Biblioteca Multimediale Marxista
istcom@libero.it
http://digilander.libero.it/istcom
Di recente Karol Woytilia ha voluto ricordare il massacro dell’insurrezione
della Polonia dell’agosto 1944 ad opera delle belve naziste.
Il fatto in sé, però, è molto più tragico di quanto
la storiografia ufficiale vuol far credere e proietta invece una delle peggiori
pagine di cinismo dell’intera 2° guerra mondiale.
E’ tempo che queste pagine vengano scritte, traendo dal silenzio le fonti
storiche documentali.
La Polonia viene per ben due volte venduta e lanciata in azioni avventuristiche
che facilitano il massacro nazi-sta della popolazione da parte dell’Inghilterra,
degli Stati Uniti e della Francia.
Vediamo i fatti, seguiamo i fatti nella loro concatenazione cronologica, secondo
l’insegnamento del grande Car-lo Cattaneo: “ La cronologia è
l’occhio della Storia.”.
Polonia.
La Francia e la Gran Bretagna si erano impegnate a difendere la Polonia in caso
di aggressione della Ger-mania. L’impegno consisteva nell’attaccare
la Germania sulla sua frontiera occidentale in modo da impegnare l’esercito
tedesco, minacciando lo sfondamento in Germania. In altri termini portare la
guerra sul suolo germa-nico. All’atto dell’aggressione non vi fu
alcuna azione.
Innanzitutto le operazioni ebbero inizio cinque giorni dopo l’aggressione,
ma zia Gugliemina, la regina d’Olanda insomma, si oppose a che truppe
straniere calcassero il sacro suolo patrio olandese: “ Mai stivale straniero
calpesterà il suolo olandese”. Questo restrinse la zona di operazione
e di pressione all’esercito anglo-francese di portarsi sulla frontiera
occidentale tedesca e attaccare la Germania.
All’interno della Polonia in tutta la fase pre-aggressione e poi in modo
più specifico e massiccio dopo il 1. set-tembre 1939 il governo e lo
Stato Maggiore polacco con dichiarazioni e comunicati sparsero false voci sulla
fa-cile vittoria della Polonia e che questa volta niente avrebbe fermato i polacchi
di giungere a Berlino e imporre rivendicazioni territoriali.
Una tale eccitazione di massa giunse persino a manifestazioni di strada dinanzi
alle sedi governative perché ritenuti il governo e suoi membri troppo
prudenti nei confronti della Germania nello scatenare l’offensiva e marciare
su Berlino.
Gli organi di stampa e la propaganda governativa incoraggiavano tali sentimenti.
Il popolo polacco viene qui per la prima volta in questa guerra mandato al macello,fino
alla ridicola carica di cavalleria contro i carri armati, su cui poi si sono
sbizzarriti nel descrivere le eroiche gesta del popolo polacco che con la cavalleria
si oppone ai carri armati.
La Polonia non aveva attuato alcuna forma di mobilitazione generale e non aveva
in alcun modo ammodernato e riorganizzato il suo esercito. Le possenti armate
della Wehrmacht si trovarono di fronte fucili e mortai della 1a Guerra mondiale
oltre che cavalli contro carri armi e l’intera artiglieria oltre che antiquata
era totalmente ippotrainata.
Fu un massacro.
Eccitati dalle voci sparse dal governo e dagli organi di stampa e dalla promessa
di intervento anglo-francese, il popolo polacco fu vigliaccamente massacrato
dai tedeschi, dagli inglesi e dai francesi che avevano promesso prima e lasciato
solo poi il popolo polacco e dal governo e dallo Stato Maggiore polacchi, che
aveva diffuso ed alimentato voci e notizie sulla presunta invincibilità
dell’esercito polacco.
E’ difficile, in merito, pensare all’azione di una quinta colonna
tedesca operante in Polonia, giacché si dovrebbe iscrivere in tale quinta
colonna l’intero governo e l’intero stato maggiore polacchi oltrecchè
i governi inglesi, francesi ed olandesi, zia Guglielmina compresa.
Si è voluto attribuire la causa all’U.R.S.S. che non sarebbe intervenuta
in difesa, ma che invase,dopo la caduta del governo legittimo polacco la parte
orientale della Polonia.
In verità è questa una ben strana teoria: erano la Francia e la
Gran Bretagna che erano vincolati da ben precisi accordi politici e militari
con la Polonia e che avevano al riguardo sottoscritto ben precisi e particolareggiati
ac-corsi militari; mentre la Polonia aveva fino all’ultimo rifiutato di
sottoscrivere un accordo di mutua assistenza e di non aggressione con l’U.R.S.S.
L’U.R.S.S. non aveva alcuna giustificazione e legittimazione di entrare
a nes-sun titolo in armi in territorio polacco fin quando esisteva un governo
legittimo e questo non avesse avanzato richiesta alcuna di aiuto e di intervento.
L’U.R.S.S. infatti entrerà in Polonia solo dopo che il legittimo
governo polacco era caduto e la Polonia si era arresa alla Germania e quindi
in una situazione di vuoto di potere non prima. Entrare in armi in Polonia avrebbe
significato uno scontro prematuro con la Germania e togliere le ca-stagne dal
fuoco all’Imperialismo, che a questo mirava, ma nel quale non voleva apparire
coinvolto ed ascrive-re a sé il ruolo super partes.
Si è sostenuto che il patto Ribbentrop-Moltov consegnava la Polonia alla
Germania, perché l’U.R.S.S. si sareb-be impegnata in tale accordo
a non intervenire in caso di aggressione della Polonia da parte della Germania.
E’ questo un evidente falso.
L’U.R.S.S. non poteva in alcun modo sottoscrivere niente di tutto questo
e la Germania non avrebbe accettato nulla di tutto questo, giacché non
esisteva alcun patto o trattato che legava l’U.R.S.S. alla Polonia per
cui l’U.R.S.S. non poteva e la Germania sapeva che l’U.R.S.S. non
avrebbe potuto.
Ben diversamente sarebbe stato se l’U.R.S.S. avesse attaccato la Polonia
sul versante orientale e la Germania sul versante occidentale in questo caso
sarebbe stata un’aggressione di due paesi contro la Polonia, che a-vrebbe
costretto la Polonia ad impegnarsi su due fronti ad occidente e ad oriente,
contro l’U.R.S.S. e contro la Germania. In questo caso l’U.R.S.S.
sarebbe stata responsabile assieme alla Germania dell’aggressione alla
Po-lonia ed avrebbe incoraggiato la Germania in questa azione scellerata. L’U.R.S.S.
entrerà dopo che la caduta del governo polacco e la cessazione dello
Stato polacco.
Sul piano militare nel corso dell’aggressione non vi sarà alcuna
azione militare sul versante orientale e l’esercito polacco non dovrà
provvedere a guarnirsi da eventuali attacchi da est. Le forze polacche saranno
im-pegnate e dispiegate tutte contro la Germania e nessuna forza venne distolta
sul confine orientale. Non vi era timore alcuno su quel versante e la Polonia
non si trovò impegnata su quel versante.
Era una evidente trappola tesa all’U.R.S.S., se fosse accorsa in aiuto,
questo sarebbe stato presentato come un’aggressione combinata sovietico-tedesco
contro la quale il “ mondo libero” insorto sarebbe potuto entrare
ed in tal caso il cuore di zia Guglielmina sarebbe sanguinato per il popolo
oppresso polacco ed avrebbe con-sentito il transito delle truppe; oppure, come
si è già detto uno scontro diretto prematuro sovietico-germanico.
Anche nel 1944 cercheranno di attrarre l’U.R.S.S. nella trappola polacca,
quando l’Armata Rossa si trovava nei pressi di Varsavia, anche qui mandarono
al massacro altri milioni di polacchi dopo averli eccitati, gli inglesi ed agenti
inglesi accertati, inviati da Churchill e dalla regina, lavorarono per tale
sporco lavoro.
Essi organizzarono e spinsero il popolo polacco ad una prematura insurrezione
e poi, per la seconda volta ven-ne abbandonato. La disamina dell’intera
questione a suo tempo.
La strategia militare della Gran Bretagna.
La difesa della Polonia, e così della Norvegia, della Danimarca, del
Belgio, dell’Olanda, della Francia, non era nei piani britannici.
Hillgruber delinea qui le linee strategiche elaborate dallo Stato Maggiore nell’inverno
1938-1939 e che hanno costituito le linee strategiche per tutto il corso della
2° guerra mondiale.
“ Fu elaborato un ordine gerarchico delle necessità strategiche
su cui si basava la condotta della guerra da parte della Gran Bretagna.
[..]. Venne definito vitale, per la conservazione del predominio britannico,
la sicurezza delle rotte atlantiche, che univano l’Inghilterra ai membri
del Commonwelth, alle colonie ed agli Usa.
Questo problema fu il primo ad essere menzionato nel Piano di Guerra dell’Ammiraglio
britannico del 30. gennaio. 1939.
Al secondo posto, in ordine di importanza in questo elenco delle necessità
di guerra, veniva la posizione impe-riale della Gran Bretagna nel Mediterraneo,
attraversata dalle vie di comunicazione che andavano dalle isole britanniche
all’Asia orientale, all’India ed alle regioni petrolifere attorno
al Golfo Persico.
Venivano invece sacrificate le vie di rifornimento alle isole britanniche nell’Atlantico.
Su questa base venne elaborato un piano comune franco-britannico.
Tale piano di base comune era impostato, perciò su una difesa strategica
generale per la prima fase della guerra, poiché una durata maggiore della
guerra avrebbe quasi certamente fatto mutare in maniera graduale il rapporto
di forza in funzione delle maggiori risorse produttive. ed avrebbe avuto, così,
effetti favorevoli per le potenze occidentali, che nei loro collegamenti marittimi,
soprattutto con l’America, avevano un saldo appoggio, mentre gli avversari
nel centro Europa, nonostante tutte le possibilità di “ sortita”
apparivano come rinserrati in una fortezza.
Per il futuro era previsto, quindi, di passare ad una prima offensiva generale
contro l’Italia quale partner più debole della coalizione avversaria
e da ultimo, ma ancora in una forma molto vaga di giungere ad attaccare la Germania.”
Quindi: difesa?attacco all’Italia? nel Nordafrica? offensiva finale contro
la Germania.
Non solo un Comitato Militare anglo-francese ed un piano strategico franco-britannico,
ma vi fu anche un Comando Unificato Anglo-Statunitense che elaborò un
piano militare.
In entrambi non vi era alcuna difesa della Polonia, né della Danimarca
o dell’Olanda, del Belgio, della Francia ma la cessione di questi stati
alla Germania e questo come scelta di un piano strategico militare elaborato
nel gennaio 1939, ossia nove mesi prima che la Germania aggredisse la Polonia.
Sempre Hillgruber, pag. 116, documenta che:
Dopo “ Monaco”, 1938, Roosevelt ordinò che il “ Joint
Planing Committee” ( J.P.C. ) elaborasse studi com-pleti per eventuali
conflitti militari nei quali si doveva partire alla possibilità che gli
Usa venissero coinvolti in una guerra su due oceani contro più di una
potenza.
Questo ordine seguiva l’ammodernamento dell’ottobre 1938:
gli Usa avrebbero scoperto ed affrontato i pericoli dell’aggressione ovunque
nel mondo, soprattutto nell’emisfero occidentale; agli aggressori ci si
doveva opporre, messaggio al Congresso di Roosevelt del 4. gennaio. 1939, con
metodi “ short war”.
Vengono quindi elaborati piani base ( Rainbow 1-5 ) sottoposti a Roosevelt il
30. giugno. 1939.
Il Piano.
La flotta britannica e francese si sarebbero incaricate della sicurezza dell’Atlantico
e quindi della difesa del fianco orientale USA.
La flotta americana, raccolta nel Pacifico, doveva essere sia la difesa dall’attacco
giapponese alle colo-nie del sud-est asiatico di Gran Bretagna, Francia, Olanda
e sia, soprattutto, la dissuasione del Giap-pone da un attacco mediante una
dimostrazione di potenza da parte degli USA.
Nell’àmbito di questa strategia si giunge ad una suddivisione dei
ruoli nel giugno 1939
Con la legge del 4. novembre. 1939 viene introdotta la clausola “ cash
and carry” per l’esportazione, ora auto-rizzata di armi ed equipaggiamenti
ai belligeranti ( Francia, Inghilterra, Olanda, Belgio )
[..] contratti di compravendita tra gli alleati ed industrie private americane.
Muoiono quindi qui tutte le trepidanti dichiarazioni ed i cuori insanguinati
dei paesi imperialisti per una Polonia che geme sotto il tallone di ferro di
Hitler.
L’affermazione qui di Hillgruber è netta, è quasi sentenza
di cassazione:
“Per quanto attiene la difesa della Polonia Hillgruber esplicitamente
afferma:!
“ Gli alleati si astennero così dal sostenere militarmente la Polonia
durante la guerra di settembre e non vennero attuate non solo la promessa offensiva
francese, ma neanche le incursioni aeree britanniche sulla Germania.
Questo fatto era da mettere in relazione con la strategia difensiva sulla quale
gli alleati si erano accordati nel definire una linea fondamentale della loro
condotta di guerra …
[ …] Dopo di che fu chiaro l’atteggiamento degli Stati europei nei
confronti della guerra, cioè partecipazio-ne, neutralità, “
non belligeranza”.
Si spiega adesso bene l’intera azione militare degli Alleati non solo
in Polonia, ma tutte le “stranezze”, le dabe-nagine nel corso delle
operazioni militari del periodo aprile-giugno 1940 in Norvegia, Danimarca Belgio,
Olan-da, Francia.
Da un punto di vista strettamente teorica la scelta ha una sua consistenza teorica,
costituisce una corretta scelta, tendente a fiaccare il nemico in azioni terrestri,
tagliandogli le vie di comunicazioni e quindi di riforni-menti strategici, che
gli avrebbero impedito di continuare una guerra. E’ una scelta strategica
che si basa su una concezione economica della conduzione della guerra: tagliare,
fino a far venire meno, alla potenza nemica i mezzi per poterla continuare.
Da un punto di vista militare è un elaborato intelligente: gli anglo-americani
non hanno possibilità concrete di scatenare un’offensiva terrestre,
perché non hanno basi appoggio e cunei su cui poggiare per impostare
e scatenare un’offensiva. La loro supremazia era sui mari e giustamente
danno bat-taglia sui mari e sui mari hanno la supremazia sulle grandi rotte:
l’Atlantico ed il Pacifico.
Sfruttano bene, e fino in fondo, i punti di forza loro ed inchiodano quelli
del nemico.
Il nemico presenta una palese contraddizione di fondo: i suoi progetti non sono
supportati da una produzione militare e da una fornitura di materie prime tali
da poter rendere realizzabile tali progetti.
Vi è cioè una strozzatura tra i progetti e le possibilità
reali.
Il piano anglo-americano punta, allora, su tale strozzatura, che considera il
cuneo nello schieramento nemico e lo approfondisce, lo allarga fino a quando
questo non consenta di passare ad operazioni terrestri, quando tale strozzatura
si è aggravata. Il cuneo conficcato diviene il punto attorno al quale
far ruotare l’intera azione stra-tegica per farlo divenire nel tempo il
piano di appoggio per l’offensiva e la sconfitta militare del nemico.
Considerata la natura isolana della Gran Bretagna e la distanza marittima degli
Stati Uniti e che entrambi han-no l’egemonia marittima il piano è
corretto. E l’intera azione militare sarà guidata da questa idea
strategica.
Nulla da eccepire.
Indubbiamente se ne sarebbero potute elaborare altre che prevedessero una più
fattiva presenza sul piano della guerra terrestre, ma ciò non toglie
che tale piano è corretto, sul piano della Scienza Militare è
scientifi-camente corretto.
La critica è su un piano diverso.
Se questa erano le direttrici strategiche sia del Comando Militare Unificato
anglo-statunitense ed anglo-francese non si comprende allora perché abbiamo
poi condotto in quel modo la guerra nel periodo settembre-ottobre 1939 e aprile-giugno1940.
La rapida avanzata avrebbe dovuto invece essere un’avanzata, che nelle
condizioni date non era stato deciso di contrastare, un’azione di ritardo
che impegnasse le forze tedesche, che ne fiaccasse la baldanza, di controffensive
di contenimento e rallentamento in modo da far pagare il più alto prezzo
possibile quanto meno in tenuta della compagine militare; che costituisse una
incrinatura nella teoria della invincibilità della Wehrmacht che poi
ha pesato sui tempi e modi di sviluppo di un movimento di Resi-stenza in questi
paesi d’Europa. Il fatto che tra gli Stati vi fosse una sostanziale identità
di vedute, pur con di-versità, ma questo è normale, e che a tale
identità di vedute essi siano pervenuti prima del settembre 1939 e quindi
non sotto l’evento bellico costituisce un dato importante, ossia che esse
non furono prese alla sprovvi-sta e che vi fu data una risposta pianificata
tempo addietro. A maggior ragione si sarebbe dovuto attrezzare un piano militare
difensivo in grado di ritardare, di … ossia quanto poco prima esposto.
Ecco è questa contraddizione che emerge dai piani di fine 1938-gennaio
1939, che pone perplessità e spinge ad approfondire. Per come essi sono
stati concepiti e per le nazioni altre che vedeva coinvolti: Olanda, Dani-marca,
ecc. non è pensabile che tali stati non ne siano stati coinvolti. Ad
essi venivano infatti garantiti la difesa dei loro interessi nelle colonie che
avevano lungo il Pacifico e quindi a maggior ragione ne dovevano essere state
coinvolte ed il piano militare poi adottato nel maggio-giugno 1940 non poteva
non essere stato coordina-to con tali stati, o quantomeno riceverne assenso.
Le scelte strategiche 1938-gennaio 1939 costituivano di per sé il momento
chiave unificante delle operazioni sui vari teatri di guerra e quindi anche
del teatro di guerra occidentale, ma poi i piani militari ed il modo come si
svolgerà la guerra: evidenziano invece uno scollamento, un andare ciascuno
per conto suo: i Belgi da una parte, gli Olandesi peggio ancora, come vedremo
da qui a poco.
Ed allora perché quella condotta militare che rafforzava la Germania
hitleriana e la leadership di Hitler, specie dopo la vittoria sulla Francia,
come vedremo.
Le indagini e gli studi storici se hanno fermato tale questione, non hanno ancora
posto mano a prospettarvi una soluzione, che richiede uno scandagliare ancora
a fondo i processi reali di quell’evento o fenomeno ogget-to di indagine.
Ancora.
VARSAVIA 1° Agosto 1944
Si sostiene che le truppe sovietiche che erano riuscite a giungere nel quartiere
Praga nei sobborghi di Var-savia si sia fermate, nonostante che il Comitato
di Londra avesse lanciato l’insurrezione lasciando che i tede-schi massacrassero
i polacchi.
Ancora una volta gli inglesi e Churchill lanciano il popolo polacco in un’avventura:
è infatti il Comitato di Lon-dra, in opposizione a quello di Lublino,
che lancia l’insurrezione ed agenti inglesi, come fonti autorevoli atte-stano,
lavorano per tale insurrezione, e che poi non provvede a sostenere l’azione
nella quale getta il popolo polacco e di Varsavia. Anche qui la provocazione
britannica scarica sull’Armata Rossa le sue responsabilità come
nel 1939.
Questa costituisce una grave provocazione britannica, della monarchia e della
regina Elisabetta in prima per-sona e di Churchill in primo luogo.
Essi consegnano i polacchi, per la seconda volta, al boia nazista al solo scopo
di provare l’Armata Rossa ed attirarla in una provocazione.
Stalin in persona incontrandosi con i responsabili del Comitato di Londra aveva
detto in maniera chiara che l’Armata Rossa non sarebbe entrata in Varsavia
e che quello non era il momento per tale avanzata.
Nonostante questo agenti britannici su istigazione e comando di Churchill organizzarono
l’insurrezione per la-sciare poi che la belva nazista massacrasse i polacchi.
Si è visto come il piano militare sovietico avesse una sua logica interna
e procedesse secondo ben precisi im-pianti logici. L’avanzata su Varsavia
e la liberazione della Polonia si inquadrava entro il piano militare di guerra
della terza fase, quello dell’assalto dalla Vistola fino a Berlino.
L’Armata Rossa era avanzata troppo ed in poco tempo, occorreva rinsaldare
il fronte, portare nelle più imme-diate retrovie tutto l’occorrente,
a partire dalla modifica della ridotta ferroviaria, ecc. che garantisse l’assalto
dalla Vistola a Berlino.
Nelle precise condizioni militari rimanevano ancora impegnate nei Balcani almeno
80 divisioni: in Grecia, in Ungheria, in Romania, in Jugoslavia, Bulgaria, Finlandia
e nella Prussia orientale. Avanzare significava con-sentire a queste forze di
convergere su Varsavia ed insaccare le divisioni sovietiche ed infliggerle una
pesante sconfitta, conseguire l’obiettivo di ricongiungere le disperse
forze armate nei Balcani. Occorreva quindi prima procedere ad eliminare questa
minaccia alle spalle, consentire al movimento partigiano nei vari paesi di esten-dersi
ed affermarsi e che si attuassero modifiche in questi paesi.
Infatti in questo periodo si ha la resa della Romania, dell’Ungheria,
della Jugoslavia con la costituzione di go-verno espressione della guerra partigiana
e la cacciata dei governi filonazisti e la lotta di Romania ed altri con-tro
la Germania, unendosi alle forze dell’Armata Rossa, costituendo così
nel contempo solide retrovie per l’assalto dalla Vistola a Berlino.
Churchill voleva attirare in una provocazione l’Armata Rossa, voleva che
l’Armata Rossa subisse una sconfitta, una battuta d’arresto al fine
di indebolirla nella fase delle trattativi di pace e per conseguire un obiettivo
ideolo-gico che avrebbe giocato dopo la fine del conflitto: esasperare tale
sconfitta e sminuire le eccellenti vittorie, demoralizzare le forze partigiane
e progressiste. Per questo fine manda al massacro per la seconda volta mi-lioni
di polacchi.
La Germania infatti entro la fine di luglio rafforza la sua presenza in Polonia
tra cui l’invio di un’intera armata SS a significare l’importanza
centrale che dava a tale situazione e nella speranza di attirare l’Armata
Rossa nella trappola che Churchill aveva teso lanciando l’insurrezione
di Varsavia il 1°agosto. 1944.
Quando nel mese di novembre, dopo una sosta di circa 2 mesi, riorganizzate le
fila, ecc. viene lanciata l’offensiva finale, l’Armata Rossa entra
in gennaio in Varsavia, liquida le sacche di resistenza e libera assieme alla
popolazione di Varsavia e di tutta la Polonia diretta ed organizzata dal Comitato
di Lublino.
Mantiene così l’impegno che aveva assunto.
L’imperialismo inglese, cioè, e quindi la monarchia britannica
ed il governo britannico, in concreto la regina Eli-sabetta e Wiston Churchill
cercano di attirare l’Urss in una provocazione e facilitare così
la Germania nazista, che imponendo una sconfitta all’Armata Rossa avrebbe
da una parte allentato le pressioni sulle sue armate ed indebolito il fronte
principale di avanzata verso Berlino e la forza principale di annientamento
delle belve nazi-ste.
Il piano fallì miseramente, ma le azioni contro l’Urss in piena
guerra antinazista ed in favore della Germana hit-leriana da parte degli inglesi
e degli americani non si fermarono certamente qui.
Fino all’ultimo essi cercheranno un accordo separato con le truppe germaniche
al fine di congiungere le loro truppe e quelle naziste per lanciare una controffensiva
congiunta contro l’avanzata dell’Armata Rossa nel gen-naio-marzo
1945.
In generale in questo periodo essi consentivano alle truppe naziste di spostare
divisioni dal fronte occidentale verso quello orientale, ossia contro l’Urss
che sosteneva lo sforzo principale. Esiste in merito il carteggio Stalin –Roosevelt,
ove Stalin critica queste scelte americane e Rossevelt risponde che non erano
5 le divisioni in questioni ma appena tre. Quindi conferma la linea anglo-americana
di consentire alle truppe naziste di sgan-ciarsi dal fronte occidentale per
concentrarsi su quello orientale.
Ma il fatto più grave, anche questo documentato dal carteggio Stalin
– Roosevelt, è quelle del dic. 1944- mar-zo 1945. Furono presi
nell’estate 1944 contatti in Svizzera tra il plenipotenziario tedesco,
generale delle SS Karl Wolff e ufficiali anglo-americani al fine di una firma
separata di resa della Germania con gli anglo-statunitensi. L’operazione
va sotto il nome di Sunrise-Crossword. Gli incontri ebbero luogo a Zurigo e
nel Can-ton Ticino e più precisamente a Lugano ed ad Acona.
Wolff tramite i buoni uffici del cardinale di Milano Shuster riuscì a
mettersi in contatto nel febbraio 1945 con Al-lan Dulles, capo dei servizi strategici
( OSS ) degli Usa a Berna ( e poi direttore della Cia dal 1953 al 1963, creata
da Truman nel 1947 ). Wolff dovete dare un “ pegno di lealtà”
agli “ alleati”, liberando Ferruccio Parri, esponente di primo piano
della resistenza che riparò in Zurigo e Toni Esimano, uno dei responsabili
del servi-zio informazioni americano in Italia.
Stalin scrisse una lettera a Roosevelt in cui denunciava queste manovre di sabotaggio
e di collusione ed intel-ligenza con il nemico. Il progetto non andò
in porto per la possente offensiva in atto dell’Armata Rossa.
Il riscontro documentale di tale fatto non sta nelle lettere di Stalin, quanto
nella risposta di Roosevelt del 11. aprile 1945 in cui dichiara che si era trattato
di un incidente insignificante, riconoscendone così l’esistenza.
In specifico la lettere di Roosevelt a Stalin dice:
“ La ringrazio per il suo sincero chiarimento del punto di vista sovietico
in relazione all’incidente di Berna, che ora sembra aver perso la sua
asprezza ed attualità e dal quale nessuno ha guadagnato.”
Il giorno dopo la spedizione a Mosca di questa risposta-conferma di Roosevelt
a Stalin delle manovre sotto-banco dei circoli reazionari anglo-statunitensi,
Roosevelt muore e Truman lo sostituisce, inaugurando da subi-to un rapporto
di scontro duro e serrato.
E visto che siamo in tema e per onor di cronaca, occorre dire degli aiuti che
gli anglo-americani diedero ai te-deschi, ufficiali tedeschi, nel riparare fuori
dalla Germania: sia facilitando la resa nelle mani anglo-americane anziché
in quelle sovietiche e sia costruendo una solida e fitta rete di complicità
ed e sostegno per la l’espatrio per peggiori criminali di guerra in America
Latina, per sottrarli così al processo di Norimberga.
Anche questa storia va raccontata.
Il centro logistico era mantenuto dal Vaticano ed in modo particolare dall’allora
cardinale Montini, poi Paolo VI, che tra Milano e Genova mise a disposizione
dei criminali nazisti conventi e chiese e sacrestie ove questi po-tevano nascondersi
fino a quando potevano poi salpare dal porto di Genova con passaporto diplomatico
vati-cano, ovviamente con generalità false, firmati da Montini, poi papa
Paolo VI.
Tutti i gerarchi nazisti sfuggiti in America Latina ebbero nel Vaticano, nelle
strutture di conventi di clausura e chiese e sacrestie punti ove nascondersi
in attesa di poter salpare da Genova con passaporti diplomatici vati-cani firmati
da Montini, poi papa Paolo VI.
L’idea di fondo dell’imperialismo anglo-statunitense era di salvare
questi efferati criminali di guerra al fine di poter utilizzare la rete spionistica
che la Germania nazista aveva costruito in quegli anni in Urss e nell’Europa
orientale ed infatti assoldare questi loschi figuri nei ranghi dei loro servi
segreti.
Woytilia nel suo ricordare il massacro dell’insurrezione di Varsavia del
1944 non ha reso certo un buon servi-gio agli anglo-americani, intelligenze,
buon gusto e minimo di intelligenza avrebbero richiesto il silenzio su tale
questione, al fine di continuare quel muro di silenzio che sino ad ora si è
cercato di mantenere.
Ma Karol Woytilia ha voluto andare più oltre, dichiarando la sua personale
partecipazione a quella insurrezione e poiché non è avvenuta come
semplice cittadino polacco ingannato dal Comitato di Londra, ma come prelato
ha dichiarato, e “ a dichiaration di parte inutilità di prove”,
di essere sin dal lontano 1944 agente dell’imperialismo britannico in
Polonia.
Perde colpi Woytilia o ha voluto, nello stile contorto pretesco, riaffermare
la fedeltà vaticana a Londra ed a New York in opposizione alle recenti
scelte polacche di creare un assist con la Germania, rompendo o allen-tando
il lungo cordone ombelicale che lega le classi reazionarie polacche all’Inghilterra?
Comunque sia, questi i dati documentali.
Essi fermano in maniera inequivocabile una delle peggiori pagine della storia
della 2° guerra mondiale, pagine di tradimento ad un popolo sia da parte
di agenti interni che esterni legati alla monarchia britannica ed a Wi-ston
Churchill; una feroce pagine di cinismo e disumano disprezzo per gli uomini
e la loro vita.
E fermano senza appello il vero volto dell’imperialismo inglese nella
seconda guerra mondiale.
istcom
Lunedì, 1 agosto 2004