Biblioteca Multimediale Marxista
Avviando la stagione dei processi a seguito delle operazioni antiguerriglia
del 2003 lo Stato riaffermando il suo potere e dandogli risalto mediatico, lungi
dal poter celebrare una vittoria politica (pol) contro le BR PCC, ambisce a
sfruttare al meglio i risultati militari conseguiti riversandoli sul campo di
classe e riv nel tentativo di demoralizzarlo e di contrastare il peso dominante
del rilancio della strategia della LA nei rapporti generali tra le classi. Ciò
perché rimane irrisolto per lo Stato il problema di impedire che le istanze
autonome che emergono da un'opposizione di classe rafforzata politicamente dal
rilancio, si leghino con l'opzione rivoluzionaria (riv) proposta dalle BR PCC
quale alternativa alla crisi e alla guerra imperialista (imp). Così tenta
di colpire il ruolo di direzione riv che l'Organizzazione (O) svolge da 30 anni
nel nostro paese, e di far fronte allo specifico impatto nel rapporto rivoluzione/controrivoluzione
(r/c) che ha avuto il rilancio, il quale, per la sua valenza storica, non è
affatto rimesso in discussione dalle perdite subite in quest'anno dalle BR-PCC
sempre possibili per le forze riv e a maggior ragione nello stadio aggregativo
(SA) della Fase di Ricostruzione che attraversa il processo riv.. Un ruolo di
direzione, quello delle BR, svolto perché l'attacco al cuore dello Stato
incide nei rapporti generali tra le classi, ostacolando la realizzazione lineare
dei programmi antiproletari e controriv della BI e indebolendo la tenuta degli
equilibri pol sociali che li sostengono contrapponendovi l'interesse generale
e pol del proletariato (prol); perciò è in grado di modificare
le posizioni nello scontro a favore del campo prol e riv. Una capacità
quella dell'attacco nei nodi pol centrali che oppongono la classe allo Stato
che emerge con chiarezza dalla rivitalizzazione che negli ultimi anni ha caratterizzato
le lotte e dalla maggior tenuta dell'autonomia di classe a fronte dei continui
attacchi, accerchiamenti o manovre di depotenziamento e neutralizzazione a cui
vengono sottoposte nel quadro delle politiche neocorporative e della mediazione
politica attestata nelle relazioni generali tra le classi. IN un contesto economico
e pol segnato da una crisi sempre più profonda del MPU e del dominio
della BI, alla quale la borghesia nostrana non può rispondere che con
programmi di intensificazione dello sfruttamento e di impoverimento e spingendo
alla partecipazione alla guerra e alla controrivoluzione imp diretta dal polo
dominante USA e dalla NATO, lo Stato borghese cerca di fare dell'apertura dei
processi un momento di attacco politico alle BR e alla proposta della strategia
della LA che rivolgono a tutta la classe e, per colpire il ruolo di direzione
e la funzione riv che svolge nello scontro, nega la realtà politica del
processo riv per propagandare l'irriproducibilità nello scontro attuale
dell'opzione riv., della strategia della LA e dell'avanguardia rivoluzionaria.
Perciò mentre costringe i processi reali nelle ricostruzioni giudiziarie
strumentali al suo fine politico, cerca di utilizzare in vario modo i prigionieri,
ostaggi nelle sue mani, sfruttandone le figure riv che per ciò stesso
rappresentano per contrastare l'avanzamento politico nella costruzione del PCC
sancito dal rilancio, da un lato contrastando e stravolgendo la condotta, inscritta
nel solco storico di una tradizione centenaria, di rivendicazione della propria
identità militante da parte di prigionieri rivoluzionari, e di riadeguamento
politico dei militanti BR prigionieri agli indirizzi dell'O in attività.
Dall'altro, esaltando la condotta di ostaggi che lo Stato è riuscito
a rendere propri strumenti nell'attacco pol alle BR PCC e alla classe che rappresentano,
che usa per incidere a suo favore nelle contraddizioni (cd) della soggettività
di classe nel processo di emancipazione dalla condizione di subalternità
politica a cui la borghesia vorrebbe condannare il proletariato. Ciò
mentre vengono esercitate pressioni d'ogni genere sullo schieramento di classe,
criminalizzandone preventivamente ed emergenzialmente anche le espressioni di
dissenso, quale modo con cui lo Stato fa fronte all'attuale grado di approfondimento
del rapporto r/c riadeguandosi ad esso, per costringere la classe ad arretrare
e affinché le sue avanguardie non assumano il solo terreno, quello riv
della LA, su cui può essere data risposta strategica al problema pol
di trasformare i rapporti di forza (rdf) a favore del proletariato e dargli
prospettiva di potere. Un piano questo su cui è coeso l'intero quadro
pol e sindacale in stretto coordinamento con il Ministero dell'Interno. Inoltre,
seguendo in generale una specifica linea antiguerriglia verso gli arrestati
e la base sociale della LA, attraverso la minaccia di pesanti condanne e facendo
di questa e dei suoi esiti favorevoli allo Stato un mezzo di intimidazione e
deterrenza verso il campo di classe e rivoluzionario si cerca di depotenziare
il ruolo degli interessi generali e storici del prol a partire dai quali l'avanguardia
comunista combattente costruisce la progettualità riv., il rapporto di
scontro con lo Stato e la BI e la stessa soggettività riv di classe.
Si cerca cioè di svuotare e negare la reale sostanza della soggettività
riv di classe, il percorso di rotture e salti nella soggettività di classe
da una condizione di subalternità all'assunzione di responsabilità
pol d'avanguardia sul terreno della guerra di classe, adeguandosi ai termini
attuali del rapporto r/c e relazionandosi offensivamente ai nodi centrali dello
scontro generale per raggiungere la capacità politico militare complessiva
idonea a dirigere il processo riv.. Lo scopo di queste linee pol di attacco
dello Stato alla guerriglia è di confondere lo schieramento di classe
e riv., ma allo stesso tempo rivelano a quale livello radicale si collochi ormai
il pericolo riv per il potere della borghesia, non potendo contrastare politicamente
in altro modo la propositività della strategia della LA e la centralità
che ha acquisito nella storia dello scontro di potere tra le classi nel nostro
paese.
E' un fatto che il rilancio dell'opzione riv e della strategia della LA con
le azioni del 99 e del 2002, ha attestato la risposta riv a quanto la BI e lo
Stato avevano conseguito negli anni 80 e consolidato negli anni 90 dell'esito
del duplice processo controrivoluzionario, da un lato come mutamento dei rdf
storici tra BI e PI, e dall'altro, sul piano nazionale, come modifica in senso
neocorporativo della mediazione politica tra le classi antagoniste con la strutturazione
sul piano pol istituzionale, con il processo di esecutivizzazione, i patti sociali
e il maggioritario, della mediabilità politica degli interessi proletari
solo in quanto parziali, transitori e funzionali alle istanze e agli obiettivi
della BI, ovvero come stabilizzazione nei rapporti generali tra le classi della
subalternità politica del proletariato come sostanza della "democrazia
governante", fattori entrambi che contrassegnano il mutamento di fase storica
complessivo a cui l'avanguardia riv fa fronte e nel quale si trova ad operare.
L'avanguardia riv misurandosi, in specifico con l'intervento del 1999, con il
compito di ricostruire proprio in questo quadro politico storico, la capacità
pol militare di immettere offensivamente nella cd dominante in quella congiuntura
gli interessi generali e storici del proletariato e la sua autonomia pol., ha
potuto collocarli su un punto di forza e rappresentarli nello scontro facendo
fronte alle cd dello SA della Fase di Ricostruzione delle Forze Riv e Proletarie
e, dando soluzione in avanti alle sue problematiche, ha aperto un varco nella
difensiva su cui era attestata la classe, in un contesto di interruzione dell'intervento
combattente dell'O., sotto la prolungata offensiva dispiegata dalla BI e dal
suo Stato.
Il patto di Natale del 99 costituiva infatti quel passaggio di verifica e riadeguamento
del Patto Sociale del 93 complementare al pacchetto Treu Biagi del 96 con cui
l'esecutivo Prodi, i sindacati confederali e la Confindustria spalancarono le
porte alla precarizzazione del lavoro. Perciò era condizione decisiva
dell'ulteriore arretramento politico della classe su cui l'esecutivo D'Alema
avrebbe voluto far marciare i programmi antiproletari , controriv e bellicisti
della BI governandone il conflitto che suscitavano e facendo degli esiti di
quel passaggio termine del necessario assestamento e nuovo avanzamento del piano
neocorporativo di rapporto tra le classi di approfondimento della mediazione
politica neocorporativa e base del procedere delle linee di riforma complessiva
dello Stato e del suo ruolo nelle pol centrali dell'imp.. Con l'azione D'Antona
il disegno politico espresso nel Patto di Natale ed il suo ruolo nel programma
dell'esecutivo D'Alema ricevono un duro colpo. Ne viene cioè indebolita
l'agibilità politica e la coesione dell'asse DS CGIL intorno a cui era
aggregato un più vasto equilibrio politico sociale che lo sosteneva e
legittimava le prerogative legislative che l'esecutivo si era avocato con le
leggi delega per riformare il mercato del lavoro con le "politiche attive"
in direzione di subordinare il lavoro salariato alla massima ricattabilità;
per frammentare, privatizzare e ridurre la sfera del welfare ; per comprimere
ancor di più il diritto di sciopero; per svuotare il contratto collettivo
nazionale di lavoro e per rafforzare la rappresentanza sindacale esposta a crisi
di legittimità e di capacità di controllo del conflitto, dalla
sua partecipazione attiva allo smantellamento delle conquiste storiche del movimento
operaio e al peggioramento delle condizioni di lavoro e salariali del proletariato,
in un
contesto economico strutturalmente non espansivo che ha ridotto progressivamente
i margini materiali di negoziazione con cui aggirare le istanze autonome della
classe. Se, proprio per il ruolo che le politiche neocorporative hanno avuto
nel far arretrare le posizioni del prol., il Patto di Natale avrebbe dovuto
costituire il punto di forza dell'esecutivo D'Alema e del suo programma di governo,
con l'attacco delle BR PCC ne diventò invece il fattore di crisi. E ciò
perché Massimo D'Antona ne era il garante per l'esperienza e la capacità
pol maturata negli esecutivi degli anni 90 e come esperto di legislazione del
lavoro nella consulta giuridica della CGIL, nel legare i passaggi di riforma
della Pubblica Amministrazione, gli accordi contrattuali, il percorso di restrizione
del diritto di sciopero e la regolazione del sistema della rappresentanza sindacale
dei lavoratori dell'ambito pubblico, riconducendo gli antagonismi che emergevano
nelle principali vertenze di quegli anni a un piano di compatibilità
con i programmi riformatori e verificando negli andamenti di quegli scontri
particolari la generalizzabilità degli esiti favorevoli alla classe dominante,
realizzandola con l'introduzione calibrata agli equilibri tra le classi e al
contenuto delle spinte conflittuali, dei contenuti neocorporativi nella legislazione
del lavoro. Per questo e per trasformare complessivamente le leggi del lavoro
che codificavano i rdf tra borghesia e proletariato della fase economica e pol
precedente, l'esecutivo D'Alema fece di M. D'Antona il braccio destro del ministro
Bassolino assegnandogli la presidenza del comitato consultivo sulla legislazione
del lavoro, organismo che includeva la maggior parte delle associazioni sindacali
e padronali e il cui ruolo venne svuotato dall'azione del 20 maggio 1999 e di
fatto concluso, ma che avrebbe dovuto costruire tutte quelle mediazioni occorrenti
a raggiungere obiettivi politici della BI che tuttora, a distanza di 5 anni,
restano in parte irrealizzati, quali la sostituzione della contrattazione aziendale
o locale alla centralità del contratto nazionale con la conseguente frammentazione
della forza contrattuale della classe ed il suo indebolimento, ed il correlato
rafforzamento dei livelli di capacità dei vertici sindacali confederali
di emarginazione, e di partecipazione alla repressione delle spinte autonome
della classe, e di controllo contenimento e neutralizzazione delle resistenze
proletarie, con la legittimazione delle pratiche di democrazia formale idonee
a garantirli.
Un ritardo pol che quanto previsto nel libro Bianco di M. Biagi intendeva colmare
stringendo la radicale rimodellazione economico sociale e politica collegata
alla riforma federale dello Stato, contando sul sostegno di un equilibrio politico
sociale meno vincolante di quello degli esecutivi di centrosinistra. Ma , nonostante
le forzature operate a seguito dell'azione Biagi dall'esecutivo Berlusconi con
il patto per l'Italia e l'approvazione della legge 30 per superare i vincoli
politici a cui i vertici del sindacato confederale soggiacciono nell'espletamento
dei loro compiti antiproletari e controrivoluzionari, alcuni dei nodi principali
non sono ancora sciolti. Anzi, il suo procedere a tappe forzate in un quadro
in cui domina il rilancio della strategia della LA e ancora permane il varco
offensivo aperto dalle iniziative D'Antona e Biagi, ha alimentato il conflitto
di classe e accelerato la perdita di peso pol generale del sindacato, senza
che siano già rimodellati organicamente i rapporti economico sociali
tra le classi così da prevenire a monte il conflitto strutturando la
subordinazione politica del proletariato né sia rodata la formula del
dialogo sociale che li integra. L'affermazione ed il dispiegamento del progetto
previsto dal libro bianco incontrano infatti vaste resistenze che, stante il
peso dell'interesse generale e pol della classe rappresentato nello scontro
dal rilancio,obbligano l'esecutivo, sindacato e Confindustria ad oscillare tra
azione comune, inerzia ed azioni di forza, spinti dall'emergenza con cui premono
le istanze della BI e dalla necessità di divaricare la classe dal piano
riv., mentre a complicare il necessario governo della crisi e del conflitto
si aprono già nuove cd a causa dell'approfondimento della crisi stessa
e per come si manifesta nella debole economia nazionale e si riflette sugli
esigui margini di politica economica consentiti dal bilancio statale per governarla,
nel quadro dei vincoli UE e UEM definiti a sostegno della concorrenzialità
del capitale monopolistico a base europea. Un approfondimento della crisi tale
da prospettare il "declino" dell'economia nazionale e l'impoverimento
progressivo delle condizioni di vita proletarie già avviato con le riforme
del lavoro attuate in questi anni e tale da riproporre con forza al nuovo livello,
e mentre lo schieramento imp porta avanti la sua guerra infinita contro i popoli
che vuole sottomettere, il nodo storico dell'alternativa riv al dominio della
BI.
Perciò a fronte dell'avanzamento sostanziale del processo riv prodotto
dalla riproposizione nella attuale fase politica del patrimonio e della linea
generale delle BR fatti avanzare al livello raggiunto dal rapporto r/c riadeguando
indirizzi di fase e prassi riv, lo Stato per proseguire la sua offensiva contro
la classe ha necessità di ottenere un qualche successo pol seppur parziale.
Infatti i suoi recenti risultati militari contro l'O se si riflettono sull'andamento
concreto del processo riv rideterminandone i passaggi, nulla possono contro
il fatto politico che siano stati praticati nello scontro generale tra le classi
gli indirizzi pol militari con cui le BR PCC combattono e disarticolano la progettualità
della BI e gli equilibri pol che la sostengono che, nel far fronte a quanto
la controrivoluzione ha attestato, rispondono alle istanze pol e strategiche
della classe e delle sue avanguardie. Indirizzi che rispondono alla necessità
nella fase in atto, di selezionare ricostruire e formare il complesso dei termini
e dei livelli di disposizione organizzazione rivoluzionaria e proletaria sulla
progettualità e sul programma delle BR PCC sulla base del contributo
fin da subito alla prassi riv dell'O in termini di stretta centralizzazione
politica e di responsabilizzazione complessiva sulla linea e sul programma dell'O
per produrre la massima incidenza pol nello scontro generale tra le classi ed
ottenerne il vantaggio ai fini degli obiettivi politico militari di fase.
Indirizzi che perciò mettono in grado le BR PCC di sostenere anche il
riflettersi sulla soggettività di classe del livello attestato dalla
controriv , dato politico quest'ultimo, che rende centrale in questa fase che
l'avanguardia riv si faccia carico progettualmente e programmaticamente dei
termini della cd costruzione/formazione e delle problematiche generali che ne
scaturiscono ai fini di assestare l'iniziativa offensiva contro lo Stato e la
BI e su ciò formare, attraverso le rotture ed i salti pol occorrenti,
la soggettività riv adeguata a misurarsi con il complesso dei compiti
di fase che ruotano intorno alla stabilizzazione dell'intervento combattente
nello scontro generale tra le classi e alla ricostruzione dell'OCC che agisce
da Partito per costruire il Partito e che pertanto ne costituisce il nucleo
fondante.
La storia dello scontro di potere tra le classi nel nostro paese dimostra come
lo Stato si muova in una sostanziale difensiva politica a fronte della strategia
della LA con cui le BR dirigono lo scontro e che la soggettività riv
di classe può farsi carico a livello necessario dell'opzione riv., perché
questa si è attestata nelle relazioni generali tra le classi quale esito
dei mutamenti sedimentati nella trentennale attività delle BR nei rapporti
di scontro, per la capacità propria della strategia della LA di influire
su di essi e di modificarli. Un dato pol che perciò è ineliminabile
dalla controriv anche in caso di danneggiamento dell'OCC e che è il prodotto
dell'essere la prassi combattente delle BR-PCC fattore attivo del mutamento
delle posizioni pol e di forza tra le classi perché svolge un ruolo di
direzione rispetto agli interessi politici generali e storici del proletariato
a partire dall'attacco sui nodi centrali che oppongono la classe allo Stato.
Perciò lo Stato con l'avvio dei processi pretenderebbe di distorcere
gli indirizzi politici e strategici di fase dell'O al pari dell'amara realtà
per la classe dominante, del portato del rilancio. Rilancio che ha assestato
quanto già emerso negli anni 80 con la capacità delle BR PCC aprendo
la Ritirata Strategica di preservare e rilanciare l'offensiva contro lo Stato
e la BI e di far avanzare la costruzione del PCC, assestamento che conferma
che quando la rivoluzione riesce a sopravvivere e a resistere ad una controrivoluzione
consegue una vittoria strategica.
I militanti delle BR PCC
Nadia Lioce
Roberto Morandi