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Il Sole 24Ore, organo della Confindustria, il 19. agosto ha
inteso affrontare il tema degli Organi-smi Geneticamente Modificati, OGM, in
agricoltura, attraverso una intervista al Presidente della Monsanto.
Sposa appieno la tesi dell’intervistato e più in generale l’organo
della Confindustria si fa sostenitore della teoria e della pratica degli OGM
in agricoltura.
In Europa con una specifica direttiva della Commissione Europea, Prodi, ha fatto
cadere i vincoli e le limitazioni alla produzione e sperimentazione di OGM.
Una grossa spallata in verità venne data in Italia da un manifesto firmato
da intellettuali, capeggiati da Veronesi e Rita Levi Montalcini, in cui si chiedeva
l’abbattimento del limite della sperimentazione in serra per la sperimentazione
a cielo aperto. Il testo non diceva che questo era stato il risultato di una
battaglia condotta nelle Marche, nell’àmbito dell’Asl di
Tolentino contro la Monsanto che cercava di penetrare in Italia, dopo aver visti
falliti i suoi tentativi di penetrazione nell’àmbito di un’altra
ASL marchigiana e che si era concretizzata in una delibera dell’assessore
all’Agricoltura della Regione Marche, che aveva recepito i contenuti scientifici
di una Convegno sulla Genetica e gli OGM.
Monsanto in questa intervista dichiara:
“ le biotecnologie saranno sempre più importanti:
a. per la sostenibilità e lo sviluppo dell’agricoltura,
b. ( .. ) i consumatori cominciano a percepire i benefici diretti sul piano
della nutrizione e della pre-venzione delle malattie.”.
La prima affermazione non trova alcun riscontro documentale.
La tesi che qui si vuole sostenere è che tramite la tecnica degli OGM
in agricoltura è possibile ottene-re una massa maggiore di prodotti senza
per questo incidere sulla sostenibilità e contribuire, così, alla
risoluzione della fame nel mondo. In effetti si vuole sostenere che data la
crescita demografica mon-diale, per poter soddisfare la domanda nutrizionale
di tutti si andrebbe incontro ad un impatto am-bientale, di qui la scelta degli
OGM.
Sul più immediato lato tecnico i paesi capitalistici soffrono di una
pesante sovrapproduzione agricola, che è, poi, una delle cause della
crisi capitalistica in atto, sovrapproduzione che distruggono al fine di mantenere
alti i prezzi agricoli e gli industriali legati ai settori della trasformazione
trovano compenso per questo maggior prezzo agricolo in un maggior profitto industriale.
E’ il caso dei frigoriferi Cee pieni, delle quote latte ove è fatto
divieto all’allevatore di raccogliere dai propri animali una quota su-periore
di latte a quella fissata in cambio di un contributo CEE; è il caso della
distruzione dei pomo-dori e di molti altri prodotti agricoli, oltre a tutta
la politica di disincentivazione alla produzio-ne,dell’abbattimento di
animali, dell’abbandono delle terre agricole, ecc. ecc.
Entrando nella questione specifica.
La produzione agricola tramite OGM impoverisce, inaridisce, la terra e non l’arricchisce;
infatti il seme prodotto non sarà utile per il nuovo ciclo produttivo
agricolo.
Per quanto attiene la nutrizione non vi sono dati sperimentali, costituisce,
cioè, un’affermazione gra-tuita, ossia ideologica, dello strillone
al mercato che cerca di attirare compratori per la sua merce.
Da un punto di vista scientifico la qualità nutrizionale di un prodotto
è una risultante complessa.
Nel lavoro dell’Istituto sulla Genetica, a cui rimandiamo giacché
ne costituisce base teorica e metodo-logica, abbiamo mostrato come la varietà
di riso da cui si estrae il gene [ Xa21] che dà alla pianta di riso geneticamente
modificata l’inattaccabilità da parassiti e quindi un alta resa
– in altre parole que-sta varietà di riso non è attaccata
da alcun parassita – è totalmente insapore e del tutto priva di
interes-se dal punto di vista alimentare, da qui la non attaccabilità
dei parassiti. Esiste cioè un rapporto dialet-tico tra la qualità
del prodotto agricolo, il suo valore proteico e nutrizionale e l’attaccabilità
da paras-siti.
La massa dei problemi teorici, inerenti la modifica che si introduce non è
affatto risolta, anche qui ri-mandiamo al lavoro dell’Istituto ove vi
è un’attenta disamina scientifica di questi.
Essi sono di natura metodologica inerente la ricerca stessa, sono di natura
teorico-speculativa inerente il rapporto esterno – interno, ambiente esterno
– ambiente interno, giacché a questo livello subatomi-co i processi
ed i rapporti si dialettizzano in maniera molto veloce e sistemica per cui tali
questioni assumono una particolare centralità per la corretta comprensione
dei processi e per la stessa ricerca scientifica, diversamente si verifica una
strozzatura, che devia, mistifica, altera, i processi, falsando dati, ricerca
ed organizzazione dei dati.
Non risultano dati circa valori terapeutici di tali nuovi prodotti agricoli,
a meno che non si voglia intendere prodotti a più basso contenuto di
azoto, potassio, proteine, lipidi, ecc., che in generale sono contenuti negli
stessi prodotti naturali. Ma, se è questo, costituisce un dato totalmente
negativo e pe-ricoloso, giacché l’organismo umano ha bisogno, e
nella sua evoluzione ha avuto bisogno, di quel contenuto di azoto, potassio,
ecc. e solo specifici casi patologici richiedono la sottrazione o contra-zione
di quegli elementi e delle quantità da assumere. Ma questo avviene su
base medica e sotto con-trollo medico, che deve controllare che i valori non
si abbassino o innalzino oltre la soglia ottimale. Se vi è, invece, una
produzione generalizzata, come lo è la produzione agricola, è
negativo, giacché si ha una produzione che generalizza la contrazione
o sottrazione per l’intera popolazione senza alcun motivo medico.
E’ la stupidità di quello spot che pubblicizza un’acqua a
basso contenuto di sodio.
Il sodio deve essere assunto in una ben determinata quantità, per la
funzione che esso assolve, nello stimolo elettrico che determina il battito
cardiaco, per esempio: una sottrazione o contrazione genera-lizzata di questo
elemento è dannoso, ed oltre certi livelli pericoloso, per il soggetto.
Reca, così, un assai cattivo servigio alla Monsanto l’intervistato
e dato il livello dell’intervistato mo-stra la profonda ignoranza dei
processi sui quali si pretende di intervenire e di avere la ricette magica.
Adesso è l’intervistato stesso che pone alla base della sua argomentazione
la tematica scientifica, giacché dichiara:
“ un singolo Paese può opporsi in base a solide ragioni scientifiche”.
Ragioni scientifiche che militano a favore degli OGM in agricoltura non ve ne
sono, giacché quelli che esistono sono da un punto di vista della metodologia
scientifica inesistenti, giacché prodotti da ricercatori legati agli
OGM e quindi totalmente ed assolutamente di parte.
Non sono stati portati dati o formulate ipotesi e soluzioni alle tematiche teoriche
di cui il lavoro dell’Istituto si fa carico e che a tuttora restano un
macigno.
La base scientifica su cui poggia l’intera argomentazione è data
dall’affermazione:
“ i raccolti biotech si avvicinano alla verifica decennale.”:
L’affermazione è ancora una volta da strillone da mercato.
Innanzitutto la base “ decennale” non costituisce base sufficiente
data la complessità della questione, determinata dalla molteplicità
dei fattori che interagiscono ed i cui effetti nel tempo sono dissimili, sia
perché presentano assai differenti velocità e sia perché
tali effetti si modificano nella misura in cui vi è accumulazione, che
determina reazione a catena in tutti gli infiniti elementi con cui interagisce:
basti qui pensare alle modifiche che apporta sul piano climatico, sull’interscambio
ossigeno-anitride carbonica, ecc. E’ esperienza consolidata della comunità
scientifica internazionale di effetti indesi-derati manifestatisi a distanza
di 15-20anni ed in presenza di benefici effetti sull’immediato e sul bre-ve-medio
periodo – cosa che non è assolutamente per il biotech.
Esiste, poi un ben preciso rapporto tra la base annuale di una sperimentazione
ed il soggetto sottopo-sto a sperimentazione che determina la validità
del periodo di sperimentazione: in altri termini in al-cuni casi più
semplici una sperimentazione di 2-5anni può essere più che sufficiente,
non così per un’altra che richiede una base di 15-20anni, ed altri…
.
L’altro elemento della infondatezza scientifica di tale affermazione è
data dalla estrema limitatezza della sua applicazione, la massa complessiva
di ettari coinvolta nella produzione di OGM è totalmen-te insignificante
rispetto alla massa complessiva di ettari a coltivazione, oltre al fatto che
la massa dei dati è filtrata, organizzata ed esaminata dagli interessati
stessi e sulla base degli indirizzi di ricerca che la Monsanto ha stabilito
e sulla cui base assume e paga gli stipendi.
In tali condizioni, il dato se positivo destituisce di qualsiasi fondamento
la validità del passaggio dalla sperimentazione alla produzione. Il dato
se positivo, dice soltanto della perseguibilità ulteriore della sperimentazione,
ma alle condizioni che la scienza impone alla sperimentazione: condizioni che
in ogni caso non sussistono qui.
La questione non si pone affatto per il biotech, che trova invece ampia, e documentata,
pubblicistica avversa.
La terza parte dell’intervista viene dedicata all’attenzione
per gli agricoltori, per i consumatori, che costituisce attenzione e preoccupazione
principe della Monsanto.
“ Tutta la nostra attività è finalizzata a beneficiare l’agricoltore”.
Circa l’agricoltore.
I più elementari ed immediati dati che sono forniti dalla stessa Monsanto,
et similia, dicono che l’agricoltore si salda mani e piedi, giacché
una volta che ha introdotto la produzione OGM, deve di-struggere la sua produzione
ed attrezzare il campo per gli OGM e poiché i semi del ciclo produttivo
non sono utilizzabili per il successivo, egli li deve acquistare sempre ad ogni
nuovo ciclo produttivo, determinando così una dipendenza che è
tra il servaggio feudale e quello della colonia.
Nelle condizioni reali della forbice tra i prezzi agricoli e quelli industriali,
che costituisce costante as-soluta del modo di produzione capitalistico, sull’agricoltura
si scaricano tutte le tensioni del sistema capitalistico e di ciascun singolo
settore industriale. Questo comporta che l’agricoltore dipende in maniera
totale, assoluta, dittatoriale dalla Monsanto et similia ad ogni riproduzione
del ciclo agricolo.
Avrebbe fatto meglio e prima, l’intervistatore, a dire che agli agricoltori
si dava in omaggio la corda per impiccarsi!
In una prima fase vengono praticati prezzi bassi, che garantiscono effettivamente
profitti, ma poi una volta acquisito il mercato, e stabilita la dipendenza,
vengono praticati alti prezzi che rimangiano sia i profitti accumulati e sia
il capitale fino all’indebitamento totale e l’estorsione dello stesso
pluslavoro dell’agricoltore. Questo senza contare la combinata banche-Monsanto,
che determina i ceppi ipoteca-ri, fallimento ed acquisizione delle terre con
la formazione di vasti e sconfinati latifondi.
Quello che è in atto è la totale ed assoluta sottomissione del
settore agricolo al capitale, o in altri ter-mini la definitiva e dittatoriale
penetrazione capitalistica nelle campagne.
Il settore agricolo per sua natura presenta una enorme diversità e differenziazione
sia nel rapporto proprietario, nell’estensione proprietaria e nella diversità
dei prodotti, che rende assai difficile una standardizzazione delle colture,
dei processi di produzione e dei tempi, che determina differenti tempi di circolazione
del capitale con differenti saggi di profitti e con il limite invalicabile del
tempo di ro-tazione de capitale determinato dalle condizioni naturali. Questo
poi determina le diverse circolazioni nei due settori: agricolo ed industriale.
Il processo in atto e la tecnica degli OGM consentono la standardizzazione e
quindi la sottomissione totale al modo di produzione capitalistico nella fase
del capitale monopolistico.
Il processo in atto infatti conduce da una parte alla formazione di vaste tenute
agricole, di decine di milioni di ettari in vari punti del pianeta, e dall’altra
la congiunzione, diciamo così, dei settori agrico-lo ed industriale,
che consente la maggiore estorsione possibile di pluslavoro dal settore agricolo.
Un ragionamento tutto a parte è dato dalle modifiche che la tecnica degli
OGM ha comportato nel ca-rattere della crisi capitalistica, che la rende differente
da quella classica, analizzata e studiata da Marx, Engels e Lenin, ma da questi
individuata nelle linee tendenziali.
istcom