Biblioteca Multimediale Marxista


Dopo lo scioglimento del "Comitato d'intesa"





L'Unità", 18 giugno 1925


Napoli, 8 giugno 1925

Cari compagni,

in seguito al comunicato apparso nel numero di ieri dell' "Unità", chiedo di poter dichiarare con lo stesso mezzo che appartengo al "Comitato d'intesa della sinistra" e che la mia firma non figura nel documento pubblicato per sole ragioni di ordine pratico.

Domando inoltre se è ammesso rispondere sulla stampa di partito non tanto ad argomentazione quanto ad affermazioni prive di fondamento sul conto dei compagni della sinistra, anche come persone in certi casi, contenute in documenti che la Centrale ha già creduto di fare pubblicare, aprendo così di fatto la discussione.

Non credo che si vorrà pretendere di aprire la discussione ad uso di una sola delle parti, soprattutto quando questa si compiace di attribuire all'altra opinioni e atteggiamenti che sono il contrario della verità.

Con saluti comunisti

AMADEO BORDIGA

La dichiarazione con la quale il compagno Bordiga si affretta ad annunciare la propria solidarietà col Comitato d'intesa non può sorprendere nessuno; essa era implicita in tutto il suo atteggiamento dal V Congresso in poi, ed in armonia con l'attiva opera frazionistica da lui svolta nella sezione di Napoli, ove per il succedersi di riunioni riservate e "clandestine" di frazione (assai scarse di seguito, in verità) il Comitato esecutivo ha dovuto intervenire promuovendo un'inchiesta i cui risultati saranno portati a conoscenza del partito.

Sostanzialmente dunque nulla di nuovo. Da un punto di vista formale la situazione diviene più chiara per molti compagni e pone apertamente ciascuno di fronte alle proprie responsabilità. Rileviamo solo il fatto che mentre il Comitato esecutivo condanna il Comitato d'intesa e ne ordina lo scioglimento, il compagno Bordiga si schiera apertamente al suo fianco contro il Comitato esecutivo del partito. Così il compagno Bordiga si pone automaticamente nella stessa posizione disciplinare dei componenti il comitato di frazione, con l'aggravante delle maggiori responsabilità che a lui derivano dal fatto di essere membro del Comitato esecutivo dell'Internazionale.

Ad evitare equivoci dobbiamo un chiarimento alla lettera che qui pubblichiamo. Il compagno Bordiga espone il dubbio che la Centrale voglia "pretendere di aprire la discussione ad uso di una sola delle parti". Questa insinuazione non ha alcuna giustificazione; nessun elemento può essere portato che autorizzi chicchessia ad avanzare il sospetto, divenuto argomento di lotta dell'"Avanti!" contro il nostro partito, che vi sia nella Centrale l'intenzione di restringere o comunque limitare nella discussione il diritto di parola.

Continuino pure i compagni dell'estrema sinistra, se ciò fa loro piacere, a portare acqua al mulino degli opportunisti. In ogni caso, stia tranquillo il compagno Bordiga: la Centrale è profondamente convinta che tanto più favorevoli saranno i risultati della discussione per la politica del partito e dell'Internazionale, quanto maggiore sarà la partecipazione ad essa dei compagni dell'estrema sinistra.

Ma non bisogna confondere la campagna antifrazionista che il Comitato centrale attualmente conduce con la discussione che dovrà svolgersi nel partito e che da quella campagna non è stata affatto aperta. Essa è determinata da un fatto concreto: l'organizzazione clandestina di una frazione del partito; e tende ad uno scopo altrettanto preciso: stroncare ogni tentativo di una sua pratica attuazione. Nessuno dei problemi che saranno oggetto della discussione, né alcuno degli elementi di dissenso politico e tattico esistenti fra noi sono stati in essa toccati. La sua stessa impostazione al di sopra di ogni tendenza e contro il frazionismo e per l'unità assoluta del partito, deve far comprendere il suo carattere speciale ben distinto dalla discussione che da questo spiacente episodio della vita del partito potrà essere ritardata ma non limitata.

E' vero che la quistione del frazionismo si collega in realtà al merito dei problemi più generali sui quali le nostre opinioni divergono e dei quali dovremo discutere; essa sarà certamente uno degli elementi della discussione. Ma non è sotto questo aspetto che per ora viene trattata la quistione; l'obiettivo più urgente ed immediato che con questa campagna noi ci proponiamo non è quello di "discutere", ma di impedire che si dividano organicamente le forze del partito e si creino le condizioni di una scissione.

Poiché è bene che il compagno Bordiga non finga di ignorare questa elementare verità: in un Partito comunista, porre il problema dell'organizzazione di una frazione significa porre un problema di scissione. E quando un tale pericolo incomincia ad apparire una realtà concreta, prima di divenire argomento di discussione esso si pone come obiettivo di lotta immediato e senza quartiere; ecco perché su tale quistione il Comitato centrale "non ha aperto una discussione", ma conduce una campagna diretta a mobilitare contro ogni tentativo e manovra frazionista tutte le forze del partito, indipendentemente da ogni divisione e tendenza, e quindi anche quelle dell' estrema sinistra che non hanno degenerato fino al punto del Comitato d'intesa.

Avremo poi il tempo di discutere; sarà anzi tale questione un elemento di maggior chiarificazione politica. E quando la discussione si aprirà, il che non potrà tardare molto, vi sarà piena libertà di parola. Dopo questi chiarimenti, diciamo subito che non v'è alcun impedimento che sulla stampa di partito gli interessati rendano pubblica una loro dichiarazione. Allo stato attuale delle cose anzi riteniamo necessario che ciò avvenga. Il Comitato esecutivo ha preso delle decisioni precise, quali lo scioglimento del Comitato d'intesa, la consegna del materiale frazionistico, e la cessazione di ogni attività in questo senso.

Sarà bene che il compagno Bordiga ed i suoi amici di frazione prendano su questo deliberato un impegno aperto e preciso di fronte al partito. I compagni dell'estrema sinistra tengano presente la gravissima responsabilità che si assumerebbero, se ponessero il Comitato centrale di fronte alla inderogabile necessità di dover prendere provvedimenti tali nei loro confronti da compromettere la stessa discussione del partito.

Quanto poi all'asserzione che siano state pubblicate affermazioni prive di fondamento, anche sul conto di alcuni compagni come persone, che si siano attribuite ad essi opinioni ed atteggiamenti contrari alla verità non nascondiamo il nostro stupore. Questa ci sembra un'affermazione arbitraria e priva di fondamento: non riusciamo a vedere a cosa intenda riferirsi il compagno Bordiga, il quale avrebbe anche potuto nella lettera alla Centrale smentire e rettificare tutto quello che credeva. In ogni modo attendiamo con curiosità le annunciate rettifiche...