Biblioteca Multimediale Marxista
Il processo che qui viene celebrato risponde alle più elementari leggi
della guerra, cioè: raggiunto un risultato militare (la cattura di alcuni
militanti) lo Stato lo utilizza in tutti i suoi risvolti, facendolo pesare nello
scontro. Il dato generale che informa l'agire dello Stato è quello di
giocare i prigionieri della Guerriglia contro la Guerriglia, o comunque di mostrarli
come trofei di caccia quale simulacro di deterrenza. Naturalmente l'esperienza
maturata dallo Stato in questi anni di controrivoluzione gli permette di calibrare
al tipo di scontro classe/Stato e al particolare tipo di guerra che gli è
imposto nel piano rivoluzionario dalla Guerriglia (Guerra di Classe di Lunga
Durata) i singoli interventi (tra i quali anche i processi). Quindi questo processo
è calato nella particolare congiuntura politica che risente fortemente
degli effetti politici derivati anche dall'iniziativa delle BR per la costruzione
del PCC con l'azione Ruffilli. L'attacco delle BR, teso a disarticolare il progetto
di rifunzionalizzazione dei poteri dello Stato, ha ridimensionato le velleità
borghesi di compatibilizzare ed irregimentare le contraddizioni di classe (per
dare risposte alle esigenze della crisi) nella maniera più indolore e
gestibile possibile. Da ciò la risultanza oggettiva che si è delineata
è stato da un lato il venir meno delle condizioni di equilibrio-concorso
delle varie forze politiche borghesi intorno a questo progetto, per come delineato
inizialmente, e d'altro lato il rimanere di fondo tutte le necessità
stringenti del governo delle medesime contraddizioni politiche ed economiche.
In questa congiuntura, quindi, la Borghesia Imperialista è costretta
a governare le sue contraddizioni con una nuova edizione dell'armamentario usato
in questi casi (decreti a raffica, forzature varie) ovvero il "Golpismo
Istituzionale". I golpisti istituzionali che in questa congiuntura gestiscono
le politiche dell'Esecutivo non trovano altro modo di risolvere i problemi postigli
dalla crisi e dallo sviluppo di questa fase dell'imperialismo se non attraverso
concrete intimidazioni, all'interno di un attacco ampio ed articolato che si
avvale di metodi di controguerriglia contro aspetti qualificanti dello scontro,
come "tattica" preventiva per smorzare il montare delle istanze di
lotta. La difficile gestione di tali posizioni viene mistificata con il varo
delle varie emergenze contro la criminalità, allo scopo di assestare
il piano controrivoluzionario. Sì, esiste una campagna di criminalità,
ma è quella che sta attuando l'Esecutivo contro l'ambito di classe! Raid
militari nei conflitti di lavoro, contro le espressioni del Movimento Rivolzionario,
interventi d'autorità contro il diritto di sciopero, esecuzioni legalizzate
e minacce di estendere i metodi antiguerriglia sul movimento di classe, per
rideterminare in ultima analisi il peso politico della classe e gestire la non
certo indolore transizione nel processo di modifica delle istituzioni dello
Stato. Questa travagliata fase di scontro fa temere allo Stato la sola cosa
che più di ogni altra può mettere in discussione il suo potere:
ovvero l'attività rivoluzionaria delle BR per la costruzione del PCC,
perché capace di legarsi dialetticamente alle istanze di lotta più
mature, dirigerle ed organizzarle sul terreno dello scontro rivoluzionario.
Questo spettro - la Guerriglia - non fa dormire sonni tranquilli alla Borghesia
Imperialista e al suo Stato perché rappresenta l'alternativa strategica,
concreta e praticabile alla crisi della Borghesia Imperialista. Ed ecco agitare
questo spettro in termini preventivi, nel chiaro intento di strumentalizzare
la Guerriglia per ritorcerla, da un lato contro il movimento di classe, dall'altro
contro le stesse BR! Una pratica terroristica questa dagli evidenti limiti e
che dimostra le insormontabili difficoltà della Borghesia Imperialista,
mentre per lo scontro rivoluzionario le prospettive non possono venir meno,
al di là di inevitabili battute d'arresto, dato lo spessore politico
che in questo ventennio si è sedimentato nel tessuto di classe e nelle
sue avanguardie a partire dal ruolo che le BR hanno saputo svolgere nel dirigere
questo complesso processo rivoluzionario. In questo senso la nostra presenza
qui è tesa ad esprimere l'attualità e la validità della
linea politica e della proposta strategica della nostra Organizzazione, pertanto
il nostro atteggiamento in quest'aula non può che riflettere il rapporto
esistente tra la Guerriglia e lo Stato, e in conseguenza di ciò ribadiamo
l'inconciliabilità delle nostre posizioni nei confronti dello Stato.
Nessuna mistificazione processuale può nascondere il fatto che qui noi
rappresentiamo la contraddizione che lo Stato cerca di negare, cioè il
terreno rivoluzionario, diretto e organizzato dalle Br per la costruzione del
PCC, quindi la nostra presenza in quest'aula non può che esprimersi nella
rivendicazione del programma politico praticato dalla nostra Organizzazione;
programma che vive all'interno della proposta strategica della Lotta Armata
(LA) alla classe. Per le BR il principale termine programmatico, fino al suo
abbattimento, è l'attacco al cuore dello Stato, inteso nelle sue politiche
dominanti che di volta in volta lo oppongono alla classe; attualmente esse sono
identificabili nei processi di riforma dello Stato, i quali modificando profondamente
gli assetti istituzionali hanno maturato concretamente la svolta verso una "Seconda
Repubblica". Sul piano dell'antimperialismo le BR lavorano ad una politica
di alleanze contro il nemico comune con tutte le Forze Rivoluzionarie (FR) che
operano nell'area; ciò al fine di indebolire e ridimensionare l'imperialismo,
costruendo offensive comuni contro le sue politiche centrali. Perciò
le BR lavorano alla costruzione/rafforzamento del Fronte Combattente Antimperialista
(FCA). Nel quadro di questa attività e dentro gli accordi politici raggiunti
con la RAF, rivendichiamo l'iniziativa politico-militare fatta dalla RAF contro
Alfred Herrhausen e ne evidenziamo la sua centralità in rapporto alle
politiche di coesione in Europa Occidentale che sono tutte interne al rafforzamento
della catena imperialista.
Al livello dell'organizzazione di classe sulla LA, ribadiamo i termini che scaturiscono
dalla fase di Ricostruzione. Essi si esplicano sul duplice piano di lavoro,
Costruzione/Formazione e sono tesi a ricostruire nel tessuto di classe i livelli
di riorganizzazione delle forze proletarie e rivoluzionarie, in modo da disporle
adeguatamente dentro lo scontro contro lo Stato. La fase di Ricostruzione è
termine prioritario nel mutamento dei rapporti di forza tra Campo Proletario
e Stato e si pone come un tassello fondamentale per la ricostruzione dei livelli
politico-militari che costruiscono i termini di avanzamento della Guerra di
Classe di Lunga Durata.
- Attaccare e disarticolare il progetto controrivoluzionario e antiproletario
di rifunzionalizzazione dello Stato
- Costruire e organizzare i termini attuali della guerra di classe
- Attaccare le linee centrali della coesione dell'Europa Occidentale e i progetti
imperialisti di normalizzazione dell'area mediorientale che passano sulla pelle
dei popoli palestinese e libanese
- Lavorare alle alleanze necessarie per la costruzione/consolidamento del fronte
combattente antimperialista per indebolire e ridimensionare l'imperialismo nell'area
geo-politica
- Onore ai rivoluzionari antimperialisti caduti
I militanti delle BR-PCC: Maria Cappello, Tiziana Cherubini, Franco Galloni,
Enzo Grilli, Franco Grilli, Flavio Lori, Rossella Lupo, Fausto Marini, Fulvia
Matarazzo, Stefano Minguzzi, Fabio Ravalli. I militanti rivoluzionari: Daniele
Bencini, Carlo Pulcini, Vincenza Vaccaro, Marco Venturini.
Roma, 22 febbraio 1990