Biblioteca Multimediale Marxista


Lettere dell’Istituto

IL GIORNO DELLA MEMORIA

 


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A distanza di oltre cinquant’anni dall’orrendo crimine contro il popolo ebraico viene finalmente istituito il “ giorno della memoria”.

Il tremendo crimine, la barbarie di quegli anni deve essere ricordo permanente ed insegnamento perenne.

Questo significa non dimenticare le cause, i motivi che partorirono quel massacro di innocenti: il fascismo, il nazismo e la 2a guerra mondiale.

Ma questo crimine orrendo: 6 milioni di uomini assassinati aveva alla base una teoria che predicava la superiorità di una razza, di una stirpe, di una civiltà su tutte le altre e questo giustificava l’estinzione “ per via di sangue” di razze diverse.

La professione di fede cattolica ha alimentato l’odio contro l’ebraismo ed il popolo ebraico ed il nazismo troverà terreno fertile e già pronti tutti gli schemi e gli stereotipi dell’antiebraismo.

Il razzismo ha avvelenato la coscienza degli uomini, inselvatichite le loro menti.

Il nostro pensiero non può allora correre che ai nuovi razzismi di oggi.

Ci preoccupano teorie che vogliono contrapporre la cultura dell’Europa occidentale a quella araba, rivendicando a quella europea una qualche primogenitura e questa contrapposizione viene presentata nella veste, ancora una volta, religiosa: cattolico-giudaica da una parte ed islamica dall’altra.

Recenti dichiarazioni rivendicano i fondamenti della civiltà degli uomini, accomunata tutta sotto il termine di “ civiltà occidentale”, in una presunta e pretesa cultura cattolico-giudaica.

E mai il termine “ giudaico” è stato utilizzato in modo così volgare ed offensivo, quale paravento per nuovi ed altri razzismi.

E come sempre, ieri come oggi, tali teorie ed affermazioni sono totalmente false, retoriche e demagogiche. Vogliono scavare nelle paure e nei timori degli uomini sul loro avvenire, messo in seria crisi dalla realtà attuale, ed agitano come una clava gli spauracchi, pronti a dividere i popoli e gli uomini per contrapporli ancora una volta gli uni contro gli altri.

Parlare di una cultura cattolico-giudaica è un falso storico. Una simile cultura non esiste:

la cattolica e la giudaica non costituiscono affatto una cultura, ma una tradizione di pensiero religioso, che è tutt’altra cosa da “ civiltà”.

Alimentano così su tale falso storico e scientifico teorie, pregiudizi, odi, paure avvelenando le coscienze ed isterilendo, ancora una volta, le menti.

Ieri come oggi falsificano i più elementari dati scientifici e storici, violentano i fatti per metterli al servizio di progetti contro l’Uomo.

Aizzano gli animi, alimentano teorie e pregiudizi di superiorità dietro i quali perseguitano le diversità di altri popoli, giustificarne leggi di discriminazione, negando diritti a popoli di diverse culture e diverse civiltà, perseguitando credi e convinzioni religiosi di altre culture.

Affermare che la cultura europea, ed “ occidentale” più in generale trova i suoi saldi fondamenti nella cultura cattolico-giudaica è il più grande falso storico, è la più grande menzogna che sia mai stata detta.

Tutta la conoscenza scientifica e teorica, sia per quanto riguarda il campo delle scienze naturali che quello delle scienze umanistiche, affondano le più solide ed incrollabili fondamenta nella cultura del basso Mediterraneo ed in modo specifico proprio in quelle zone oggi chiamate Egitto, Iran, Iraq, Turchia, Grecia, Jugoslavia: le grandi culture e civiltà ittita, sumero-babilonese, egiziana, ellenica.

Tutta la conoscenza medica affonda le sue radici nella scuola medica di Cos e sulle conoscenze scientifiche egiziane.

Tutta la conoscenza della Matematica, dell’Astronomia, della Medicina e della Geometria hanno le loro incrollabili fondamenta nella cultura dei popoli iracheni, iraniani, egiziani, turchi.

Non diversamente dai grandi padri del pensiero moderno, basta pensare al grande filosofo greco, pilastro di tutto il pensiero umano e del moderno: Aristotele, o Talete, Democrito e tutta la teoria atomistica, ecc,. ecc.; per non parlare della grande biblioteca di Alessandria d’Egitto, che fino al 1450 ha costituito il centro “ mondiale” della cultura; per non parlare infine della cultura araba nell’800-1100 dell’era volgare.

Non meno importanti di questi contributi quelli italiani, francesi, cinesi e dei popoli anglo-sassoni.

E in verità la conoscenza, la cultura, le civiltà degli uomini non sono patrimonio di alcun singolo popolo o proprietà di una qualche ceppo della razza umana.

Sono, invece, sempre il concorso di tutti i popoli in un fluire perenne di contributi, stimoli, avanzamenti. In questo confluire incessante è impossibile individuare il contributo dei singoli, giacché ciascuno ha influito sull’altro e tutti si sono modificati, confluendo in un unico grande centro che è la cultura e la civiltà degli uomini.

E non esiste alcun campo delle scienze naturali ed umanistiche dove sia possibile individuare il primato di un singolo popolo.

La vita pone i popoli in un tutt’uno e le loro diversità come momenti del manifestarsi, essere e divenire dell’Uomo, dell’Umanità sociale.

Febbraio. 2003