Biblioteca Multimediale Marxista
Ad oltre due anni dall'iniziativa offensiva delle BR-PCC del
20.05.1999 è possibile cogliere appieno il portato dell'attacco al cuore
dello Stato effettuato. Un attacco che in termini sostanziali ha inciso sugli
equilibri politici garanti delle modalità di avanzamento del progetto
neocorporativo, con l'effetto di provocare un "incartamento" della
dinamica concertativa funzionale alla risoluzione dei nodi di sostanza ruotanti
intorno agli interessi generali della borghesia imperialista rispetto alle esigenze
di ristrutturazione e riforma economico/sociale a maggior ragione in un contesto
di crisi/recessione e guerra proprio a questa fase capitalistica. "Incartamento"
e relativa lacerazione delle condizioni politiche a base del quadro concertativo
che si è riflesso sui termini di capacità/tenuta del sistema di
relazione a sostegno dell'impianto neocorporativo e dei soggetti politici preposti
a portare avanti questo progetto. Le BR-PCC attaccando e danneggiando questo
progetto hanno aperto un varco offensivo nella difensiva di classe rispondendo
all'esigenza politica di contrapporsi all'offensiva dello Stato, un'offensiva
tesa a sospingere la classe in una condizione di ulteriore arretramento - impiegando
il vantaggio politico ottenuto per costruire e organizzare le forze proletarie
e rivoluzionarie sui compiti della fase di ricostruzione, sul piano della strategia
della Lotta Armata nello scontro prolungato contro lo stato e prospetticamente
rilanciando sul terreno della guerra di classe la questione del potere, facendo
pesare in questo modo gli interessi generali della classe di contro allo stato
e alla borghesia.
Nella dialettica distruzione/costruzione le BR-PCC hanno precisato i caratteri
generali della fase rivoluzionaria e definito i termini specifici propri al
terreno della ricostruzione, termini funzionali a costruire le forze per l'offensiva
per dare avanzamento alle posizioni politiche e di forza del proletariato, con
al suo interno l'obiettivo di costruzione dell'Organizzazione Comunista Combattente.
Un'iniziativa combattente che, esplicitando la dialettica fra iniziativa d'avanguardia/contenuti
dell'autonomia politica di classe, ha esaltato la funzione di rappresentanza
rivoluzionaria degli interessi generali della classe, ed anche in concreto quale
fattore politico attivo ed agente nel conflitto di classe inserito oggettivamente
e soggettivamente all'interno di una condizione politica che trova la classe
disposta politicamente sul terreno di resistenza di fronte all'offensiva borghese
e senza rappresentanza politica in quanto "classe per se". Ricostruendo
il rapporto fra interessi generali/storici e congiunturali del proletariato
e rispondendo ai profondi bisogni politici della classe operaia e del proletariato
metropolitano rispetto al nodo centrale di scontro con Io Stato e la borghesia
imperialista/scontro reso immediatamente politico dai processi di modifica della
mediazione politica imperniati sulla composizione corporativa del conflitto,
a partire dalla sanzione delle modifiche della ristrutturazione economico/sociale
intorno alla legislazione del lavoro le BR-PCC si sono collocate come catalizzatore
dei livelli di coscienza proletari più avanzati e sul terreno proprio
dell'avanguardia rivoluzionaria. Una dinamica politica resa evidente nelle aspettative
e nel consenso espressi negli ambiti e nel disporsi delle avanguardie rivoluzionarie
intorno alle direttrici definite dall'Organizzazione. Elementi che sono la manifestazione
tangibile del ruolo occupato dalle BR rispetto agli obiettivi storici del proletariato
italiano e quindi. del loro essere riconosciute le sole rappresentanti degli
interessi generali di classe. Un riconoscimento che, nonostante questi anni
di percorso rivoluzionario segnati dalla discontinuità d'attacco come
BR, si è riaffermato con forza in relazione alla qualità della
soggettività rivoluzionaria resa palese dai termini politici che informano
l'attacco portato. Attacco che è sintesi, nonchè termine di avanzamento/sviluppo,
dei processi maturati dall'avanguardia comunista combattente in questo decennio
sul terreno proprio alla fase rivoluzionaria, a partire dalla definizione dello
"stadio aggregativo" come tratto distintivo che precisa il corso della
ricostruzione e che informa il processo di riorganizzazione della stessa avanguardia
sui compiti generali della fase rivoluzionaria e della guerra di classe finalizzato
alla costruzione dell'OCC. Un quadro progettuale di riferimento all'interno
del quale, nella prassi. in rapporto ai nodi centrali dello scontro, l'avanguardia
comunista combattente ha espresso i termini politico-militari adeguati ad assumere
la definizione storica BR-PCC. Stato aggregativo e relativa caratterizzazione
del processo di riorganizzazione che, assumendo a base del proprio sviluppo
le risultanze più avanzate poste dal processo di riadeguamento nella
ritirata strategica e dall'apertura della fase di ricostruzione e ricollocandole
nell'andamento dello scontro, ha permesso di imprimere un preciso indirizzo
al lavoro di ricostruzione e alla stessa soggettività d'avanguardia nella
sua funzione di direzione rivoluzionaria fin da subito tesa a svilupparsi e
costruirsi dentro una logica d'Organizzazione, nella necessaria riqualificazione
imposta dall'approfondimento del rapporto rivoluzione/controrivoluzione. In
particolare affrontare il piano di scontro e i termini della fase rivoluzionaria,
ha significato misurarsi con le problematiche poste dalla discontinuità,
quale fattore politico concreto di contraddizioni sul terreno di classe e rivoluzionario
così da avviarne il superamento, sapendo coniugare una concezione organica
dei termini di sviluppo del processo rivoluzionario e della ricostruzione in
esso e una visione realista e materialista in rapporto alla prassi messa in
campo. Un approccio complessivo che nel corso degli anni '90 ha segnato il discrimine
tra l'esercizio di un ruolo d'avanguardia in un agire da Partito da un lato
e le logiche difensivistiche proprie ai momenti di difficoltà del processo
rivoluzionario dall'altro. Quadro di compiti che ha comportato la definizione
di un piano di lavoro partendo dalla "ricostruzione delle forze attraverso
il rilancio dell'iniziativa rivoluzionaria" operato dai Nuclei Comunisti
Combattenti, come nodo politico e materiale da sciogliere, entro cui avviare
i livelli politico-militari fondamentali ad assumere la direzione rivoluzionaria
dello scontro. Cioè si è trattato di elaborare e concretizzare
il complesso degli indirizzi e dei piani relativi all'avvio di uno "stadio
aggregativo" delle forze, quale compito che, derivante dal contesto di
scontro, ha richiesto uno specifico calibramento dell'iniziativa di rilancio
sui nodi centrali classe/Stato ed imperialismo/antimperialismo sintetizzato
nella prassi dei NCC, in aderenza alle problematiche della ricostruzione in
generale e in particolare alla costruzione della direzione rivoluzionaria adeguata
ai termini della guerra di classe, facendo pesare nel contempo. sui termini
di evoluzione dello scontro e sul terreno soggettivo di sviluppo dell'avanguardia,
tutto il portato della proposta strategica della Lotta Armata e il complesso
degli indirizzi politici e programmatici propri alle BR-PCC. Le risultanze e
acquisizioni sintetizzate nel rilancio del 20 Maggio, vero e proprio bilancio
politico della prassi e percorso che l'avanguardia comunista combattente ha
compiuto nel confrontarsi coi nodi dello scontro e le contraddizioni derivanti
dalla discontinuità d'attacco, in una condizione di ripiegamento delle
posizioni rivoluzionarie e arretramento del campo proletario, mostrano come
siano stati prodotti gli elementi di avanzamento del processo rivoluzionario
sedimentati in questo percorso. Avanzamento misurabile sia sul piano programmatico,
di linea politica e politico organizzativa, sia nell'approfondimento degli stessi
criteri di analisi della Formazione Economica Sociale a cui si riferisce la
strategia della L.A. e, soprattutto nell'elaborazione e sviluppo nella comprensione
più scientifica sulla costruzione/formazione della stessa soggettività
rivoluzionaria. Un processo che in termini generali ha saputo concretizzare
l'essenza stessa della R.S.: ovvero la capacità, all'interno della condizione
politica del ripiegamento, di misurarsi con i problemi al fine di rilanciare
lo scontro rivoluzionario e di come in questa condizione si ponga costantemente
la problematica della ricostruzione e che perciò essa non sia un semplice
momento congiunturale ma va definita come vera e propria fase rivoluzionaria.
Fase strettamente aderente alle linee di sviluppo e movimento della guerra di
classe, alle modalità del suo procedere e alle sue leggi, cioè
investe il modo di concepire. intendere e praticare lo sviluppo della guerra
di classe nel suo complesso. L'avanguardia comunista combattente forte di questa
concezione ha potuto stabilire la condotta idonea ai termini di fase tenendo
conto della complessificazione prodotta dalla discontinuità d'attacco,
quale fattore specifico agente sulle condizioni d'espletamento della ricostruzione
- cioè distinto dal più generale carattere di non linearità
del processo rivoluzionario, carattere proprio al suo procedere per salti e
rotture - senza che ciò significasse interruzione o regressione del processo
rivoluzionario stesso. Ovvero, l'agire d'avanguardia si è collocato in
un quadro di obiettiva continuità del processo rivoluzionario sia in
relazione ai caratteri generali della fase di ricostruzione quale ambito di
riferimento della prassi rivoluzionaria sia rispetto ai contenuti più
avanzati dati sul piano della soggettività rivoluzionaria. In sintesi
ciò che la pratica ha reso evidente è che non si è trattato
di un processo spontaneo, ma indirizzato e governato politicamente, tale da
affrontare complessivamente e contemporaneamente tutti i piani ed aspetti del
lavoro d'avanguardia che, nell'espletare il suo ruolo costruisce e forma se
stessa come forza rivoluzionaria a partire dal processo prassi-teoria-prassi
messo in campo, collocando all'interno dello stadio aggregativo i termini di
lavoro propri ad una dimensione d'Organizzazione quale presupposto principale
di sviluppo/avanzamento che qualifica lo stadio aggregativo verso I'O.C.C. nella
sua funzione di direzione rivoluzionaria: dalla dimensione organizzata propria
all'agire nell'unità del politico e del militare, a criteri e metodo
politico-organizzativo, alla linea politica, all'ambito centralizzato e decentralizzato
del suo operare, al processo di selezione, costruzione e formazione dei ruoli
militanti funzionali ad agire da Partito. Nessuna visione idealistica, evoluzionistica
e tanto meno empirica appartiene alla prassi e percorso sviluppato: lo "stadio
aggregativo è stato ed è l'ambito entro cui si sostanziano i passaggi
politici concreti in termini teorici-politici-organizzativi per far fronte alle
peculiarità assunte dalla fase di ricostruzione. Stadio aggregativo che
nella prassi, modificando le condizioni politiche, determina la possibilità
di operare salti qualitativi nella stessa aggregazione, maturando di converso
nuovi e più adeguati livelli di direzione rivoluzionaria dello scontro.
Se il progetto neocorporativo si poneva l'obiettivo della pacificazione sociale
attraverso la composizione forzosa del conflitto di classe, questo ne è
risultato indebolito e incrinato. La qualità dell'attacco portato, la
dialettica con i nodi politici e le dinamiche dello scontro che tale azione
hanno motivato e che da quella azione hanno avuto uno sviluppo più avanzato
sul piano rivoluzione/controrivoluzione e classe/Stato, sono il fattore politico
che determina i termini di evoluzione dello stesso piano rivoluzionario. Un
quadro complessivo rispetto cui lo stato, dentro una sostanziale incapacità
a tutt'oggi di richiudere il complesso delle contraddizioni apertegli dall'iniziativa
rivoluzionaria, insieme alle prospettive e ai processi che sul terreno di classe
e rivoluzionario sono maturati, ha operato in una cornice di risposte "difensive"
tese prevalentemente a "neutralizzare" preventivamente il terreno
di sviluppo della dialettica che con l'azione del 20 Maggio le BR-PCC hanno
instaurato con l'autonomia di classe, al fine di incidere sul terreno della
ricostruzione e più in generale operando un intervento funzionale a stabilizzare
le condizioni di arretramento del campo proletario e ripiegamento delle posizioni
rivoluziona-rie. Un intervento dello Stato, calibrato alle condizioni politiche
generali dello scontro e intrecciatosi via via con i termini di crisi-recessione
dell'economia capitalistica e gli stessi scenari di guerra imperialista che
investono i caratteri dello scontro odierno fra le classi, sostanziando un complesso
di atti controrivoluzionari che si riversano fin dentro i caratteri del governo
del conflitto di classe e nelle relazioni politiche fra le stesse, in generale
rispetto alle dinamiche di scontro che oppongono il proletariato alla borghesia
e in particolare al piano più prettamente antiguerriglia. E' in questa
condizione politica che trova ragione anche l'intervento di criminalizzazione
dei prigionieri. Un tentativo ridicolo quest'ultimo di presentare i prigionieri
come gli "ispiratori" del rilancio e ciò con un duplice scopo:
il primo e principale è quello di sminuire l'enorme qualità di
una avanguardia comunista combattente in grado di produrre un avanzamento del
patrimonio d'Organizzazione, ricollocandolo offensivamente nello scontro, nella
dialettica continuità-critica-sviluppo, quale terreno che ha dato sostanza
all'unitarietà e continuità politica ai suoi assi strategici e
teorici, questione che ha una valenza senza precedenti nell'ambito dei processi
rivoluzionari sviluppati dalla guerriglia nei centri imperialisti; in secondo
luogo quello di incrinare la determinazione dei militanti BR e rivoluzionari
prigionieri che hanno comunque svolto un ruolo funzionale a rappresentare le
acquisizioni delle BR-PCC, in specifico quelle definite nella R.S., quale termine
più avanzato di sviluppo del processo rivoluzionario e ancorando la propria
disposizione sulla centralità della fase di ricostruzione. Una linea
antiguerriglia sui prigionieri tesa a ricercare un risultato purchessia, da
un lato premendo con una criminalizzazione che prevalentemente fa leva sulla
costruzione di un "terreno giuridico" di incriminazione dei comportamenti
politici che sostanziano "la identità di Partito", a partire
dall'atto politico della rivendicazione; dall'altro e contestualmente tentando
di aprirsi un varco riutilizzando le logore trame dei servizi segreti, con la
velleità di "contrattare" una qualsiasi forma di dissociazione,
tentativo quest'ultimo che manifesta una volta in più le difficoltà
politiche poste allo stato dall'iniziativa delle BR-PCC. ln conclusione, proprio
in riferimento alla valenza politica e strategica dello stadio aggregativo volto
alla costruzione dell'OCC, condotto in questo decennio dall'avanguardia comunista
combattente oggi BR-PCC, noi, come militanti BR e rivoluzionari prigionieri
coerentemente con la condotta tenuta in questi anni, intendiamo dare sostanza
alla nostra identità di Partito nella coscienza che, a causa dei riflessi
della discontinuità, ciò richiede una riqualificazione dei termini
di internità politica alle concezioni strategiche, politiche e programmati-che
d'O., affinché questa internità si riferisca organicamente alla
dialettica continuità-critica-sviluppo che l'avanguardia comunista combattente
ha operato tra i processi di ricentramento sviluppati nella R.S. e l'apertura
della Fase di Ricostruzione, e la costruzione dello stadio aggregativo e le
corrispondenti risultanze politiche. Anche perché riteniamo che questa
riqualificazione sia il solo modo sostanziale e non formale di dare soluzione
alla nostra parzialità che, se è un dato peculiare alla militanza
in prigionia, tanto più essa si è approfondita a causa degli effetti
della discontinuità. Una parzialità il cui terreno di ricomposizione
è quello determinato dall'attività complessiva che le BR-PCC hanno
oggi posto nello scontro. A partire dalla nostra collocazione non riconosciamo
nessuna legittimità allo Stato di giudicarci e dunque neanche a questa
corte che ne è il tramite. Dei nostri atti politici rispondiamo solo
al proletariato e alle BR che ne rappresentano gli interessi generali di contro
allo Stato e alla borghesia imperialista. La nostra presenza in quest'aula ha
unicamente lo scopo di rivendicare l'interezza del percorso rivoluzionario aperto
a suo tempo dalle BR, rilanciato dall'iniziativa offensiva contro Massimo D'Antona
e, nel quadro di questo percorso rivendichiamo altresì l'attacco dell'84
delle BR-PCC contro L.R. Hunt, garante degli accordi di Camp David e l'esproprio
proletario dell'87. iniziative combattenti collocate nel quadro dell'attività
dell'O. nella R.S., che ha saputo far vivere gli assi di combattimento allo
Stato e all'imperialismo all'interno dei processi di ricentramento e riadeguamento
dell'impianto. L'iniziativa contro Hunt era tesa a colpire i reiterati tentativi
imperialisti di imporre una pacificazione del conflitto arabo-sionista, palestinese-sionista,
così da perpetuare l'occupazione e stabilizzare il ruolo dei sionisti
come punta di diamante degli interessi imperialisti nell'area. "Processi
di Pace" che, sono parte dell'intervento complessivo dello schieramento
imperialista nell'area, mirato a colpire dirigenze non pienamente allineate,
a soffocare il legittimo diritto all'autodeterminazione cd emancipazione dei
popoli della regione, per assoggettare e ridisegnare l'intera area agli interessi
imperialisti. Una stabilizzazione imperialista perseguita con ogni mezzo ma,
a tutt'oggi impedita nella sua realizzazione dalla resistenza di massa e d'avanguardia
dei popoli della regione. con al centro l'eroica intifada palestinese guidata
dalle sue organizzazioni combattenti e rivoluzionarie seguita alla storica vittoria
della resistenza nazionale libanese sull'occupante sionista.
Asse di combattimento, quello antimperialista, che troverà precisazione
politica nella proposta del Fronte Combattente Antimperialista nell'area geopolitica
Europea/Mediterranea/Medio Orientale relativa all'accordo RAF/BR PCC dell'88.
L'iniziativa dell'esproprio proletario si qualifica per essere interna ai pro-cessi
politici che hanno dato luogo alla apertura della Fase di Ricostruzione. in
questo senso rivendichiamo non solo il carattere di una iniziativa che ha una
funzione niente affatto irrilevante sul piano politico-organizzativo soprattutto
in processo di ricostruzione, ma anche il suo carattere di prefigurazione della
totale espropriazione da parte del proletariato dei mezzi di produzione in mano
alla borghesia. Per i motivi sopradetti revochiamo gli avvocati difensori, compresi
quelli d'ufficio e li diffidiamo dal rappresentarci. Ricordiamo e onoriamo i
compagni caduti nella resistenza offensiva contro l'Oligarchia turca. Onore
a tutti i compagni e combattenti antimperialisti caduti.
*Attaccare e disarticolare il progetto neocorporativo. cuore politico della rifunzionalizzazione dello Stato imperialista e della ristrutturazione economico sociale in Italia.
* Costruire le condizioni della guerra di classe di lunga durata per la conquista del potere politico e la dittatura del proletariato
* Rilanciare la prospettiva della presa del potere politico come sbocco alla crisi della borghesia e alla sua guerra e unico piano di avanzamento della guerra di classe.
* Agire da Partito per costruire il Partito
* Attaccare le politiche centrali dell’imperialismo per indebolire il dominio imperialista nella nostra area geopolitica
* Attaccare la coesione europea che rafforza la borghesia imperialista nei con-fronti del proletariato del centro imperialista e dei paesi dominali.
* Attaccare la NATO e lo sviluppo della guerra imperialista.
*Promuovere la costruzione del Fronte Combattente Antimperialista
*Trasformare la guerra imperialista in - avanzamento della guerra di classe e rivoluzionaria.
* Guerra alla guerra
I militanti delle BR-PCC: CAPPELLO Maria, CHERUBINI Tiziana,
GRILLI Franco, LORI Flavio, RAVALLI Fabio
La militante rivoluzionaria VACCARO Vincenza
Roma, 12.12 2001