Senza treguaLa guerra dei GAP |
Prefazione [kb
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Capitolo Primo Alla
macchia [kb 33 HTML]
Capitolo Secondo Nelle
Brigate Internazionali [kb 30 HTML]
Capiitolo terzo Come
nasce una bomba [kb 44 HTML]
Capitolo Quarto Quanto vale un
gappista? [kb 47 HTML]
Capitolo Quinto All'assalto
di Torino [kb 42 HTML]
Capitolo Sesto Morte
e trasfigurazione [kb 83 HTML]
Capitolo Settimo Addio Torino [kb 34 HTML]
Capitolo Ottavo
Milano[kb 34 HTML]
Capitolo Nono La battaglia
dei binari [kb 44 HTML]
Capitolo Decimo Spie, carnefici
e giustizieri [kb 32 HTML]
Capitolo Undicesimo Un
elemento sicuro [kb 44 HTML]
Capitolo Dodicesimo Valle
Olona [kb 40 HTML]
Capitolo Tredicesimo Reazioni
a catena [kb 52 HTML]
Capitolo Quattordicesimo
A ritmo serrato [kb 60 HTML]
Giovanni Pesce
SENZA TREGUA
La guerra dei GAP
Nei libri sulla guerra partigiana non mancano certo le rievocazioni delle
gesta dei GAP (gruppi di azione patriottica), cioè di quel pugno di
uomini che a Milano o a Torino, a Firenze o a Bologna, inchiodarono per mesi
e mesi ingenti forze nemiche e prepararono nei centri urbani del Nord la vittoriosa
sollevazione dell'aprile '45. Mentre però delle grandi formazioni di
montagna si è ricostruita organicamente la storia, della lotta dei
GAP condotta senza tregua dentro e contro il gigantesco apparato di morte
nazifascista non si ha, non si può avere che una fredda cronologia
di azioni armate, ciascuna in sé isolata, una successione di fulminei
colpi di mano, un nudo elenco di combattenti solitari. E di caduti. L'aspetto
terrificante del-la guerriglia urbana non stava solo nell'incombente ferocia
dei croceuncinati, e dei loro sgherri in camicia nera, ma anche nell'insidia
logorante delle spie, dei delatori, dei provocatori; e quindi nel vuoto impietoso
che l'uomo dei GAP era costretto a farsi attorno per difendere se stesso e
l'organizzazione.
Giovanni Pesce, figura leggendaria della guerra partigiana, ci dà in
questo libro oltre all'incredibile resoconto delle sue azioni di gappista
(che gli valsero la medaglia d'oro) anche le dimensioni psicologiche della
sua grande avventura. Sono pagine scarne, senza retorica, senza il minimo
compiacimento, nelle quali l'inevitabile crudezza degli atti di guerra è
temperata dai ricordi e dai sogni di un uomo che pur da sempre impegnato nella
lotta per la libertà, in Italia come in Francia e in Spagna, non ha
mai acquisito il gelido abito del giustiziere; ogni atto di forza, ogni condanna
eseguita, ogni azione violenta ha trovato in lui prima che un esecutore implacabile
un giudice sereno e umano dalla coscienza lucida, aperta ai grandi problemi
morali che animarono il nostro secondo Risorgimento.
L'A. è nato a Visone d'Acqui nel 1918; emigrò ancora bambino in Francia, a La Grand Combe; nel 1936 parti volontario colle brigate internazionali in Spagna, partecipando a tutte le battaglie per la difesa di Madrid e a quella della Catalogna che concluse l'azione delle brigate e la guerra civile spagnola. Restò ferito tre volte. Tornò poi in Italia dove venne arrestato e deportato a Ventotene. Liberato nell'agosto del 1943, prese parte subito dopo 1'8 settembre al movimento partigiano.
Seconda edizione
Lire 1.300 (1225)
Copertina: Ufficio Grafico Feltrinelli