Biblioteca Multimediale Marxista


5. Aneddoti

I vecchi maestri


Ancora una volta la sinistra non può evitare di rifarsi ai classici. Per opporci alle innumerevoli banalizzazioni dell'insegnamento marxiano, ci sentiamo obbligati a ricordare una pratica dei fondatori del comunismo scientifico, per ovvi motivi taciuta nella maggior parte delle scuole marxiste.
Nel 1859 Karl Marx pubblicò la sua opera Per la critica dell'economia politica. Essa venne semplicemente ignorata dai principali esperti di economia politica tedesca del tempo. Per risparmiare lo stesso destino al Capitale, Friedrich Engels e altri organizzarono, subito dopo l'uscita del libro, la pubblicazione sui giornali di recensioni e commenti inventati. Per violare "il complotto borghese del silenzio", Engels diffuse sulla stampa borghese, sotto falso nome, vere e proprie stroncature del Capitale e costrinse gli esperti di economia politica a una presa di posizione. Fino al luglio 1868 apparvero sui quotidiani borghesi per lo meno quindici recensioni inventate. Già Marx e Engels ci insegnano che talvolta non è determinante il contenuto di un resoconto, bensì il fatto che esso stesso abbia luogo.


Campionati mondiali del 1974: saluti di solidarietà dallo stadio di calcio


Nel 1974 si svolsero nella Rft i campionati mondiali di calcio. Partecipava anche la nazionale cilena. Nel 1973 in Cile i militari avevano attuato, con successo, un colpo di Stato contro il governo democraticamente eletto di Salvador Allende. La Giunta militare ci teneva ad avere un'immagine positiva. Tramite lo sport si dovevano creare rapporti normali con gli altri paesi. I gruppi di solidarietà per il Cile attivi nella Rft volevano impedire che la Giunta militare guadagnasse stima in questo modo e decisero di politicizzare il campo di calcio. Alla partita d'apertura dei mondiali Rft-Cile, cinquecento persone del movimento di solidarietà si radunarono nel berlinese Olympiastadion. Non appena partirono le note dell'inno cileno si sollevarono cori parlati al grido di "Cile sì - Junta no!". Contemporaneamente vennero aperti enormi striscioni. Nel momento in cui il cronista dello stadio ammoniva sul "comportamento poco sportivo" di questi spettatori, lo scopo era ormai raggiunto. Il calcio apolitico aveva dato luogo a uno scandalo politico.
In una seconda azione gli attivisti si rivolsero in diretta ai compagni in Cile. Avuta conferma che la partita contro l'Australia sarebbe stata vista in diretta anche in Cile, dieci persone, poco dopo l'inizio del secondo tempo, invasero il campo con striscioni. I mass media montarono da quell'episodio uno "scandalo all'Olympiastadion". Le migliaia di sbirri presenti allo stadio non poterono impedire che i cileni, grazie alla diretta televisiva, ricevessero saluti di solidarietà dalla Repubblica federale. Venceremos! (da, W. Balsen, K. Rössel, Hoch die Internationale Solidarität).


Luther Blissett sferra un attacco psichico all'Ufficio di Collocamento di Roma


"La notte tra sabato 3 e domenica 4 giugno 1995, a conclusione della seconda puntata di Radio Blissett su lavoro, non lavoro e reddito di cittadinanza, circa duecento persone hanno raggiunto verso le 03 l'Ufficio Provinciale per il Lavoro e la Massima Occupazione per dire BASTA CON LE ASSUNZIONI - DATECI I SOLDI DIRETTAMENTE - NO A NUOVI POSTI DI LAVORO - IL LAVORO FA VENIRE IL CANCRO -VOGLIAMO I SOLDI NON IL LAVORO. La viabilità è stata interrotta. Molti automobilisti, convinti della giustezza della protesta, hanno preso parte all'attacco psichico. Nel frattempo alcune schegge impazzite decoravano l'edificio tetro dell'Ufficio con ghirigori colorati, simboli psicogeni e scritte: IL TUO CAOS È UNA RISORSA - ESIGI IL REDDITO DI CITTADINANZA - AUTOGESTIONE - NO AL LAVORO SALARIATO ecc.
Subito dopo, assumendo la formazione a cuneo, secondo le disposizioni provenienti via etere, i convenuti hanno dato inizio all'Attacco pronunciando per circa quattro minuti la sillaba OM. L'edificio ha oscillato, ma NON È CROLLATO. L'impressionante accadimento è stato ripreso per intero da una troupe della ZDF, la Tv di Stato tedesca. Verso le 04: la folla è defluita in direzione di una vera falsa festa lanciata via etere durante la trasmissione".


Attacco psichico di Luther Blissett all'Anagrafe di Stato di Roma


"Il 28 maggio 1995, intorno alle 03 del mattino, al termine della puntata zerouno di Radio Blissett, una folla inferocita di circa settanta Luther si è concentrata di fronte all'Anagrafe di Stato per dar corso all'attacco psichico "contro il nome proprio, per la gioia di scegliere liberamente il proprio nome in ogni occasione". Come rito propiziatorio, su ordine di due poliziotti di passaggio che intimavano di attraversare sulle strisce, Luther Blissett ha bloccato il traffico, intervistando gli automobilisti in diretta e distribuendo volantini per l'abolizione del nome proprio. Subito dopo, guidato dalla voce eterea di se stesso, ha inscenato il portentoso attacco psichico contro l'Anagrafe di Stato: per oltre due minuti, almeno cinquanta dei Luther presenti hanno pronunciato ossessivamente la sillaba OM in posizione di attacco condensando un buon flusso di energia psichica che è stato saggiamente interrotto al crollo dei primi cornicioni. Quando verso le 04 del mattino l'adunata sediziosa si è sciolta continuavano ad arrivare altri Luther psicoarmati in assetto da combattimento".


L'uomo di Neanderthal


In occasione di una manifestazione anti-Riunificazione del gruppo Agit-Prop Kunst und Kampf (KuK) di Gottinga, venne distribuita in regalo una banconota di benvenuto molto particolare con una tiratura di milioni di esemplari: un pezzo da cento marchi della Bananenrepublik Deutschland [Repubblica delle Banane di Germania] stampata a laser e ornata dall'effigie dell'uomo di Neandertal. I rabbiosi titoli dei quotidiani confermarono il successo dell'azione: "Cameriera accetta banconota della "Bananenrepublik Deutschland""; "Pensionato quasi cieco minaccia ricorso. Un ignaro abitante di Gottinga paga con centone falso. La Banca Centrale della Regione lo minaccia di ammenda".

1980 - Con dieci anni di anticipo: "Riunificazione! Festa, festa, festa!"


Nell'estate del 1980 i tedeschi in vacanza sulla riviera adriatica rimasero esterrefatti nell'apprendere dalle edicole locali una novità sensazionale. Un numero del quotidiano "Bild", in realtà un falso perfetto, strillava a caratteri cubitali: "Riunificazione! Festa, festa, festa!". In corpo minore si leggeva: "Incontro riservato tra Schmidt e Honecker", "La bomba è esplosa al Wartburg" e "Incredibile: Schmidt e Honecker commossi". Con questo fake, diffuso in 30.000 esemplari, la rivista "Il Male" fece scalpore tra i turisti tedeschi abbrustoliti sulla costa adriatica. Alcuni di loro s'affrettarono a smontare le tende e partirono per Berlino. Grosso fu lo stupore quando, una volta giunti, trovarono ancora i controlli doganali e quando, a quanto si sa, alla redazione del "Bild " pervennero alcune lamentele. Provi ancora qualcuno a dire che il lettore del "Bild" non crede al suo giornale! Peccato solo che dieci anni dopo la stessa notizia non sia stata smentita.


"Frankfurter Rundschau" - Edizione straordinaria


Nell'autunno 1994 le buche delle lettere di alcuni quartieri di Francoforte vennero riempite da un'"ultima edizione" del "Frankfurter Rundschau" (FR), ingannevolmente simile nel formato, nei colori e nel layout, al vero quotidiano. Il fine dei distributori consisteva nel mostrare il razzismo quotidiano del FR. Essi volevano illustrare come l'atteggiamento liberale di sinistra, di cui si fregia il giornale, non proteggesse automaticamente dagli stereo tipi razzisti contenuti nei reportage (per esempio la cosiddetta criminalità degli extracomunitari). La finta redazione pubblicò una dettagliata intervista del FR ad "alcuni autonomi", "per informare, al di là dei titoli a caratteri cubitali, i nostri lettori e le nostre lettrici sulle motivazioni di questi gruppi". Inoltre, in questa edizione straordinaria i curatori fecero autocritica nei confronti dei propri lettori: "Non ci siamo dedicati all'informazione, bensì alla manipolazione". Con l'affermazione: "Per quel che riguarda il razzismo anche noi dell'FR, in quanto parte del panorama dei media, siamo responsabili del problema", condussero un'analisi sul razzismo quanto mai insolita per degli operatori dei media. Con questo camouflage i gruppi coinvolti cercarono di approfittare delle abitudini estetiche dei lettori del FR per divulgare in un circuito più esteso informazioni e opinioni sul razzismo nei mass-media. Al tempo stesso alludevano al fatto che il FR non avrebbe mai pubblicato cose del genere. Sebbene il camouflage fosse relativamente semplice, e come tale riconoscibile, la redazione del FR ricevette telefonate di lettori indignati. Il redattore capo del FR cercò di mantenersi calmo e di appigliarsi alla tradizione antifascista del quotidiano al tempo della fondazione dopo il 1945.

Pile restituite alla ditta Sonnenschein


"Cari concittadini,
le pile danneggiano il nostro ambiente. Non vanno messe nel bidone della spazzatura. Le poste federali garantiscono ora un perfetto smaltimento. Siete pregati di gettare le vostre pile usate nelle cassette postali delle Poste Federali.
Collaborate, per voi stessi e per l'ambiente.
Il ministro delle Poste Federali Dott. Schwarz-Schilling
in collaborazione con la Fabbrica di pile Sonnenschein, Berlino"


Una volta notati i buoni collegamenti tra la signora Schwarz-Schilling, amministratrice delegata della fabbrica di pile Sonnenschein, e il Ministero delle Poste Federali si scoprì che la ditta era un'impresa joint-venture delle Poste. Questo adesivo andò a ruba e alla fine decorò parecchie cassette postali. Chiaramente non pochi cittadini presero la palla al balzo e si sbarazzarono in questo semplice modo delle loro batterie scariche.


Caos a Osnabrück


Durante la guerra del Golfo l'amministrazione comunale di Osnabrück quasi impazzì per le innumerevoli spedizioni a domicilio di falsi comunicati istituzionali: per settimane vennero recapitate ingiunzioni di tassazioni d'emergenza, notifiche di consegna di maschere antigas, informazioni sull'ampliamento del cimitero ecc. Alla fine il sindaco rispose con uno scritto dove si leggeva: "Qui si bistrattano i sentimenti della gente!". Il sindaco annunciò di voler denunciare i colpevoli e invitò la popolazione a collaborare alle indagini. Ma anche quel comunicato era falso!
Un paio di giorni dopo il sindaco della vicina Münster annunciò che si sarebbe tenuto un corso della protezione civile locale. La reazione unanime fu una risata. Fino al punto che egli dovette apparire di persona davanti alla stampa, visibilmente imbarazzato, per mettere in chiaro la cosa. L'annuncio non era una beffa ma "ordinaria routine". Davvero.

Per il vertice sul clima, frigorifero fuori dalla porta


Nel 1995, nei quartieri berline si di Kreuzberg, Neukölln e Friedrichshain, fu distribuito un volantino falso, un commento ironico sulla conferenza mondiale sul clima: "In occasione della conferenza delle Nazioni Unite Clima '95 che si terrà a Berlino dal 28 marzo al 7 aprile, l'Amministrazione del Senato per lo sviluppo della città e la difesa dell'ambiente ha deliberato il ritiro gratuito di frigoriferi inutilizzati e lo smaltimento degli stessi secondo le vigenti normative". Nei giorni seguenti l'annuncio ebbe non poche conseguenze. Molti cittadini presero l'offerta sul serio e misero, come richiesto dalla presunta Amministrazione del Senato, "i vecchi apparecchi ben visibili sulla strada nei giorni compresi tra il 31 marzo e il 2 aprile". A dire il vero aspettarono invano che la BSR, l'azienda cittadina di igiene urbana, venisse a ritirare i frigoriferi come annunciato, "in un'unica operazione speciale". Le autorità, senza un briciolo di senso dell'umorismo, reagirono con una smentita. Gli ecologisti del Senato e l'azienda cittadina di pulizia lamentarono che l'azione rappresentava un "eventuale pericolo per l'ambiente" e che sarebbe stata "a carico di tutti i contribuenti". ("Taz", 6 maggio 1995).


La Cathouse for Dogs


Nel 1976 sul settimanale newyorkese "Village Voice" apparve la pubblicità della Cathouse for Dogs, istituto che offriva ai proprietari di cani la possibilità di rendere felici i loro amici in particolari occasioni: "Get your dog sexually gratified". Lo stabilimento di piacere ebbe grande risonanza presso i proprietari di cani, ma anche tra umani che coltivavano particolari preferenze sessuali. L'emittente televisiva statunitense ABC rimase impressionata, e produsse un documentario sulla Cathouse, che ottenne la nomination per il miglior documentario dell'anno. Ancora oggi l'istituzione è menzionata in un libro per cinofili. Il fondatore della colonia di piacere, Joey Skaggs, si era dato un gran da fare per lanciare efficacemente la Cathouse nei mass media. Per la presentazione ufficiale della nuova impresa di servizi ingaggiò venticinque attori che esibivano i loro cani sessualmente appagati oppure presentavano, in veste di personale della Cathouse, le attraenti cagnoline: "Questa è Luba, ha una predilezione per i Doberman, ed è quasi vergine". Skaggs organizzò interviste con proprietari di cani soddisfatti e mise a disposizione dei registi un video sulla Cathouse. Dopo la messa in onda del film e innumerevoli servizi nei mass media il dispiacere fu grande: Skaggs fece una seconda uscita in pubblico e annunciò che era tutto falso.


Da patrioti a traditori della patria


Fascisti norvegesi avevano organizzato un congresso di fondazione di un nuovo partito locale, il "Partito dei Patrioti". Con questo incontro gli aderenti dovevano decidere le finalità del nuovo partito. Oppositori antifascisti si riunirono per disturbare il raduno, ma non appena si resero conto di essere molti di più degli stessi fascisti decisero di cambiare tattica. Presero parte alle elezioni e introdussero una nuova direzione di partito. La maggioranza impose un largo numero di regole contrastanti e cambiò il nome del partito in "Partito dei traditori della patria". Il nuovo programma di partito era strettamente antirazzista e tutti i membri presenti dovettero cantare canzoni antirazziste. La polizia, nel frattempo chiamata dai fascisti, si rifiutò di intervenire poiché tutto era avvenuto nella piena legalità.


Lamaodada


Nel febbraio 1977 il leader sindacale Luciano Lama si avventurò nell'Università di Roma, da giorni occupata dagli studenti. Una ramanzina avrebbe dovuto portarli alla ragione e alla linea del Partito comunista. Gli studenti decisero di non impedirgli l'accesso, ma di impedire in ogni caso il tentativo di far passare la linea del sindacato all'Università. La situazione aveva l'aspetto di un'azione maodadaista. Già dal mattino presto era stato posizionato un camion dotato di altoparlanti che numerosi uomini del sindacato avrebbero sorvegliato per tutto il giorno. La tensione era altissima: sulla sinistra del cortile gli studenti e gli Indiani metropolitani che, con i loro costumi selvaggi decorati con ricami, perline e specchietti, agitavano minacciosamente in aria delle asce di plastica; sulla destra gli uomini del sindacato del Partito comunista. "Quando finalmente Lama cominciò a parlare, risuonavano i canti ironici sulla melodia di Jesus Christ Supestar: "Lama star / Lama star / i sacrifici vogliamo far" (K Gruber, op. cit.), alludendo al programma di risparmio del governo democristiano appoggiato dal Pci. "Gli indiani eseguivano le loro danze [...] e facevano oscillare di fronte a Lama un pupazzo che lo rappresentava". Tutto ciò scatenò le ire del servizio d'ordine del sindacato e si arrivò a una confusione pazzesca: "Mentre gli indiani buttavano palloncini di plastica riempiti d'acqua colorata, i sindacalisti rispondevano con gli estintori" (K. Gruber). Alla fine gli indiani li misero in fuga, ma non si presero lo scalpo: non salirono sul camion degli altoparlanti per prendere la parola, e questo è un fatto importante. Il loro luogo della politica e il loro linguaggio non lo volevano nemmeno in regalo.


I sogni di Teen Talk Barbie e G.I. Joe


Durante il Natale del 1995, come ogni anno, la ditta di giocattoli Mattel lanciò sul mercato statunitense una pletora di bamboline Barbie e del loro pendant maschile, il marziale G.I. Joe in tuta mimetica. Quella volta le bamboline di plastica potevano persino parlare. Teen Talk Barbie sussurrava con tono angelico "I want to go shopping": Big Jim si esibiva in lapidarie sentenze gutturali tipo: "Dead men tell no lies" e "Fire! Fire! Fire!". Ma il regalo di Natale fu del tutto inatteso. Numerose emittenti statunitensi misero in onda video di rivendicazione della Barbie Liberation Organization (BLO). Nei negozi di tutti gli Stati Uniti erano state introdotte quasi trecento Barbie e Big Jim coi moduli vocali scambiati. Lo scopo era richiamare l'attenzione sul sessismo imposto ai bambini in modo terroristico. I media si lanciarono sull'argomento portandolo nei notiziari. Si scoprirono bambini che inavvertitamente avevano comprato una Barbie transgender. Persino nella serie di cartoni animati I Simpsons comparve una nuova versione della Barbie. La Mattel smentì sostenendo che non era pervenuto alcun reclamo. Certo, la spiegazione è semplice. I bambini, che erano rimasti soddisfatti di una bambola cross-gender, non pensavano affatto di rendere il loro regalo. Alla fine un Big Jim che va volentieri a scuola e una Barbie che non ha pietà per i suoi nemici sono molto più interessanti delle noiose versioni originali.


Festa di Natale della Sds


Un sabato di dicembre del 1966, negozi aperti tutto il giorno, l'Sds berlinese organizzò la leggendaria "manifestazione dei passeggiatori" sulla Kurfürstendamm addobbata per Natale. Un ruolo determinante in questo "Festival di Natale" lo ebbero il movimento antiautoritario e alcuni membri della Sds che più tardi costituirono la Kommune 1. Obiettivo della protesta era il borgomastro della Spd, Heinrich Albertz, che intendeva rendere inefficace la manifestazione confinandola in quartieri spopolati. Al suono di un fischietto circa duecento studenti formarono più volte cortei e distribuirono volantini, per poi disperdersi e ricomparire in un altro luogo: "Per non farci pestare tutti assieme... manifestiamo non nella vecchia forma, ma in gruppi di passeggiatori". Come previsto gli sbirri, ricoperti di coriandoli, reagirono con perplessità. Persero il controllo e fermarono settantaquattro persone tra studenti, ragazzini e passanti, soprattutto quelli con qualche pacchetto natalizio sotto il braccio. Agenti in borghese arrestarono Rudi Dutschke, che per confondersi tra i passanti aveva in mano un pacchettino.


"Burn, warehouse, burn!" o come la Kommune 1 inventò un incendio


Il 24 maggio 1967 la Kommune l stampò un volantino intitolato "Nuove forme di manifestazione sperimentate a Bruxelles". Il testo parlava di un incendio divampato nel grande magazzino di Bruxelles, À l'Innovation, nel quale erano morte trecento persone in seguito a un happening contro la guerra in Vietnam. La Kommune 1 inventò un movente politico e lo spacciò per un incendio doloso. "I nostri amici belgi hanno finalmente capito come attirare l'attenzione del pubblico su quanto di malvagio sta accadendo in Vietnam: hanno dato fuoco a un grande magazzino, a 300 satolli cittadini e alle loro affascinanti vite, e Bruxelles è diventata Hanoi".
Stando al volantino, la polizia belga aveva taciuto la vera causa per non scatenare l'emulazione. In un successivo volantino ("Perché bruci consumatore?") si leggeva: "Un grande magazzino in fiamme con uomini infuocati porta per la prima volta in una metropoli europea la scoppiettante immagine del Vietnam (esserci e bruciare) al quale noi a Berlino abbiamo dovuto finora rinunciare... Nonostante l'immane tragedia, possiamo noi, tanto aperti alle novità, negare il nostro stupore di fronte alla temerarietà e all'originalità di chi ha appiccato il fuoco al grande magazzino di Bruxelles?". Infine, la Procura della repubblica lesse nel terzo e ultimo volantino ("Quando bruceranno i grandi magazzini berlinesi?") l'inequivocabile incitazione a manifestare anche a Berlino dando fuoco ai grandi magazzini in solidarietà al Vietnam: "Se qualcosa brucerà nel futuro prossimo... non ne siate sorpresi... Bruxelles ci ha fornito l'unica risposta... Burn, warehouse, burn!". Gli attacchi verbali della K1 avevano colpito un punto nevralgico: il grande magazzino come simbolo del mondo capitalistico della merce ed espressione della normalità della società dei consumi. L'idea che il luogo dell'ebbrezza del consumo potesse essere minacciato da attacchi terroristici era già di per sé abbastanza provocatoria. L'atto successivo della commedia proseguì in tribunale.


Freedom & Sunshine for Giorgio Bellini


Nel 1981 Giorgio Bellini, cittadino svizzero, membro del movimento giovanile zurighese ed editore della rivista "Eisbrecher" venne arrestato dalla polizia di frontiera in seguito a domanda di estradizione della magistratura italiana che lo accusava di "concorso in associazione sovversiva". All'inizio di maggio un Comitato per la liberazione di Giorgio Bellini effettuò una spettacolare azione di solidarietà.
A pochi secondi dall'inizio del telegiornale svizzero, due persone si intrufolarono nella regia degli studi e annunciarono ai lavoratori della televisione: "Polizia. Siete in arresto per una questione di droga". Altre due persone con maschere di carnevale e berretti a punta sfruttarono la confusione per intrufolarsi negli studi. Si posizionarono vicino allo speaker del Tg e gli misero un cartello sotto il naso: "Freedom and Sunshine for Giorgio Bellini". Poi gli consegnarono un foglietto sul quale stava scritto: "Rimanga tranquillo e sorridente, bamboccione. Abbiamo già fatto, lei può continuare a lavorare". Seguì la seconda parte della commedia: i due presunti agenti della polizia criminale arrestarono i due disturbatori mascherati liberandoli così dalle grinfie di un tecnico che tratteneva i due estremisti. La messinscena funzionò. Gli uomini mascherati rimasero ignoti ("Basler Zeitung", 5 maggio 1981).


I "nudi fatti" contro "Playboy"


Nel 1969 un dirigente di "Playboy" venne invitato in un'Università del puritano e agricolo Stato dell'Iowa per tenere una conferenza sulla sessualità nella società contemporanea. Aveva appena iniziato a parlare quando nell'affollatissima sala si materializzò un eterogeneo gruppo di lettori e lettrici piuttosto atipico per la rivista maschile. Alcuni cartelli con testi del tipo "Leggi Playboy - il tuo pene si allungherà di un pollice" o "Playmeat of the month" (25) interruppero il flusso di parole fino allora gioviale e incontrastato. Le nuove arrivate, attiviste del gruppo WITCH, (26) presero posto e ascoltarono per qualche minuto le noiose fantasie maschili raccontate con tono sempre più incerto. All'improvviso si alzarono una alla volta e con la massima tranquillità iniziarono a spogliarsi. Quando un attivista maschio prese la chitarra per accompagnare musicalmente l'evento lo scenario assunse un'aura di religiosità. Dinanzi a una simile esposizione di nudi fatti al manager del sessismo vennero a mancare completamente le parole. E non era ancora finita: allo strip-in, tutto sommato alquanto soft, seguì un rumoroso teach-in. In meno di mezz'ora della filosofia di "Playboy" rimasero solo brandelli. Tutto sommato fu fortunato: lo SCUM (27) non si sarebbe accontentato di così poco. La breve manifestazione non rimase senza conseguenze: il Parlamento dell'Iowa sospettò che ci fossero legami tra oscenità, violenza ed estremismo e istituì una commissione d'inchiesta che avviò un procedimento, naturalmente non contro il fallosofo, bensì contro WITCH e le studentesse coinvolte. Logica maschile...

Schwarzfahrer - Passeggero (in) nero


Un fermata del tram in un punto imprecisato di Berlino. Il tram arriva. Un giovane nero sale per ultimo e si siede di fianco a una signora anziana. Quest'ultima inizia a lamentarsi e a imprecare perché il giovane si è seduto proprio lì e non in un altro posto. Seguono tutta una serie di cliché razzisti tipici dello sciovinismo del benessere. Gli altri passeggeri vicini hanno espressioni contrariate, curiose o accondiscendenti, ma nessuno proferisce parola. Solo ragazzini turchi e tedeschi, seduti in fondo alla vettura flirtano, litigano, parlano tra loro. Dopo tre o quattro stazioni sale un controllore. Con fare sicurissimo la signora fruga nella borsetta in cerca del biglietto e squadra il suo vicino con aria critica e beffarda. È chiaramente convinta che egli sia uno Schwanfahrer (28) ed esibisce il titolo di viaggio, emblema della propria regolarità. Tutto a un tratto il vicino strappa il biglietto alla signora, lo appallottola, lo mastica e lo inghiotte. La signora, decisamente confusa, tartaglia al controllore che le chiede il biglietto qualcosa del tipo: "Se l'è mangiato il negro!". Il vicino mostra, imperturbabile, il suo abbonamento mensile; il controllore scuote la testa: "Una scusa più stupida non l'avevo proprio mai sentita". Il cortometraggio Schwarzfahrer di Pepe Danquart, prodotto dalla Medienwerkstatt di Friburgo nel 1992, venne premiato due anni dopo a Hollywood con l'Oscar per il miglior cortometraggio. Ma quella non era la prima volta che la storia veniva trasformata in film, e nemmeno l'ultima. Essa continua a circolare in forme diverse come leggenda urbana, favola moderna, successa una volta in una qualsiasi grande città europea al cugino di qualcuno. E va bene così...


Troppi auto-adesivi della Cdu


A Marbach sul Neckar il Presidente della Repubblica Federale Herzog doveva tenere un discorso all'inaugurazione dei nuovi locali dell'Archivio della Letteratura Tedesca. Un paio di giorni prima della visita apparvero variopinti adesivi della sezione locale della Cdu (con tanto di logo rosso originale del partito e colori della Germania) che annunciavano la visita con fragore: "Il Presidente della Repubblica sta arrivando: Roman Herzog, 13 maggio, h. 11, Marbach-Schillerhöhe". Anonimi attaccarono l'adesivo su quasi tutte le auto di Marbach, attirando alla locale Cdu non poche maledizioni da parte dei cittadini. Il partito prese le distanze in una dichiarazione alla stampa: "Innumerevoli adesivi riportanti il simbolo della Cdu sono stati appiccicati ai parabrezza delle macchine e ai lampioni. Questi adesivi sono falsi e non provengono da noi". Viste le proporzioni assunte dall'azione, la Cdu di Marbach si vide costretta a una precisazione: "Non ci permetteremmo mai di sfruttare la visita del Presidente della Repubblica a fini di politica di partito, men che meno di irritare la popolazione con adesivi importuni. Questa buffonata ha danneggiato la Cdu". Quando hanno luogo azioni del genere anche la scena di movimento si frega da sola. Risoluti oppositori della Cdu, indignati da tanta invadenza, andarono personalmente a grattare via gli adesivi dalle auto, imprecando ad alta voce contro i presunti autori.


Sostegno gay-lesbico alla campagna elettorale


Sulla "Taz" del 20 ottobre 1995 si leggeva che il Senatore repubblicano statunitense Bob Dole era in difficoltà: organizzazioni gay e lesbiche gli avevano inviato sottoscrizioni elettorali. Dole era ritenuto il candidato alla Presidenza più hardliner, promettente difensore dei tradizionali diritti americani. I suoi collaboratori elettorali, offesi, restituirono prontamente il denaro. Improvvisamente Dole si trovò ad avere un problema: l'opinione pubblica degli omosessuali. "Credo che i miei uomini non avrebbero rispedito il denaro se avessero prima parlato con me", fu la risposta che un imbarazzato Dole diede a un giornalista dell'Ohio che gli chiedeva se la restituzione del denaro inaugurasse un inasprimento di posizioni. Nel frattempo il repubblicano era tornato alle vecchie posizioni per quanto concerneva il suo rapporto con il movimento gay e lesbico. A commento di quella "storia gonfiata artificialmente" l'addetto stampa del suo team elettorale, Nelson Warfield, comunicò che d'ora in avanti, per escludere ulteriori malumori, ogni simile donazione sarebbe stata respinta.


La guerra dei mondi


New York, 30 ottobre 1938: Orson Welles e il suo Radio Theater Group mettono in scena, sulla CBS, un radiodramma tratto dal classico di fantascienza "La guerra dei mondi", di Herbert G. Wells. I marziani sbarcano sulla terra, uccidono centinaia di persone con raggi laser e conquistano l'America. Al posto della tradizionale forma di narrazione Welles sceglie il reportage dal vivo e registra notizie d'attualità in mezzo a musica da ballo e previsioni del tempo. Il risultato è sensazionale: esplode l'isteria di massa, migliaia di persone lasciano le città. Nei giorni successivi vengono trovate persone terrorizzate, nascoste nei boschi e nella metropolitana.


Satanists 4 Life


Nell'aprile 1996 gli antiabortisti americani ricevettero un sostegno non richiesto durante la loro Pro Life Action Network Conference. Davanti al luogo della manifestazione, eleganti satanisti vestiti di nero misero in scena una cerimonia. Dopo aver suonato le trombe del Giudizio Universale salutarono il portavoce del movimento Pro Choice col grido: "Ave Satana! Ave Scheidler!", scandendo anche slogan come "Non abortite l'Anticristo", "Hey, Hey, Ho, Ho, Women's Rights Have Got To Go!". In un volantino i Satanists 4 Life esprimevano solidarietà all'"Operation Rescue" - operazione di "recupero" di bambini non nati - e affermavano: "Meno aborti significano più anime per Satana e quindi più stupri, più omicidi, più guerra e peccati, tutto in nome dei tradizionali valori della famiglia". I satanisti proseguirono dichiarandosi grati per gli sforzi instancabili del movimento Choice in stretta collaborazione con gruppi di autodifesa dei cittadini e coi "fratelli del Ku-Klux-Klan". Dichiararono inoltre di essere pronti a fare piazza pulita delle fabbriche di aborti col "fuoco profano". Parlarono anche di molteplici collegamenti tra fondamentalismo, identità cristiana e satanismo e auspicarono una lotta comune fino alla vittoria. Il "capo spirituale" del movimento militante Pro-Choice venne celebrato come genio del male e presentato come successore del fascista occultista Adolf Hitler, che aveva vietato l'aborto subito dopo aver preso il potere.


Estremisti suonano la musica di Wagner


La "Bild Zeitung": "Durante gli scontri nella Nollendorfplatz, da una casa occupata alcuni estremisti diffondevano con potenti altoparlanti il pezzo di Wagner "La cavalcata delle valchirie", citazione dal film antimilitarista Apocalipse Now. Sui muri campeggiavano scritte di odio come "Kill Reagan now"" (notizia riportata in occasione della visita del presidente degli Stati Uniti Reagan a Berlino, 1982).
Questi "scontri" sono tra i più leggendari nella storia del movimento anti-militarista degli squatters berlinesi. Che sia successo davvero o no, non importa: raramente si è udita una colonna sonora più azzeccata.


"Il VfB Stuttgart saluta i valorosi...".
Oggi allo stadio: Peter Grohmann


Qui si descrive un'azione che, in un freddo sabato pomeriggio, raggiunse prima il pubblico dello stadio Neckar di Stoccarda, poi qualche milione di telespettatori della rassegna sportiva serale e infine altre centinaia di migliaia di lettori di quotidiani in tutto il paese. Il 17 novembre 1967 il VfB Stuttgart giocava contro il Borussia Dortmund. Una volta tanto, in curva c'era anche la scena politico-letteraria di sinistra. In quegli anni i tifosi si comportavano ancora "bene", e potevano portare allo stadio bandiere, striscioni o qualsiasi altra cosa. Noi portammo due striscioni, e tre bottiglie di grappa per riscaldarci e trovare il coraggio di corrompere il pubblico intorno a noi.
Come concordato, dopo circa un terzo della partita - la massa guardava con la massima concentrazione il campo da gioco - srotolammo molto lentamente il primo striscione: "Borussia saluta i colleghi di Hanoi".
È un vecchio luogo comune che i tifosi manchino di educazione politica: il pubblico pensò che i colleghi di Hanoi fosse riferito ai cittadini del Württemberg, cosa che riconobbero soprattutto dall'intercalare svevo "Ha noi". Il gioco non venne interrotto a causa dello striscione: se la partita emozionava, i dieci mila guardavano il campo, se diventava noiosa, guardavano il saluto che veniva da Dortmund. Più d'uno si chiese naturalmente se con Hanoi si alludesse davvero agli svevi - e così cominciò un bisbigliare generale, accompagnato da ventimila occhi puntati su sei coraggiosi rivoluzionari di Stoccarda. Dopo che il primo atto si era svolto con successo, demmo il via al secondo: passammo in giro le nostre bottiglie di grappa. Il freddo fece superare la diffidenza (ce n'era da tutte e due le parti). Anche se allora la violenza nel calcio era l'eccezione, erano frequenti grida come "Tornatene di là" [nella Rdt. N.d.T.], "Ai lavori forzati", "Vattene in Siberia" e così via. La disponibilità a picchiare qualcuno o anche a rompergli i denti fa parte del costume tedesco. Resti tra noi: eravamo già allora pessimi picchiatori. Il coraggio tuttavia non ci aveva abbandonato, srotolammo quindi il secondo striscione: "Il VfB saluta il coraggioso...", e qui facemmo una pausa. Quando srotolammo l'ultima parola, un colossale gemito attraversò lo stadio: "...Vietcong". Il segreto era adesso rivelato. Grappa o non grappa, tutti i vicini presero più o meno le distanze. Sotto, nello stadio, al bordo del campo, si avvicinava un gran numero di omini in divisa verde, cosa che ci assicurò non solo l'attenzione del pubblico, ma anche della televisione e dei fotoreporter. Nota: quanti più omini verdi, tanti più media. Quando la polizia ci raggiunse e rimosse lo striscione, avevamo la totale attenzione dello stadio. Persino i giocatori lasciarono andare la palla fuori campo... Forse gli striscioni li ha ancora la polizia di Stoccarda che allora, se non mi sbaglio, era ancora municipale. A quanto ricordo non ci furono identificazioni. Dato che il successo mediatico era indiscutibile, rinunciammo a protestare contro i pubblici ufficiali. La stampa assunse toni pieni di rimprovero, tipo: "Adesso infilano la politica perfino nello sport!". Un paio di giorni dopo (nel calcio i tempi di reazione sono più lunghi) il VfB Stuttgart negò di aver mai salutato i Vietcong. Io non ne sono tanto sicuro.


La messa di Pasqua del 1950


Parigi, 1950. Poco prima della messa solenne di Pasqua nella cattedrale di Notre Dame, un piccolo gruppo di Lettristi (gruppo precursore dell'Internazionale Situazionista) sgattaiolò di nascosto nel retro della chiesa. In sagrestia presero il prete, lo imbavagliarono, lo spogliarono e lo legarono. L'ex-seminarista Michel Mourre indossò il vestito da prete e, poco prima che iniziasse la messa, salì le scale dell'altare. Dopo un momento di rispettoso silenzio iniziò: "Oggi, giorno di Pasqua dell'anno santo - qui - sotto l'emblema di Notre Dame di Parigi - io accuso - la Chiesa cattolica universale del dirottamento letale della nostra forza vitale verso un paradiso vuoto - io accuso - la Chiesa cattolica di truffa. ..". Mourre concluse il sermone con questa frase: "Proclamiamo la morte del Cristo Dio, cosicché l'Uomo possa finalmente vivere". Ci vollero alcuni minuti prima che la comunità riunita capisse che cosa stava succedendo sotto i loro occhi. Il presunto prete scappò da un'uscita posteriore, ma la folla infuriata dei fedeli lo circondò e cercò di linciarlo. Così, per salvarsi la pelle, Michel Mourre fu costretto a consegnarsi alla polizia. Si dice che quella messa di Pasqua procurò scompiglio anche tra i Lettristi. Lo stesso falso prete restò tanto turbato che anni dopo rientrò nel grembo della Santa Chiesa.


Istruzioni per un attacco psichico (di Luther Blissett)


l. Gli attacchi psichici hanno i loro precedenti in alcune tradizioni alternative di lotta operaia. Nel XIX secolo i lavoratori in sciopero delle industrie tessili piemontesi si riunivano di notte davanti alle case dei crumiri, e cantavano il "Miserere". Una chiara minaccia di morte.
Nel 1967 gli Yippies tentarono di far levitare il Pentagono per scacciare gli spiriti maligni del militarismo e del nazionalismo.
Nel 1993 l'Alleanza Neoista boicottò un concerto di Stockhausen a Brighton, Gran Bretagna, realizzando un attacco psichico e facendo fluttuare in aria la sala da concerto.
Più recentemente questa tecnica di guerriglia telecinetica è stata perfezionata da Luther Blissett. Quelle che seguono sono alcune istruzioni fondamentali.
2. Annunciate il vostro attacco con volantini, comunicati-stampa, manifesti e ogni altro mezzo necessario. Scegliete un bersaglio clamoroso, ma non siate mai prevedibili nelle vostre dichiarazioni. Se le sparate grosse, avete la possibilità di attirare l'attenzione dei media sulla vostra iniziativa. Luther Blissett è riuscito a creare problemi, confusione e difficoltà più spesso di quanto si possa immaginare.
3. All'attacco psichico possono prendere parte anche persone non fisicamente presenti, anche se l'efficacia della vostra azione dipende dalla visibilità dei guerrieri parapsicologici.
4. All'ora stabilita recatevi da soli o in gruppo al punto d'incontro. Concentratevi sull'immagine del vostro nemico morto. Se vi riesce troppo difficile, potete bruciare una foto della persona presa di mira, mentre proiettate pensieri di morte sulla sua immagine.
5. Alzate le mani sopra la testa in modo da unire pugni e gomiti, e mettetevi a gambe larghe. Lasciate i pugni uniti durante l'attacco. Inspirate profondamente e poi espirate, mentre salmodiate la parola "Kassandraruf". Ripetetela tredici volte. Ora siete pronti.
6. Dirigete i vostri sguardi in direzione della persona presa di mira, o di casa sua. Emettete con forza la sillaba "Om" fino a quando vi sentite illuminati. Se provate una sensazione di insufficienza respiratoria, non lasciatevi spaventare. Non è pericoloso continuare, ma anche se smettete state certi che l'attacco psichico è stato almeno in parte efficace e la persona presa di mira è stata profondamente demoralizzata.
7. L'azione deve essere rivendicata da "Luther Blissett". Luther Blissett siete voi.


Scioglimento del congresso mondiale dadaista da parte della polizia


Nel gennaio 1920, numerosi quotidiani tedeschi e svizzeri pubblicarono l'articolo di un certo K.F., che riferiva fatti incredibili sul primo congresso mondiale dei dadaisti, svoltosi presumibilmente a Ginevra (Serner, 1982). Tale congresso, scriveva il giornalista, era terminato bruscamente: "E' stato sciolto dalla polizia e senza dubbio frutterà a molti partecipanti un epilogo giudiziario. E certamente a ragione. Poiché lo scherzo (o la satira o la burla o la pazzia) era stata davvero portata troppo oltre.
Difatti, si era arrivati a un diverbio tra Tristan Tzara, fondatore del dadaismo, e il noto filosofo dadaista Serner, nel corso del quale Serner tirò fuori all'improvviso una rivoltella Browning e sparò quattro colpi a salve su Tzara che ebbe la presenza di spirito di cadere dalla sedia. La conseguenza fu naturalmente che il numeroso pubblico della galleria, che credeva si fosse sparato sul serio, fu preso dal panico e il peggio fu evitato solo grazie all'intervento rapido e avveduto di alcune menti lucide. Poco dopo sopraggiunsero ufficiali di polizia che sgombrarono la sala e portarono Serner e Tzara al vicino commissariato, dal quale, liberati dopo un breve interrogatorio, furono trasportati in trionfo sulle spalle fino all'hotel dai dadaisti che aspettavano in strada. Il giorno dopo, per la generale ilarità del pubblico, apparve nella Tribune de Gèneve un vigoroso articolo (naturalmente come inserzione a pagamento) [...] in cui s'informava la cittadinanza, in un francese molto volgare, che il congresso in una seduta segreta aveva stabilito che l'uso di colpi a salve nelle discussioni dadaiste era non solo consentito ma addirittura auspicato, perché rinfrancante, ma solo a condizione che colui che spara accetti subito un'opinione del tutto nuova. C'è di che attendere con ansia l'opinione dei giudici di Ginevra". Il rapporto lascia subito intuire che si tratta di una beffa: si citano articoli che non sono articoli, si rendono note decisioni dadaiste mai prese. Ciò che dall'articolo non si capisce è che K.F. era lo pseudonimo dello stesso Walter Serner. Ciò che successe veramente al congresso rimarrà per sempre avvolto nelle tenebre della storia. Ma non importa, e ciò è davvero Dada.


Censimento - Sbagliato


Nel 1987, in occasione del contestato censimento, in parecchie cassette della posta si trovarono lettere apparentemente ufficiali con l'intestazione del Comune. In arido linguaggio burocratico i cittadini venivano invitati a distruggere i propri moduli per il censimento, poiché erano state stampati e distribuiti esemplari sbagliati. La settimana dopo il Comune avrebbe distribuito nuovi moduli. Molti non si fidarono e telefonarono agli uffici per accertarsi che le lettere fossero vere. Naturalmente non lo erano. Il fine era disturbare lo svolgimento del censimento attraverso la distruzione del maggior numero possibile di moduli. Il risultato non fu ottenuto ma l'azione avviò un'altra dinamica: le autorità fecero stampare smentite, la cosa venne discussa. Gli autori della beffa aggiunsero false smentite, che mettevano in guardia dai (veri) censitori. Si disse infatti che erano comparsi moduli ben imitati, e le autorità (false) invitavano a diffidare ecc... Alla fine, nemmeno i cittadini più ligi sapevano con certezza quali fogli fossero veri e quali, secondo la segnalazione delle "autorità", fossero da buttare o da consegnare al magazzino reperti della polizia.