Biblioteca Multimediale Marxista
CARATTERISTICHE DELLA COMUNITÀ
Durante i primi anni '70, MOVE viveva nel Powelton Village,
a Philadelphia ovest. I membri consideravano importante la disciplina personale
e la forza fisica derivate dal durissimo lavoro manuale cui erano storicamente
abituati e mantenevano un vigoroso programma di attività quotidiane,
come l'esercizio fisico, lavare i pavimenti, portare a spasso i cani, tagliare
la legna da ardere, spalare la neve, pulire le strade. Dimostravano il proprio
rispetto per tutte le forme di vita, MOVE badava agli animali domestici del
vicinato, aiutava i barboni a trovare posti dove vivere, assisteva gli anziani
riparandogli le case, interveniva negli screzi tra gang locali e fraternite
universitarie, e aiutava le persone che erano state in prigione ad assolvere
alle disposizione della libertà vigilata tramite un programma di riabilitazione.
Dopo aver adottato lo stile di vita naturale MOVE, molti individui hanno superato
i problemi di droga, incapacità fisiche, sterilità e alcolismo.
MOVE acquistò una grande casa vittoriana al 309 nord, 33° strada,
che diventò il nostro quartier generale. Una della attività MOVE
era un carwash molto popolare in quella zona. Durante le regolari lezioni che
si tenevano per le persone interessate agli insegnamenti di John Africa, MOVE
accoglieva le opinioni contrarie come un'opportunità per mostrare le
proprie idee ed affilare la capacità dialettica, che sapeva sarebbe stata
messa a dura prova nel corso della lotta rivoluzionaria.
"LA POSIZIONE DEL MOVE E' QUELLA DI CONFRONTARE E RICHIEDERE ALLE COSIDDETTE
PERSONE INFORMATE, SOPRATTUTTO I LEADER CHE DICONO DI AVERE RISPOSTE PER I PROBLEMI
MOLTO SERI DELLA GENTE, CHE QUESTI DIANO SOSTANZA O CHIARISCANO QUELLO CHE DICONO,
OPPURE LA SMETTANO DI INGANNARCI. L'INFORMAZIONE E' NELL' ABILITA' DI INFORMARE
E QUANDO TU NON HAI INFORMAZIONE DA DARE, PUOI SOLAMENTE INVENTARE, MENTIRE.
QUESTO E' IL PENSIERO DICHIARATO MOVE, ANNIENTARE L'INGANNO, PERCHE' QUANDO
NON HAI UNA SOLUZIONE TUTTO QUELLO CHE PUOI OFFRIRE E' UN PROBLEMA."
MOVE
APPARIZIONI PUBBLICHE E COPERTURE DEI MEDIA
MOVE cominciò a prestare attenzione alle apparizioni pubbliche di personalità
sempre più note, come Jane Fonda, Dick Gregory, Alan Watts, Roy Wilkins,
Julian Bond, Richie Havens, Walter Mondale, Buckminster Fuller, Maharishi Mahesh
Yogi, Caesar Chavez e Russel Meals. Quando le domande venivano accolte dal pubblico,
MOVE provocava l'interlocutrice/ore. Molti erano recettivi, molti altri ostili,
ma nessuno avrebbe mai potuto confutare il buon senso di John Africa. Per mettere
in evidenzia l'ingiustizia, l'oppressione e il disamore (mancanza di rispetto)
per la Vita, MOVE si avvalse di irriverenze strategiche e proteste non violente
con iniziative negli zoo, nei negozi di animali, nelle riunioni politiche, nei
comizi pubblici e sotto gli uffici dei media. Dal 1974, MOVE è apparso
in pubblico con una frequenza maggiore, protestando contro gli abusi nei confronti
di ogni forma di vita.
"SE LA NOSTRA PROVOCAZIONE TI OFFENDE, GUARDATI INTORNO E RENDITI CONTO
DEL MODO IN CUI LA SOCIETA' STA ROVINOSAMENTE PROFANANDO SE STESSA. QUESTO E'
IL FURTO DI UNA TERRA, LA ROVINA DEI LUOGHI CHE ABITIAMO, IL TRADIMENTO E LA
SOFFERENZA DELLE MASSE OPERATA DA UN GOVERNO CORROTTO, QUESTA E' LA VERA OSCENITÀ."
MOVE
L'unica apparizione MOVE, dal momento che esprimeva irriverenze e comportamenti
non convenzionali, ottenne una grande attenzione, ma le analisi penetranti e
le soluzioni proposte erano largamente ignorate così come lo erano gli
sforzi della comunità per creare una rete di solidarietà. Mentre
le persone che incontrarono realmente i membri MOVE conobbero la loro forza
e salute, resoconti e notiziari demonizzanti perpetuavano la menzogna che i
membri non si erano mai lavati ed erano malati.
Le proteste per il trattamento ingiusto da parte del "Philadelphia Tribune",
di proprietà nera, si risolsero quando gli editori concordarono di stampare
una colonna fissa intitolata "On The MOVE". Coordinata da John Africa
per essere scritta da membri MOVE, la colonna rimase come spazio fisso per circa
un anno, a partire dal Giugno 1975.
FRANK RIZZO E LA POLIZIA
Nel corso degli anni '70, Frank Rizzo era la figura di spicco del governo di
Philadelphia. Aveva iniziato come poliziotto di strada per diventare poi ufficiale,
fino a diventare commissario di polizia dal 1967 al 1971. Durante questo periodo,
guadagnò notorietà per la sua brutalità, per le sue tattiche
di imposizione e il modo di pensare razzista.
Nei ghetti neri di Philadelphia, le forze di polizia di Rizzo per lo più
composte da bianchi erano irritate, impaurite ed odiate.
Avendo capitalizzato sul proprio nome il riconoscimento e l'immagine di uomo
inflessibile contro il crimine, Rizzo mobilitò elettori sufficienti per
diventare sindaco della città per due mandati, dal 1972 al 1980.
Dal momento che aveva costruito la propria carriera sull'opposizione contro
gli sforzi dei neri di cambiare lo status quo, invase la città con uno
spiegamento di polizia così massiccio e violento da guadagnarsi una fama
nazionale per la propria brutalità. Il dipartimento di polizia di Philadelphia
così impunemente sfrenato era un prima esempio del tipo di ingiustizia
nella quale era precipitato il sistema, perciò era inevitabile che MOVE
avrebbe iniziato a attaccarlo davanti a tutti.
Così come le altre questioni, questa era affrontata in dimostrazioni
pacifiche. Quando MOVE focalizzò con successo l'attenzione sugli abusi
della polizia, molti gruppi di comunità in tutta la città cercarono
la collaborazione del MOVE promuovendo iniziative simili nei propri quartieri.
Come risultato di questo attivismo, la polizia iniziò una campagna di
premeditata persecuzione contro MOVE, caricando i dimostranti e arrestando i
membri MOVE con l'accusa di aver creato disordini. Il fatto che il quartier
generale si trovava in un'area di grande speculazione edilizia vicino ad un
campus universitario portò successivamente a problemi legali. Iniziati
nel 1975, i reclami di alcuni vicini provocati dalla polizia produssero complicazioni
al MOVE riguardo licenze e ispezioni fino ad arrivare a una causa civile della
città contro MOVE.
Il 18 Novembre, il giudice Fred DiBona, uno degli scagnozzi di Rizzo ordinò
che gli ispettori della città, con l'assistenza della polizia sarebbero
dovuti entrare nella casa dei MOVE per perquisirla, ma il caso si prolungò
attraverso numerosi rinvii e un appello del MOVE alla suprema corte della Pennsylvania.
LA BRUTALITA' DELLA POLIZIA
MOVE non aveva mai lasciato che le minacce di finire in prigione interferissero
con le iniziative progettate. Solo un gruppo predefinito, che escludeva donne
incinte o madri in fase di allattamento, aveva deciso di farsi arrestare se
le guardie avessero iniziato a creare problemi. Ma gli eventi presto dimostrarono
che la repressione poliziesca non si limitava solamente alle iniziative. Nella
tarda sera del 9 maggio 1974, due donne MOVE incinte, Janet e Leesing Africa,
stavano facendo una breve passeggiata per andare al negozio all'angolo della
strada per prendere qualcosa da mangiare. Furono fermate ed interrogate dagli
ufficiali di polizia che dopo averle coperte di insulti colpirono il ventre
di Janet sbattendola in un primo momento contro una macchina della polizia.
Le due subirono trattamenti violenti e furono incarcerate per una notte senza
cibo né acqua. Entrambe le donne persero i loro bambini. MOVE immediatamente
iniziò a manifestare davanti al 18° distretto di polizia, dove le
atrocità erano state commesse.
Dal 1975 gli scontri tra MOVE e polizia raggiunsero proporzioni sempre più
grandi, nonostante la città negasse gli abusi della polizia. Alcuni membri
nel corso delle manifestazioni venivano picchiati a sangue, essendo consentito
dalla legge, allora solamente il profondo impegno MOVE guidò a nuove
proteste ancora più determinate. Il 29 Aprile 1975 una manifestazione
MOVE contro le omissioni di soccorso nei confronti dei detenuti davanti al palazzo
amministrativo della polizia, portò numerosi arresti. Alberta Africa,
che era incinta fu trascinata fuori dalla cella, cercò di resistere all'attacco
di quattro ufficiali e fu presa a calci nel ventre e nella vagina da un poliziotto
chiamato Robinson, procurandogli un aborto.
Nonostante la violenza della polizia contro i MOVE che ancora non erano nati,
molte madri MOVE partorirono i loro bambini e lo fecero naturalmente, senza
droghe e senza assistenza medica, in accordo con gli insegnamenti di John Africa.
Sue Africa malgrado le numerose percosse subite dalla polizia durante la sua
gravidanza fece un figlio, Tomaso, nato nel quartier generale della 33°
strada il 4 Agosto 1975. Il bambino di Janine Africa, Life Africa era nata l'8
Marzo 1976 ma fu uccisa dalla polizia meno di un mese dopo (Tomaso fu più
tardi ucciso dalla città il 13 Maggio 1985).
E' STATO UCCISO UN BAMBINO MOVE
Il 28 Marzo 1976 sette membri MOVE che erano stati imprigionati furono rilasciati
in tarda serata, arrivarono a casa dopo mezzanotte. La polizia presente, almeno
dieci macchine e altrettanti blindati parcheggiati dietro la casa sulla 33°,
dissero che i MOVE stavano creando problemi. Quando Chuck Africa disse alla
polizia di lasciare in pace MOVE, l'ufficiale Daniel Palermo lo arrestò
ed iniziò a picchiarlo e così fecero le altre guardie che, tirati
fuori i manganelli si scagliarono contro gli altri MOVE.
Sei uomini MOVE furono arrestati e picchiati con così tanta cattiveria
che riportarono fratture al cranio, commozioni cerebrali e ossa rotte. Robert
Africa fu colpito al cranio con un manganello che si ruppe in due per la forza
del colpo. Janine Africa stava cercando di proteggere suo marito Phil Africa
quando fu arrestata da una guardia, scaraventata in terra con la figlia Life
Africa di tre settimane tra le braccia e picchiata fino alla perdita di coscienza.
Il cranio della bambina era rotto. La mattina seguente, MOVE fece notare ai
media che la polizia li aveva brutalmente attaccati e che un bimbo era stato
ucciso. Il cappello di un ufficiale e il manganello spezzato furono mostrati.
La polizia negò che qualsiasi violenza fosse stata compiuta o che un
bimbo era stato ucciso, e dichiarò che il bimbo probabilmente non era
mai esistito perché non c'era certificato di nascita.
Quindi arrestarono coloro che avevano mostrato alla stampa il berretto e il
manganello accusati di furto. Per dimostrare la morte del bambino ad un media
scettico, MOVE invitò la stampa e i politici locali a cenare nel loro
centro. Questi accettarono l'invito, inclusi Joseph Coleman, membro del consiglio
cittadino, Lucienne Blackwell e sua moglie, Jannie. Dopo il pasto, agli ospiti
fu mostrato il corpo del bimbo ( Janine Blackwell fu nel 1991 eletta nel consiglio
cittadino).
La colonna dei MOVE sul Philadelphia Tribune che documentava la nascita di Life
Africa tre settimane prima pubblicò una serie di pezzi riguardo l'attacco
del 28 Maggio e interviste con tanti vicini che avevano testimoniato di chi
era la colpa dell'incidente. Ma nessun provvedimento fu adottato contro gli
ufficiali coinvolti nell'infanticidio. Invece l'ufficio della procura distrettuale
continuava a "lavorare" i sei membri MOVE arrestati quella notte.
MOVE era pronto a mettere in evidenza la campagna repressiva a lungo raggio
orchestrata da Rizzo, che aveva raggiunto il culmine nella morte di Life Africa.
Ma prima che tutti i testimoni furono presentati il giudice Merna Marshal respinse
il caso, poiché era ostile verso la possibilità di mostrare una
cospirazione cittadina contro MOVE in una corte di legge. Respingere le accuse
di assalti aggravati da parte delle guardie era una cosa semplicemente senza
precedenti.
VINCENDO LE CORTI
Confrontandosi con il sistema giudiziario pensandolo come gruppo organizzato,
coordinato e non timoroso di finire in carcere MOVE era capace di aggirare le
procedure ed esporre i limiti della giustizia. Ignorando il rango e la posizione
dei giudici, MOVE rimaneva seduto quando veniva dato l'ordine "tutti in
piedi!" e non si rivolgeva mai al giudice chiamandolo "vostro onore".
Avevano rifiutato la difesa dei difensori d'ufficio.
Nei primi anni gli imputati che erano stati liberati tramite cauzione e conoscevano
le date delle udienze della corte, spesso mandavano fratelli o sorelle al processo
se non lo potevano fare loro in prima persona. Molti giudici quindi non potevano
parlare direttamente con gli imputati che non c'erano e giudicavano gli "imputati"
presenti che sarebbero stati presi in custodia e trattenuti per tutta la durata
del processo. Il vero imputato spesso arrestato ancora prima dell'emissione
del verdetto avrebbe dato alla polizia il nome di un altro membro, generando
nel sistema una confusione spesso assoluta per identificare chi era chi.
Durante un processo, MOVE attaccò la legittimità della corte dimostrando
che si era contraddetta su concetti tipo presunzione di innocenza, libertà
di religione, diritto di libera espressione.
Quando gli imputati rifiutavano di sottomettersi ciecamente ai dik-tat arbitrari
del giudice, venivano allontanati dall'aula, legati, insultati o citati in tribunale
per vilipendio alla corte. I sostenitori MOVE presenti in aula erano spesso
citati per la stessa cosa. Gli sceriffi erano brutali quanto le guardie cittadine,
alle volte picchiando membri MOVE in presenza della giuria. Tutti questi incidenti
generarono solo più casi, e nel tempo la pratica MOVE di appellarsi ad
ogni minima possibilità aumentava ulteriormente le dimensioni del caso.
Dal 1976 centinaia di casi MOVE stanno intasando il sistema giudiziario di Philadelphia.
Gli amministratori delle corti hanno capito che in un tipico caso MOVE la città
spendeva migliaia di dollari per proseguire quello che era iniziato come un
processo, finendo per inventare accuse contrarie alla loro stessa legge. Per
risparmiare soldi, le corti iniziarono a sollevare eccezioni di inammissibilità
contro molti casi MOVE su vasta scala. Durante l'estate del 1976 MOVE iniziò
a concentrarsi per aprire sedi locali negli altri stati e si astenne da ulteriori
manifestazioni. Per provvedere ad uno sviluppo salutare dei propri figli MOVE
si assicurò un'ipoteca su una fattoria grande 96 acri in Virginia. Nel
frattempo Frank Rizzo si era irritato per il fatto che un gruppo di rivoluzionari
auto-proclamatisi tali disturbava il lavoro delle corti e smascherava la brutalità
del suo dipartimento di polizia. E senza più alcuna manifestazione, non
si presentava nessuna delle solite occasioni per caricare ed arrestare MOVE.
LA SISTEMAZIONE
Il 5 novembre 1976 fu tenuta una udienza prima che il giudice Edward Blake studiasse
i casi precedenti dei MOVE molto differenti tra loro. 20 imputati MOVE, tutti
fuori su cauzione, apparvero davanti alla corte. Per molti furono emesse le
sentenze e malgrado la loro intenzione di ricorrere in appello, Blake ordinò
che fossero trattenuti in custodia. Lungo il percorso che conduceva alla cella
lo sceriffo Jerry Saunders iniziò a picchiare un giovane MOVE in manette,
Dennis Africa e ne nacque una piccola rissa. Gli sceriffi rinchiusero in prigione
tutte le persone che accorrevano in difesa di Dennis, quindi arrestarono e brutalizzarono
Robert, Valerie e Rhonda Africa, la quale non aveva neppure preso parte alla
discussione. Incinta di quasi 9 mesi, Rhonda ebbe prematuramente le doglie dando
vita ad un neonato leso e contuso, che mori dopo pochi minuti. Le accuse di
aggressione e resistenza all'arresto contro costoro furono più tardi
ritirate, tranne che per Robert, Conrad e Jerry Africa che avevano ottenuto
la scarcerazione preventiva. II caso segnò una nuova era nel conflitto
tra MOVE e giustizia. Dopo centinaia di casi ed anni di udienze, MOVE ha raggiunto
una conoscenza globale di quello che si aspettavano le corti ad ogni grado del
processo. Le corti covavano rancore per gli atteggiamenti MOVE, come il rifiuto
di alzarsi in piedi quando il giudice entrava in aula. Durante un udienza preliminare,
il 7 febbraio 1977, il giudice Paul Ribner ordinò agli sceriffi di obbligare
Robert ad alzarsi in piedi al suo ingresso. Ribner quindi vietò a Jerry
e Conrad di allontanarsi dalla città, malgrado la spiegazione di Robert
per cui quel giorno sarebbero stati fuori dalla città e quindi presenti
all'udienza successiva. I poliziotti che sostavano e controllavano il "quartier
generale" MOVE, che non sapevano di questo mandato a causa dei ritardi
burocratici, iniziarono a provocare e minacciare i MOVE ed ad intimare una irruzione
nella casa con la scusa della "garanzia della legalità".
Continuando il caso, MOVE ebbe l'opportunità di verificare gli strani
trattamenti e le richieste del giudice Ribner e l'ingiustificato numero di poliziotti
e sceriffi armati presenti nell'aula della corte, creando una situazione nella
quale uno scontro fisico in aula avrebbe avuto come risultato feriti o morti
accidentali MOVE. Dopo che gli imputati si rifiutarono di presentarsi un'altra
volta, i giudici emisero la condanna in loro assenza e invece del normale periodo
nelle carceri della contea diede loro la "sentenza di stato". Infatti
furono presto mandati nel carcere di Graterford, a 30 miglia da Philadelphia.
I MOVE subirono un sopruso evidente e Robert, Conrad e Jerry, furono tradotti
in carcere diventando così prigionieri politici.
MANIFESTAZIONE DEL 20 MAGGIO 1977
Verso la fine dell'Aprile 1977, MOVE fonda un'organizzazione sorella chiamata
"Seed Of Wisdom" (seme della giustizia) a Richmond, Virginia. In meno
di una settimana la polizia della Virginia provocò un conflitto circondando
la casa e cercando di rapire i bambini. Nel frattempo, MOVE prevedeva la possibilità
che la polizia di Philadelphia avrebbe sgomberato il quartier generale della
33° strada, uccidendo chi si trovava dentro e colpevolizzando le vittime
di suicidio, con un'operazione simile a quella di stampo terroristico effettuata
dallo stato contro le Black Panther Party. Le informazioni arrivate da fonti
attendibili (il governo della città) confermarono che i piani per alcune
operazioni di polizia erano effettivamente stati preparati per controllare la
base di Philadelphia, e MOVE vi organizzò davanti un grande corteo il
20 Maggio 1977, richiedendo la liberazione dei prigionieri politici e la fine
della persecuzione operata dalla città. Per scongiurare e allontanare
la violenza della polizia che aumentava alcuni membri avevano con se' armi da
fuoco. La polizia provò a cacciare la folla dei curiosi ma il crescente
numero di persone improvvisamente irruppe tra i cordoni delle guardie, circondò
il palco per ascoltare il discorso dei MOVE.
"AVEVAMO DETTO ALLE GUARDIE CHE NON CI SAREBBERO STATE PIU' MORTI IMPUNITE.
QUESTA VOLTA E' MEGLIO CHE SI PREPARINO AD UCCIDERCI SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI
PERCHE' SE LORO SI RIVOLGONO A NOI COI PUGNI, RISPONDEREMO COI PUGNI. SE SI
PRESENTANO CON LE MAZZE DA BASEBALL RISPONDEREMO CON LE MAZZE. SE VENGONO CON
LE PISTOLE USEREMO LE PISTOLE ANCHE NOI. NON CREDIAMO NELLE PISTOLE CHE SPACCIANO
MORTE, NOI CREDIAMO NELLA VITA. MA SAPEVAMO ANCHE CHE LE GUARDIE NON SAREBBERO
STATE COSI' VELOCI AD ATTACCARCI SE AVESSERO DOVUTO AFFRONTARE LA STESSA COSA
CHE HANNO FATTO CONTRO GENTE DISARMATA E SENZA POSSIBILITA' DI DIFESA."
MOVE
Consapevoli che il terzo emendamento garantisce il diritto di utilizzare le
armi nella proprietà privata, il commissario di polizia Joseph O'Neill
ha detto ai giornalisti: "secondo la costituzione tu hai diritto di parlare
liberamente e apparentemente questo è ciò che stanno facendo i
MOVE".
Quattro giorni dopo la città nascose la mancanza di reati da arma da
fuoco dopo che il giudice Lynne Abraham arrestò undici membri MOVE con
l'accusa di rivolta e "possesso di strumenti criminali". I media ingiustamente
dipinsero i MOVE come banditi illegali che si divertivano con le pistole.
L'ATTACCO
La polizia organizzò una sorveglianza di 24 ore al giorno intorno al
quartier generale MOVE per arrestarne i membri quando questi uscivano dalla
proprietà. Il 12 Giugno 1977 Sue Africa lasciò l'edificio e fu
catturata dopo pochi isolati. Gli altri membri rimasero a casa e mentre i mesi
passavano la polizia continuava a controllare e ad aspettare. MOVE aveva intentato
una causa civile da 26 milioni di dollari contro la città per la morte
di Life Africa il 23 Marzo 1976 e la brutalità che aveva provocato gli
aborti che vanno dal 1974 al '76, ma la Standoff impedì ai militanti
MOVE di frequentare le udienze e la causa fu rifiutata dalla corte. Mentre la
pressione continuava alcuni politici e rappresentanti di Philadelphia si recarono
nella zona della Virginia in cui si trovava la fattoria MOVE e diffusero informazioni
sbagliate e calunniose tra le persone che abitavano nelle proprietà vicine,
descrivendo i MOVE come un gruppo di cannibali, drogati, che avrebbero impressionato
il modo di vita di ognuno. Le voci avviarono una serie di querele contro il
relatore che decise di far pagare ai MOVE l'ipoteca in una rata sola. Impossibilitati
a versare l'intera somma i MOVE persero la fattoria.
La legge 1100 della Procedura Criminale della Pennsylvania fissa un tempo limite
di 180 giorni entro i quali eseguire un ordine di arresto o arrivare a una proroga.
L'autorizzazione a procedere agli arresti dei MOVE fu decisa il 20 Novembre.
Il giorno dopo l'ufficiale formulò in ritardo la domanda di proroga (probabilmente
loro si erano dimenticati di ordinarlo in tempo o si erano abituati a stravolgere
le leggi quando perseguivano i MOVE). Il giudice Edward Blake rilasciò
la proroga definitiva.
Sin dall'inizio della pressione, coalizioni di altre comunità avevano
condotto la mediazione e la comunicazione tra la città e i MOVE nel tentativo
di arrivare a una soluzione pacifica. Ma i discorsi bloccavano sempre il rilascio
dei prigionieri politici MOVE.
MOVE non sarebbe sceso a compromessi.
La loro richiesta di liberare Robert, Jerry, Conrad e Sue non era assolutamente
negoziabile. Ma le mediazioni lasciavano il posto quando gli amministratori
della città dicevano ai MOVE: "Vi rinchiuderemo tutti prima di lasciar
uscire la vostra gente dal carcere".
Un agente federale che aveva iniziato a nascondersi tra le barricate fece altrettanto
ed informò MOVE che i federali si stavano infiltrando per disperderli
e rinchiuderli.
BLOCCO DEI VIVERI
Per strappare con la forza dalla casa i membri MOVE ricercati, Rizzo ottenne
l'approvazione della corte a prenderli per la fame. Il 16 Marzo 1978 un esercito
di centinaia di guardie invase il vicinato e militarizzò una zona di
4 isolati. Mentre venivano decise le postazioni dei cecchini e delle armi, degli
operai tagliarono l'acqua al quartier generale dei MOVE. Dentro c'erano donne
incinte, neonati in fase di allattamento, bambini ed animali.
Rizzo si vantò del fatto che il perimetro della zona era così
impenetrabile che "nemmeno una mosca avrebbe potuto volare". Quando
vari membri della comunità che si erano opposti alla tattica crudele
di Rizzo, fecero tentativi umanitari per forzare le barricate e portare acqua
e cibo ai MOVE, furono arrestati e picchiati dalla polizia. Con megafoni ed
amplificatori i membri sottolineavano la follia dell'azione cittadina che spendeva
migliaia di dollari al giorno per gli straordinari per la polizia che doveva
controllare e circondare MOVE. Come la polizia stava nelle postazioni sui tetti
circostanti, negli appartamenti, le macchine ferme erano messe in modo da rafforzare
il blocco, i superiori istruirono i loro uomini a non ascoltare nulla di ciò
che diceva MOVE.
Ci furono numerose dissensi nei ranghi della polizia riguardo il trattamento
ai MOVE. Alcune guardie avevano iniziato a lanciare bottiglie, pietre e fumogeni
nella zona dei MOVE sperando di provocare uno scontro frontale. Ma il risultato
fu solo quello di tirare sassi contro i bambini MOVE. Il blocco, iniziato il
20 maggio '77, continuò per due mesi con la sorveglianza della polizia
24 ore su 24. Il traffico era stato deviato, i vicini venivano identificati
ogni volta che uscivano ed entravano nelle loro case e alcuni reporter avevano
calcolato che gli straordinari della polizia avevano oltrepassato il milione
di dollari. Il 4 aprile del '78 migliaia di persone marciarono sulla città
protestando contro questa barbarie. L'assurdità della polizia di Rizzo
fu conosciuta a livello internazionale e Philadelphia divenne un posto imbarazzante
per le iniziative dei diritti umani prese da Jimmy Carter e dall'ambasciatore
dell'ONU Andrew Young.
L'ACCORDO
Sotto pressione federale per sbloccare la situazione di stallo, i dirigenti
della città spingevano per una soluzione negoziata, ma dato che MOVE
era fermo nelle sue richieste, la città non aveva un potere reale. Per
Rizzo diventò un problema fare le concessioni necessarie facendo in modo
che la sua immagine di legge ed ordine rimanesse inalterata. La città
annunciò i termini della soluzione nel Maggio del 1978, pensando che
il chiarimento finale si stava ancora delineando all'oscuro, dietro la scena.
Per salvare la faccia, la città aveva fatto determinate promesse a voce
che non furono trascritte sulla carta per evitare di far svolgere i processi
e nascondere i prigionieri politici MOVE.
MOVE era prudente nel fare accordi con un governo che storicamente aveva rotto
ogni trattato fatto coi Nativi Americani. Ma i termini finali dell'accordo gli
diedero ciò che voleva, perciò ogni promessa non mantenuta avrebbe
solo evidenziato ulteriormente l'inganno del sistema e l'assenza di buona fede.
Il negoziato iniziò il 3 Maggio. Accompagnata da osservatori civili,
la polizia portò i membri MOVE, uno alla volta, al palazzo amministrativo
della polizia dove furono accusati e liberati su cauzione. Le barricate e i
blocchi stradali circostanti l'area furono aperti. Col rammarico di ansiosi
agenti ATF, polizia e personale del DA, tutte le pistole e gli esplosivi MOVE
che le guardie avevano individuato si rivelarono essere armi da fuoco finte
o bengala scambiati per dinamite. Un'ispezione della casa condotta con il metal
detector non ha segnalato nulla di incriminante. L'8 Maggio Jerry, Conrad, Robert
e Sue Africa furono rilasciati. L'ufficio della DA guidato da Ed Rendell, concordò
di sbarazzarsi di tutti i casi pendenti MOVE entro 4-6 settimane e perciò
purgare MOVE dal sistema delle corti. Per evitare un altro pantano formato da
accuse di disobbedienza alla legge, la città stabilì che il procuratore
Oscar Gaskins avrebbe sciolto tutte le restanti procedure legali e i membri
stessi non avrebbero fatto più apparizione davanti alla corte.
L'accordo prevedeva anche che per un periodo di 90 giorni la città avrebbe
aiutato MOVE a trovare un altro posto in cui vivere.
La vittoria dei MOVE era impressionante.
Il confronto iniziato il 20 Maggio 1977 si era sviluppato senza spargimenti
di sangue, nella liberazione dei prigionieri politici e costringendo le guardie
di Rizzo a fare marcia indietro. E' stato anche un esempio potente di un gruppo
di persone dedicate e impegnate a combattere e vincere il sistema.
LA CITTÀ ROMPE L'ACCORDO
Non appena la città venne a conoscenza del fatto che MOVE non aveva né
pistole né esplosivi, iniziarono a modificare e a cambiare i termini
dell'accordo. Venne presto a galla che le promesse di Ed Rendell di chiudere
i casi MOVE ancora aperti entro 4-6 settimane erano in realtà una bugia
immensa. Il periodo di 90 giorni, che era stato dato a MOVE come tempo di lavoro,
era travisato dai media come un periodo assolutamente improrogabile. La promessa
di assistere MOVE nel carcere e quella di trovare un nuovo posto in cui vivere
non fu mai mantenuta, e la città iniziò a pretendere che la casa
fosse rasa al suolo. Il giudice Fred DiBona, che aveva avuto giurisdizione solamente
nella causa civile sospesa da tre mesi, improvvisamente cominciò ad emettere
ordini giudiziari su MOVE, circa i casi criminali che non avevano fatto parte
dell'accordo. MOVE aveva trovato il giudice Di Bona particolarmente arrogante
nel passato e non appena le sue direttive contraddittorie e le richieste diventarono
intollerabili, Phil e Sue Africa tentarono di risolvere il problema andando
a trovare il giudice il 23 Marzo. Nonostante non fosse un'udienza svolta legalmente
in una corte, ma un incontro informale tenuto nel gabinetto del giudice, DiBona,
infuriato citò Phil per vilipendio e revocò il suo stato di libertà
su cauzione che era stato deciso precedentemente nell'accordo. La città
stava incanalando l'intera disputa MOVE nell'aula della corte di DiBona, evitando
gli altri giudici che non erano fedeli alla linea di Rizzo.
Durante un'udienza svolta il 2 Agosto 1978, DiBona decretò che MOVE aveva
violato il "periodo" di 90 giorni e che avrebbe dovuto lasciare la
casa. Gli ufficiali della sorveglianza della polizia avrebbero testimoniato
di aver visto effettivamente solo tre membri presenti nella casa quella mattina,
in più la città era talmente decisa a scacciare e a montare accuse
contro i membri MOVE che nel momento in cui finì l'udienza, DiBona condannò
il procuratore Oscar Gaskins per vilipendio alla corte e firmò atti giuridici
autorizzando la polizia ad arrestare praticamente ogni MOVE adulto conosciuto,
inclusi Robert, Conrad, Jerry e Sue Africa. Questi quattro e la maggior parte
degli altri membri non erano in casa e non avrebbero mai avuto la possibilità
di infrangere l'ordine di abbandonarla.
Il 5 Agosto le autorità di Philadelphia, in collaborazione con la polizia
della Virginia, organizzarono un raid notturno contro la casa a Richmond di
due donne MOVE e di 14 bambini. Dopo essersi scatenati puntandogli contro le
pistole e minacciandoli di morte, arrestarono Gail e Rhonda Africa. La giustificazione
legale di questi arresti era il falso sospetto che Rhonda e Gail avevano lasciato
la casa superando un raggio di 100 miglia.
8 AGOSTO 1978: ASSALTO DELLA POLIZIA
A partire dall'Agosto del 1978 il governo ha:
1) Perquisito la casa MOVE per verificare l'assenza di armi o esplosivi;
2) Continuato a tenere la casa, dopo la perquisizione, sotto sorveglianza;
3) Inventato il pretesto di una base legale per arrestare i MOVE;
4) Mantenuto le scorrettezze legali all'oscuro dei media, rilasciando dichiarazioni
che dipingevano i MOVE come mascalzoni con il mito dei 90 giorni di tempo. Rizzo
ora stava nella posizione di usare la sua soluzione preferita nei conflitti
cittadini: forza bruta in grande quantità.
Martedì 8 Agosto centinaia di guardie con il giubbotto antiproiettile
e con l'elmetto da guerriglia (casco antisommossa) circondarono all'alba il
posto (la casa) sulla 33° strada e ordinarono a MOVE di arrendersi. La polizia
allora si ritirò in veicoli specialmente modificati, fece a pezzi il
recinto e distrusse le finestre. Poco prima delle sette di mattina, MOVE era
avvisato dai megafoni: "Ufficiali senza uniforme entreranno in casa vostra
per proporvi di prendere ognuno di voi in custodia. Ogni resistenza o uso della
forza sarà corrisposto con la forza". Nell'ora successiva un totale
di 45 poliziotti armati entrò e cercò lentamente nei tre piani
della casa solo per trovare che MOVE era barricato nelle fondamenta. Intorno
alle 8, i vigili del fuoco divelsero le assi in legno delle finestre del seminterrato
(le fondamenta) e aprirono i cannoni d'acqua. Gli adulti MOVE presto si trovarono
ad affrontare l'acqua che aumentava con i bambini tra le proprie braccia e il
pericolo di affogare. Improvvisamente un colpo di pistola esplose e la polizia
apri il fuoco su tutta l'area. Nel breve periodo squarciato dal fuoco delle
pistole, l'ufficiale James Ramp venne accidentalmente ferito. Altri tre poliziotti
e molti vigili del fuoco risultarono colpiti (ad un incontro tra poliziotti
svolto due giorni dopo fu notata l'opinione di un capitano di "eccessivo
numero di fuoco e proiettili inutili da parte del personale di polizia, dal
momento che non c'erano bersagli sui quali tirare". Uno degli ufficiali
aveva ammesso sotto giuramento di aver scaricato il suo fucile proprio contro
le fondamenta dalle quali aveva sentito gridare le donne e piangere i bambini).
Dopo la pioggia di colpi di pistola e i gas lacrimogeni gli adulti MOVE cominciarono
a trasportare i bambini fuori dalle fondamenta e vennero immediatamente arrestati
dalle guardie infuriate.
Più tardi ma sempre nello stesso giorno, la grande folla che si era concentrata
nella zona fu cacciata e picchiata dalla polizia a cavallo, molte persone furono
buttate a terra e bastonate. Altre furono ricacciate nelle loro case e assalite
dalla polizia.
IL PESTAGGIO DI DELBERT AFRICA
Quando la polizia catturò i 12 adulti e gli 11 bambini che uscivano dalle
fondamenta alle madri MOVE furono strappati i bimbi dalle braccia prima di essere
ammanettate e portate via. Tutti gli adulti furono maltrattati e picchiati dagli
ufficiali che li avevano arrestati, desiderosi di sfogare la propria rabbia.
Ma uno di questi arresti è stato catturato su pellicola all'insaputa
degli ufficiali Joseph Zagama, Terence Mulvhil e Lawrence D'Ulisse. Quando Delbert
Africa emerse da una finestra delle fondamenta a mani vuote e a braccia alzate
(vedi foto), Zagame, senza motivazioni, lo colpì in faccia con l'elmetto
della polizia e a lui si associò D'Ulisse con un colpo dato con il calcio
del fucile. Scaraventato a terra, Delbert fu quindi trascinato per i capelli
sulla strada dove gli altri ufficiali lo aggredirono, prendendolo a calci selvaggiamente
in testa, sui reni e all'inguine.
Le smentite iniziali fatte dalla polizia riguardo la propria brutalità
diventarono difficili da mantenere dopo che il video del pestaggio venne diffuso.
Lo scalpore pubblico che si era sollevato fece prendere all'ufficio della DA
provvedimenti. Fu formata una gran giuria speciale che alla fine aiutò
gli imputati. Pochi anni dopo Zagame, Geist e Mulvihill furono portati a giudizio
per rispondere dell'accusa di aggressione. Il 3 febbraio 1981, poco prima che
la giuria iniziasse a deliberare, il giudice Stanley Kubacki fece un abuso rispetto
alle normali procedure e ordinò di sciogliere la giuria e di assolvere
gli ufficiali, malgrado l'inconfutabile evidenzia fotografica che dimostrava
che erano stati loro a picchiare Delbert.
L'ufficio di Ed Rendell non aveva mai rivolto accuse contro l'ufficiale D'Ulisse
nonostante l'identità e la partecipazione di quest'ultimo alle brutalità
della polizia fossero note e documentate.
Tre mesi dopo l'assoluzione, la moglie di Geist, Caroline, che era anche lei
un ufficiale della polizia, sparò al marito nel corso di una lite domestica.
Lui cadde in coma e morì otto mesi dopo. Si venne a sapere che la donna
era stata colpita dal marito in diverse occasioni, ma gli ispettori di polizia
che aveva contattato per essere aiutata l'avevano esortata a rimanere tranquilla
e a non esporre le tendenze sadiste del marito mentre questo stava affrontando
il processo per il pestaggio di Delbert. (Zagame, D'Ulisse e Mulvihill presero
tutti parte al confronto MOVE del 1985, avendo ognuno un'arma automatica e usandola
nel corso della giornata almeno una volta). Mulvihill si suicidò il 9
Maggio 1989.
DISTRUZIONE DELL'EVIDENZA
Distruggere l'evidenza immediatamente dopo l'assalto dell'8 Agosto: la versione
ufficiale della polizia era che MOVE aveva sparato il primo colpo. In più
il ristretto numero di testimoni oculari civili, principalmente giornalisti,
che era stato allontanato in passato dalle barricate presentava differenti versioni.
I giornalisti radiofonici Richard Maloney e Larry Rosen entrambi ricordarono
di aver sentito il primo colpo provenire da una casa dall'altro lato della strada,
dove vide un braccio che teneva una pistola fuori da una finestra del secondo
piano. Nonostante la distruzione dell'evidenza di un crimine sia una cosa illegale,
la polizia mandò nell'area i bulldozer e la rase al suolo a mezzogiorno,
distruggendo la casa, le fondamenta e gli alberi in giardino. Non fu fatto alcuno
sforzo per mantenere la scena del crimine, fare segnalazioni col gesso o perizie
balistiche. Con il suo tipico atteggiamento da showman, Rizzo tenne nel pomeriggio
una conferenza stampa cittadina intorno a un tavolo pieno di armi che diceva
essere state ritrovate nella casa ormai demolita. E comunque quella era l'ultima
casa MOVE che Philadelphia avrebbe visto, Rizzo dichiarò "il solo
modo che abbiamo per finirli è re-instaurare la pena di morte, metterli
sulla sedia elettrica e spingere il bottone" ( prima della fine dell'anno,
la Pennsylvania restaurò la pena di morte ma non retroattivamente).
Prima dell'8 Agosto, su richiesta del procuratore Oscar Gaskins, il giudice
Calvin Wilson decise un ordine di limitazione temporanea per evitare che la
casa fu demolita, ma l'avvocato della città Sheldon Albert lo ignorò.
Durante un'udienza preliminare riguardo l'accusa di distruzione delle prove,
MOVE capì che la demolizione della casa impediva loro di provare che
era impossibile per qualsiasi MOVE aver sparato all'ufficiale Ramp. Fu citato
il caso dell'IIlinois, delle Pantere Nere, Fred Hampton e Mark Clark, dove la
conservazione della scena del crimine mise in grado gli investigatori di provare
che i buchi dei proiettili sui muri e sulle porte erano il risultato di un conflitto
a fuoco della polizia. Il giudice Merna Marshal respinse il ricorso MOVE e ritardò
il loro processo (venendole meno la salute, Marshal non fu in grado di presiedere
fino alla fine dell'udienza e morì di leucemia il 30 Dicembre 1979).
PROCESSO PER OMICIDIO
Con 9 coimputati che si difendevano tutti da soli, 9 in attesa di giudizio,
circondati dalla stampa, e l'attenzione dei loro sostenitori, le udienze sulle
mozioni prima del processo si allungarono, prolungando la situazione in un'atmosfera
da circo. L'intelligenza intuitiva e gli interrogatori intensivi esaurirono
la pazienza di molti giudici i quali risolsero il problema buttandoli fuori
dalla corte. Come condizione per essere ammessi il giudice avrebbe richiesto
un sì o un no a questa domanda: "prometti di comportarti bene se
ti permetto di ritornare?". Senza variazioni la risposta era: "farò
quello che è giusto". Il processo del giudice Edwin Malmed, che
diventò il più lungo e costoso nella storia di Philadelphia non
iniziò prima del Dicembre '79. Tra i testimoni iniziali dell'accusa c'era
l'ispettore capo George Fencl, capo degli affari civili, che, insieme a Rizzo,
era uno dei principali orchestratori del complotto teso ad eliminare l'organizzazione
MOVE. Ai processi ed alle udienze passate, le corti spesso si erano opposte
al tentativo MOVE di prendere gli alti ranghi degli alleati dei cospiratori
e metterli al banco del testimone. Cogliendo l'opportunità, MOVE procedette
ad interrogare Fencl abbondantemente. Dopo 4 giorni pesanti di interrogatori
turbolenti, il giudice Malmed alla fine tagliò le domande e giustificò
il testimone esausto. Il giorno dopo, giovedì 15 Gennaio 1980, la corte
era chiusa per una vacanza. Il mercoledì MOVE arrivarono arrabbiati al
processo. Il giorno prima, la polizia aveva effettuato un altro raid a Richmond,
Virginia, dove vivevano due donne MOVE e molti bambini tra i quali molti avevano
i genitori imputati per i fatti dell'8 Agosto. MOVE richiese che il processo
fosse sospeso fino a quando non si sarebbero potute accertare in che stato si
trovavano i loro figli e le loro figlie. Ma Malmed rifiutò. Alcuni tra
gli imputati più infuriati furono sbattuti fuori nel momento in cui il
giudice autorizzò a procedere nonostante le ripetute obiezioni dei genitori
interessati. Nei due giorni successivi le ostilità continuarono fino
a quando Malmed chiese che tutti gli imputati venissero allontanati dall'aula
del tribunale. Quindi ordinò agli avvocati di spostare il caso nonostante
l'insistenza MOVE per i quali nessun avvocato li poteva rappresentare in loro
assenza. Nessuno degli imputati ebbe la possibilità di essere presente
nei successivi 47 giorni al proprio processo.
SENTENZE DAI 30 AI 100 ANNI
L'otto maggio del 1980, dopo 67 giorni di processo, il giudice Malmed dichiarò
Janine, Debbie, Janet, Merle, Delbert, Mike, Edward, Phile Chuck Africa colpevoli
di omicidio di terzo grado, cospirazione e tentativi ripetuti di omicidio premeditato
e assalto aggravato. A ognuno/a degli imputati fu data una sentenza che varia
dai 30 ai 100 anni.
Qualche giorno dopo il verdetto, Malmed fu ospite ad un talk-show di una radio
locale. Il giornalista Mumia Abu Jamal che vi partecipava chiese al giudice:
"Chi ha sparato a James Ramp?" Malmed rispose: "Non ne ho la
più pallida idea" e andò avanti dicendo che da quando i MOVE
volevano essere trattati come una famiglia, li dichiarò colpevoli come
famiglia. Altri tre adulti che erano stati trovati nella casa l'otto agosto,
altri due mai condannati e Consuewella Dotson, che rifiutarono di rinnegare
MOVE furono condannati in un altro processo con sentenze da 10 a 20 anni dal
giudice Levy Anderson che aggiunse altri tre anni e mezzo per vilipendio alla
corte. I nove imputati protestarono per essere stati condannati solamente per
la loro condivisione incrollabile alla causa MOVE più che per qualsiasi
forma di complicità nella morte del poliziotto.
Le basi legali per l'operazione militare di Rizzo erano 21 capi di accusa firmati
la settimana prima dell'8 agosto. Il giudice DiBona aveva firmato queste garanzie
perché i MOVE non erano apparsi davanti alla corte durante la sentenza
del 2 agosto nella quale egli aveva deciso che MOVE aveva violato il periodo
di 90 giorni per lasciare la casa. Il 31 gennaio 1980 il giudice DiBona morì,
anche se le sue garanzie non furono ritirate. Solamente 9 membri MOVE furono
arrestati 1'8 agosto. Gli altri 12 in attesa di giudizio, rimasero fuori sebbene:
1) MOVE non aveva mai accettato un ultimatum di 90 giorni; 2) Il giudice DiBona
non aveva giurisdizione in materia criminale; 3) I termini dell'accordo stipulato
prevedevano che il procuratore Oscar Gaskins avrebbe rappresentato MOVE e che
a nessun membro venisse richiesto di partecipare all'udienza; 4) Dall'8 agosto
la casa non sarebbe più esistita. Questi tecnicismi non furono di ostacolo
per la versione della Procura Distrettuale. Sulle basi dei provvedimenti presi
dal giudice morto, l'ufficio di Ed Rendell fabbricò accuse di criminali
latitanti, e la campagna di caccia e distruzione dei MOVE continuò.
SUPERANDO IN ASTUZIA I FEDERALI
Durante l'attacco dell'estate 1977, gli agenti federali ATF, avevano indotto
Donald Glassey, precedentemente associato ai MOVE a coinvolgere l'organizzazione
nella costruzione di una bomba e di un running scheme. Ma quando i capi d'accusa
furono esposti il 1° Settembre 1977, solo due membri dei MOVE furono nominati:
Vincent e Alfonso Africa. Gli agenti federali impiegarono tre anni per trovarli.
Nel frattempo Glassey era già stato inserito nel programma di protezione
dei testimoni federali. Il 13 Maggio 1981 i federali arrestarono 9 membri MOVE
a Rochester, New York. Vincente e Alfonso Africa furono estradati a Philadelphia
per il processo sulla costruzione della bomba ed attacco armato. Il giudice
dello stato di New York Andrew Celly avvertì gli ufficiali della Pennsylvania
che probabilmente avrebbe scarcerato chi, tramite la testimonianza, avesse dimostrato
la propria innocenza. Terrorizzato dall'idea di farsi scappare la preda, l'ufficio
di Rendell ricorse ad un provvedimento di estradizione firmato dal governatore
Dick Thombourg e i membri MOVE furono riportati a Philadelphia.
Durante le procedure legali di Sue, Alberta, Dennis, Conrad, Raimond e Jerry
Africa, la mancanza di validità dei procedimenti originari venne ripetutamente
ignorata. Nel caso di Alberta, il giudice Kendall Shoyer ordinò di legarla
e imbavagliarla per impedirle di parlare.
Nel luglio del 1981, Vincent Africa, anche conosciuto come Africa e Alfonso
Africa condussero da soli la propria difesa nel processo davanti alla corte
federale a Philadelphia. Il caso fu chiamato "JOHN AFRICA CONTRO IL SISTEMA".
Indifferente alle bugie e alle distorsioni dei testimoni dell'accusa, Vincent
confutò le accuse delle guardie, degli agenti federali, degli esperti
di esplosivi e degli ex associati MOVE.
In una veemente arringa finale, Vincent non confutò direttamente l'evidenza
della testimonianza del governo ma condannò l'intera forma del sistema
mondiale e accusò le corti di essere meri strumenti dell'industria che
trae profitto dall'avvelenamento dell'aria, del cibo e dell'acqua necessarie
alla vita. Il governo rimase sbalordito quando la giuria dichiarò assolti
Vincent e Alfonso.
CERCANDO LA GIUSTIZIA
Dopo il confronto dell'8 agosto, l'attività principale MOVE era assicurare
la liberazione dei membri innocenti che si trovavano ad affrontare non solo
condanne dai 30 ai 100 anni di carcere, ma anche un sistema carcerario vendicativo
e gli insulti delle guardie. Alcuni membri fecero anche lo sciopero della fame
per ottenere i diritti elementari che avevano gli altri detenuti.
Sia il comportamento insensibile della polizia che la determinazione e l'impegno
MOVE si intensificarono solo dopo l'allontanamento di Rizzo, nel gennaio 1980,
dall'ufficio. Nel gennaio 1979 e nuovamente nel 1980 i MOVE tennero grandi manifestazioni
all'aperto in occasione dell'8 agosto per denunciare le ingiustizie che la città
continuava a commettere. I MOVE pubblicarono un loro quotidiano, "First
Day" (il primo giorno), per combattere l'estesa disinformazione. Secondo
i MOVE non ci si può aspettare che ci sia giustizia in un sistema che
non è giusto e continua a dimostrare la sua palese mancanza di giustizia
volta dopo volta. Tuttavia i MOVE si appellarono con fermezza alle condanne
dell'8 agosto per non essere accusati di lasciare prescritte le ingiuste procedure,
prima di prendere la via del confronto. La corte superiore negò questo
appello.
Allora i MOVE cercarono di incontrarsi con alcuni ufficiali che avrebbero ascoltato
i loro reclami sul sistema legale. Il giudice procuratore della corte di difesa
Edward Bradley ammise che c'erano elementi inconsistenti per l'8 agosto, ma
si rifiutò di prendere provvedimenti. Il procuratore distrettuale Ed
Rendall rifiutò apertamente di incontrarsi con i MOVE e con gli avvocati
che speravano di discutere il loro caso. Il consigliere Lucienn Blackwell e
il presidente del consiglio della città Joseph Coleman declinarono l'incarico.
Iniziando nel 1982 i MOVE si incontrarono diverse volte con il direttore Wilson
Goode che vinse le elezioni nel 1983. Dopo aver rivisto le rivendicazioni dei
MOVE, Goode ammise che ai MOVE era stata negata giustizia e promise di rimediare
alla situazione non prima di essere stato eletto sindaco. Queste parole e promesse
da politico non significarono nulla per i MOVE. Le azioni e i fatti di Goode
dimostrarono che ignorava le ingiustizie.