gli enti locali di fornire
servizi e strumenti gratuiti ai partiti, anche se non presentano liste alle
elezioni politiche, regionali, provinciali e comunali, per svolgere la loro
attività politica.
23) Gli stipendi del presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio,
dei ministri, dei parlamentari, dei presidenti, dei sindaci e degli assessori
regionali, provinciali e comunali, così come quelli degli alti funzionari
dello Stato, non devono superare il triplo del salario medio operaio dell'industria.
Politica militare
24) Abrogare la legge 331 del 14 novembre 2000 che elimina
la leva militare obbligatoria e istituisce l'esercito volontario professionale
e interventista.
25) Abrogare la legge delega 380 del 20 ottobre 1999 che istituisce l'arruolamento
femminile nelle Forze armate.
26) Migliorare le condizioni di vita dei militari di leva attraverso l'espletamento
del servizio entro i confini della regione di residenza, la riduzione della
ferma a 6 mesi, vettovagliamento, vestiario e servizi adeguati e sufficienti;
godimento di tutti i diritti politici e civili, diritto di partecipare alla
vita associativa e a regolari permessi nel fine settimana, lotta intransigente
a tutte le forme di "nonnismo".
27) Diritto dei soldati a disobbedire agli ordini e a disertare in caso di partecipazione
dell'Italia a una guerra di aggressione imperialista contro altri paesi sovrani.
28) Diritto all'obiezione di coscienza e sostituzione del servizio militare,
con attività civili e sociali di pubblica utilità per un periodo
pari a quello previsto dalla ferma obbligatoria.
29) Abrogare la legge delega 78 del 31 marzo 2000 sul riordino delle forze di
polizia che assegna all'arma dei carabinieri una collocazione autonoma come
quarta forza armata e pericolosi poteri di pubblica sicurezza e di polizia militare.
30) Divieto di aumentare la spesa militare.
31) Distruggere, vietare e mettere al bando tutte le armi nucleari, batteriologiche,
chimiche e a uranio impoverito.
32) Divieto di militarizzare le città, con il pretesto della lotta alla
mafia, alla 'ndrangheta, alla camorra e alla criminalità diffusa, attraverso
l'uso dell'esercito, l'istituzione del sindaco-sceriffo, del poliziotto di quartiere
e delle ronde di vigilantes pubblici e privati.
33) Sciogliere i servizi segreti, strumenti della reazione, dei fascisti, del
terrorismo di Stato e dei golpisti.
34) Contrastare l'approvazione della controriforma dei servizi segreti, di stampo
neofascista, alle dirette dipendenze del capo del governo e con licenza di violazione
delle leggi.
Politica giudiziaria
35) Patrocinio gratuito in tutti i tipi di cause per coloro che hanno un reddito
individuale non superiore ai 30 milioni di lire annui netti indicizzati.
36) Obbligo per la magistratura di svolgere e concludere i processi sulle controversie
di lavoro entro un massimo di 12 mesi.
37) Difendere l'indipendenza e l'autonomia della magistratura nei confronti
del governo.
38) Opporsi alla divisione del Consiglio superiore della magistratura (Csm)
in due sezioni distinte (giudici e pubblici ministeri) e alla separazione delle
carriere e delle funzioni tra magistrati giudicanti e magistrati inquirenti.
39) Contrastare l'aumento dei membri "laici" all'interno del Csm tendente
ad aumentare il controllo dell'organo di autogoverno dei giudici da parte dei
partiti parlamentari.
40) Abolire tutte quelle norme del codice penale che limitano e, di fatto, negano
le libertà di pensiero, di parola, di stampa, di propaganda, di associazione,
di manifestazione e di movimento delle masse.
41) Contrastare il varo di leggi liberticide in materia di "sicurezza"
dette "anticrimine" tendenti a restringere le regole che dettano le
scarcerazioni, i benefici di legge quali la sospensione condizionale della pena,
a incrementare le possibilità del processo per direttissima, a limitare
il ricorso in Cassazione dopo i primi due giudizi e ad aumentare enormemente
i poteri di polizia. Vietare il braccialetto elettronico per i detenuti agli
arresti domiciliari.
42) Combattere la mafia, la 'ndrangheta, la camorra, la "sacra corona unita"
e i loro padrini e complici politici e istituzionali.
43) Contrastare la corruzione politica, amministrativa e le tangentopoli, e
mantenere il reato di abuso di ufficio.
44) Abrogare gli artt. 68, 90 e 96 della Costituzione, poiché i parlamentari,
i ministri, il capo dello Stato e del governo devono essere giudicati dalla
magistratura ordinaria senza alcuna autorizzazione del parlamento.
45) Destituire da tutti gli incarichi gli amministratori e funzionari pubblici
condannati per corruzione, concussione, interesse privato, tangenti, ricettazione,
oppure che abbiano avuto rapporti di appartenenza e/o di collusione con le organizzazioni
mafiose, con la massoneria e il terrorismo.
46) Obbligo per gli amministratori e i politici corrotti di restituire tutto
il denaro sottratto alle casse pubbliche per destinarlo a uso sociale.
47) Obbligare il governo centrale e le istituzioni a dire tutta la verità
sui mandanti e gli esecutori delle stragi di Stato che, a partire da quella
del '69 a Milano, hanno insanguinato l'Italia. Tutta la verità sulla
loggia P2 di Gelli e sui tentativi di colpi di Stato che si sono susseguiti
dal 1964 (golpe De Lorenzo) in poi. Abolire il segreto di Stato.
48) Abolizione dell'ergastolo.
49) Effettiva depenalizzazione dei reati minori da scontare con pene alternative.
50) Scarcerare i tossicodipendenti e i detenuti per reati minori con pene fino
a 4 anni, attraverso un provvedimento di amnistia e/o di indulto.
51) Applicazione reale dei benefici previsti dalle leggi Gozzini, Simeone, Saraceni.
52) Provvedimenti urgenti e adeguati per migliorare l'agibilità degli
immobili e delle strutture carcerarie, le condizioni di vita, di alloggio, di
vitto e di salute delle detenute e dei detenuti e favorire tutte quelle attività
volte al loro recupero sociale.
53) Agevolazioni contributive e sgravi fiscali per aziende pubbliche e private
disponibili a organizzare attività produttive e di servizi all'interno
delle carceri impiegando persone detenute, svolgendo un'opera di formazione
professionale, specie per i più giovani, garantendo retribuzioni a termine
di legge.
54) Aumentare l'organico di "educatori", psicologi e magistrati di
sorveglianza negli istituti di pena.
55) Controllo politico e sociale sulla gestione delle carceri affinché
siano evitati e puniti severamente pestaggi, sevizie e altri comportamenti persecutori
delle guardie carcerarie e dei loro superiori ai danni dei detenuti.
56) Abrogare la legislazione penale per i malati di mente e chiusura dei manicomi
giudiziari realizzando, all'interno delle carceri, strutture sanitarie idonee
alla cura dei disturbi psichici dei detenuti con il concorso e la collaborazione
dei servizi psichiatrici territoriali e le terapie riabilitative medico-psichiatriche.
57) Vietare l'introduzione della pena di morte e abrogazione della pena di morte
in caso di guerra.
Diritti politici
58) Eliminare radicalmente ogni discriminazione giuridica, culturale e di fatto,
basata sulla razza, la religione, il sesso, l'età, il territorio.
59) No alle impronte digitali sulle carte d'identità e all'uso di altri
dati biometrici come l'identificazione attraverso l'iride dell'occhio.
60) Abrogare le leggi 146/90 e 83/2000 che limitano il diritto di sciopero nei
cosiddetti "servizi pubblici essenziali" e cancellare i codici di
autoregolamentazione dello sciopero di natura contrattuale.
61) Diritto pieno e senza limitazioni per tutti i lavoratori di svolgere scioperi,
picchettaggi, cortei, manifestazioni di piazza, blocchi stradali e ferroviari.
62) Diritto di poter svolgere manifestazioni di protesta nei centri cittadini
senza alcuna limitazione.
63) Divieto di presenza e di intervento dell'esercito e delle "forze dell'ordine"
nei conflitti di lavoro, nei picchetti e nelle manifestazioni dei lavoratori,
dei disoccupati, dei pensionati, degli studenti e delle masse in genere.
64) Diritto per le masse popolari e per le loro organizzazioni di poter utilizzare
gratuitamente gli edifici pubblici per manifestazioni, conferenze e dibattiti
di ordine politico, sindacale, sociale e culturale.
65) Diritto per le masse popolari di assistere e manifestare il proprio pensiero
con cartelli e striscioni alle sedute del parlamento e dei consigli regionali,
provinciali, comunali e circoscrizionali.
66) Spazi pubblici, in numero sufficiente, per l'affissione libera e gratuita,
senza censure amministrative se non verso l'apologia di fascismo, di manifesti
da parte di associazioni politiche, sindacali, sociali, culturali, di comitati
di base senza fini di lucro.
67) Eliminare la tassa comunale per l'occupazione di suolo pubblico (Tosap)
per lo svolgimento di iniziative di carattere politico, culturale, sociale,
ricreativo e sportivo senza fini di lucro.
68) Istituire referendum propositivi e abrogativi a livello regionale, provinciale,
comunale e circoscrizionale e il referendum propositivo a livello nazionale,
da affiancare a quello abrogativo già esistente, secondo le norme e le
modalità vigenti.
69) Diritto per i lavoratori e le masse popolari di controllare, tramite i propri
organismi, tutte le attività dell'amministrazione pubblica e di eleggere
i funzionari pubblici.
Diritti sociali
70) Abrogare tutte le disposizioni di legge che in materia di sanità,
previdenza, assistenza, diritto allo studio e alla casa sono finalizzate a privatizzare
i servizi, la scuola e l'università, a ridisegnare uno "Stato sociale"
minimo solo per i poveri, fondato sulla sussidiarietà e sul familismo
per scaricare il disimpegno dello Stato dal sociale sulle donne.
71) Lo Stato deve garantire con regole universalistiche, attraverso la fiscalità
generale e le strutture pubbliche, il soddisfacimento dei diritti essenziali
delle masse popolari e dei lavoratori immigrati quali il lavoro, la casa, l'istruzione
e la cultura, l'assistenza sanitaria e previdenziale, la pensione, il riposo,
la tutela della maternità, dei minori, dei portatori di handicap e degli
invalidi.
72) Abrogare le leggi che hanno istituito sussidi quali il reddito minimo di
inserimento, il minimo vitale, ecc.
73) Potenziare gli istituti per il sostegno al reddito quali l'indennità
di disoccupazione e di inoccupazione, anche per le casalinghe senza alcun reddito
e che non trovano lavoro, pensioni sociali, integrazione alla pensione minima,
gratuità e tariffe agevolate per i servizi sociali e pubblici, l'abitazione
e altro per chi percepisce un reddito basso.
Immigrati e nomadi
74) Abrogare la legge 40 del 19 febbraio 1998 e il decreto legislativo Turco-Napolitano
286 del 25 luglio 1998, che limita l'afflusso degli immigrati e ne favorisce
l'espulsione.
75) Stroncare il criminale traffico di immigrati dai Balcani e da altri paesi
mediterranei verso l'Italia.
76) Sanatoria generalizzata per tutti gli immigrati sprovvisti di permesso di
soggiorno.
77) Perseguire con sanzioni economiche o con la reclusione chi sfrutta al nero
gli immigrati.
78) Chiusura dei "Centri di permanenza temporanea" degli immigrati,
veri e propri lager per gli immigrati in attesa di espulsione.
79) Libero accesso su tutto il territorio nazionale agli immigrati, senza le
limitazioni previste nelle "quote".
80) Diritto di asilo ai perseguitati politici e ai rifugiati senza limitazioni
e parificando la normativa legislativa alla migliore condizione.
81) Riconoscimento di pari diritti sociali, civili e politici per tutti gli
immigrati.
82) Diritto alla cittadinanza italiana per i figli nati e che nasceranno nel
nostro Paese da coppie di immigrati.
83) Diritto al lavoro, alla casa, all'assistenza sanitaria e sociale, all'istruzione
per i bambini e i ragazzi in età scolare, per tutti gli immigrati extracomunitari.
84) Rispettare e favorire l'esercizio delle tradizioni culturali, religiose,
alimentari e comportamentali degli immigrati nelle scuole, nei luoghi di lavoro
e nella società (escluse alcune pratiche tribali come l'infibulazione
che invece vanno combattute).
85) Prevedere presso le scuole pubbliche, in orari extra scolastici ed extra
lavorativi, corsi di lingua italiana gratuiti per immigrati adulti.
86) Obbligo da parte delle regioni, delle province e dei comuni di costruire
per i nomadi in sosta temporanea, strutture di soggiorno in muratura attrezzate
di servizi (luce, acqua, gas, gabinetti, docce), e per l'assistenza sanitaria,
per la raccolta di rifiuti, e collegate con i mezzi di trasporto pubblici. Per
gli stanziali obbligo da parte degli enti locali di fare piani di inserimento
nella vita sociale, lavorativa e scolastica nel territorio di competenza.
87) Le regioni, le province e i comuni devono riservare dei posti nei mercati
per permettere ai Rom di vendere i loro prodotti artigianali e svolgere i loro
mestieri ambulanti.
C POLITICA ECONOMICA, FINANZIARIA E SOCIALE
Rivendicazioni generali
88) Una politica finanziaria, economica e sociale svincolata
dai parametri economici dettati dalla Ue, con al centro il soddisfacimento dei
bisogni economici, sociali, previdenziali, assistenziali e formativi della classe
operaia e delle masse popolari, in particolare quelle del Mezzogiorno.
89) Piani straordinari di sviluppo e per l'occupazione, fondati sulla modernizzazione
infrastrutturale e industriale del Sud e il rilancio, su tutto il territorio
nazionale, di un moderno e tecnologicamente avanzato sistema pubblico scolastico,
sanitario, previdenziale, nel campo dei servizi, della tutela ambientale e della
protezione civile, della formazione professionale e dell'inserimento al lavoro.
90) Piani di sviluppo e di ammodernamento delle reti ferroviarie, nazionali,
interregionali e regionali con un'attenzione particolare verso le regioni meridionali
e le Isole e per il servizio di trasporto dei pendolari e delle merci.
91) Piani di sviluppo e di ammodernamento del trasporto pubblico urbano ed extraurbano
nelle città che privilegino l'abbattimento dell'inquinamento e dell'impatto
ambientale.
92) Aumentare la spesa sociale con l'obiettivo di raggiungere e superare i livelli
medi europei.
93) Assoluto divieto di stornare fondi dello Stato destinati a spese sociali
per finanziare imprese militari, come è avvenuto nelle guerre del Golfo
Persico, Somalia, Bosnia, Serbia e Kosovo.
94) Nelle città dare la priorità, destinandovi finanziamenti sufficienti,
al risanamento delle periferie urbane e dei quartieri popolari.
95) Prezzi calmierati per i generi alimentari di prima necessità.
96) Prezzi popolari, gratuiti per gli indigenti, per luce, gas, acqua, trasporti
e smaltimento dei rifiuti. Le aziende dei settori relativi non devono avere
scopo di lucro.
97) Nazionalizzare gli enti e le grandi aziende di interesse generale operanti
in settori strategici dell'industria e dei servizi: elettricità, energia,
erogazione dell'acqua, del gas metano, trasporti, telecomunicazioni, istituti
finanziari, bancari e assicurativi, e conseguente cancellazione delle privatizzazioni
avvenute in questi settori.
98) Cancellare gli ingenti finanziamenti pubblici regalati ogni anno alle imprese
sotto forma di incentivi, sostegno all'innovazione, "rottamazioni",
ecc.
Mezzogiorno
99) Creare in tutto il Mezzogiorno una struttura economica simile a quella che
possiede il Centro-Nord attraverso piani straordinari e la destinazione di ingenti
finanziamenti pubblici e l'utilizzazione delle aziende pubbliche per lo sviluppo
industriale, tecnologico e infrastrutturale, per il rilancio dell'agricoltura
e il turismo, per il risanamento del degrado ambientale, rurale e urbano.
100) Piani straordinari per risolvere il problema dell'approvvigionamento e
distribuzione dell'acqua potabile (specie in Sicilia, Calabria e Campania),
completare la metanizzazione delle città, potenziare la rete ferroviaria
e i trasporti pubblici urbani.
101) Nazionalizzare le grandi aziende, a cominciare dalla Fiat, e le banche
private e rinazionalizzare ciò che era già dello Stato e che è
stato in questi anni privatizzato.
102) Cancellazione del megaprogetto speculativo per la costruzione del Ponte
di Messina e destinazione degli investimenti previsti (8 mila miliardi) per
potenziare e modernizzare i trasporti ferroviari e marittimi della Sicilia e
della Calabria.
103) Pieno utilizzo, nei tempi stabiliti, dei 100-120 mila miliardi stanziati
(tra fondi Ue e fondi nazionali) per lo sviluppo, l'ammodernamento e l'occupazione
nelle regioni meridionali.
104) Diritto per le masse meridionali a controllare e a dire l'ultima parola
sui finanziamenti pubblici destinati allo sviluppo e all'occupazione nel Mezzogiorno,
affinché non siano rapinati dalla mafia, dalla 'ndrangheta, dalla camorra,
dalla "sacra corona unita" e dai ladroni di Stato.
105) Creare nuovi posti di lavoro stabili, a salario intero e a tempo pieno,
secondo le condizioni sancite nel Ccnl, senza deroghe sui metodi di assunzione,
l'orario di lavoro, le normative, i trattamenti salariali.
106) Impedire la reintroduzione, sotto qualsiasi forma, delle "gabbie salariali".
107) Sciogliere la fallimentare "Agenzia per il Sud" creata per distribuire
incentivi e agevolazioni fiscali ai capitalisti italiani ed esteri e per imporre
al Mezzogiorno condizioni di supersfruttamento.
108) Concedere agevolazioni fiscali per investimenti produttivi vincolati alla
creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato e a salario intero.
Agricoltura
109) Favorire lo sviluppo, la modernizzazione e la specializzazione, soprattutto
nel Sud e nelle Isole, dell'agricoltura e del settore agro-alimentare, con l'obiettivo
almeno di coprire il fabbisogno alimentare nazionale, valorizzando qualità
e tipicità delle produzioni in rapporto al territorio, salvaguardando
l'ambiente, la biodiversità e la sicurezza igienico-sanitaria dei prodotti.
110) Incoraggiare il carattere multifunzionale del sistema agricolo, legandolo
alla produzione e alla trasformazione dei prodotti agro-alimentari e zootecnici,
al recupero e al rilancio del territorio e delle zone rurali, all'attività
turistica (attraverso le strutture di agriturismo), all'educazione ecologica
e agricola per gli studenti, all'attività faunistica.
111) Aumentare i finanziamenti e le agevolazioni fiscali dello Stato ai vari
settori dell'agricoltura, privilegiando le piccole aziende contadine e le piccole
cooperative.
112) Prevedere investimenti legati alla conservazione del paesaggio tradizionale,
al trasferimento di aziende nell'interesse della collettività, al miglioramento
dell'ambiente e al benessere degli animali; aiuti per compensare le zone svantaggiate,
per sostenere l'avvio di attività dei giovani agricoltori; aiuti per
incoraggiare la produzione di prodotti di qualità e promuovere l'assistenza
tecnica ai produttori e il miglioramento della qualità genetica del bestiame;
aiuti per compensare i danni alla produzione e ai mezzi di produzione agricoli
causati da catastrofi naturali, cattive condizioni climatiche o epidemie a piante
e animali.
113) Rivendicare una politica che assicuri un sostegno economico all'agricoltura
italiana non inferiore a quello garantito ad altri paesi della comunità,
il superamento delle quote di produzione imposte da Bruxelles, la parità
di trattamento tra produzioni continentali e produzioni mediterranee.
114) Sostenere lo sviluppo delle zone rurali e montane con interventi volti
a migliorare in generale le condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni
residenti; ridurre l'"effetto periferia" delle suddette zone (con
diffusione di sistemi informatici, di telecomunicazione e telematici); favorire
le attività rurali e produttive presenti sul territorio con sovvenzioni,
defiscalizzazioni, semplificazioni amministrative; facilitare l'accesso ai servizi
sanitari, assistenziali, scolastici e culturali; promuovere gli insediamenti
delle popolazioni mediante un'adeguata politica della casa, dei trasporti e
dei servizi; valorizzare le tradizioni progressiste locali e le produzioni tipiche.
115) Ridurre progressivamente, fino a eliminare gli allevamenti intensivi "senza
terra" e favorire, col sostegno dello Stato, i piccoli allevatori a spostare
le loro aziende dove ci sono terre incolte, e incentivarli ad una produzione
rispettosa dell'ambiente, della salute dei consumatori e degli stessi animali.
116) Mettere al bando, negli allevamenti di bovini, suini, animali da cortile
e nella piscicoltura, l'uso delle farine di origine animale e degli estrogeni
e l'uso indiscriminato di antibiotici e rivendicare un controllo capillare e
costante delle autorità veterinarie pubbliche sulle industrie che producono
mangimi e sulle aziende zootecniche per garantire la sicurezza alimentare e
la difesa della salute dei consumatori.
117) Opporsi alle normative Ue che permettono l'alterazione dei prodotti alimentari
consentendo l'introduzione di ingredienti estranei e surrogati scadenti, come
è avvenuto per la pasta, la cioccolata e il pane, in difesa della loro
genuinità e qualità.
118) Favorire la ricerca e la sperimentazione scientifica nel campo della biotecnologia
e degli organismi geneticamente modificati (Ogm) per la produzione di cibi "transgenici"
finalizzate a migliorare l'ecosistema naturale e agricolo, a salvaguardare la
variabilità genetica e la biodiversità, ad aiutare lo sviluppo
tecnico, agricolo ed economico dei paesi in via di sviluppo.
119) Vincolare, per legge e con sanzioni severe, ogni prospettiva di sfruttamento
economico degli Ogm alla tutela dell'ambiente e degli ecosistemi, alla salvaguardia
della salute umana e al pieno rispetto del diritto all'informazione dei consumatori,
alla difesa della biodiversità e delle produzioni tipiche e locali, alla
garanzia che la diffusione delle biotecnologie non penalizzi le possibilità
di sviluppo dei paesi del Terzo mondo.
120) Vietare la brevettabilità delle scoperte genetiche, di qualsiasi
tipo, e il loro uso a scopo di lucro. Esse devono essere considerate patrimonio
comune, pubblicate in modo dettagliato nelle riviste scientifiche e messe a
disposizione di tutti.
121) Abrogare le normative vigenti in materia (le direttive Cee 90/220 e 98/440)
e rivendicare una legislazione che recepisca i suddetti principi.
122) Moratoria delle coltivazioni, dell'esportazione, dell'importazione e della
commercializzazione dei prodotti geneticamente modificati, finché non
sarà definito un nuovo quadro legislativo e chiariti i rischi per la
salute e l'ambiente nel medio e lungo periodo.
123) Garantire agli agricoltori l'informazione esatta sulla provenienza dei
semi e dei mangimi, con certificato che specifichi il loro trattamento; i prodotti
importati dagli Usa e dal Canada, specie mais e soia, vengano distinti tra quelli
Ogm e quelli naturali; prevedere sanzioni per chi esporta prodotti "transgenici"
segretamente e illegalmente; rendere obbligatoria l'etichettatura dei prodotti
geneticamente modificati che segnali tutta la quantità di Ogm immessa,
anche infinitesimale, sotto l'1%.
Occupazione e lavoro
124) Lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato
per tutti i disoccupati e lavoratori.
125) Piani straordinari urgenti, anche con appositi programmi di formazione
professionale, per dare lavoro ai "soggetti più deboli" sul
"mercato del lavoro", e cioè a giovani, donne, disoccupati
di lunga durata, immigrati, disabili.
126) Assunzione di nuovo personale a tempo indeterminato nel pubblico impiego
e nella pubblica amministrazione per reintegrare il turn-over e adeguare gli
organici alle necessità di servizio.
127) Assunzione stabile e a salario intero di tutti i lavoratori socialmente
utili (Lsu) e i lavoratori di pubblica utilità (Lpu) nella pubblica amministrazione
dove sono in servizio.
128) Trasformazione dei contratti di formazione-lavoro in assunzioni a tempo
indeterminato dei contrattisti nelle aziende in cui sono impiegati.
129) Blocco delle privatizzazioni nei servizi portuali e a bordo delle navi
di linea e piano di assunzioni per chi cerca lavoro nel settore marittimo, senza
discriminazioni verso i lavoratori immigrati.
130) Riduzione dell'orario a 35 ore settimanali (7x5) a parità di salario
per legge, fin da subito in tutte le aziende, comprese quelle con meno di 15
dipendenti.
131) Divieto di organizzare turni di lavoro oltre le 20 ore per le lavorazioni
che non pretendono il ciclo continuo.
132) Per determinate lavorazioni disagiate e organizzate per turni, prevedere
la settimana lavorativa di 32 ore e mezza (6,5x5) o di 32 (8x4) a parità
di salario.
133) Abrogare tutti i provvedimenti di legge, ivi compreso il pacchetto Treu,
che hanno liberalizzato il "mercato del lavoro" e moltiplicato le
forme di lavoro precario nel privato e anche nel pubblico impiego: part-time,
contratti a termine, contratto formazione-lavoro, lavoro interinale, lavoro
"atipico" parasubordinato, Lsu; e che hanno inserito trattamenti economici
e normativi differenti, in deroga ai contratti nazionali, quali i "patti
territoriali" e i "contratti d'area".
134) Abrogare il decreto legislativo 61/2000 che introduce il part-time flessibile,
giornaliero, settimanale e stagionale.
135) Provvedimenti legislativi e di adeguamento delle forze ispettive per scovare
(utilizzando anche i dati incrociati di Iva, Inps, Enel), e punire, anche con
la carcerazione e la confisca dei beni per i casi più gravi, le aziende
che ricorrono al lavoro nero e minorile.
136) Controlli rigorosi da parte di governo, regioni, province e enti locali
sulle società e le aziende alle quali vengono assegnati gli appalti pubblici
per impedire l'utilizzo di lavoro nero.
137) Divieto di introdurre norme di legge, o anche contrattuali, come l'"arbitrato
di equità", che in qualche maniera cancellino le tutele previste
nel "licenziamento per giusta causa".
138) Estendere ai lavoratori delle aziende sotto i 15 dipendenti le norme di
tutela dello Statuto dei lavoratori.
139) Abrogare le norme di legge finalizzate a privatizzare il collocamento,
iniziando con lo smantellamento delle agenzie interinali.
140) Perseguire con sanzioni economiche e il carcere il "caporalato"
nell'ingaggio di mano d'opera sottopagata e a nero, specie in agricoltura e
in edilizia.
141) Superamento definitivo del vecchio collocamento con un sistema pubblico
di avviamento al lavoro, presente in tutto il territorio nazionale, attrezzato
con moderne tecnologie per recepire in tempo reale la domanda di mano d'opera,
che promuova anche assieme agli enti locali corsi di formazione e di riqualificazione
professionale, gestito con la partecipazione diretta dei giovani alla ricerca
della prima occupazione, dei disoccupati e delle organizzazioni che li rappresentano.
142) Rapporto di collaborazione e di scambio delle informazioni tra i centri
di avviamento al lavoro e il sistema scolastico per favorire l'occupazione degli
studenti una volta terminati gli studi.
143) Indennità di disoccupazione pari al salario medio degli operai dell'industria
per un periodo non inferiore a tre anni. Tale indennità deve essere estesa
anche ai giovani in cerca di prima occupazione ed elargita in accordo con i
centri di avviamento al lavoro. In caso di rifiuto di una adeguata offerta di
lavoro la suddetta indennità decade.
144) Diritto di ricevere un reddito da parte dello Stato pari alla pensione
sociale per gli indigenti privi di risorse proprie che, pur essendo in età
lavorativa, sono fuori dal "mercato del lavoro".
145) Mantenimento ed estensione nei settori che ne sono privi dei cosiddetti
"ammortizzatori sociali" (cassa integrazione ordinaria e straordinaria,
liste di mobilità e prepensionamenti) per difendere i posti di lavoro
e contenere i licenziamenti in casi di crisi aziendali.
Pensioni
146) Abrogare le controriforme pensionistiche Amato, Dini e Prodi.
147) Rilanciare un sistema pensionistico pubblico, universale, unificato, a
ripartizione, fondato sulla contribuzione obbligatoria e con una tassa sui profitti
dei capitalisti.
148) Diritto alla pensione minima dopo 5 anni di contribuzione.
149) Ripristinare l'età pensionabile a 60 anni per gli uomini e a 55
per le donne.
150) Ripristinare la pensione di anzianità con 35 anni di lavoro.
151) Rivalutare l'aliquota di rendimento pensionistico del 2,5% per ogni anno
lavorato per tutte le categorie.
152) Istituire una norma legislativa pensionistica specifica che favorisca gli
"atipici", i lavoratori parasubordinati riguardo l'aliquota contributiva
e il rendimento dei versamenti pensionistici.
153) Rivalutare automaticamente le pensioni in base all'aumento del costo della
vita e alla media della dinamica salariale nel lavoro dipendente.
154) Elevare le pensioni minime da lavoro, che comunque non siano inferiori
a un milione di lire netto mensile indicizzato.
155) Aumentare la pensione sociale (assegno sociale) fino alla metà del
salario mensile medio degli operai dell'industria, con rivalutazione annuale
sui dati Istat. In ogni caso la più bassa pensione non deve essere al
di sotto del milione di lire netto mensile indicizzato.
156) L'ottenimento della integrazione della pensione al minimo non deve essere
subordinato al cumulo dei redditi dei coniugi.
157) Difendere il diritto alla reversibilità delle pensioni per vedove
e orfani.
158) Separare effettivamente e in tempi certi i conti e i fondi della previdenza,
di competenza dell'Inps e degli altri istituti pensionistici, da quelli per
l'assistenza e per il sostegno all'occupazione che sono di competenza dello
Stato (ministeri del Tesoro, del Lavoro, ecc.).
159) Provvedimenti legislativi, organizzativi e investigativi efficaci per scovare
e punire la grande evasione contributiva.
160) Armonizzare le normative previdenziali riguardanti la contribuzione e i
rendimenti pensionistici.
161) Parificare i versamenti contributivi del lavoro autonomo e del settore
dell'agricoltura a quelli vigenti nel lavoro dipendente dell'industria.
162) Eliminare tutti i privilegi pensionistici a favore dei parlamentari, ministri,
presidenti delle regioni e delle province, sindaci, assessori, alti burocrati
dello Stato e della pubblica amministrazione, grandi manager delle aziende pubbliche
e private.
163) Riordinare e riunificare i vari fondi di pensione di categoria e di settore
privati e pubblici nell'Inps.
164) Divieto di utilizzare il Tfr (le liquidazioni) per finanziare i fondi di
pensione integrativa.
165) Eliminare i fondi di pensione integrativa esistenti.
Casa
166) Diritto alla casa per tutti.
167) Sostanzioso aumento dei finanziamenti pubblici destinati dal governo alla
politica abitativa, almeno ai livelli esistenti nei principali paesi europei
e comunque adeguato a rilanciare l'edilizia popolare e sostenere i senza tetto
e le famiglie più bisognose.
168) Piani dei comuni mirati a soddisfare il fabbisogno abitativo attraverso
il riuso e il risanamento di vecchi edifici, l'utilizzo delle case sfitte e
la costruzione di nuove case popolari con fitti accessibili a tutti, immigrati
e Rom compresi.
169) Smantellare i mostruosi casermoni nei quartieri-ghetto costruiti nelle
periferie delle grandi metropoli (come a Napoli, Roma e altre città)
e ricostruzione di un ambiente abitativo vivibile, attrezzato di servizi e dotato
di verde pubblico.
170) Costringere, ricorrendo anche alla leva fiscale e alla requisizione, le
banche, le società di assicurazioni e i grandi proprietari immobiliari
ad affittare, come prima abitazione, le case di loro proprietà a fitti
popolari.
171) Contributi pubblici e agevolazioni fiscali per ristrutturare e ammodernare
le vecchie abitazioni nei quartieri popolari per le famiglie a basso reddito
e che possiedono una sola casa.
172) Finanziamenti pubblici e agevolazioni fiscali per dotare di garanzie antisismiche
le vecchie case situate nelle zone soggette a terremoti.
173) Forti agevolazioni fiscali per l'acquisto della prima casa per le famiglie
con un reddito medio-basso, le giovani coppie e i singoli, senza discriminazioni
verso gli immigrati, le famiglie di fatto e le convivenze etero e omosessuali.
174) Diritto, anche per le famiglie di fatto, comprese le coppie omosessuali,
lesbiche, transessuali, di accedere ai bandi di concorso per l'assegnazione
delle case popolari.
175) Abrogare la legge Zagatti 431 del 9 dicembre 1998 sulla liberalizzazione
degli affitti.
176) Contributi economici da parte delle amministrazioni comunali per pagare
l'affitto agli indigenti.
177) Divieto degli sfratti fino a che non sia offerta una adeguata abitazione
alternativa, specie per le coppie di anziani soli e le famiglie a basso reddito.
178) I comuni devono requisire le case sfitte da oltre un anno, i locali pubblici
dismessi o inutilizzati e i palazzi nelle medesime condizioni da destinare,
dopo i necessari lavori, alle famiglie sfrattate e senza casa.
179) Abolire l'Ici sulla prima casa non di lusso.
180) Istituire un'anagrafe nazionale, con sede centrale a Roma, dove si possano
iscrivere coloro che non hanno più la residenza in alcun Comune; ogni
comune ha l'obbligo di rilasciare loro il certificato di residenza.
Fisco
181) Sistema fiscale basato sulle imposte dirette che attui una vera ed effettiva
progressività nella tassazione dei redditi, attraverso una lotta rigorosa
all'evasione, erosione ed elusione fiscale e l'unicità di imposta per
tutte le fonti di reddito.
182) Abolizione graduale delle imposte indirette a cominciare dall'Iva sui beni
e sui servizi di prima necessità.
183) Esenzione dall'Ire per i redditi sotto i 20 mila euro annui indicizzati.
184) Riformulare gli scaglioni di reddito, le aliquote fiscali e le detrazioni
Ire (con rimborso di quelle non recuperate per incapienza) per alleggerire l'imposizione
sul lavoro dipendente, sui pensionati, sui contadini poveri e piccoli artigiani
e commercianti, in base anche ai familiari a carico, e per rafforzare la progressività
dell'imposta sui redditi che superano i 40 mila euro di reddito annui indicizzati.
185) Restituire, anche tramite compensazione, entro l'anno di presentazione
della dichiarazione dei redditi le imposte lievitate a causa dell'inflazione
e del conseguente drenaggio fiscale. Per i redditi da lavoro dipendente e da
pensione provvedere in sede di conguaglio fiscale a fine anno.
186) Divieto di fiscalizzazione degli oneri sociali alle imprese; esenzione
dai contributi sanitari per i lavoratori dipendenti.
187) Colpire la grande evasione, erosione ed elusione fiscale attraverso l'abolizione
dei regimi fiscali sostitutivi che applicano le imposte proporzionali invece
che progressive, la tassazione progressiva di tutti i redditi includendoli nella
base imponibile Ire, l'abolizione del segreto bancario, efficaci ed efficienti
sistemi di accertamento che impediscano la falsificazione dei fatturati, dei
profitti, della dichiarazione dei redditi e facciano venire alla luce l'economia
sommersa e il "lavoro nero".
188) Tassazione Ire di tutti i redditi da lavoro autonomo e d'impresa minore
attraverso l'abolizione dei sistemi forfettari, l'esatta dichiarazione dei redditi
e della base imponibile risultante dai costi e dai ricavi, la corretta imputazione
delle spese deducibili, un sistema di contabilità semplificata per i
piccoli lavoratori autonomi, artigiani, commercianti.
189) Tassazione progressiva Ire sulle rendite finanziarie, abolizione delle
imposte sostitutive, prelievo alla fonte a titolo di acconto e conguaglio con
la dichiarazione dei redditi.
190) Imposta patrimoniale progressiva su tutti i beni immobiliari e mobiliari
(titoli azionari e simili, depositi bancari, ecc.), con l'esenzione della prima
casa di abitazione e il piccolo risparmio entro il tetto dei 130 mila euro indicizzati.
191) Introdurre un'imposta per colpire le transazioni speculative sul mercato
delle valute.
192) Abrogare i provvedimenti legislativi che hanno portato alla revisione delle
aliquote fiscali, alla riduzione delle imposte sui profitti e dell'Irap a favore
della grande impresa.
193) Abrogare le leggi in materia di federalismo fiscale a favore delle regioni,
compresa l'Irap, e dei comuni. Allo Stato spetta il compito di redistribuire
le risorse finanziarie derivanti dall'imposizione fiscale a regioni e enti locali.
194) Abolire tutte le addizionali Ire comunali, provinciali e regionali.
195) Abrogare l'8x1000 a favore della chiesa cattolica e di altre istituzioni
religiose.
196) Realizzare forme permanenti di controllo sociale delle masse sul fisco
e sulla macchina tributaria.
Servizi sanitari e socio-sanitari
197) Diritto alla salute gratuito e universale per tutti.
198) Abrogare la controriforma sanitaria Bindi, legge n. 229 del 19 giugno 1999.
199) Sanità pubblica, universale, gratuita, gestita con la partecipazione
diretta dei lavoratori e delle masse popolari, che disponga di strutture capillari
di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale
e sia finanziata tramite la fiscalità generale.
200) I finanziamenti destinati alla sanità pubblica devono costituire
una cospicua percentuale del Prodotto interno lordo (Pil) e confluire in un
apposito fondo nazionale gestito dalle masse popolari attraverso gli strumenti
della democrazia diretta.
201) Abolire il "sanitometro", tutti i ticket sanitari e i contributi
di malattia che gravano sul lavoro dipendente.
202) Nuovi parametri di distribuzione dei finanziamenti sanitari che tengano
presente dell'ammontare dei residenti, lo stato e la capillarità delle
strutture pubbliche presenti nelle varie zone del Paese, le necessità
di prevenzione e le condizioni ambientali, le esigenze socio-sanitarie degli
anziani, degli immigrati, dei disabili, dei portatori di handicap, dei tossicodipendenti,
dei "malati di mente", privilegiando in ogni caso le regioni più
povere e depresse e le periferie delle città.
203) Trasformare tutte le strutture private, accreditate e non, comprese le
farmacie, in strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale (Ssn).
204) Nazionalizzare le industrie farmaceutiche.
205) Trasformare i farmacisti in operatori della sanità pubblica.
206) Revisione del prontuario farmaceutico del Ssn per abolire i farmaci doppioni,
equivalenti ma di costo più elevato.
207) Abolire la libera professione dei medici ospedalieri esercitata dentro
e fuori le strutture sanitarie pubbliche.
208) Assunzione a tempo indeterminato di un numero sufficiente di infermieri,
medici, fisioterapisti ed operatori sociosanitari per coprire e potenziare gli
organici di tutte le strutture sanitarie del Paese. Prevedere corsi di aggiornamento
periodici e obbligatori per tutti, in orario di lavoro.
209) Realizzare un numero sufficiente di distretti sanitari, consultori e centri
socio-sanitari, di ambulatori pubblici polispecialisti, di servizi di guardia
e di continuità assistenziale, di servizi capillari di assistenza domiciliare
per gli anziani e i disabili non autosufficienti, di presidi medico-preventivi
sul territorio e nei luoghi di lavoro e studio.
210) Chiudere tutti gli ospedali psichiatrici e tutte le "istituzioni chiuse"
per anziani, disabili, "minori a rischio", tossicodipendenti, handicappati
fisici e mentali e loro trasformazione in consultori, centri sociali e strutture
sanitarie autogestite.
211) Potenziare un servizio di emergenza territoriale che, tramite centrali
operative e collegamenti informatici, coordini le disponibilità di posti
letto delle strutture pubbliche e lo smistamento dei pazienti "urgenti".
In tutte le isole minori e nelle zone scarsamente collegate alla rete di trasporto
va istituito un servizio di Pronto Soccorso di alto livello e un servizio pubblico
efficiente di eliambulanze.
212) Sviluppare la ricerca medica e biomedica, sganciata dal controllo della
industria farmaceutica, adeguatamente sostenuta da finanziamenti statali e finalizzata
a debellare malattie gravi come il cancro e malattie infettive come l'Aids e
malattie rare, a sviluppare le tecniche del trapianto e a salvaguardare in generale
la salute del popolo.
213) Depenalizzare la pratica dell'eutanasia. Lo stato deve garantire il diritto
alla "morte assistita" nelle strutture sanitarie pubbliche quando
questa sia chiesta spontaneamente e per iscritto, in modo lucido e ponderato,
dai pazienti affetti da accertate malattie incurabili e in fase terminale, allo
scopo di mettere fine a inutili e prolungate sofferenze causate dal cosiddetto
"accanimento terapeutico".
214) Realizzare una capillare rete di strutture pubbliche di medicina preventiva
che indaghi, individui e denunci pubblicamente le sostanze nocive o cancerogene
presenti negli alimenti, nelle bevande, nei prodotti destinati a rientrare nella
catena alimentare umana e animale (coloranti, polifosfati, estrogeni, anabolizzanti,
ecc..).
215) Sottrarre al mercato privato la ricerca e le scoperte scientifiche in campo
biomedico, vietandone la commercializzazione e la brevettabilità e impegnandovi
adeguate risorse e strutture pubbliche e assicurando l'accesso gratuito per
tutti alle cure che ne derivano.
216) Favorire la ricerca, le scoperte e la sperimentazione scientifiche concernenti
l'uso delle cellule staminali e la clonazione di embrioni umani per scopi terapeutici
contro le malattie degenerative.
217) Obbligo per le autorità competenti sanitarie e giudiziarie di intervenire
per eliminare totalmente la presenza di sostanze nocive e/o cancerogene in tutte
le fasi del ciclo di produzione e del consumo e per punire le sofisticazioni.
Servizi sociali pubblici
218) Abrogare la legge Turco, n. 328 dell'8 novembre 2000 in materia di assistenza
sociale, fondata sulla negazione dei diritti sociali intesi come universalistici,
la politica familista, miseri sussidi ai poveri, la privatizzazione dei servizi,
la strumentalizzazione del volontariato e del "non profit".
219) Obbligare il governo, le regioni, le province e gli enti locali a stanziare
finanziamenti adeguati per lo sviluppo di un'efficace e capillare rete di servizi
sociali e assistenziali pubblici gestiti dalle masse stesse sulla base della
democrazia diretta, su tutto il territorio nazionale, specie nel Mezzogiorno.
220) Socializzare la vita nei quartieri delle città attraverso la costruzione
e il finanziamento pubblico di centri sociali e di servizi, luoghi di ritrovo
e di attività associativa, culturale, ricreativa e sportiva autogestiti
dalla popolazione interessata.
221) Recuperare e ristrutturare le aree dismesse (vecchie fabbriche, alberghi
chiusi, caserme e immobili militari inutilizzati, ecc.) per le esigenze sociali,
abitative e di verde attrezzato delle masse popolari.
222) Istituire mense scolastiche e scuola-bus pubblici e gratuiti dall'asilo
nido a tutta la scuola dell'obbligo.
223) Costruire nuovi asili nido e nuove scuole dell'infanzia pubblici e gratuiti
sufficienti a coprire interamente le richieste in aree salubri e non rumorose,
attrezzati per soddisfare tutte le esigenze dei bambini iscritti, con servizi
di scuola-bus e mensa gratuiti assumendo il personale necessario e prevedendo
un orario di apertura e chiusura in relazione alle necessità delle famiglie
dei lavoratori. Gli asili nido, come le scuole dell'infanzia, devono essere
considerati un servizio sociale e non un servizio a domanda individuale a pagamento.
224) Divieto di finanziamento pubblico, sotto qualsiasi forma, agli asili e
alle scuole dell'infanzia privati.
225) Pretendere periodici corsi di formazione e aggiornamento degli operatori
dei servizi sociali, assistenziali e educativi, pubblici e gratuiti, da tenersi
nell'orario di lavoro.
Scuola
226) Scuola pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti.
227) Istituire nuovi organi scolastici collegiali in cui le studentesse e gli
studenti siano la maggioranza e che dispongano di poteri vincolanti. Ne devono
far parte anche i rappresentanti del personale docente e Ata, come minoranza.
Tutti i membri devono essere eletti dalle rispettive Assemblee generali che
potranno revocarli in qualsiasi momento. Le Assemblee generali devono ispirarsi
ai principi della democrazia diretta.
228) Diritto per gli studenti di sciopero e manifestazione in difesa dei propri
diritti e a sostegno delle lotte della classe operaia e delle masse popolari
senza alcuna repressione da parte delle autorità scolastiche e ritorsioni
da parte del corpo docente.
229) Diritto degli studenti di indire Assemblee generali e/o Conferenze pubbliche
sia sui temi scolastici e universitari che su questioni politiche e sociali
di interesse locale, nazionale e internazionale, con la piena libertà
di gestione delle iniziative e senza alcun vincolo o restrizione da parte delle
autorità scolastiche.
230) Abrogare lo "Statuto degli studenti" che non intacca la subalternità
studentesca alle gerarchie scolastiche.
231) Scuola dell'obbligo fino a 18 anni, unitaria per tutti gli studenti.
232) Garantire scuole pubbliche serali per i lavoratori, favorendoli con permessi
e aiuti adeguati.
233) Abrogare tutta la legislazione controriformatrice e di tipo privatistico
riguardante: il riordino dei cicli scolastici, l'autonomia e l'aziendalizzazione
delle scuole con i presidi-manager, la parità che eleva le scuole private
a "servizio pubblico", il finanziamento pubblico, sotto qualsiasi
forma, alle scuole private e a chi le frequenta.
234) Introdurre nella didattica una scientifica informazione sessuale, secondo
programmi e modalità decisi dagli studenti.
235) Introdurre lezioni di educazione sanitaria e di educazione stradale.
236) Abolire l'esame di Stato, salvo per chi ha frequentato scuole private.
237) Mantenere il valore legale del titolo di studio.
238) Diritto per gli studenti di utilizzare nel pomeriggio i locali delle scuole
per attività sociali, ricreative, culturali e sportive a loro scelta.
239) Libero accesso a tutte le facoltà per tutti gli studenti.
240) Dopo il diploma deve essere garantito il diritto ad un lavoro stabile.
241) Tetto massimo di 20 alunni per classe, e di 15 in presenza di alcuni portatori
di handicap, a cui siano assegnati insegnanti di sostegno.
242) Abolire i doppi e tripli turni di lezione nelle scuole di ogni ordine e
grado.
243) Stop al taglio degli organici (insegnanti e tecnico-amministrativi) e all'accorpamento
delle scuole.
244) Massicci investimenti pubblici per risanare gli immobili e ammodernare
le scuole statali (mezzi informatici, laboratori, palestre, auditorium, ecc.)
e per costruirne di nuove dove necessario.
245) Dotare le scuole di biblioteche, sale di lettura attrezzate e strutture
attrezzate gratuite al servizio degli studenti per attività informatiche,
anche con collegamento a Internet, artistiche, musicali, teatrali, cinematografiche,
fotografiche e giornalistiche.
246) Installare, dove mancano, mense scolastiche gratuite con cibo di qualità.
247) Abolire la tassa d'iscrizione.
248) Gratuità per gli studenti del materiale didattico e di laboratorio
e dei mezzi di trasporto pubblici.
249) Ingresso gratuito ai musei per gli studenti. Sconti del 50% per l'ingresso
ai cinema, stadi, piscine e alle manifestazioni musicali, teatrali e culturali.
250) Divieto di passare a ruolo gli "insegnanti" di religione, designati
e dipendenti dalle Curie.
251) Abolire l'ora di religione nella scuola pubblica di ogni ordine e grado.
252) Ruolo unico per tutti i docenti.
253) Aggiornamento di tutti i docenti mediante l'anno sabbatico.
254) Obbligo per lo Stato di istituire corsi universitari di formazione per
insegnanti di sostegno. Abolire le scuole e i corsi di formazione privati e
a pagamento.
255) Adeguare gli stipendi degli insegnanti e del personale Ata alla media europea.
Distribuzione degli aumenti retributivi uguali per tutti e non in modo differenziato
e "meritocratico".
256) Immissione in ruolo di tutti i docenti e del personale Ata.
257) Assunzione in pianta stabile e a salario intero di tutti i Lsu-Lpu impiegati
nella scuola.
Università
258) Università pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli
studenti.
259) Istituire nuovi organi di governo degli atenei in cui le studentesse e
gli studenti siano la maggioranza e che dispongano di poteri vincolanti. Ne
devono far parte anche i rappresentanti del personale docente e non docente,
come minoranza. Tutti i membri devono essere eletti nelle rispettive Assemblee
generali che potranno revocarli in qualsiasi momento. Le Assemblee generali
devono ispirarsi ai principi della democrazia diretta.
260) Abolire gli attuali "organi collegiali" di facoltà e di
ateneo; in questa prospettiva abolizione del "Cnsu".
261) Abrogare tutta la legislazione sull'autonomia universitaria (finanziaria,
organizzativa, didattica).
262) Respingere l'introduzione delle scuole di specializzazione per l'insegnamento,
per architettura e per le discipline giuridiche.
263) Abolire i finanziamenti statali e altre agevolazioni alle università
private sotto qualsiasi forma.
264) Vietare finanziamenti privati alle università pubbliche.
265) Abolire il numero chiuso e ogni altra limitazione per gli accessi e il
proseguimento degli studi.
266) Abrogare la "riforma Zecchino" che ridisegna la laurea secondo
il criterio meritocratico e antipopolare del "3+2".
267) Abolire la differenziazione delle lauree in più livelli e la frammentazione
dei percorsi all'interno dello stesso indirizzo e livello di laurea.
268) Abolire i "crediti formativi" che aggravano i criteri meritocratici.
269) Mantenere il valore legale del titolo di studio.
270) Dopo la laurea deve essere garantito un lavoro stabile.
271) Massicci investimenti pubblici per potenziare, migliorare e ammodernare
gli atenei statali.
272) Abolire le tasse universitarie e i contributi per laboratorio.
273) Gratuità di vitto e alloggio per tutti i fuori sede; l'università
deve provvedere ad allestire studentati in numero sufficiente e adeguato alle
effettive necessità.
274) Potenziare le mense universitarie, gratuite per gli studenti, con cibo
di buona qualità.
275) Gratuità per gli studenti del materiale didattico, informatico e
di laboratorio e dei mezzi di trasporto pubblici.
276) Ingresso gratuito ai musei per gli studenti. Sconti del 50% nell'ingresso
ai cinema, stadi, piscine e alle manifestazioni musicali, teatrali e culturali.
277) Diritto per gli studenti di organizzarsi politicamente attraverso riunioni
che possono essere indette in tutto l'arco della giornata; le facoltà
devono garantire lo svolgimento delle Assemblee generali almeno una volta al
mese senza vincoli o restrizioni.
278) Libertà da parte degli studenti di manifestare in difesa dei propri
diritti e di indire conferenze o dibattiti pubblici su qualsiasi tema a loro
scelta.
279) Aumentare gli spazi e le aule a disposizione degli studenti per organizzarsi,
fare politica, svolgere assemblee e altre attività.
280) Installare computer nelle università e utilizzo diretto e con accesso
rapido per gli studenti; il numero di computer deve essere proporzionato al
numero degli studenti iscritti alla facoltà e prevedere il collegamento
a Internet.
281) Aumentare gli appelli degli esami universitari in base alle esigenze degli
studenti; definizione e programmazione annuale del calendario degli appelli;
possibilità di ripetere l'esame nella stessa sessione; semestralizzazione
degli esami e possibilità per gli studenti di sostenere l'esame fin da
febbraio senza essere obbligati ad aspettare maggio.
282) Abolire la prassi baronale del controllo preventivo del libretto universitario.
283) Varare Commissioni didattiche o di lavoro, a maggioranza studentesca con
la partecipazione del personale docente e Ata, che abbiano poteri vincolanti
per le università o le singole facoltà.
284) Varare Commissioni di controllo sugli esami composte interamente da studenti
per le cattedre "calde", e cioè quelle in cui i docenti-baroni
esercitano in modo selettivo, discriminatorio e vessatorio il loro potere nei
confronti degli studenti.
285) Abrogare l'art. 16 della legge 390/91 sul diritto allo studio che instaura
i "prestiti d'onore".
286) Docenti e assistenti devono rispettare gli orari di ricevimento.
287) Divieto per i docenti di esercitare attività professionali continuative
private esterne all'università.
288) Verifica negli Atenei sull'impiego di tutti i rapporti di lavoro "autonomo",
"atipico", a tempo determinato, a part-time per procedere alla loro
trasformazione in assunzioni stabili a salario intero e di conseguenza aumentare
gli organici anche a copertura del turn-over.
289) Forti aumenti degli stipendi per i ricercatori e il personale Ata.
Droga e tossicodipendenza
290) Governo, regioni, province e enti locali devono sviluppare un'efficace
politica complessiva finalizzata al contrasto della diffusione della tossicodipendenza
attraverso una corretta e capillare informazione sulle caratteristiche e le
conseguenze delle sostanze stupefacenti, la repressione del grande spaccio,
la prevenzione, la cura e il recupero psico-fisico-sociale dei tossicodipendenti.
291) Istituire una politica di "riduzione del danno" per i consumatori
di droghe "pesanti" attraverso la somministrazione controllata di
eroina e metadone da parte di strutture pubbliche adeguate e nel rispetto della
riservatezza del tossicodipendente.
292) Legalizzare la produzione, la distribuzione e il consumo dei derivati di
canapa indiana (droghe "leggere"), anche per contrastare il monopolio
delle organizzazioni criminali che lo utilizzano per indurre il consumatore
a passare alle droghe "pesanti".
293) Istituire nelle scuole un'efficace informazione scientifica sull'uso delle
droghe e i loro effetti, chiarendo bene le differenze tra quelle "pesanti"
e quelle "leggere".
294) Costruire presso ogni Asl attrezzati centri di assistenza e riabilitazione
dei tossicodipendenti, con adeguati finanziamenti e personale specializzato
e provvisti di pronto soccorso per i casi di overdose.
295) Programmi terapeutici, da svolgersi in questi centri, oppure presso le
farmacie comunali, per il graduale recupero dei tossicodipendenti che comprendano
anche la somministrazione controllata di eroina e di metadone nel rispetto pieno
della riservatezza.
296) Sostenere le iniziative finalizzate al recupero sociale dei tossicodipendenti,
in particolare attraverso l'offerta di un posto di lavoro, mezzi di sostegno
economico, un clima di socializzazione.
297) Depenalizzare il reato di consumo e di piccola detenzione di droghe come
eroina, cocaina, ecc.
298) Scarcerare tutti i tossicodipendenti che non debbano scontare altre pene
per reati non collegati al consumo di droghe. Favorire il loro recupero in strutture
sanitarie pubbliche.
299) Distribuzione gratuita delle siringhe e dei profilattici nelle farmacie
comunali e in tutte le strutture sanitarie pubbliche ai tossicodipendenti onde
limitare al massimo la diffusione di malattie infettive quali l'Aids, l'epatite
e altre.
300) Incarcerazione, forti pene detentive e confisca dei beni ai produttori
e ai grandi trafficanti di sostanze stupefacenti.
Prostituzione
301) Impedire l'approvazione di provvedimenti di legge finalizzati a cancellare
la legge Merlin, a ripristinare, in vario modo, le "case chiuse" e
a istituzionalizzare la prostituzione.
302) Abrogare il reato di adescamento e di favoreggiamento.
303) Eliminare ogni discriminazione verso chi si prostituisce (di ambo i sessi
e i transessuali) e garantire loro tutti i diritti economici, sociali e politici.
304) Infliggere il sequestro dei beni e il carcere ai trafficanti e agli sfruttatori
della prostituzione.
305) Favorire l'abbandono della prostituzione offrendo a chi la pratica una
sistemazione abitativa e lavorativa dignitosa.
306) Fornire di documenti e di permesso di soggiorno le immigrate e gli immigrati
che si prostituiscono ricattati e schiavizzati dalle organizzazioni criminali
e dagli sfruttatori.
307) Strappare dal giro della prostituzione le minorenni e i minorenni per ricongiungerli
alle famiglie di origine o, in assenza, mettere in atto un progetto di recupero
sociale attraverso l'affidamento, la ripresa degli studi, corsi di formazione
professionale, offerte di lavoro, inserimento in ambienti di socializzazione
giovanili.
Terzo settore ("non profit")
308) Abrogare la legislazione approvata e contrastare quella in approvazione,
anche fiscale, finalizzata alla istituzionalizzazione del volontariato e allo
sviluppo del cosiddetto terzo settore "non profit" e del "mercato
sociale", nell'ambito della privatizzazione dei servizi sociali, sanitari
e dell'istruzione.
309) Divieto al "non profit" di svolgere attività nel campo
dei servizi, specie in quello sanitario, dell'assistenza e dell'insegnamento,
che spettano allo Stato, alle regioni e alle amministrazioni comunali.
310) Obbligo per le "cooperative sociali" e le imprese "non profit"
di rispettare i termini di legge e le regole contrattuali nell'assunzione e
nel trattamento economico e normativo dei propri dipendenti.
Sport
311) Radicale modifica, legislativa e organizzativa, del sistema sportivo pubblico
finalizzata in particolare a favorire e sviluppare la pratica dello sport dilettantistico
e non agonistico per tutti; lo sport come diritto inalienabile e occasione formativa
per i giovani, per migliorare la qualità della vita di tutti, compresi
gli anziani, i disabili, ecc.
312) Obbligo da parte dello Stato, delle regioni, delle province e degli enti
locali, di promuovere e finanziare lo sport dilettantistico e quello olimpionico.
313) Abolizione del Coni e delle relative Federazioni nazionali delle varie
discipline sportive e loro sostituzione con nuove organizzazioni democraticamente
elette e autogestite dagli atleti e da tutti gli iscritti.
314) Recupero da parte dello Stato, dalle mani private, della gestione dei concorsi
pronostici e delle lotterie (Totocalcio, Totogol, Totosei, Enalotto, ecc.) i
cui proventi devono essere raccolti in un fondo nazionale per finanziare la
costruzione di strutture sportive pubbliche sul territorio, specie nelle periferie
urbane e la gestione dello sport olimpico e le iniziative di sport dilettantistico
e non agonistico.
315) Divieto di elargire finanziamenti pubblici alle associazioni sportive private
di professionisti, come ad esempio quelle multimiliardarie del calcio.
316) Costruire, o ampliare, in modo adeguato le strutture sportive presso le
scuole di ogni ordine e grado e le università. Ampliare il tempo scolastico
ed extrascolastico dedicato all'esercizio fisico e alle diverse discipline sportive.
317) Obbligo per gli enti locali di attrezzare adeguati impianti sportivi nei
quartieri che, insieme a quelli esistenti nei plessi scolastici, devono essere
messi a disposizione gratuitamente dei giovani e della popolazione anche anziana
di ambo i sessi, che in orari extra-lavoro ed extra scolastico vogliano praticare
sport ed esercizio fisico.
318) Sostegno finanziario e logistico alle piccole associazioni sportive senza
scopo di lucro per giovani e per anziani a livello dilettantistico e amatoriale.
319) Contrastare in modo capillare e rigoroso la deleteria e devastante pratica
del doping nello sport vietando la somministrazione di tutte le sostanze farmacologiche
stupefacenti e prevedendo improvvisi e regolari controlli sugli atleti, nonché
severe punizioni per i medici, i dirigenti responsabili e per gli stessi atleti.
D POLITICA SINDACALE
Diritti sindacali, democrazia sindacale, contrattazione
320) Difesa della legge 300/70 (Statuto dei lavoratori) e sua estensione alle
aziende con meno di 15 dipendenti, ai soci-lavoratori delle cooperative e ai
lavoratori "atipici".
321) Eliminare le discriminazioni di sesso, di razza, di religione e politiche,
sotto qualsiasi forma si manifestino all'interno delle aziende, impedire le
persecuzioni sul posto di lavoro (mobbing) messe in atto dai capi ai danni dei
loro subordinati.
322) Diritto di eleggere e costituire le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu)
in tutte le unità lavorative dei settori privati e pubblici, nelle aziende
grandi e in quelle piccole secondo il principio che tutti sono elettori e tutti
sono eleggibili e attraverso liste non necessariamente abbinate ai grandi sindacati
nazionali.
323) Diritto per le Rsu a rappresentare l'unico soggetto contrattuale nei luoghi
di lavoro. Alle Rsu siano attribuiti i diritti sindacali e il potere di realizzare
i contratti a livello aziendale con efficacia per tutti i lavoratori interessati.
324) Diritto per i lavoratori di revocare in ogni momento i delegati eletti
qualora non rispondano più al mandato ricevuto; revoca che può
essere decisa anche dall'Assemblea generale dei lavoratori.
325) Assegnare alle Assemblee generali dei lavoratori tutto il potere sindacale
e contrattuale.
326) Divieto per i dirigenti sindacali di approvare le piattaforme rivendicative
e di firmare accordi senza la preventiva discussione e approvazione, con voto
palese, dei lavoratori interessati.
327) Le trattative sindacali si devono svolgere in fabbrica dove la base può
controllare e intervenire per la definizione dell'accordo. Per le trattative
di gruppo industriale e quelle di categoria nazionali, le delegazioni sindacali
devono essere composte da un congruo numero di delegati di fabbrica e agire
entro il mandato ricevuto.
328) Diritto per i lavoratori di invitare alle loro assemblee oratori esterni
al luogo di lavoro sindacali, politici, dell'associazionismo, ecc.
329) Piena libertà per i lavoratori di organizzarsi politicamente e di
far propaganda politica nei luoghi di lavoro.
330) Diritto per le Rsu di avere all'interno del luogo di lavoro locali attrezzati,
corredati di telefono, fax, computer con stampante e connessione a Internet
a spese delle aziende e di poter disporre di un locale adeguato per svolgere
le assemblee generali dei lavoratori.
331) Difesa del contratto collettivo nazionale di lavoro con cadenza triennale,
come strumento di unificazione e di miglioramento dei trattamenti economici
e normativi in tutte le categorie dei lavoratori privati e pubblici.
332) Difesa e ampliamento del secondo livello di contrattazione (aziendale e
di gruppo) anche per le piccole imprese.
333) Divieto di accorpare in un unico contratto dell'industria i contratti delle
diverse categorie produttive.
334) Abrogare la legislazione di privatizzazione del rapporto di lavoro del
pubblico impiego.
335) Diritto dei lavoratori ad usare tutte le forme di lotta che ritengono necessarie,
a cominciare dallo sciopero al picchettaggio, al corteo interno, al blocco delle
merci e fino all'occupazione della fabbrica, per sostenere le loro vertenze.
336) Disdettare i "patti sociali" neocorporativi e neofascisti governo-Confindustria-sindacati
del luglio '92, luglio '93 e dicembre '98.
337) Abrogare la legge 80/1998 in materia di arbitrato e conciliazione che limita
ai lavoratori la possibilità di ricorrere al giudice del lavoro per difendere
i propri diritti.
Salario
338) Abolire la "politica dei redditi" e la politica salariale subordinata
ai tetti d'inflazione programmata e ai risultati (produttività, fatturato,
profitti, ecc.) aziendali.
339) Riaffermare il principio del salario come "variabile indipendente"
dalle compatibilità capitalistiche.
340) Sostanziosa redistribuzione della ricchezza prodotta dai profitti capitalistici
a favore dei salari dei lavoratori dipendenti (almeno 100 mila miliardi).
341) Forti aumenti salariali contrattuali in paga base uguali per tutti in ogni
settore del lavoro dipendente.
342) Rivalutazione degli assegni familiari pari a 150 mila lire mensili indicizzate
per ogni persona a carico.
343) Difendere la struttura salariale basata sulla paga base professionale e
sugli aumenti "collettivi" derivanti dalla contrattazione, contingenza,
premi di produzione, anzianità, oltre che dagli assegni familiari.
344) Ripristino degli aumenti retributivi legati all'anzianità.
345) Contrastare la formazione dei salari individuali e la divisione salariale
tra lavoratore e lavoratore dello stesso reparto e della stessa qualifica attraverso
gli incentivi, i premi personali, lo straordinario selvaggio, il cottimo, il
salario di presenza, o legato alla produttività, alla redditività,
alla flessibilità aziendali, ecc..
346) Ripristino dell'istituto della contingenza (scala mobile) per la totale
salvaguardia del potere d'acquisto dei salari dall'erosione dell'inflazione.
347) Divieto di introdurre, in qualsiasi forma, le "gabbie salariali"
riaffermando il principio che a uguale lavoro deve corrispondere uguale salario
in tutto il territorio nazionale.
348) Abolire il salario a cottimo.
349) Abolire il "salario convenzionale" per le cooperative sociali.
Diritto per i soci-lavoratori di usufruire delle tutele vigenti nel lavoro dipendente.
350) Effettiva rivalutazione, in base ai dati Istat, del salario accantonato
per la liquidazione.
350) Diritto dei lavoratori di ottenere anticipi sulla liquidazione per l'acquisto
della prima casa e dell'auto e per sostenere spese straordinarie personali e
di famiglia.
Orario di lavoro
352) Giornata lavorativa di 7 ore per cinque giorni settimanali per tutte le
categorie.
353) Giornata di lavoro di sei ore e trenta per cinque giorni (oppure di otto
ore per quattro giorni settimanali) per i lavori a turnazione e per i lavori
particolarmente nocivi e disagiati.
354) Le riduzioni di orario di lavoro, ottenute per via legislativa, devono
essere recepite tempestivamente nei Ccnl e non vanno vincolate a forme di recupero
di efficienza e produttività e a particolari regimi flessibili, né
a riduzioni del salario.
355) La durata massima della giornata lavorativa normale è stabilita
in 8 ore (7 più una di eventuale straordinario). Il lavoro straordinario
deve avere carattere di eccezionalità, inizia dopo le 7 ore giornaliere
e le 35 ore settimanali, non può superare le 60 ore all'anno per dipendente,
deve essere contrattato con la Rsu e obbligatoriamente comunicato all'Ispettorato
del lavoro. Le ore di straordinario possono essere recuperate come riposo compensativo.
356) Abolire i regimi di orario flessibili plurisettimanali, per mese e nell'arco
dell'anno.
357) Abolire il lavoro nei giorni di sabato, domenica e il lavoro notturno quando
non sia assolutamente indispensabile, salvaguardando anzitutto le condizioni
di miglior favore per le donne.
Sicurezza sul lavoro
358) Riorganizzazione e potenziamento di una capillare ed efficace medicina
preventiva, con adeguati strumenti di indagine e di controllo degli impianti
e della produzione per individuare ed eliminare alle radici le cause degli infortuni
e delle malattie professionali.
359) Obbligo per le aziende e le amministrazioni pubbliche di assicurare le
condizioni ambientali di lavoro idonee a garantire l'integrità psico-fisica
delle lavoratrici e dei lavoratori con l'adozione di misure e mezzi antinfortunistici
efficaci.
360) Obbligo per le aziende di contrattare e attuare con le Rsu, o in loro assenza
con le rappresentanze sindacali aziendali tutte le misure necessarie nell'ambiente
di lavoro e nelle lavorazioni per salvaguardare l'integrità psico-fisica
delle lavoratrici e dei lavoratori. Ciò vale anche in caso di introduzione
di innovazioni tecnologiche.
361) Alle Rsu devono essere attribuiti i poteri conferiti dalla legge in tema
di sicurezza per poter pretendere dai "datori di lavoro" il rispetto
di tutte le norme antinfortunistiche.
362) Obbligo per le aziende di istituire corsi obbligatori in orario di lavoro
per tutto il personale sui rischi specifici esistenti nelle lavorazioni e sul
funzionamento e l'efficacia dei mezzi antinfortunistici, ivi compresi quelli
antincendio.
363) Provvedimenti legislativi finalizzati a rendere concretamente applicabili
i decreti legislativi 277/91 e 626/94, 94/96, 334/99, 528/99, a migliorarli
e integrarli nelle parti carenti e insufficienti.
364) Piani di sicurezza antinfortunistica e di igiene del lavoro dettagliati
nei settori ad alto rischio quali le costruzioni, la cantieristica navale, il
lavoro agricolo e quello nelle cave.
365) Regolamenti antinfortunistici e di igiene del lavoro particolareggiati
da rispettare obbligatoriamente in tutte le aziende, con una particolare attenzione
per i macchinari ad alto rischio come quelli a pressione.
366) Obbligo per le aziende di garantire la normale manutenzione degli impianti
produttivi e ambientali e la loro idoneità.
367) Divieto per gli autisti di camion e per i macchinisti ferrovieri di prolungare
il servizio oltre la normale giornata lavorativa; periodiche visite mediche
di controllo gratuite per verificare la loro integrità psico-fisica.
368) Obbligo per le aziende appaltatrici e subappaltatrici impegnate in lavori
pubblici di presentare in via preliminare il piano per la sicurezza e di rispettare
le norme antinfortunistiche in corso d'opera e le normative previste dal Ccnl.
369) Lo Stato e le amministrazioni regionali, provinciali e comunali hanno l'obbligo
di controllare e di revocare l'appalto alle aziende che non rispettano gli impegni
presi per la sicurezza sul lavoro e che non applicano le normative previste
dal Ccnl.
370) Possibilità per le piccole aziende di ottenere un contributo da
parte dello Stato senza interessi e obbligo di restituzione pari al 50% delle
spese sostenute per la sicurezza sul lavoro.
371) Adeguate sanzioni pecuniarie e penali per le aziende che violano le disposizioni
di legge e contrattuali in materia di sicurezza sul lavoro.
372) Congrua indennità economica e agevolazioni sociali per i familiari
e i figli delle lavoratrici e dei lavoratori deceduti, o gravemente infortunati,
o colpiti da patologie professionali invalidanti per cause di lavoro.
Organizzazione del lavoro, inquadramento professionale e ferie
373) Organizzazione del lavoro basata su aree omogenee e sul lavoro di gruppo,
con mansioni intercambiabili.
374) Inquadramento professionale fondato su pochi livelli, un intreccio tra
le categorie operaie, dei tecnici e impiegatizie, possibilità di progredire
nei livelli superiori attraverso l'acquisizione dei requisiti richiesti.
375) Obbligo per le aziende di promuovere corsi di formazione professionale
che dovranno coinvolgere tutto il personale per favorire i processi produttivi
e agevolare l'introduzione delle nuove tecnologie, migliorare le condizioni
lavorative e l'avanzamento collettivo delle qualifiche ai livelli superiori.
376) Sei settimane di ferie, oltre alle festività abolite, per tutti
i lavoratori da godersi effettivamente, evitando la monetizzazione di esse parziale
o totale; la metà del periodo di ferie deve essere a scelta del lavoratore.
E POLITICA ENERGETICA, ECOLOGICA, DIFESA DEL TERRITORIO, TRASPORTI
377) Adeguare la legislazione, gli investimenti e le strutture operative per
la difesa e il risanamento dell'ambiente, per combattere il dissesto idrogeologico,
la cementificazione selvaggia e il disboscamento, l'inquinamento dell'aria,
dell'acqua e del territorio.
Fonti energetiche
378) Divieto di costruire centrali nucleari.
379) Potenziare la ricerca e l'utilizzazione dell'energia solare, geotermica,
delle acque, dei venti e di tutte le fonti energetiche pulite.
380) Piani di finanziamento pubblici per incentivare e agevolare l'installazione
di impianti a energia solare e fonti energetiche pulite nelle abitazioni nonché
per dotare di tali impianti anche gli edifici pubblici (scuole, ospedali, ecc.)
su tutto il territorio nazionale.
381) Piano di investimenti pubblici per la produzione della benzina verde e
per la ricerca e lo sfruttamento delle risorse energetiche (petrolio, metano,
gpl) esistenti sotto terra e nei fondi marini e per la ricerca e la sperimentazione
di combustibili alternativi alle benzine.
382) Cancellare le privatizzazioni e rinazionalizzare l'Eni (Ente nazionale
idrocarburi) e l'Enel (Ente nazionale elettricità).
383) Rivendicare provvedimenti concreti per contrastare l'inquinamento elettromagnetico
prodotto dai campi magnetici a bassa frequenza (impianti di produzione e distribuzione
dell'energia elettrica) e soprattutto dai campi ad alta frequenza (stazioni
radiobase per la telefonia mobile, impianti radiotelevisivi, ecc.) causa in
particolare di patologie infantili.
384) Elevare i termini di legge che stabiliscono i limiti consentiti di intensità
di campo elettrico e di induzione magnetica e di distanze dei centri abitati
dalle linee elettriche.
385) Divieto da parte dei comuni di rilasciare concessioni edilizie per insediamenti
abitativi in vicinanza degli elettrodotti esistenti o in via di realizzazione.
386) Interrare le linee elettriche dove è possibile.
387) Completare, o costruirla dove manca, la rete di metanizzazione in tutti
i centri abitati.
Inquinamento
388) Realizzare nelle città un sistema di fognature separato per gli
scarichi industriali e civili da un lato e la raccolta di acqua piovana dall'altro.
Obbligo per le amministrazioni comunali di sostenere le spese dell'allacciamento
al sistema fognario pubblico delle vecchie abitazioni nei centri cittadini.
389) Le imprese devono essere obbligate a installare depuratori e filtri per
tutti gli scarichi delle lavorazioni, con finanziamenti agevolati per le piccole
imprese.
390) Installare depuratori per le acque delle fogne civili.
391) Vietare lo scarico di fanghi residui della depurazione civile e industriale
che vanno trasportati invece in appositi digestori con discarica controllata
dei residui trattati.
392) Municipalizzare i servizi di autospurgo dei liquami domestici e di fanghi
residui della depurazione.
393) Allontanare dai centri abitati gli impianti ad alto rischio di inquinamento
e di esplosione.
394) Divieto per le aziende chimiche di utilizzare e produrre sostanze e materiali
di cui sia accertata la nocività per l'uomo e il danno per l'ambiente.
395) Applicare un'apposita tassa a carico di chi produce e acquista prodotti
energetici altamente inquinanti (come quelli di origine fossile); anche come
forma incentivante a usare quelli più ecologici.
Risorse idriche
396) Piani straordinari con relativa copertura finanziaria per garantire in
quantità sufficiente l'afflusso e i rifornimenti dell'acqua potabile
in tutti i centri abitati, specie al Sud e nelle Isole.
397) Adeguare e potenziare gli impianti municipali di depurazione dell'acqua
che garantiscano condizioni di massima sicurezza igienica di potabilizzazione
e pressione sufficiente nelle tubature dell'acquedotto.
398) Analisi periodiche e batteriologiche, da parte delle amministrazioni comunali,
dell'acqua potabile e pubblicizzazione dei dati risultanti.
399) Ammodernare e garantire la manutenzione delle reti idriche per garantire
l'igiene e evitare sprechi.
400) Individuare nuove falde acquifere, creare invasi appositi per la raccolta
di riserve d'acqua e il rifornimento adeguato dei centri urbani.
Ambiente e prevenzione
401) Piani straordinari per risanare e disinquinare i grandi fiumi, a partire
dal Po, l'Arno e il Tevere, risistemare i loro alvei per favorire il normale
scorrimento delle acque e la navigabilità, ripulire e ricoltivare la
vegetazione sulle rive; ripopolare la fauna ittica.
402) Piani straordinari per contenere il formarsi delle piene e evitare le conseguenti
alluvioni, impedendo l'escavazione selvaggia degli alvei, riallargando i corsi
d'acqua "regimentati" e favorendo la loro espansione in aree adatte
naturalmente o in casse di espansione artificiale, eliminando l'impermeabilizzazione
del terreno, incrementando le aree protette alle foci e lungo i corsi dei fiumi.
403) Interventi adeguati per piantare alberi nelle zone a rischio di valanghe
e di frane.
404) Provvedimenti adeguati da parte del governo, delle regioni, delle province,
dei comuni, del demanio marino per contrastare il fenomeno delle erosioni delle
coste, specie nel Centro-Sud d'Italia.
405) Controlli rigorosi sul rimboschimento nelle zone adibite al taglio della
legna.
406) Abbattere gli immobili costruiti abusivamente (soprattutto dove vi sono
vincoli ambientali, archeologici, paesaggistici). Favorire l'accesso a una abitazione
sostitutiva per coloro che sono privi di prima casa.
407) Difendere e ampliare il sistema delle oasi e dei parchi naturali terrestri
e marittimi come quelli situati nelle Alpi, nella Pianura Padana, nell'Appennino,
nelle Isole minori, nelle coste in Sicilia e in Sardegna, ecc., per salvaguardare
gli habitat naturali e la flora e la fauna selvatiche.
408) Piano straordinario per combattere il fenomeno della mucillagine nel mare
Adriatico.
409) Obbligo per il governo e la marina militare di completare le operazioni
di bonifica nell'Adriatico per recuperare tutte le bombe Nato sganciate durante
la guerra alla Serbia.
410) Istituire, o potenziare, in tutte le regioni, in particolare in quelle
a maggiore rischio sismico, moderni impianti di studio e prevenzione dei terremoti.
411) Potenziare e distribuire sul territorio in modo capillare, con particolare
attenzione alle foreste e ai boschi presso le coste, un efficiente servizio
antincendio dotato anche di un numero sufficiente di aerei ed elicotteri per
un rapido intervento sui focolai.
412) Aumentare gli organici del corpo forestale a tempo pieno, equamente distribuiti
sul territorio secondo le necessità, attribuire loro anche compiti di
vigilanza ambientale e attrezzarli per un primo intervento nello spegnimento
e contenimento degli incendi.
413) Realizzare rapidamente un sistema di avvistamento di ogni minaccia di incendio
su tutto il territorio nazionale, tecnologicamente avanzato, dotato di strumenti
telematici e satellitari.
414) Vietare per un periodo non inferiore a 10 anni le concessioni edilizie
nelle zone colpite da incendi dolosi.
415) Forti pene pecuniarie e detentive per gli esecutori e i mandanti degli
incendi dolosi.
416) Potenziare e ammodernare il servizio di protezione civile, esteso su tutto
il territorio nazionale per la prevenzione, l'intervento e la tempestiva assistenza
alle popolazioni in caso di terremoti, calamità naturali, disastri di
ogni genere.
417) Ricostruire immediatamente, nelle zone terremotate e colpite da gravi calamità,
le abitazioni e tutte le strutture necessarie alla vita civile, sociale e produttiva
delle popolazioni.
418) Tempestivi indennizzi economici e agevolazioni fiscali per coprire i danni
alle abitazioni derivanti dalle alluvioni.
Rifiuti
419) Favorire tutte le misure finalizzate a ridurre la quantità e il
peso dei rifiuti urbani e industriali prodotti.
420) Sollecitare una riduzione drastica degli imballaggi delle merci che attualmente
rappresentano il 60% del volume dei rifiuti.
421) Ridurre in modo generalizzato la pratica di "usa e getta" e incentivare
ogni forma di riciclaggio.
422) Riduzione dell'uso di materiali vergini per attività edilizia e
conseguente riduzione dell'attività estrattiva (cave di terra e fluviali)
attraverso il recupero e riutilizzo dei materiali inerti.
423) Impedire e punire lo "smaltimento" dei rifiuti illegale e selvaggio.
424) Obbligo per le amministrazioni comunali di organizzare (o migliorare dove
esiste) un efficiente sistema di smaltimento dei rifiuti solidi urbani attraverso
la raccolta differenziata, il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali.
425) La raccolta differenziata di carta, vetro, plastica, pile, batterie, legno,
metalli, oli, farmaci scaduti, rifiuti organici, residui di verde, indumenti,
ecc., deve essere effettuata attraverso appositi contenitori posti presso i
luoghi di lavoro e di studio, e le abitazioni, gratuitamente.
426) Potenziare in mezzi e personale il servizio municipalizzato di nettezza
urbana per la pulizia delle strade e per le altre esigenze ecologiche cittadine.
427) Sistemare nelle città in numero sufficiente ampi cestini di raccolta
rifiuti con frequente vuotatura.
428) Chiusura di tutti gli inceneritori e trasporto dei rifiuti residui dal
riciclaggio nelle discariche controllate che devono essere collocate lontane
dai centri abitati e nel rispetto dell'ambiente e del paesaggio.
429) Divieto di incenerire i rifiuti ospedalieri, adottare il sistema della
sterilizzazione.
Trasporti
430) Cancellare lo speculativo, inutile e dannoso per l'ambiente progetto ferroviario
dell'Alta velocità.
431) Opporsi alla Variante di valico appenninica e ai progetti speculativi simili.
432) Piani di sviluppo e ammodernamento delle reti ferroviarie nazionali, interregionali
e regionali con un'attenzione particolare per il Sud, il servizio di trasporto
dei pendolari e delle merci.
433) Potenziare il trasporto delle merci su rotaia, via mare e via aerea per
limitare quello su gomma, dannoso per l'ambiente e pericoloso per il traffico.
434) Potenziare il trasporto pubblico di traghetti per le Isole, migliorando
la qualità del servizio di imbarco, alloggio e vettovagliamento.
435) Divieto di privatizzare, sotto qualsiasi forma, le Ferrovie dello Stato.
Abrogare le privatizzazioni già attuate o in atto.
436) Piani di sviluppo e di ammodernamento del trasporto pubblico urbano ed
extraurbano nelle città principalmente basato su metropolitane.
437) Privilegiare per il trasporto pubblico, in particolare nei centri cittadini,
i bus elettrici e a metano a basso tasso d'inquinamento.
438) Potenziare gli orari, le frequenze, le linee e le vetture dei bus e delle
metropolitane per fronteggiare adeguatamente le esigenze di mobilità
e collegare le zone periferiche tra di loro e con il centro città.
439) Trasporti pubblici urbani ed extraurbani su gomma e su rotaia gratuiti
per i disabili, i pensionati poveri, i disoccupati e per spostamenti di lavoro
e di studio.
440) Favorire con incentivi economici doppi rispetto a quelli attuali, la diffusione
di bici, motorini e motociclette elettriche, aumentando considerevolmente le
postazioni di ricarica nei centri urbani.
441) Potenziare, o costruire ex-novo, parcheggi pubblici gratuiti, o a prezzi
popolari, privilegiando quelli in sottosuolo e in elevazione, presso le vie
di penetrazione delle città e nei centri cittadini solo per i residenti,
con adiacente il servizio di trasporto pubblico.
442) Chiudere i centri cittadini al traffico privato, salvo che per i residenti,
per le attività di carico e scarico merci, per i mezzi elettrici e non
inquinanti.
443) Istituire piste ciclabili effettivamente praticabili e prevedere un servizio
comunale per l'affitto di biciclette a prezzi popolari.
444) Installare in tutte le città, da parte dei comuni, un capillare
sistema di rilevamento e di monitoraggio dell'inquinamento dell'aria (polveri,
piombo, benzene, ecc.).
F POLITICA DELL'INFORMAZIONE E DELLE TELECOMUNICAZIONI
445) Contrastare e respingere la privatizzazione, concentrazione e centralizzazione
dei mezzi di informazione e delle telecomunicazioni.
446) Vietare a qualsiasi privato o società il controllo di aziende e
gruppi che superino complessivamente il 10% del mercato del settore delle telecomunicazioni
e dell'informazione. Lo Stato provvederà a punire chi contravviene a
questo limite con la requisizione delle imprese interessate.
447) Riservare allo Stato il monopolio televisivo e la proprietà di almeno
un grande gruppo editoriale, una società di telecomunicazioni, una rete
di centri stampa senza scopo di lucro, distribuiti sul territorio almeno uno
per provincia, e una diffusa rete di centri multimediali ad accesso gratuito
che garantiscano concretamente alle masse popolari l'accesso all'informazione
e il diritto di propaganda, il servizio telefonico e di telecomunicazione a
basso costo, l'accesso individuale gratuito a Internet.
448) Divieto per qualsiasi esponente di partito di possedere il controllo o
partecipazioni azionarie di grandi aziende nel settore dell'informazione e delle
telecomunicazioni.
449) Divieto di privatizzare la Rai e sua trasformazione da carrozzone lottizzato
dai partiti del regime neofascista in ente pubblico controllato dalle masse
popolari attraverso l'elezione popolare dei membri del Consiglio di amministrazione
e finanziato mediante la fiscalità generale.
450) Abrogazione del canone Rai.
451) Diritto di accesso gratuito all'informazione radiotelevisiva ed editoriale
pubblica da parte delle masse popolari organizzate e dei movimenti di lotta
di carattere politico, sindacale, studentesco, femminile, giovanile, sociale,
nonché dell'SLL, da realizzarsi attraverso forme autogestite e servizi
giornalistici che siano veritieri e rispondenti alle aspettative delle masse.
452) Abrogazione della vendita da parte dello Stato delle licenze relative all'uso,
nel campo radiotelevisivo e delle telecomunicazioni, delle radiofrequenze, reti
analogiche e digitali e di trasmissione attraverso altre tecnologie; introduzione
di licenze di affitto di tipo annuale i cui proventi siano destinati al finanziamento
del sistema pubblico radiotelevisivo, editoriale e di stampa.
453) Uso gratuito del software nel campo della multimedialità e diritto
di accesso e di modifica del "codice sorgente" dei programmi relativi.
G RIVENDICAZIONI SPECIFICHE
Braccianti e operai agricoli
454) Lavoro stabile e garantito tutto l'anno per tutti i lavoratori agricoli
nelle grandi e medie aziende.
455) Abolizione del bracciantato e assunzione dei braccianti come operai agricoli
a tempo indeterminato.
456) Abolizione dei contratti stagionali e avventizi. Comunque prevedere per
i lavoratori stagionali e avventizi una copertura annuale salariale, assistenziale
e previdenziale.
457) Divieto per gli imprenditori agricoli di assumere personale (anche solo
in relazione al "lavoro occasionale") al di fuori delle norme sul
collocamento e senza obblighi contributivi e previdenziali.
458) Individuare, facendo ricorso ai vari metodi di indagine incrociata, e reprimere,
come reato penale, il ricorso al lavoro nero e al "caporalato" per
l'ingaggio della mano d'opera.
459) Rivedere e correggere la legge sui "contratti di riallineamento"
per impedire gli abusi e le frodi fiscali delle aziende e per favorire un'effettiva
emersione del "lavoro nero" e la tempestiva applicazione dei trattamenti
previsti nei Ccnl per i dipendenti.
460) Imporre alle aziende agricole il versamento dovuto dei contributi previdenziali
per i lavoratori.
461) Garantire ai lavoratori agricoli un salario sufficiente e la copertura
previdenziale nei mesi di inattività, attraverso la cassa integrazione
e i contributi figurativi.
462) Abrogare il tetto delle 50 giornate lavorative annuali sotto le quali i
lavoratori non hanno diritto alla copertura previdenziale e al trattamento di
disoccupazione.
463) Eliminare il cottimo.
464) Parificare i salari e le normative (compresi i diritti sindacali) dei lavoratori
agricoli a quelli mediamente esistenti nell'industria alimentare.
465) Parificare i salari esistenti nelle diverse province ai livelli più
alti delle rispettive qualifiche.
466) Aumenti salariali ai lavoratori agricoli per portarli almeno alla media
europea.
467) Diritto per i lavoratori agricoli a tempo indeterminato di riscuotere in
busta paga in tempo reale gli assegni familiari e l'indennità di malattia,
eliminando così i ritardi e le incongruenze fiscali causati dalla gestione
diretta dell'Inps.
468) Imporre alle aziende il rigoroso rispetto dei trattamenti economici e normativi
stabiliti nel Ccnl e nei contratti provinciali.
469) Provvedimenti per il rispetto della parità di trattamento economico
e normativo per le lavoratrici della terra e il riconoscimento dei diritti legislativi
e contrattuali di maternità.
470) Adozione di misure efficaci, legislative, amministrative, sanitarie per
imporre alle aziende il rigoroso rispetto delle norme antinfortunistiche nell'uso
di macchine di lavorazione e di sostanze chimiche. Obbligo per le aziende di
finanziare corsi di formazione obbligatori per tutto il personale.
471) Diritto per gli operai agricoli, i braccianti e i disoccupati di beneficiare
di finanziamenti pubblici senza interessi, di credito bancario a tasso ridotto
e di agevolazioni fiscali per coltivare appezzamenti di terra espropriati ai
grandi proprietari che non li coltivano.
Contadini poveri e medi e piccole cooperative
472) Esproprio delle terre dei grandi proprietari, enti morali, religiosi e
pubblici, in stato di abbandono e loro distribuzione ai lavoratori agricoli,
ai giovani e ai disoccupati perché siano avviate alla coltivazione.
473) Lo Stato, le regioni e gli enti locali devono adeguare, o costruire ex
novo dove non esistono, nelle campagne e nelle zone montane tutte le infrastrutture
e i servizi necessari quali la distribuzione di corrente elettrica e acqua,
la rete telefonica, strade, scuole, strutture sanitarie.
474) Diritto di beneficiare di finanziamenti pubblici senza interessi, di credito
bancario a tasso ridotto e agevolazioni fiscali, per i contadini poveri e per
i nuovi coltivatori che intendono riattivare terre incolte, per comperare gli
attrezzi e i mezzi meccanici necessari, le semente, i concimi e quanto altro
occorra.
475) Agevolazioni da parte dello Stato per un affitto a prezzo popolare di attrezzi,
trattori, macchine speciali da lavoro, ecc., a chi non ne ha disponibilità
e ne necessita per lavorare la terra.
476) Manutenzione a prezzo popolare con contributi dello Stato delle macchine
per il lavoro agricolo.
477) Contributi statali per ristrutturare le case coloniche.
478) Incentivare la cooperazione con sovvenzioni pubbliche.
479) Esenzione dall'applicazione dell'Irap, anche per le piccole cooperative.
480) Riduzione degli attuali canoni di affitto per i contadini poveri e le piccole
cooperative.
481) Incentivare le coltivazioni con concimi biologici e prodotti naturali e
non inquinanti sostitutivi dei pesticidi e dei diserbanti.
482) Potenziare i servizi del ministero per le politiche agricole e delle Asl
di assistenza, formazione e informazione per i contadini poveri e le piccole
cooperative sulle sostanze chimiche e biologiche, nonché su quelle transgeniche
per migliorare il raccolto, salvaguardare l'ecosistema, difendere la sicurezza
e la salubrità del lavoro.
483) Lo Stato e le regioni devono garantire consulenze tecniche per l'uso delle
nuove metodologie e tecnologie nella lavorazione della terra.
484) Diritto dei contadini poveri e delle piccole cooperative a essere indennizzati
adeguatamente dallo Stato e dalle regioni in caso di annate sfavorevoli o di
distruzione del raccolto per cause meteorologiche e calamità naturali.
485) Obbligo per lo Stato e le istituzioni preposte di ritirare i prodotti agricoli
in "eccedenza" per porli in vendita a prezzi calmierati.
486) Obbligare, con l'intervento dello Stato, le cooperative che sono fallite
per malversazione nella gestione a rimborsare ai soci le quote versate.
Piccoli artigiani e piccoli commercianti
487) Contributi pubblici e agevolazioni fiscali per l'acquisizione e la ristrutturazione
dei locali di esercizio dell'attività.
488) Messa a disposizione, da parte di comuni, province, regioni e Stato, di
immobili di proprietà pubblica da affittare a prezzo politico per iniziative
e attività artigianali, turistiche e di piccolo commercio, fiscalmente
incentivate, al fine di evitare l'abbandono e il degrado dei quartieri popolari.
489) Tassi bancari di finanziamento e di locazione finanziaria ridotti per l'acquisizione
di macchinari e attrezzature.
490) Tassi bancari ordinari parificati a quelli praticati alla grande industria
e distribuzione, senza necessità di garanzie oltre a quelle personali,
anche per contrastare l'usura.
491) Tariffe agevolate per lo smaltimento dei rifiuti compresi quelli speciali,
tossici e nocivi, e per i consumi energetici e telefonici.
492) Esenzione dall'applicazione dell'Irap, anche per le piccole cooperative.
493) Riduzione della Tosap (tassa occupazione spazi e aree pubbliche) per piccoli
commercianti e ambulanti.
494) Abolizione del pagamento del diritto annuale a favore delle Camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura.
495) Possibilità di rateizzare il pagamento di imposte e contributi,
in caso di difficoltà economiche documentabili, con l'applicazione di
interessi al tasso legale vigente.
496) Semplificazione delle pratiche e incombenze amministrative, contabili,
fiscali e burocratiche.
497) Indennità a carico dello Stato in caso di malattie, infortuni e
maternità uguali a quelle previste nel lavoro dipendente dell'industria.
498) Riduzione dei versamenti contributivi al livello di quelli a carico dei
lavoratori dipendenti dell'industria con integrazione a carico dello Stato per
la parte restante e parificazione dei rendimenti pensionistici e della relativa
normativa a quelli vigenti nel lavoro dipendente dell'industria.
Donne
499) Piena uguaglianza economica, giuridica e di fatto tra uomo e donna nel
lavoro, nella società e nella famiglia.
500) Garantire alle donne il 50 per cento delle assunzioni.
501) Obbligo per le aziende di assumere regolarmente e a tempo indeterminato
le lavoratrici a nero, stagionali e a giornata.
502) Obbligo per le aziende pubbliche e private di assumere a tempo pieno e
indeterminato le lavoratrici già impiegate a part-time, con contratto
"autonomo", "atipico", a termine, interinale, a domicilio,
che ne facciano richiesta.
503) Condannare penalmente le aziende che discriminano le donne nell'assunzione
attraverso l'uso arbitrario delle prove di idoneità e delle visite mediche,
o misure vessatorie come le lettere di dimissioni in bianco.
504) Ripristinare il divieto di lavoro notturno per le donne.
505) Rimuovere ogni discriminazione legislativa, normativa e contrattuale che
comporta a parità di qualifica e anzianità un salario ridotto
per le donne.
506) Estendere a 4 mesi prima e 6 mesi dopo il parto il congedo obbligatorio
di maternità a salario intero.
507) Diritto illimitato dei genitori ad assentarsi alternativamente dal lavoro
in caso di malattia dei figli fino al compimento dei dieci anni. Tali assenze
devono essere retribuite al 100% e devono essere riconosciuti alle lavoratrici
e ai lavoratori per intero i contributi figurativi.
508) Ripristinare l'età pensionabile a 55 anni per le donne e tendere
gradualmente ad abbassare tale limite a 50 anni.
509) Approntare un piano straordinario per l'inserimento professionale delle
lavoratrici licenziate, disoccupate, casalinghe ultratrentacinquenni.
510) Assicurare un'indennità di disoccupazione alle casalinghe che non
hanno alcun reddito - salvo quello da pensione di reversibilità e di
invalidità e della prima casa - pari a 1 milione di lire nette indicizzate
da revocare in caso di rifiuto di un lavoro extradomestico adeguato alle capacità
effettive della casalinga.
511) Assicurare alle casalinghe che non hanno altro reddito - salvo quello derivante
dalla pensione di reversibilità e di invalidità e della prima
casa - la pensione sociale, debitamente innalzata, a partire dai 55 anni.
512) Estendere la copertura assicurativa contro gli infortuni domestici alle
casalinghe eliminando i limiti di età e indennizzando anche le invalidità
permanenti inferiori al 33% e il decesso.
513) Impegnare lo Stato e gli enti locali a socializzare il lavoro domestico
attraverso la costruzione di una fitta rete di servizi sociali pubblici gratuiti
o a prezzi popolari su tutto il territorio nazionale come mense territoriali,
scolastiche e aziendali, lavanderie e stiratorie, centri di rammendo e di manutenzione
degli indumenti, squadre pubbliche di pulizia degli alloggi o per altre pratiche
domestiche, ecc.
514) Piani straordinari per dotare tutto il territorio nazionale, in particolare
il Sud e le periferie urbane, di una fitta rete di servizi pubblici gratuiti
per la prima infanzia (nidi, scuole dell'infanzia, trasporti, servizi di doposcuola,
centri estivi, ecc.) fino a completa copertura delle necessità e con
orari e prestazioni in grado di soddisfare le esigenze lavorative e sociali
dei genitori, in particolare delle donne.
515) Potenziare le strutture e il personale sanitario impegnati a garantire
la salute delle donne (interruzione della gravidanza, contraccezione, maternità,
fecondazione artificiale, prevenzione oncologica, ecc.). Prestare adeguata attenzione
alla prevenzione e alla profilassi delle malattie tipicamente femminili e legate
alla riproduzione. Completa gratuità delle analisi e delle ricerche diagnostiche
di tali malattie senza alcun limite di età.
516) Rafforzare, sviluppare ed estendere i consultori pubblici autogestiti su
tutto il territorio nazionale e pubblicizzarli, per un'efficace prevenzione
della salute delle donne e per diffondere a livello di massa un'informazione
democratica e scientifica sulla sessualità e i metodi di contraccezione
e per offrire un supporto sanitario e legale ai rapporti di coppia, alla maternità
e all'interruzione della gravidanza.
517) Legittimazione giuridica e piena libertà delle ricerche e delle
sperimentazioni biogenetiche sugli embrioni e sui feti al fine di combattere
la sterilità, salvaguardare la salute delle partorienti e dei nascituri.
518) Legittimare e rendere concreto il diritto per tutti, ivi comprese le coppie
di fatto, omosessuali e singoli, ad accedere gratuitamente alla fecondazione
assistita, "omologa" e non, e alla "maternità surrogata"
nelle strutture pubbliche.
519) Uniformare a livello nazionale i protocolli regionali di analisi prenatale
inserendovi via via tutte le più aggiornate metodologie diagnostiche
e garantire la loro completa gratuità, senza limiti di età delle
donne in gravidanza.
520) Diffusione gratuita di tutti i mezzi contraccettivi, ivi compresi profilattici,
spirale, pillola e pillola del giorno dopo, nei presidi ospedalieri, nei consultori,
nelle farmacie, nelle scuole e nelle università.
521) Divieto di opporre "obiezione di coscienza" in riferimento all'interruzione
di gravidanza e alla somministrazione di mezzi contraccettivi, ivi compresa
la pillola del giorno dopo, per i medici specializzati in ginecologia e ostetricia,
il personale infermieristico e ausiliario e i farmacisti.
522) Elevare a 18 settimane di gravidanza il limite per richiedere liberamente
l'interruzione della gravidanza nelle strutture pubbliche.
523) Libertà di aborto per le minorenni nelle strutture pubbliche senza
il consenso dei genitori o del giudice tutelare.
524) Rendere amministrativo il procedimento di divorzio in caso di consensualità
e assenza di figli.
525) Ridurre a sei mesi il tempo di separazione necessario per ottenere il divorzio
in caso di consensualità e in assenza di figli. Ridurre a un anno negli
altri casi. In ogni caso i costi del divorzio devono essere a carico dello Stato.
526) Riconoscimento, da parte delle istituzioni dello Stato e amministrative,
delle unioni civili e di fatto, anche quelle tra omosessuali di ambo i sessi.
Tutti i nuclei familiari, comunque costituiti, devono essere considerati alla
pari, con gli stessi diritti e gli stessi trattamenti sociali, economici e fiscali.
527) Introdurre la procedibilità d'ufficio per i reati di violenza sessuale
fuori e dentro la famiglia.
528) Eliminare ogni limite alla libertà sessuale dei minorenni.
Giovani
529) Riconoscere la maggiore età, il diritto di voto e di eleggibilità,
anche per la Camera e il Senato, a 16 anni.
530) Diritto di voto ai quattordicenni per le elezioni comunali.
531) Abolire i truffaldini e fuorvianti "Consigli comunali dei bambini",
chiamati a scimmiottare le gesta degli adulti nelle istituzioni rappresentative
borghesi.
532) Lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato
per tutte le ragazze e i ragazzi al termine degli studi.
533) Piani straordinari urgenti mirati all'assunzione dei giovani disoccupati
e in cerca di prima occupazione, a partire dal Mezzogiorno e dalle "aree
depresse".
534) Cancellare ogni discriminazione economica e normativa verso i giovani lavoratori.
Pertanto: abolire l'apprendistato, i contratti di formazione e lavoro, il salario
d'ingresso, i "contratti di prima esperienza", le "borse di lavoro"
e gli "stage" per i giovani alla prima occupazione.
535) Vietare l'impiego di minori di 18 anni in lavori pericolosi e nocivi.
536) Abrogare la legge del febbraio 2001 che istituisce il servizio civile per
i giovani di ambo i sessi.
537) Prevedere nei piani di edilizia residenziale pubblica la costruzione o
la ristrutturazione di piccoli appartamenti da concedere in affitto a prezzi
politici a chi è sotto i 35 anni con un reddito non superiore ai 15 milioni
di lire annui indicizzati, in coppia o singoli, rendendo concreta la possibilità
di vivere in modo indipendente dalla famiglia d'origine.
538) Costruzione, garantendone il finanziamento pubblico, di luoghi di ritrovo
e di attività culturale, ricreativa e sportiva, di spazi verdi, autogestiti
dai giovani.
539) Ridurre del 70% le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti e per la fornitura
di acqua, luce, gas e telefono ai giovani di età inferiore a 29 anni.
540) Ingresso gratuito ai musei e sconti del 50% a tutti i giovani di età
inferiore a 29 anni nell'accesso ai cinema, stadi e piscine e alle manifestazioni
musicali, teatrali e culturali.
541) Diffusione gratuita di tutti i mezzi contraccettivi, ivi compresi profilattici
e pillola del giorno dopo, nelle scuole e nelle università.
542) Realizzazione di un piano di edilizia pubblica specifica per il soggiorno
a prezzi politici del turismo giovanile di massa a livello nazionale e internazionale
i cui ricavati sostengano la costituzione di un'Agenzia nazionale pubblica autogestita
da giovani e studenti per il turismo giovanile e studentesco.
Infanzia e adolescenza
543) Obbligo per il governo, le istituzioni, le regioni, le province e gli enti
locali di realizzare una politica complessiva e programmi concreti finalizzati
al soddisfacimento dei diritti e dei bisogni economici, sociali, culturali formativi,
sanitari, sportivi, ricreativi dei bambini e degli adolescenti, compresi i figli
degli immigrati.
544) Eliminare ogni discriminazione di sesso, a danno delle bambine e delle
adolescenti, a scuola, in famiglia, nei servizi sportivi e ricreativi, nella
società.
545) Adeguare le norme legislative e le strutture operative per favorire l'accesso
alle adozioni (in Italia e all'estero) delle famiglie anche di fatto, etero
e omosessuali e ai singoli "genitori", alzando il tetto dell'età
massima, velocizzando i tempi e abbattendo le spese burocratiche.
546) Costruire all'interno degli ospedali (o adeguare dove ci sono già)
reparti pediatrici attrezzati a curare le malattie infantili e adolescenziali
per bambini da 0 a 14 anni, con un numero di posti letto sufficienti a coprire
le necessità, l'accesso e il pernottamento di uno dei genitori o loro
sostituto, spazi giochi adiacenti, personale qualificato.
547) Piani urbanistici finalizzati a modificare le città tenendo presente
anche le esigenze dei bambini (luoghi liberi dal traffico, spazi verdi attrezzati
per giocare e svolgere attività fisica, servizi sportivi, ludoteche,
ambienti per incontrarsi e socializzare, teatro e cinema per ragazzi).
548) Obbligo per gli enti locali di organizzare ogni anno, in modo sufficiente
rispetto alla domanda e gratuitamente, per i ragazzi fino a 14 anni centri estivi
(soggiorni marini e montani, campi solari residenziali) nelle tradizionali colonie,
ma anche nei campeggi comunali e negli immobili di proprietà dello Stato,
con personale qualificato. Vanno resi gratuiti gli interscambi con giovani di
altri Paesi al fine di conoscere usi, tradizioni e lingua.
549) Programmi e progetti studiati appositamente e condotti da personale qualificato
della scuola e dell'assistenza sociale per prevenire l'abbandono scolastico
e per recuperare i bambini e i ragazzi al compimento della scuola dell'obbligo,
con i necessari accorgimenti e facilitazioni.
550) Adeguati provvedimenti per contrastare il lavoro minorile che vedano il
concorso di scuola, sindacati, comuni, ecc., preparando il personale ispettivo
e moltiplicando le ispezioni, sanzionando anche col carcere, nei casi più
gravi, i datori di lavoro colpevoli.
551) Sancire nei contratti nazionali di lavoro il divieto per le imprese di
acquisire o far produrre sia sul territorio nazionale che all'estero prodotti
realizzati con lavoro minorile.
552) Sostegno multiforme (economico, assistenziale, educativo, psicologico)
alle famiglie povere e indigenti con figli minori avviati al lavoro illegalmente,
con l'obbligo di riportarli a scuola.
553) Divieto di impiegare mano d'opera al di sotto dei 16 anni.
554) Vietare in ogni caso l'impiego di minori in età lavorativa (14-18
anni) in lavori pericolosi e nocivi per la salute (lavori in ambienti insalubri
e a rischio infortunistico, l'uso di attrezzature utensili complesse, trasporto
di carichi pesanti, l'esposizione ad agenti climatici insalubri, ecc.).
555) Individuare, denunciare e punire con sanzioni adeguate tutti coloro che
sono responsabili di violenza sessuale e inducono e costringono minori alla
pornografia (foto, video, immagini in Internet), che promuovono e sfruttano
la prostituzione minorile; perseguire i pedofili.
556) Punire penalmente e togliere la "patria potestà" ai genitori
che usano violenza sessuale sui figli; prevedere sanzioni analoghe anche per
gravi maltrattamenti e per negazione dei bisogni essenziali.
557) Divieto di organizzare "tour sessuali" all'estero ai danni dei
minori dei paesi del Terzo mondo.
558) Opera di recupero e di integrazione sociale dei minori che hanno "infranto
la legge" ricorrendo solo in via eccezionale al riformatorio e utilizzando
misure alternative legate al recupero scolastico, la formazione professionale,
esperienze lavorative personalizzate, favorendo la frequentazione di ambienti
giovanili e la nascita di relazioni amichevoli e affettive.
Anziani, disabili e portatori di handicap
559) Obbligo per lo Stato, le regioni e gli enti locali di stanziare finanziamenti
sufficienti, di approntare piani concreti e realizzare una rete di servizi pubblici
per soddisfare i bisogni degli anziani: abitativi, sanitari, assistenziali,
economici, culturali, sportivi, ricreativi e di socializzazione.
560) Abbattere le barriere architettoniche nelle strutture pubbliche, sui mezzi
di trasporto pubblico, nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro e di studio, nella
viabilità, negli ambienti sportivi, ricreativi, culturali.
561) Piani straordinari finalizzati all'inserimento dei portatori di handicap
negli asili e nelle scuole pubbliche, università compresa, adeguandone
gli ambienti (marciapiedi, scale, porte, aule, laboratori, servizi igienici,
mense, accesso al telefono), assumendo il personale di sostegno necessario,
dotando ogni istituto di quei supporti tecnici già oggi esistenti (telefono
ponte per sordi, supporti multimediali, lettori per ipovedenti, software vocale
per la navigazione Internet, la posta elettronica e in generale l'uso del PC
per non vedenti, ecc.), prevedendo delle borse di studio per chi proviene da
famiglie povere.
562) Piani straordinari per la formazione professionale dei disabili, con residue
capacità lavorative, e loro collocamento, attraverso liste speciali,
in imprese pubbliche e private.
563) Obbligo per le aziende private e per gli uffici pubblici di assumere disabili
dalle liste speciali, quanto meno nelle percentuali stabilite per legge affidando
ad essi mansioni consone alle loro capacità fisiche e professionali.
Ai disabili va fornita la strumentazione informatica e una formazione obbligatoria
in orario di lavoro per il loro inserimento e miglioramento lavorativo e professionale.
564) Prevedere varie forme di sostegno al reddito (indennità di disoccupazione,
indennità di accompagnamento, pensione di invalidità) da erogare
secondo le condizioni contingenti e permanenti del disabile.
565) Istituire un adeguato servizio sociale pubblico e gratuito di assistenza
domiciliare socio-sanitaria-riabilitativa per gli anziani e i disabili secondo
le necessità, con personale dipendente dalle Asl.
566) Creare, con il concorso delle regioni e dei comuni, nuove residenze e centri
diurni pubblici e gratuiti per disabili e anziani anche non autosufficienti
fino a coprire tutte le richieste, con servizio di trasporto domiciliare, operanti
anche nei periodi estivi, con spazi attrezzati per le varie patologie degli
anziani e la presenza di personale di sostegno, medici e personale infermieristico
specializzato in malattie gravi come l'Alzheimer; coinvolgimento dei familiari
dei "ricoverati" nella gestione di queste strutture.
567) Realizzare comunità alloggio con personale di sostegno per anziani
e disabili, in particolare per i non autosufficienti, che ne facciano richiesta.
568) Garantire soggiorni estivi (mare-montagna-collina o all'estero) per anziani
e disabili in base alle richieste, gratuiti per coloro che non superano singolarmente
i 18 milioni di lire di reddito netti all'anno indicizzati e a prezzi popolari
per coloro che hanno un reddito non superiore ai 30 milioni di lire annui netti
indicizzati.
569) Fornire gratuitamente le protesi, gli apparecchi sanitari e ortopedici,
comprese le carrozzine.
570) Servizi di trasporto pubblico gratuito con accompagnatore per tutte le
necessità sanitarie, sociali, ricreative e scolastiche, a favore degli
anziani e dei disabili anche non autosufficienti.
571) Finanziamenti pubblici e sgravi fiscali per l'abbattimento delle barriere
architettoniche e la relativa ristrutturazione delle abitazioni di residenza
dei disabili e portatori di handicap in carrozzina.
572) Corsi pubblici gratuiti per i familiari di invalidi e malati cronici, in
orari adeguati alle varie esigenze, svolti da personale medico e psicologo per
affrontare i problemi pratici, sanitari, igienici, di alimentazione, ecc..
573) Sconti del 50% per tutti i pensionati sociali e a basso reddito nell'ingresso
ai musei, cinema, stadi, e piscine e alle manifestazioni musicali, teatrali
e culturali.
Gay, lesbiche, transessuali
574) Eliminare tutte le norme giuridiche e amministrative tendenti a criminalizzare
i rapporti consensuali omosessuali e a discriminare socialmente e nell'accesso
ai diritti i gay, le lesbiche e i transessuali.
575) Garantire a omosessuali, lesbiche e transessuali parità di trattamento
in relazione alla sicurezza sociale, l'assicurazione delle malattie, le prestazioni
sociali, il sistema educativo, il diritto professionale, matrimoniale e di successione,
il diritto di adozione, la legislazione sui contratti d'affitto.
576) Diritto per gay, lesbiche e transessuali di sposarsi civilmente con un
partner dello stesso sesso, o quanto meno, a essere riconosciuti e registrati
come una famiglia di fatto con gli stessi diritti e doveri previsti per la convivenza
nelle coppie eterosessuali.
577) Diritto per le coppie gay, lesbiche e transessuali di avvalersi gratuitamente
in strutture sanitarie pubbliche delle tecniche per la fecondazione assistita
e maternità surrogata; e di accedere senza discriminazioni all'istituto
delle adozioni.
578) Favorire chi richiede il cambiamento di sesso, nelle strutture pubbliche
e gratuitamente, e il cambio di identità anagrafica.
579) Estendere a gay, lesbiche e transessuali le norme antidiscriminatorie presenti
nella legge 300/70 per garantire nei luoghi di lavoro dei settori privati e
pubblici parità di trattamento nelle assunzioni, attribuzioni di qualifiche
e mansioni, progressione economica, tutela contro il licenziamento.
580) Diritto per le coppie gay, lesbiche e transessuali di accedere ai bandi
di concorso per l'assegnazione delle case popolari, senza discriminazioni in
base all'orientamento sessuale.
581) Prevedere corsi di formazione per gli insegnanti finalizzati alla comprensione
dell'omosessualità, al rispetto e alla protezione da abusi, molestie
e discriminazioni degli alunni gay e delle alunne lesbiche.
582) Divieto di ricovero dei giovani omosessuali in istituti psichiatrici e
relativi trattamenti per "modificarne" l'orientamento sessuale.
583) Cancellare dai codici penale e civile ogni norma repressiva basata espressamente
sull'orientamento sessuale.
584) Vietare ogni schedatura poliziesca e amministrativa che faccia riferimento
agli orientamenti sessuali, cancellare quelle esistenti.
585) Garantire la privacy di gay, lesbiche e transessuali secondo i termini
di legge vigenti per tutti.
586) Diritto di asilo per gli immigrati perseguitati nei paesi di provenienza
in base al loro orientamento sessuale.
587) Vietare nei contratti di assicurazione sanitaria privata e nelle polizze
vita ogni riferimento, anche indiretto, e ogni clausola sfavorevole relativi
all'orientamento sessuale.
588) Introdurre norme legislative finalizzate a tutelare gli interessi del partner
omosessuale rimasto in vita per quanto riguarda l'eredità, il contratto
di locazione, la reversibilità della pensione.
Il Comitato centrale del PMLI
Firenze, 17 febbraio 2001