Biblioteca Multimediale Marxista
di Jose Maria Sison
Pubblicato sul numero speciale di Ang Bayan del 27 giugno 2007.
Propongo di discutere sulle condizioni oggettive e i fattori soggettivi che portarono alla Rivoluzione d’Ottobre, la validità attuale della Rivoluzione d’Ottobre nonostante la disgregazione dell’Unione Sovietica e delle altre società governate dai revisionisti e la validità e la rilevanza della Rivoluzione d’Ottobre di fronte alle sfide del 21° secolo.
1. Condizioni oggettive e fattori soggettivi che portarono
alla Rivoluzione d’Ottobre
Fin dall’inizio del 20° secolo, il mondo è entrato nell’epoca
dell’imperialismo moderno e della rivoluzione proletaria. Il capitalismo
monopolistico è divenuto dominante nei paesi capitalisti avanzati. Il
capitale finanziario nacque dall’unione del capitale banchiere e industriale.
L’esportazione del capitale in eccesso stava ottenendo importanza a scapito
dell’esportazione dei beni in eccesso.
Le aziende monopolistiche dei paesi imperialisti si combinavano e si contendevano
fra di loro attraverso cartelli, sindacati e alleanze. Le potenze coloniali
e imperialiste avevano diviso il resto del mondo fra colonie, semi-colonie e
paesi dipendenti in termini politici e come risorse di materie prime, mercati,
campi di investimento e sfere d’influenza in termini economici. E continuano
ancora a lottare per una ri-divisione del mondo in accordo con il cambiamento
del bilanciamento fra le forze.
Come la borghesia nell’era del capitalismo a libera concorrenza, la borghesia
monopolistica usò la parola d’ordine del “libero mercato”
per penetrare nei mercati esteri ed espandere all’estero i propri investimenti
diretti e indiretti. Ma nella loro competizione, le potenze imperialiste divennero
nei fatti sempre più economicamente protezioniste e politicamente aggressive.
Esse furono portare dai propri interessi nazionali alla prima guerra inter-imperialista,
la Prima Guerra Mondiale.
Kautsky e i suoi seguaci che divennero predominanti nella Seconda Internazionale
interpretarono l’espansione globale del capitale imperialista come un
continuo processo lineare per la dissoluzione delle formazioni pre-capitaliste
e l’imposizione di conseguenza dello sviluppo capitalista industriale
nelle nazioni arretrate. Ma Lenin indicò correttamente il disomogeneo
e spasmodico sviluppo del capitalismo, le ricorrenti e peggioranti crisi della
sovrapproduzione e del carattere decadente, aggressivo e distruttivo dell’imperialismo.
Si oppose alla linea opportunista e revisionista di Kautsky, che promuoveva
il social-sciovinismo, il social-pacifismo e il social-imperialismo. Avendo
assimilato bene le lezioni della Comune di Parigi e la necessità di costruire
la dittatura del proletariato attraverso la lotta di classe, era ben preparato
a guidare i bolscevichi, il proletariato e il popolo nella realizzazione della
Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre in Russia.
Questo vasto paese con poche isole di sviluppo industriale nel mezzo di un oceano
di feudalesimo e medievalismo era il più debole fra le potenze imperialiste
ed era a sua volta oggetto di penetrazione e manipolazione da parte dei paesi
imperialisti più forti in competizione. Allo stesso tempo, era un gigantesco
oppressore delle nazioni e dei popoli dell’impero russo. Il proletariato
e il popolo dovevano combattere lo zarismo, che rappresentava il feudalesimo
e il medievalismo, e anche con la borghesia che dominava il settore industriale
moderno e che cercava di arrestare la rivoluzione.
Lenin vide le condizioni impoverite e disperate della Russia come condizione
favorevole per l’avanzata de partito bolscevico come il partito rivoluzionario
del proletariato, che guidasse le vaste masse popolari a rovesciare lo zarismo
e ad installare la repubblica democratica, riorganizzasse le masse contadine
e gli altri alleati affidabili di massa del proletariato attraverso la nazionalizzazione
della terra e la riforma agraria e che rendesse militante il proletariato con
la rivendicazione della giornata lavorativa di 8 ore.
Lenin fu sempre consapevole della necessità di portare avanti una rivoluzione
con due tappe, dove prima bisogna ottenere la democrazia sul feudalesimo e la
repressione, e dove bisogna successivamente fondare e sviluppare il socialismo.
La classe operaia, al fine di guidare questa rivoluzione a due tappe, deve costruire
l’Armata Rossa e mobilizzare il popolo per abbattere la macchina miliare
e burocratica dello stato controrivoluzionario. Deve contare sull’alleanza
operai-contadini, inclusi i soldati di origini operaie e contadine. Quindi,
i bolscevichi riuscirono a sconfiggere lo zarismo e quindi la borghesia e a
costruire il primo paese socialista in grado di sostenersi su un sesto del pianeta.
2. Validità della Rivoluzione d’Ottobre nonostante
la disgregazione dell’Unione Sovietica e delle altre società governate
dai revisionisti
La Rivoluzione d’Ottobre del 1917 è divenuto il significato di
tutti i grandi successi rivoluzionari del Partito Bolscevico di Lenin e Stalin
nella fondazione della dittatura del proletariato come requisito della rivoluzione
socialista, nella vittoria della guerra civile e sull’intervento imperialista
estero, nella ricostruzione dell’economia attraverso misure di transizione,
nel costruire l’industria socialista, collettivizzare e meccanizzare l’agricoltura,
sviluppare il sistema educativo e culturale della classe operaia, sostenere
il movimento comunista internazionale, combattere e sconfiggere il fascismo
e proseguire ulteriormente la rivoluzione e la costruzione socialiste nonostante
le minacce dell’imperialismo USA dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Queste vittorie non possono essere sminuite. Le rivoluzioni socialiste nell’Europa
Orientale, in Asia e dovunque sono state ispirate dalla Rivoluzione d’Ottobre,
dai successi dell’Unione Sovietica e dal lavoro della Terza Internazionale.
L’Unione Sovietica fu indubbiamente un paese socialista nei decenni fra
1917 e il 1956. Le sue grandi vittorie non possono essere disfatte. Ci sarebbero
voluti decenni affinché i moderni revisionisti potessero sovvertire e
smantellare il socialismo, dal colpo di stato anti-Stalin di Krusciov nel 1956
alla restaurazione aperta su vasta scala del capitalismo e la disgregazione
dell’Unione Sovietica nel 1991.
Questi sono principi e lezioni che devono essere appresi dalle esperienze positive
del Partito Bolscevico e dell’Unione Sovietica, così come dalle
esperienze negative concernenti gli opportunisti di “sinistra” e
di destra (rappresentati rispettivamente da Trotsky e Bukharin) e i revisionisti
moderni da Krusciov a Gorbaciov. Dall’esterno, gli imperialisti scatenarono
una serie di attacchi contro l’Unione Sovietica, inclusa la guerra dell’intervento
estero, il blocco militare ed economico, l’invasione fascista e la Guerra
Fredda. Ciò non sconfisse l’Unione Sovietica. Ma il revisionismo
moderno si rivelò essere il nemico più letale per l’Unione
Sovietica, la causa principale della sua distruzione finale.
Riguardo alla lotta all’imperialismo, al revisionismo classico e alla
reazione e alla conduzione della rivoluzione e della costruzione socialiste,
la Rivoluzione d’Ottobre e gli insegnamenti di Lenin restano validi e
rilevanti al giorno d’oggi. Ma nella lotta al revisionismo moderno, abbiamo
bisogno di studiare e imparare dalla storia dell’Unione Sovietica e dagli
altri ex paesi socialisti le lezioni su come i burocrati e gli intellettuali
si divisero dal popolo lavoratore e come abbandonarono la lotta di classe e
il punto di vista di classe del proletariato rivoluzionario. Riguardo ciò,
dobbiamo assimilare la lotta di Mao contro il revisionismo moderno dal 1956
e la sua teoria e pratica della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura
del proletariato dal 1966.
La teoria e la pratica di Mao della continuazione della rivoluzione era volta
a combattere il revisionismo moderno, prevenire la restaurazione del capitalismo
e consolidare il socialismo in Cina. Essa ottenne delle vittorie nei dieci anni
di Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, dal 1966 al 1976. Anche se venne
infine sconfitta, riuscì a porre il problema del revisionismo moderno
e a presentare principi e metodi certi per risolverlo. Essa offre un grande
contributo ai rivoluzionari proletari per imparare e svilupparsi ulteriormente
al fine di spiegare la disintegrazione degli ex sistemi socialisti e avvertire
la restaurazione del capitalismo quando in futuro essi costruiranno e svilupperanno
società socialiste in vari paesi finché non potranno sconfiggere
l’imperialismo su scala mondiale e generare il comunismo.
In questo periodo di temporanea sconfitta del socialismo su scala globale, i
rivoluzionari proletari devono essere capaci di rispondere alle domande del
proletariato e del popolo sul passato, presente e futuro della causa rivoluzionaria
del socialismo. Devono fare i conti con le beffarde pretese degli imperialisti
e dei reazionari che il socialismo è morto. Dopo la disgregazione dell’Unione
Sovietica e degli altri sistemi governati dai revisionisti, i nemici del socialismo
hanno diffuso concetti che sono calcolati per demoralizzare il proletariato
e il popolo.
Questi concetti includono i seguenti: che non c’è una cosa come
il socialismo scientifico ma solo il socialismo utopico e impraticabile, che
l’avarizia personale più che la preoccupazione sociale può
portare all’equilibrio sociale, che la storia non può andare oltre
il capitalismo e la democrazia liberale, che l’era dell’imperialismo
e della rivoluzione proletaria è finita, che la “globalizzazione
neoliberale” è la via per lo sviluppo capitalista globale e che
le lotte popolari per la liberazione nazionale, la democrazia e il socialismo
sono futili.
Nei fatti, il mondo non è andato oltre l’epoca dell’imperialismo
moderno e della rivoluzione proletaria proprio a causa della vasta ma temporanea
sconfitta del socialismo causata dal revisionismo moderno. Le condizioni globali
sono fondamentalmente retrocesse a prima della Rivoluzione d’Ottobre quando
non c’era ancora un paese socialista come roccaforte della rivoluzione
proletaria mondiale e le potenze imperialiste sembravano capaci di fare qualsiasi
cosa volessero contro le masse operaie.
Dall’ascesa del revisionismo moderno e in ultimo dalla completa restaurazione
del capitalismo nei grandi stati socialisti, le condizioni di oppressione e
sfruttamento del popolo lavoratore da parte dell’imperialismo e della
reazione sono divenute peggiori che mai. Ma la resistenza dei popoli sta costantemente
aumentando su scala globale.
In un tempo così breve, la concentrazione e centralizzazione del capitale
nei paesi imperialisti e la cronicità e l’intensità della
crisi economica e finanziaria sono divenute peggiori che mai sotto gli auspici
della “globalizzazione neoliberale”. Questo ha portato ad un innalzamento
della produzione militare, del terrorismo di stato e delle guerre di aggressione.
Siamo praticamente tornati indietro alle condizioni del grande disordine in
cui non c’era ancora un paese socialista prima della Prima Guerra Mondiale
ma in cui c’era la premessa per l’emergenza del primo stato socialista.
Finché c’è l’oppressione e lo sfruttamento da parte
della borghesia monopolistica, c’è la resistenza del proletariato
e dei popoli del mondo. La lotta epocale fra la borghesia e il proletariato
continua. Fanno altrettanto tutte le forme concrete di lotte di classe e nazionali
in vari paesi. Il popolo non vuole che l’avarizia dei pochi li torturi
senza fine. Esso combatte per la liberazione nazionale e sociale dall’imperialismo
e la reazione. E si batte per una maggiore libertà e giustizia sociale
per prevalere e continuare sotto i principi del socialismo scientifico.
La necessità del partito rivoluzionario del proletariato continua. Serve
per guidare il proletariato e il popolo nel portare avanti la rivoluzione in
tappe sulla base delle condizioni concrete. Esso impugna la linea ideologica
marxista-leninista contro il revisionismo moderno e tutte le forme di individualismo.
Esso assicura che la linea generale possa portare alla vittoria della democrazia
e del socialismo e sconfiggere l’imperialismo e tutte le forme della reazione
e che non sia dall’opportunismo tanto di “sinistra” quanto
di destra. Esso concentra la volontà collettiva e la forza materiale
dei rivoluzionari proletari seguendo il principio organizzativo del marxismo-leninismo.
Il partito rivoluzionario del proletariato deve infiammare, organizzare e mobilizzare
le vaste masse del popolo attraverso varie forme di lotta. La più importante
forma di lotta in ultimo è la distruzione della macchina burocratica
e militare e la costruzione della dittatura del proletariato o della dittatura
democratica popolare sotto la direzione della classe operaia, a seconda delle
condizioni concrete.
3. La validità e la rilevanza della Rivoluzione d’Ottobre
di fronte alle sfide del 21° secolo
Sulla base delle attuali condizioni e tendenze che vediamo chiaramente, possiamo
essere ottimisti che nel prossimo decennio circa il popolo intensificherà
in via drammatica e su scala senza precedenti le proprie lotte per la liberazione
nazionale, la democrazia e il socialismo contro l’imperialismo e la reazione.
Allineiamo le condizioni maggiori con cui i rivoluzionari proletari devono fare
i conti nel 21° secolo, in particolare nei primi decenni che stiamo vivendo.
Il secolo sarà o troppo lungo per i grandi balzi nell’avanzata
cumulativa delle forze rivoluzionarie o troppo breve per l’intera epoca
storica richiesta dal socialismo per rovesciare il capitalismo.
Per prima cosa, osserviamo immediatamente che la disintegrazione dei sistemi
governati dai revisionisti ha portato all’acuta crisi del sistema capitalista
mondiale e all’oppressione e allo sfruttamento sfrenati del popolo lavoratore
da parte dell’imperialismo e della reazione. Chiaramente, gli USA sono
nella prima linea della crisi economica che sta avvenendo, dell’agitazione
politica e delle guerre di aggressione. Essi hanno ottenuto il ruolo senza precedenti
di essere l’unica superpotenza al comando di ogni sistema capitalista
mondiale espanso attraverso la completa integrazione di quasi tutti gli ex paesi
governati dai revisionisti.
Ma l’espansione del sistema capitalista mondiale ha infine portato ad
un aumento del numero delle potenze imperialiste e all’intensificazione
delle contraddizioni inter-imperialiste. Il mondo non può accomodare
troppe potenze imperialiste. L’alleanza imperialista guidata dagli USA
è stata colpita dalla crisi, specialmente con il fenomeno della stagflazione,
non appena gli sconfitti della Seconda Guerra Mondiale si sono ricostruiti e
rafforzati economicamente negli ultimi anni ’60. L’aggiunta di Russia,
Cina e India come grandi giocatori nel campo da gioco implica ulteriori crisi
e problemi per l’originale Gruppo dei 7 e per i paesi veterani dell’OCSE.
Secondo, la politica di “globalizzazione neoliberale” è stata
un grande fallimento nel superare i problemi della stagflazione sotto il keynesianismo
e nel puntellare le potenze imperialiste da peggiori crisi economiche e finanziarie.
Il problema della stagflazione è persistente ed è stato solo leggermente
nascosto dal debito sia nei paesi imperialisti che sottosviluppati. Le potenze
imperialiste guidate dagli USA hanno applicato la politica della “globalizzazione
neoliberale” (de-nazionalizzazione, liberalizzazione, privatizzazione
e deregolamentazione delle economie) alle spese del proletariato mondiale e
delle nazioni e dei popoli oppressi. Ed ha aggravato ed approfondito la crisi
della sovrapproduzione e del capitale finanziario ed ha spinto le potenze imperialiste
a competere l’una con l’altra e ad adottare misure protezioniste
come nei decenni precedenti la Prima Guerra Mondiale e analogamente prima della
Seconda Guerra Mondiale.
La politica di “globalizzazione neoliberale” ha causato una crisi
talmente tremenda che gli USA sono ricorsi al keynesianismo militare. L’amministrazione
Bush ha cercato di stimolare l’economia USA innalzando la produzione militare.
In relazione a ciò, essa ha anche scatenato un’isteria di guerra,
guerre di aggressione e terrorismo di stato su scala globale dietro il pretesto
di combattere il terrorismo e i cosiddetti stati canaglia. Ma il problema dell’alta
produzione militare è che ha uno scarso potenziale di impiego. Gli USA
hanno anche mantenuto un alto livello di consumismo esternando beni, allargando
gli attuali ed imponendo un debito estero eccessivamente elevato.
Terzo, nonostante l’apparente fallimento della “globalizzazione
neoliberale”, che è attualmente la sfrenata ingordigia monopolistica
camuffata dal termine piccolo-borghese di “libero mercato”, la borghesia
monopolistica continua a travisare le sue idee e politiche in termini piccolo-borghesi
e dà campo libero all’ideologia piccolo-borghese in quanto strumento
per imbrogliare non solo la piccola borghesia ma anche il popolo lavoratore
sulle realtà sociali, economiche, politiche e culturali. Quindi, gli
imperialisti stanno fondando e propagandando le organizzazioni non governative
riformiste guidate dalla piccola borghesia come “la società civile”
e la parte popolare dell’”accordo triadico” degli stati, grande
affare e popolo docile.
La borghesia monopolistica sta usando un vasto insieme di strumenti (il sistema
educativo e culturale, i massi media, i processi elettorali, gruppi di esperti,
istituti politici, fondazioni di carità, istituzioni religiose e così
via) per promuovere le idee grandi-borghesi e piccolo-borghesi per contrastare
il risorgimento dell’ideologia rivoluzionaria proletaria e dei movimenti
di massa rivoluzionari contro l’imperialismo e per il socialismo. Naturalmente,
varie correnti piccolo-borghesi mascherate, come il revisionismo classico (la
socialdemocrazia), il trotskismo e il revisionismo moderno sono ancora pronte
ad assistere la borghesia monopolistica e cercare di battere la teoria e la
pratica del vero marxismo-leninismo.
Ma non importa quanto sono intelligenti le trappole ideologiche e politiche
della borghesia monopolistica, queste diventano inutili quando la crisi del
sistema capitalista mondiale peggiora e si impongono i rivoluzionari proletari
e il movimento rivoluzionario di massa, persevera e sviluppa ulteriormente la
lotta rivoluzionaria. Come nel preludio della Rivoluzione d’Ottobre dalla
sconfitta della rivoluzione del 1905 alla Rivoluzione di Febbraio del 1917 quando
i bolscevichi sembravano essere piccoli e deboli, i loro discendenti rivoluzionari
proletari di oggi appaiono altrettanto, specialmente dopo la disgregazione dei
sistemi governati dai revisionisti dal 1989 al 1991. Ma ancora una volta le
condizioni oggettive sono favorevoli per il risorgimento delle forze rivoluzionarie
del proletariato e del popolo.
Quarto, l’uso di una tecnologia superiore nella produzione e nel consumo
sotto gli auspici della “globalizzazione neoliberale” ha accelerato
la concentrazione e la centralizzazione del capitale in pochi paesi imperialisti.
Questo ha aggravato la crisi della sovrapproduzione in tutti i tipi di beni
e servizi. Nel seguito di ogni crisi di sovrapproduzione ci sono l’aumento
cronico della disoccupazione e la riduzione dei redditi.
L’adozione della tecnologia superiore da parte della borghesia monopolistica
con l’obiettivo di massimizzare i profitti, accumulare capitale e ridurre
il capitale per il lavoro può risultare solo nell’aggravamento
della sovrapproduzione e nel restringimento del mercato. La tecnologia superiore
che può essere utilizzata per determinare le necessità e la domanda
di mercato, espandere la produzione e accelerare la distribuzione è adeguata
al socialismo e non al capitalismo monopolistico.
La tecnologia superiore per raccogliere, immagazzinare, elaborare e comunicare
l’informazione e la conoscenza è maggiormente sotto il controllo
della borghesia monopolistica. Questo tipo di tecnologia è usata per
promuovere l’ideologia e le politiche della borghesia monopolistica con
l’abbellimento da parte della fraseologia piccolo-borghese, propagandare
l’ideologia piccolo-borghese di egoismo e impegnare il pubblico con messaggi
di consumismo, sport e intrattenimento. Molti dei personal computer e di altri
strumenti per diffondere l’informazione sono nelle mani della piccola
borghesia, particolarmente i professionisti e i giovani con un alto livello
di educazione formale. Tuttavia, con il peggioramento della crisi del sistema
capitalista mondiale, la piccola borghesia diviene più scontenta e più
inclinata a unirsi al popolo lavoratore in alleanze progressiste contro l’imperialismo
e la reazione.
È segno di disperazione e debolezza il fatto che la borghesia monopolistica
sia stava portata dalla crisi e dalla competizione a raccogliere profitti da
nuovi prodotti commercializzando la tecnologia d’informazione e altre
forme di tecnologia che erano usate esclusivamente dall’esercito. Anche
ora queste tecnologie apertamente disponibili possono essere usate dalle forze
rivoluzionarie diffondere informazioni e campagne educative e per lanciare offensive
tattiche. I personal computer sono stati usati per diffondere la teoria rivoluzionaria
e messaggi politici e per mobilizzare il popolo in azioni di massa. Il telefono
cellulare è stato usato per precise offensive tattiche dagli eserciti
rivoluzionari.
Quinto, le contraddizioni fra il popolo lavoratore del mondo e le potenze imperialiste
e i reazionari si sta intensificando. Stesso discorso per i paesi che cercano
l’indipendenza nazionale e le potenze imperialiste. Le potenze imperialiste
si stanno trovando sempre più in disaccordo fra di loro nelle istituzioni
politiche ed economiche che hanno creato per armonizzare le proprie relazioni
contro il popolo lavoratore del mondo.
Il continuo aggravarsi della crisi del sistema capitalista mondiale dietro la
politica della “globalizzazione neoliberale” può spingere
le potenze imperialiste a ricorre al keynesianismo, per un ulteriore capitalismo
di stato monopolista, l’intensificazione della competizione monopolistica
e del protezionismo e delle guerre di aggressione per la re-divisione del mondo.
L’aumento delle contraddizioni interimperialiste genera condizioni più
favorevoli per la resistenza del proletariato e dei popoli del mondo.
I partiti rivoluzionari del proletariato devono guidare la resistenza dei popoli
nei paesi di ogni tipo, nei paesi imperialisti e nei paesi dominati. L’aumento
delle potenze imperialiste in competizione approfondisce la crisi in ogni paese
imperialista. Il proletariato in ogni paese è guidato dal peggioramento
delle proprie condizioni a intensificare la resistenza attraverso scioperi,
manifestazioni di protesta e altre attività combinate. I popoli lavoratori
e le nazioni e i popoli oppressi che stanno soffrendo maggiormente a causa della
rapina e della guerra imperialiste sono i più sospinti a insorgere in
rivoluzioni armate.
Le condizioni di crisi del momento generano i problemi immediati della lotta
contro il capitalismo e la reazione locale. Ma nel reclutare e sviluppare i
militanti di partito, i partiti rivoluzionari del proletariato devono insegnare
loro la missione storica della costruzione del socialismo fino alla teoria e
alla pratica della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato.
C’è la necessità di contrastare la propaganda del nemico
secondo cui il socialismo è vittorioso solo fino a un certo punto e poi
fallisce. C’è la necessità di assicurare al proletariato
e al popolo che il revisionismo moderno e la restaurazione del capitalismo possono
essere prevenuti e che il socialismo può essere consolidato continuamente
finché non giunge in vantaggio sull’imperialismo su scala globale
e raggiunge le soglie del comunismo.
(Contributo del Partito Comunista delle Filippine al Seminario Comunista Internazionale del 4-6 maggio 2007, Bruxelles)