Biblioteca Multimediale Marxista
RISPOSTA DEL «COMITATO INTERFACOLTA'» DELLE SEDI OCCUPATE DELL'ATENEO ROMANO ALLA DELIBERA DEL SENATO ACCADEMICO DEL 24-2-68
Gli studenti delle facoltà occupate hanno preso atto
dell' ipocrite manifesto approvato e fatto affiggere dal Senato Accademico in
seguito ai gravi fatti del 22 e 23 febbraio in cui si esprime solidarietà
piena per l'operato del Rettore, si trattano da teppisti gli studenti romani
ormai da quasi un mese in lotta, si travisa fino alla menzogna più spudorata
lo stesso svolgimento dei fatti.
La risposta degli studenti consiste innanzi tutto nel lavoro costruttivo che
essi stanno portando avanti.
Di fronte alle menzogne del comunicato riprese e pubblicate dai cosiddetti giornali
indipendenti, riteniamo di dover rispondere con precisione ai giudizi del Senato
Accademico, per correttezza verso i nostri colleghi e per chiarire la nostra
posizione di fronte a tutta l'opinione pubblica.
Il Rettore che ci rimprovera atti di illegalità si è reso responsabile
di due grosse provocazioni nei confronti di tutti gli studenti chiudendo con
una serrata la Facoltà di Lettere e Filosofia e facendo intervenire le
forze poliziesche di repressione contro gli studenti che volevano riaprirla
per continuare il lavoro iniziato nei giorni scorsi.
In questa seconda fase dell'occupazione abbiamo infatti dimostrato
di essere i primi a volerci rivolgere a tutti gli studenti per fargli partecipare
ad attività liberamente scelte da loro, e non imposte dal corpo accademico
come è avvenuto fino adesso, attraverso lo strumento più democratico
fino ad oggi sperimentato - le assemblee generali, i consigli e le commissioni
di lavoro.
Rifiutiamo però come ridicolo l'invito a prendere contatti « paritetici
» tra studenti e professori, perché rifiutiamo la logica corporativa
e di privilegio su cui si basa. Con le assemblee generali e gli strumenti democratici
di lavoro collettivo siamo andati assai più avanti Non chiediamo una
spartizione del potere a percentuale o una congestione paritetica da categorie,
ma il controllo delle assemblee su tutta l'attività didattica e amministrativa
dell'Università come unico modo non fittizio di intenderne un funzionamento
democratico.
Rifiutiamo la linea d'azione seguita dal Rettore D'Avack, che si caratterizza
come una « politica illuminata », paternalistica, di «dialogo
» con gli studenti, il cui rovescio è l'intervento repressivo della
polizia, che ne esplicita in modo evidente il legame tra l'autoritarismo accademico
e quello della società in generale.
Il riformismo di D'Avack è miseramente naufragato di fronte alla crescita
politica del movimento studentesco che non vuole contrattare aule o misere concessioni.
La scuola di classe organizza il consenso al sistema, noi organizziamo il dissenso
alla scuola dei padroni.
Riteniamo chiaramente provocatorio l'appello alle cosiddette « forze sane
» del movimento studentesco.
La partecipazione all'attività delle facoltà presidiate dagli
studenti è aperta a tutti e quindi l'appello del Senato Accademico altro
non è che l'invito ai gruppetti fascisti di mettere in atto provocazioni
contro ]a nostra attività. Quest'appello è già stato raccolto
dal gruppo Caravella che ha organizzato una manifestazione per martedì,
di chiara intonazione teppistica. Se sono queste le forze sane su cui il Corpo
Accademico vuole fare leva, sappia che siamo pronti a respingere qualsiasi provocazione.
Se è attraverso questi gruppi e attraverso la forza repressiva della
polizia che il Senato Accademico vuole condurre il dialogo con noi questo dialogo
c'è già stato ed è per noi chiuso.
Continueremo quindi in questa occupazione di lotta e di lavoro riaffermando
la nostra opposizione ad una scuola discriminatoria e di classe e battendoci
per il potere studentesco.