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I COMPITI DEGLI ZIMMERWALDIANI DI SINISTRA NEL PARTITO SOCIALDEMOCRATICO SVIZZERO

 


 


(Scritto tra la fine di ottobre e i primi di novembre del 1916. Diffuso in tedesco e in francese. Pubblicato per la prima volta in francese in un opuscolo edito nel 1918. Pubblicato per la prima volta in russo in Proletarskaia revoliutsia, 1924, n. 4. Opere vol. 23)

Il congresso di Zurigo del partito socialdemocratico svizzero (4-5 novembre 1916) ha dimostrato in maniera definitiva che la decisione di questo partito di aderire alla Conferenza di Zimmerwald e riconoscere la lotta rivoluzionaria di massa (risoluzione del congresso di Aarau, 1915) è rimasta sulla carta. All’interno del partito si è ormai costituito un “centro”, cioè una tendenza corrispondente a quella di Kautskv-Haase e dell’Arbeitsgemeinschaft in Germania, di Longuet-Pressemane e soci in Francia. Questo “centro”, capeggiato da R. Grimm, associa dichiarazioni “di sinistra” ad una prassi “di destra”, cioè opportunista.
Gli zimmerwaldiani di sinistra del partito socialdemocratico svizzero hanno quindi il compito di riunire subito e senza esitazioni le proprie forze e premere sistematicamente sul partito perché la decisione del congresso di Aarau non resti lettera morta. Questa concentrazione delle forze degli zimmerwaldiani di sinistra è ancor più necessaria e urgente oggi proprio perché i congressi di Aarau e di Zurigo non lasciano sussistere alcun dubbio sulle simpatie rivoluzionarie e internazionaliste del proletariato svizzero. Non basta votare risoluzioni di solidarietà nei confronti di Liebknecht. Bisogna considerare con serietà la sua parola d’ordine, secondo cui gli odierni partiti socialdemocratici hanno bisogno di una rigenerazione.
Ecco quale dovrebbe essere, a grandi linee, la piattaforma degli zimmerwaldiani di sinistra nel partito socialdemocratico svizzero.
I. Atteggiamento verso la guerra e il governo borghese in generale
1. Nella guerra imperialista in corso, come nelle nuove guerre imperialiste in preparazione, la “difesa della patria”, per ciò che concerne la Svizzera, è solo un inganno del popolo ad opera della borghesia. Di fatto la partecipazione della Svizzera alla guerra attuale e ad ogni altra guerra analoga altro non sarebbe che la partecipazione a una guerra reazionaria di rapina, a fianco di una delle coalizioni imperialiste, e non ad una guerra per la “libertà”, per la “democrazia”, per l’“indipendenza”, ecc.
2. L’atteggiamento del partito socialdemocratico svizzero verso il governo borghese e verso tutti i partiti borghesi della Svizzera deve essere nella massima sfiducia. Questo governo infatti: a) è strettamente legato sul piano economico e finanziario ed è in uno stato di totale soggezione alla borghesia delle “grandi” potenze imperialiste; b) si è orientato già da tempo e su tutta la linea verso una politica di reazione negli affari internazionali e interni (polizia politica, servilismo nei confronti della reazione e delle monarchie europee, ecc.); c) ha dimostrato con tutta la sua politica degli ultimi anni (riorganizzazione militare del 1907, ecc.; “affari” Egli, de Loys,(1) ecc.) che sta diventando sempre più una pedina dell’ultrareazionario partito della guerra e della cricca militare svizzera.
1 K. Egli, vicecapo di stato maggiore dell’esercito svizzero, fu accusato di spionaggio a favore del blocco germanico. Venne processato, le accuse furono provate, ma tuttavia, per intervento della cricca militarista svizzera, incorse in una semplice punizione disciplinare e fu collocato a riposo. T. Loys, alto ufficiale svizzero, propugnò nel 1916 l’entrata in guerra del suo paese; la socialdemocrazia en chiese la collocazione a riposo, ma l’ufficiale se la cavò con una punizione disciplinare
3. Pertanto, il compito più urgente del partito socialdemocratico in Svizzera consiste nel denunciare la reale natura di questo governo che si fa schiavo della borghesia imperialista e del militarismo, nel mostrare come esso inganni il popolo con le sue vuote frasi sulla democrazia, ecc., nel chiarire che questo governo (con il consenso di tutta la borghesia che dirige la Svizzera) è assolutamente disposto a vendere gli interessi del popolo svizzero all’una o all’altra delle coalizioni imperialiste.
4. Nel caso in cui la Svizzera sia trascinata nella guerra in corso, è dovere dei socialdemocratici condannare senza riserve la “difesa della patria” e denunciare l’inganno teso al popolo con questa parola d’ordine. Gli operai e i contadini si farebbero uccidere in questa guerra non per i loro interessi o per la democrazia, ma per gli interessi della borghesia imperialista. I socialisti svizzeri, come quelli degli altri paesi progrediti, possono e devono accettare la difesa militare della patria solo dopo che questa patria sarà stata trasformata in senso socialista, cioè possono e devono accettare la difesa della rivoluzione proletaria, socialista, contro la borghesia.
5. Il partito socialdemocratico e i suoi deputati non devono votare in nessun caso, né in tempo di pace né in tempo di guerra, i crediti militari, nonostante gli ingannevoli discorsi sulla “difesa della neutralità”, ecc. con cui si giustifica un tale voto.
6. Il proletariato deve rispondere alla guerra con la propaganda, la preparazione e la realizzazione di azioni rivoluzionarie di massa al fine di rovesciare il dominio della borghesia, di conquistare il potere politico e instaurare il regime socialista, il solo che libererà l’umanità dalle guerre e di cui si può affermare che la volontà di realizzarlo sta maturando con incredibile rapidità nella coscienza degli operai di tutti i paesi.
7. Le azioni rivoluzionarie devono comprendere le manifestazioni e gli scioperi di massa, ma in nessun caso il rifiuto di prestare servizio militare. Infatti, non il rifiuto di imbracciare le armi, ma solo il loro impiego contro la propria borghesia può rientrare nei compiti del proletariato e corrispondere alle parole d’ordine dei migliori esponenti dell’internazionalismo, come, ad esempio, K. Liebknecht.
8. Alla vigilia o nel corso della guerra, anche il minimo tentativo del governo di abolire o restringere le libertà politiche deve indurre gli operai socialdemocratici a creare organizzazioni clandestine intese a svolgere in maniera sistematica, tenace, senza arretrare dinanzi a sacrifici, la propaganda della guerra alla guerra e a spiegare alle masse il reale carattere della guerra.
II. Il carovita e l’insostenibile situazione economica delle masse
9. Non solo nei paesi belligeranti, ma anche in Svizzera, la guerra ha provocato l’inaudito e scandaloso arricchimento di un pugno di ricchi e ridotto le masse a uno stato d’incredibile miseria per effetto del rincaro della vita e della penuria di derrate alimentari. È compito fondamentale del partito socialdemocratico combattere questo flagello con una lotta rivoluzionaria, non riformista, con un’azione metodica e tenace di propaganda e di preparazione di questa lotta rivoluzionaria, senza arretrare dinanzi alle inevitabili difficoltà e alle sconfitte momentanee.
10. In risposta ai tanti progetti borghesi di riforma finanziaria, il partito socialdemocratico deve proporsi principalmente il compito di smascherare i tentativi della borghesia di far ricadere sugli operai e su contadini poveri tutto l’onere della mobilitazione e della guerra.
La socialdemocrazia non può accettare in nessun caso e sotto nessun pretesto le imposte indirette. La decisione del congresso di Aarau (1915) e la risoluzione Huber-Grimm approvata al congresso di Zurigo (1916), le quali prevedono che la socialdemocrazia consenta alle imposte indirette, devono essere abrogate. Tutte le organizzazioni socialdemocratiche devono impegnarsi subito nella più attiva preparazione del congresso del partito, che si terrà a Berna nel febbraio 1917 ed eleggere solo quei delegati che sono favorevoli all’annullamento di queste decisioni.
Spetta ai funzionari liberali, e in nessun caso alla socialdemocrazia rivoluzionaria, aiutare il governo borghese a uscire dalle odierne difficoltà, mantenendo il regime capitalista, perpetuando cioè la miseria delle masse.
11. I socialdemocratici devono propagandare nel modo più ampio tra le masse l’urgente necessità di un’imposta federale unica sul patrimonio e sui redditi, con aliquote alte e progressive, non inferiori alle seguenti:
Patrimonio Reddito Aliquota di imposta
20.000 fr. 5.000 fr. esenzione
50.000 " 10.000 " 10%
100.000 " 25.000 " 40%
200.000 " 60.000 " 60%

Imposta sui pensionati:
fino a 4 franchi al giorno esenzione
oltre 5 " " " 1%
" 10 " " " 20%
" 20 " " " 25%

12. I socialdemocratici devono battersi implacabilmente contro la menzogna borghese, diffusa anche nel partito socialdemocratico da molti opportunisti, secondo la quale sarebbe “non pratico” esigere aliquote elevate e rivoluzionarie dell’imposta patrimoniale e sul reddito. È questa invece l’unica politica pratica e socialdemocratica, poiché, in primo luogo, non dobbiamo adattarci a ciò che è “accettabile” per i ricchi, ma fare appello alle grandi masse dei poveri e dei non abbienti. L’indifferenza o sfiducia di questi verso la socialdemocrazia dipende in larga misura dal carattere riformista e opportunista del partito. In secondo luogo, il solo modo di strappare concessioni alla borghesia è quello di non fare con essa “transazioni”, di non “adattarsi” ai suoi interessi o pregiudizi e di preparare invece contro di essa le forze rivoluzionarie delle masse. Quanto più sarà ampia la massa di popolo che avremo convinto che è giusto applicare aliquote d’imposta elevate e rivoluzionarie e che bisogna ottenerle con la lotta, tanto più rapidamente la borghesia farà concessioni. Allora noi utilizzeremo ogni minima concessione per lottare senza sosta fino alla completa espropriazione della borghesia.
13. Bisogna fissare un limite massimo di stipendio, di 5 o 6.000 franchi annui, in rapporto al numero dei familiari, per tutti gli impiegati e funzionari senza eccezione, per i deputati federali, ecc. Vietare il cumulo di altri redditi sotto minaccia di reclusione e di confisca di tali redditi.
14. Espropriare le fabbriche e le officine — anzitutto quelle necessarie per garantire i mezzi di sussistenza alla popolazione — e tutte le imprese agricole di più di 15 ettari (tali imprese sono in Svizzera 22.000 su un totale di 252.000, cioè meno di un decimo del complesso delle aziende agricole). Applicare, sulla base di queste riforme, misure sistematiche intese ad accrescere la produzione di derrate alimentari e a fornire alla popolazione prodotti a basso costo.
15. Espropriare subito, a vantaggio dello Stato, tutte le risorse idriche della Svizzera, applicando anche in questo, come negli altri casi di espropriazione, le aliquote d’imposta sopra indicate sul patrimonio e sui redditi.
III. Le riforme democratiche più urgenti e l’utilizzazione della lotta politica e del parlamento
16. Utilizzare la tribuna parlamentare e il diritto d’iniziativa e di referendum non in modo riformista, cioè per difendere le riforme “accettabili” per la borghesia e quindi incapaci di eliminare i mali più gravi e profondi delle masse, ma ai fini della propaganda in favore della trasformazione socialista della Svizzera. Questa trasformazione è pienamente realizzabile sul piano economico e diventa sempre più urgente a causa dell’insostenibile rincaro della vita e dell’oppressione del capitale finanziario nonché in forza delle relazioni internazionali create dalla guerra, che spingono il proletariato di tutta l’Europa sulla via della rivoluzione.
17. Abolire assolutamente tutte le restrizioni dei diritti politici delle donne rispetto ai diritti degli uomini. Spiegare alle masse l’estrema urgenza di questa riforma nel momento in cui la guerra e il carovita agitano le grandi masse popolari e suscitano in maniera accentuata l’interesse e l’attenzione delle donne per la politica.
18. Introdurre la naturalizzazione obbligatoria e gratuita degli stranieri residenti in Svizzera. Ogni straniero che risiede in Svizzera da tre mesi diventa cittadino svizzero, a meno che, per ragioni plausibili, non abbia sollecitato una proroga massima di altri tre mesi. Chiarire alle masse la particolare urgenza di questa riforma per la Svizzera, non solo sotto il profilo democratico generale, ma anche perché la condizione imperialista ha fatto della Svizzera lo Stato europeo con la più alta percentuale di stranieri. I nove decimi di questi stranieri parlano una delle tre lingue del paese. La mancanza di diritti politici degli operai stranieri e il loro isolamento rafforzano la già crescente reazione politica e indeboliscono la solidarietà internazionale del proletariato.
19. Iniziare subito il lavoro di agitazione affinché i candidati del partito socialdemocratico alle elezioni del Consiglio nazionale del 1917 siano designati dopo un’ampia discussione della piattaforma politica da parte degli elettori, soprattutto per ciò che riguarda l’atteggiamento verso la guerra e la difesa della patria, nonché la questione della lotta riformista o rivoluzionaria contro il rincaro della vita.
IV. I compiti immediati della propaganda, dell’agitazione e dell’organizzazione del partito
20. È impossibile realizzare praticamente la decisione di Aarau sulla lotta rivoluzionaria delle masse, senza un lavoro metodico e tenace che miri a estendere l’influenza della socialdemocrazia sulle masse, senza far aderire al movimento nuovi strati della massa lavoratrice e sfruttata. La propaganda e l’agitazione in favore della rivoluzione sociale devono assumere un carattere più concreto, più chiaro, più immediatamente pratico, in modo da riuscire comprensibili non soltanto agli operai organizzati, che in regime capitalista saranno sempre una minoranza del proletariato e delle classi oppresse in generale, ma anche alla maggioranza degli sfruttati, che l’oppressione spaventosa del capitalismo rende incapace di organizzarsi sistematicamente.
21. Per estendere la sua influenza sulle grandi masse il partito deve pubblicare più regolarmente e distribuire gratuitamente dei volantini in cui si spieghi alle masse che il proletariato rivoluzionario combatte per la trasformazione socialista della Svizzera, trasformazione necessaria ai nove decimi della popolazione e conforme ai loro interessi. Bisogna organizzare una pubblica emulazione fra tutte le sezioni del partito e, in particolare, fra le organizzazioni giovanili per la diffusione di questi volantini, per l’agitazione da condurre nelle strade e nelle case; bisogna dedicare più attenzione ed energia alla agitazione tra gli operai agricoli, i braccianti, i giornalieri, nonché tra i contadini più poveri, che non sfruttano mano d’opera salariata e non si arricchiscono con il rincaro della vita, ma soffrono per causa sua. I rappresentanti parlamentari del partito (nei consigli nazionali, cantonali, ecc.) sono tenuti ad avvalersi della loro posizione politica privilegiata non per il vaniloquio riformista in parlamento, che suscita legittimamente noia e sfiducia tra gli operai, ma per propagandare la rivoluzione socialista tra gli strati più arretrati del proletariato e del semiproletariato nelle città e soprattutto nelle campagne.
22. Romperla definitivamente con la teoria della “neutralità” delle organizzazioni economiche della classe operaia, degli impiegati, ecc. Spiegare alle masse questa verità, ribadita con particolare evidenza dalla guerra: la cosiddetta “neutralità” è un inganno o una ipocrisia borghese; essa significa in concreto subordinazione passiva alla borghesia e alle sue imprese più ignobili, come la guerra imperialista. Intensificare l’azione socialdemocratica nelle associazioni di ogni genere della classe operaia e degli strati più poveri della piccola borghesia o degli impiegati. Costituire speciali gruppi di socialdemocratici in seno a queste associazioni. Preparare metodicamente uno stato di cose che permetta alla socialdemocrazia rivoluzionaria di conquistare la maggioranza in tutte queste associazioni e di assumerne la direzione. Spiegare alle masse la particolare importanza di questa condizione per il buon esito della lotta rivoluzionaria.
23. Estendere e intensificare il lavoro socialdemocratico nell’esercito prima che i giovani vengano reclutati e durante il servizio militare. Costituire gruppi socialdemocratici in tutte le unità dell’esercito. Spiegare che l’impiego delle armi è storicamente inevitabile e legittimo, dal punto di vista del socialismo, nell’unica guerra legittima che è la guerra del proletariato contro la borghesia per l’emancipazione della umanità dalla schiavitù salariata. Far propaganda contro gli attentati isolati al fine di collegare la lotta della parte rivoluzionaria dell’esercito al largo movimento del proletariato e degli sfruttati in generale. Intensificare la propaganda di quel paragrafo della risoluzione del congresso straordinario di Olten (febbraio 1916, ndr) che raccomanda ai soldati la disobbedienza quando l’esercito viene impiegato contro gli scioperanti e che sottolinea la necessità di non limitarsi alla disobbedienza passiva.
24. Chiarire alle masse il legame indissolubile che unisce l’attività pratica, intesa in un senso socialdemocratico rivoluzionario conseguente, come si è indicato sopra, e la lotta sistematica di principio fra le tre tendenze principali del movimento operaio contemporaneo, che si sono costituite in tutti i paesi civili e definitivamente affermate anche in Svizzera (soprattutto al congresso di Zurigo del 1916). Queste tre tendenze sono: 1. i socialpatrioti, che ammettono apertamente la “difesa della patria” nella guerra imperialista attuale, nella guerra 1914-1916. Questa è la tendenza opportunista degli agenti della borghesia in seno al movimento operaio; 2. gli zimmerwaldiani di sinistra, che respingono in linea di principio la “difesa della patria” nella guerra imperialista, che sono favorevoli alla scissione dai socialpatrioti, in quanto agenti della borghesia e alla lotta rivoluzionaria delle masse nel quadro della completa riorganizzazione dell’attività socialdemocratica per la propaganda e la preparazione di questa lotta; 3. il cosiddetto “centro” (Kautsky-Haase e Arbeitsgemeinschaft in Germania, Longuet-Pressemane in Francia) (*). che è favorevole all’unità delle altre due correnti. Questa unità può solo legare le mani alla socialdemocrazia rivoluzionaria, impedendole di svolgere la sua azione e corrompendo le masse: infatti impedisce un legame profondo e indissolubile tra i principi del partito e la sua attività pratica.
(*) Nella stampa socialdemocratica tedesca il “centro” viene talvolta identificato, e ben a ragione, con l’ala destra degli “zimmerwaldiani”.
Nel 1916, a Zurigo, al congresso del partito socialdemocratico svizzero, nei tre discorsi di Platten, Naine e Greulich sulla frazione socialdemocratica del Consiglio nazionale, la lotta tra le diverse tendenze della politica socialdemocratica in seno al partito è stata riconosciuta con particolare evidenza come un fatto acquisito ormai da tempo. Il consenso della maggioranza si è riversato su Platten, allorché egli ha sottolineato la necessità di operare coerentemente nello spirito della socialdemocrazia rivoluzionaria. Naine ha dichiarato in modo netto, franco e categorico che all’interno della frazione socialdemocratica del Consiglio nazionale si scontrano senza posa due tendenze e che le organizzazioni operaie devono tendere a inviare al Consiglio nazionale dei sostenitori della tendenza rivoluzionaria che siano realmente solidali fra di loro. Quando Greulich ha affermato che il partito ha abbandonato i suoi vecchi “beniamini” per sceglierne dei nuovi, ha per ciò stesso riconosciuto la presenza e il conflitto di diverse tendenze. Ma nessun operaio cosciente e riflessivo potrà accettare la “teoria dei beniamini”. Perché la lotta inevitabile e necessaria tra le diverse correnti non degeneri in rivalità tra “beniamini”, in conflitti personali, in piccoli scandali e meschini sospetti, tutti i membri del partito socialdemocratico sono tenuti a controllare che si svolga apertamente una lotta di principio tra i diversi indirizzi della politica socialdemocratica.
25. Lottare più energicamente, sul piano dei principi, contro la Lega di Grütli,(2) in quanto manifestazione evidente, sul terreno svizzero, delle tendenze della politica operaia borghese: opportunismo, riformismo, socialpatriottismo, corruzione delle masse con illusioni democratico-borghesi. Spiegare alle masse, mediante l’esempio dell’attività concreta della Lega di Grütli, quanto sia sbagliata e dannosa la politica del socialpatriottismo e del “centro”.
2 Lega di Grütli, organizzazione riformista borghese, fondata nel 1838. Nel 1901 la Lega, pur conservando la propria autonomia organizzativa, aderì al Partito socialdemocratico svizzero, ebbe un proprio organo di stampa, il Grütlianer, e condusse una politica nazionalista. Durante la prima guerra mondiale assunse un atteggiamento socialsciovinista, e il congresso di Zurigo della socialdemocrazia (novembre 1916) considerò incompatibile la sua azione politica con la permanenza nel Partito socialdemocratico svizzero.
26. Iniziare subito la preparazione delle elezioni per il congresso del partito a Berna (febbraio 1917), controllando che queste elezioni si effettuino sulla base della discussione, in ogni organizzazione di partito, delle piattaforme teoriche e delle piattaforme politiche concrete. La presente piattaforma dovrà essere la piattaforma dei socialdemocratici internazionalisti rivoluzionari conseguenti.
Le elezioni dei candidati a tutti i posti di direzione del partito, alla Commissione stampa, a tutti gli organismi rappresentativi, a tutti i comitati direttivi, ecc. devono essere effettuate sulla base della discussione delle piattaforme.
Ogni organizzazione locale eserciterà un controllo attento sull’organo di stampa locale del partito per accertare che vengano applicate le tesi e la linea non solo della socialdemocrazia in genere, ma anche di una piattaforma esattamente determinata della politica socialdemocratica.
V. I compiti internazionali dei socialdemocratici svizzeri
27. Perché il riconoscimento dell’internazionalismo da parte dei socialdemocratici svizzeri non resti una vuota formula non impegnativa — quella vuota formula a cui si limitano sempre i fautori del “centro” e, in generale, i socialdemocratici nel periodo della II Internazionale — bisogna, in primo luogo, lottare con coerenza e inflessibilità per riunire e fondere nelle stesse associazioni gli operai stranieri e gli operai svizzeri e assicurar loro la completa uguaglianza (civile e politica). Il tratto specifico dell’imperialismo in Svizzera consiste nel crescente sfruttamento degli operai stranieri privi di diritti da parte della borghesia svizzera, che ripone tutte le sue speranze nella divisione tra queste due categorie di operai.
In secondo luogo, bisogna moltiplicare gli sforzi per costituire tra gli operai tedeschi, francesi e italiani della Svizzera una tendenza internazionalista realmente unica in tutta l’attività pratica del movimento operaio, che si batta con la stessa energia e fedeltà ai principi contro il socialpatriottismo francese (nella Svizzera romanza), tedesco e italiano. La presente piattaforma deve servire di base alla piattaforma unica e generale degli operai delle tre nazioni o gruppi linguistici principali della Svizzera. Senza questa fusione degli operai di tutte le nazionalità schierati con la socialdemocrazia rivoluzionaria, l’internazionalismo è una parola vuota.
Per agevolare la realizzazione di questa fusione bisogna ottenere da tutti i giornali socialdemocratici della Svizzera (e da tutti gli organi di stampa delle associazioni economiche degli operai, degli impiegati, ecc.) che pubblichino nelle tre lingue dei supplementi (almeno settimanali, o mensili, e di sole due pagine all’inizio) intesi a sviluppare, in rapporto alla politica del giorno, la presente piattaforma.
28. I socialdemocratici svizzeri devono appoggiare in seno a tutti gli altri partiti socialisti soltanto gli internazionalisti rivoluzionari aderenti alla sinistra di Zimmerwald. Quest’appoggio non deve essere platonico. È particolarmente importante ristampare in Svizzera, tradurli nelle tre lingue e diffonderli nelle file del proletariato svizzero e di tutti i paesi vicini gli appelli antigovernativi pubblicati clandestinamente in Germania, in Francia e in Italia.
29. Il partito socialdemocratico svizzero deve non solo decidere al congresso di Berna (febbraio 1917) di aderire, e senza riserve, alle risoluzioni della conferenza di Kienthal, ma esigere, per parte sua, l’immediata e completa scissione organizzativa dall’USI (Ufficio Sociale Internazionale) dell’Aja, che è il baluardo dell’opportunismo e del socialpatriottismo, irriducibilmente ostili agli interessi del socialismo.
30. Il partito socialdemocratico svizzero, che si trova in condizioni eccezionalmente favorevoli per tenersi al corrente degli sviluppi del movimento operaio nei paesi progrediti d’Europa e per unificare gli elementi rivoluzionari del movimento operaio europeo, non deve aspettare passivamente che la lotta si sviluppi nel suo seno, ma deve porsi alla testa di questa lotta. Esso deve seguire la via indicata dalla sinistra di Zimmerwald. La giustezza di questo linea viene confermata, con evidenza giorno dopo giorno, dagli sviluppi del socialismo in Germania, in Francia, in Inghilterra, negli Stati Uniti e, in generale, in tutti i paesi civili.