Biblioteca Multimediale Marxista
Il 14 gennaio, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America
pubblicava una lunga dichiarazione sotto il titolo enfatico “Edificazione
della pace. La sicurezza collettiva nell'area dell'Atlantico del nord”.
In questo documento ufficiale viene esposta la posizione degli Stati Uniti nei
confronti del cosiddetto “patto nord-Atlantico”, le cui trattative
furono condotte nell'estate scorsa dal governo degli Stati Uniti unitamente
al Canadà con i governi di Gran Bretagna, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo.
Mentre l'anno scorso i circoli dirigenti delle suddette cinque potenze dell'Europa
occidentale, con il pretesto della difesa collettiva, sotto la protezione degli
Stati Uniti, crearono un'alleanza politico-militare, quest'anno vede la realizzazione
di un piano americano più ampio per la stipulazione dell'alleanza nord-Atlantica
direttamente capeggiata dagli Stati Uniti e con la partecipazione degli stessi
Paesi europei e del Canadà.
Nella sua dichiarazione del 20 gennaio, il presidente Truman ha rilevato che
il progetto del patto nord-Atlantico, il cui scopo ufficialmente proclamato,
consisterebbe nel desiderio di consolidare la sicurezza in quell'area, sarà
presto presentato all'esame del Senato.
L'Unione Occidentale - arma del blocco aggressivo anglo-americano in Europa
Nel marzo 1948 un trattato di mutua assistenza e di difesa
collettiva venne concluso a Bruxelles tra la Gran Bretagna, la Francia, il Belgio,
l'Olanda e il Lussemburgo, a gettare le basi di un raggruppamento separato di
taluni Stati dell’Europa occidentale, noto sotto il nome di “Unione
occidentale”. Nel trattato era pure previsto che altri paesi europei,
desiderosi di adeguare la loro politica ai fini del suddetto gruppo diretto
dalla Gran Bretagna, sarebbero stati inclusi nell'Unione occidentale. E' parimenti
noto che i fondatori dell'Unione occidentale preclusero fin dall’inizio
la possibilità di partecipazione di tutti i paesi di democrazia popolare
e dell'Unione Sovietica, rilevando così che l'Unione occidentale non
era stata creata né allo scopo di unire Paesi europei amanti della pace,
né nell'interesse di assicurare una pace duratura in Europa, ma con altri
fini che nulla hanno in comune con il consolidamento della pace e della sicurezza
internazionale.
Non è per caso che gli statisti dei paesi membri dell'unione occidentale,
compreso il ministro britannico degli esteri Bevin, sono stati costretti a dichiarare
apertamente che la creazione dell'Unione occidentale significa un mutamento
importante nella politica di quei Paesi, il che d’altronde non poteva
rimanere nascosto dopo la conclusione del lavoro preparatorio svoltosi dietro
le quinte. E' facile comprendere che l'instaurazione della suddetta alleanza
significa che i governi di Gran Bretagna, Francia e degli altri paesi partecipanti,
hanno rotto definitivamente con la politica perseguita dagli Stati democratici
membri della coalizione antihitleriana nel periodo della seconda guerra mondiale,
la quale si poneva l'obiettivo del consolidamento delle forze di tutti gli Stati
amanti della pace per liquidare l'aggressione hitleriana ed il fascismo e per
impedire la rinascita di forze aggressive dopo la fine della guerra. La creazione
dell'Unione occidentale rappresenta, soprattutto, un mutamento completo nella
politica della Gran Bretagna e della Francia nei confronti del problema tedesco
e dimostra come i governi di quei Paesi abbiano rinunciato alla politica democratica
e di smilitarizzazione verso la Germania, adottata alle conferenze di Yalta
e Potsdam dalle potenze della coalizione antihitleriana.
Durante la seconda guerra mondiale, gli alleati della coalizione anti-hitleriana
erano uniti non soltanto dalla volontà di concludere vittoriosamente
la guerra di liberazione contro la Germania hitleriana ed il fascismo, ma anche
dalla volontà di impedire per il futuro il ripetersi di un'aggressione
da parte della Germania che ha scatenato due guerre mondiali negli ultimi decenni.
Queste nobili aspirazioni trovarono espressione nelle decisioni delle conferenze
di Yalta e Potsdam.
I trattati ventennali di amicizia e di mutua assistenza conclusi dall'Unione
Sovietica con l'Inghilterra nel 1942 e con la Francia nel 1944 sono espressione
della stessa politica contro il risorgere di una Germania aggressiva. E' evidente
che questa politica, la quale trova espressione in questi come in altri trattati,
corrisponde non solo agli interessi degli Stati firmatari bensì agli
interessi di tutti i popoli europei amanti della pace.
L'Unione Sovietica oggi come ieri si attiene strettamente a questa politica,
pienamente conforme alle decisioni delle conferenze di Yalta e Potsdam fra i
capi dei governi dell'URSS, degli Stati Uniti e di Gran Bretagna, con l’adesione
della Francia, politica diretta ad assicurare una pace duratura in Europa e
ad impedire una nuova aggressione da parte di uno Stato, principale responsabile
dello scatenamento di due guerre mondiali.
La formazione dell'Unione occidentale significa che la Gran Bretagna e la Francia
hanno rinunciato a questa politica di smilitarizzazione, decisa a Yalta e Potsdam,
e che tali potenze hanno adottato una nuova politica, molto pericolosa per le
nazioni amanti della pace, con lo scopo di stabilire il proprio dominio sulle
altre nazioni europee, utilizzando persino l'aggressore di ieri, passato alla
fine della guerra, sotto la loro autorità. Non si può spiegare
altrimenti il fatto che, pure menzionando per inciso nel testo del progetto
di Bruxelles il desiderio di impedire il ritorno ad una politica aggressiva
da parte tedesca, i governi britannico e francese si sforzano attualmente, insieme
con il governo degli Stati Uniti di coinvolgere e di utilizzare per i loro fini
la Germania occidentale, dove gli antichi elementi filo-nazisti e militaristi
della reazione tedesca si stanno sempre più profondamente radicando in
tutti i settori dell'apparato amministrativo con l'aiuto delle autorità
anglo-americane di occupazione. Il fatto che questa volta la politica degli
Stati dell'Europa occidentale abbia incontrato l`appoggio e l'incoraggiamento
da parte dei circoli dirigenti degli Stati Uniti aggrava considerevolmente il
pericolo insito negli sviluppi politici avvenuti nei suddetti Paesi europei
che hanno rotto con la politica di pace per mettersi sulla strada della preparazione
di una nuova aggressione in Europa. A differenza di tutti i trattati di mutua
assistenza conclusi dall'Unione Sovietica con gli altri Stati europei, compresa
la Gran Bretagna e la Francia, diretti ad impedire la possibilità di
una nuova aggressione da parte della Germania, e pertanto a promuovere la pace
in Europa, l'alleanza militare dei cinque Stati occidentali è stata creata
non tanto per prevenirsi contro la Germania, quanto allo scopo di impiegare
il gruppo di potenze occidentali da essi formato contro degli Stati già
loro alleati nella seconda guerra mondiale. Dichiarazioni aggressive vengono
apertamente fatte da numerosi statisti dei Paesi occidentali nonché dalla
stampa anglo-americana e francese che attestano come l'Unione occidentale sia
stata creata contro l'URSS e gli Stati di democrazia popolare, nonostante che
la politica pacifica di questi Paesi sia indiscutibile e universalmente nota.
Per quanto si cerchi di nascondere i veri scopi del trattato di Bruxelles, la
creazione dell’Unione occidentale non ha nulla in comune con l'interesse
per l'autodifesa degli Stati che ne fanno parte. Inoltre, è stato ora
sufficientemente chiarito che, con il pretesto di impedire una situazione tale
da mettere in pericolo la cosiddetta “stabilità economica”
dei firmatari del patto, ci si prepara ad impiegare misure militari ed ogni
genere di repressione contro la classe operaia e le crescenti forze democratiche
in quegli stessi Stati, nonché contro lo sviluppo del movimento di liberazione
popolare nelle colonie e nei Paesi dipendenti. Non per caso il patto di Bruxelles
rappresenta l'alleanza delle potenze coloniali, che per il mantenimento dei
loro secolari privilegi coloniali intendono impiegare il loro raggruppamento
politico-militare allo scopo di soffocare il movimento di liberazione nazionale
in quelle colonie. Tutto ciò dà particolare rilievo al carattere
antidemocratico, reazionario ed aggressivo dell'Unione occidentale.
L'alleanza dei cinque Stati dell'Europa occidentale rappresenta un’appendice
politica e militare all’associazione economica dei Paesi europei creata
per realizzare il “piano Marshall” in Europa. Ambedue questi gruppi
di Paesi europei si orientano secondo le direttive dei gruppi dominanti del
blocco anglo-americano i cui interessi non coincidono per nulla con quelli nazionali
o con quelli economici dei Paesi partecipanti; essi perseguono invece lo scopo
di rafforzare ed estendere ulteriormente le proprie posizioni strategiche ed
economiche. Come il piano Marshall non tende ad una reale ricostruzione economica
degli Stati europei, ma solo ad adeguare la politica e l'economia dei paesi
“marshallizzati” ai piani strategici di predominio anglo-americano
in Europa, così il nuovo raggruppamento non è stato affatto suggerito
per il reciproco aiuto e la difesa collettiva dei paesi partecipanti all'Unione
occidentale (dato che questi Paesi, rispettando gli accordi di Yalta e Potsdam,
non sono minacciati da alcuna aggressione), ma per rafforzare ed espandere l'influenza
dei circoli dirigenti anglo-americani in Europa e per asservire ai loro scopi
egoistici la politica estera ed interna dei rispettivi Stati europei. E’
evidente l'incompatibilità di questi piani politici del blocco anglo-americano
con l'interesse della pace e con la realizzazione dei principi di democrazia
nei Paesi europei.
Non appena l'Unione occidentale venne realizzata nello scorso marzo, i circoli
dirigenti degli Stati Uniti dichiararono immediatamente che essa avrebbe goduto
di ogni appoggio. Una tale dichiarazione era naturale, in quanto quei circoli
hanno ogni motivo di credere che il nuovo raggruppamento resterà sempre
a disposizione dei piani anglo-americani. Per affrontare ogni eventualità,
osservatori speciali americani, la cui missione è facilmente intuibile,
sono stati introdotti nell'Unione occidentale. E’ chiaro, ora, che quanto
più rapidamente progrediranno i Paesi dell'Unione occidentale nella strada
opposta a quella dei Paesi di democrazia popolare e dell'Unione Sovietica, sulla
quale sono persistentemente spinti dalla politica del blocco anglo-americano,
tanto più le potenze dell’Europa occidentale diverranno politicamente
ed economicamente dipendenti dai circoli dirigenti degli Stati Uniti che non
sono affatto interessati all’indipendenza politica ed alla rinascita economica
degli Stati europei.
Il risultato di questa situazione sarà l’inevitabile inasprimento
delle contraddizioni tra Stati Uniti e Paesi del blocco occidentale e tra i
paesi dello stesso raggruppamento dell’Europa occidentale, inasprimento
che è in atto e che è già stato possibile osservare. Il
raggruppamento dell'Europa occidentale non è basato nemmeno su presupposti
di ricostruzione economica in quanto esso ha un'importanza puramente collaterale
in confronto al più ampio raggruppamento europeo dei Paesi marshallizzati.
Quest’ultimo raggruppamento non ha potuto fornire ai Paesi dell'alleanza
occidentale un aiuto politico, non ha impedito il manifestarsi di crescenti
difficoltà economiche in molti Stati dell’Europa occidentale, non
ha impedito l’enorme aumento della disoccupazione in taluni di essi, e
non ha permesso il dischiudersi di felici prospettive al loro progresso economico.
Gli scopi aggressivi dell’alleanza occidentale si manifestano nelle continue
richieste di aumenti degli effettivi e delle spese militari, ciò che
compromette sempre più le loro possibilità di una costante ascesa
economica e aggrava le difficoltà politiche interne. E questo avviene
mentre l'Unione Sovietica ed i Paesi di democrazia popolare, i quali ultimi
sono all'inizio del loro sviluppo socialista, avanzano lungo la strada di una
sicura e rapida ricostruzione economica, avanzano verso il consolidamento delle
fondamenta democratiche e dell'unità politica delle Nazioni emancipate
dai regimi reazionari ed oppressivi.
L'Unione occidentale ha fin da ora adottato un certo numero di misure per assumere
la sua forma strutturale. Fin dalla primavera scorsa, è stato formato
oltre al Consiglio consultivo, un organo permanente dell'Unione composto dai
rappresentanti dei cinque Stati e presieduto dal maresciallo Montgomery; essi
hanno pure creato un comitato militare e perfino il quartier generale dell'Unione
occidentale, composto dai capi di Stato maggiore dei cinque Stati. Questo, malgrado
l'impossibilità per i fondatori dell'Unione occidentale di provare l'esistenza
di un qualsiasi pericolo di aggressione per i loro Stati. La fretta mostrata
nella realizzazione di tutte queste misure organizzative, tra cui la creazione
del quartier generale, non attesta in alcun modo il desiderio di assicurare
una pace duratura in Europa. La premura per queste misure denuncia piuttosto
la volontà di esercitare una pressione politica su taluni Paesi europei,
tra cui la parte occidentale della Germania e, con il clamore pubblicitario
intorno alle misure prese, l'intento di trascinare il più presto possibile
questi Paesi nell'Unione occidentale. Si cerca in pari tempo di accentuare l'allarme,
l’incertezza e l'isterismo bellico fra il pubblico europeo, come una delle
tattiche fondamentali per promuovere la politica aggressiva del blocco anglo-americano
in Europa.
Oltre alla creazione di questo nuovo raggruppamento europeo, i circoli dirigenti
degli Stati Uniti e di Gran Bretagna sono passati in questi ultimi mesi alla
preparazione dell’alleanza nord-Atlantica, composta dagli stessi 5 Stati
dell'Europa occidentale, dal Canadà e dagli Stati Uniti. Gli scopi dell'alleanza
nord-Atlantica sono assai più vasti di quelli del raggruppamento dell’Europa
occidentale, ed è facile comprendere che questi obbiettivi sono strettamente
connessi con i piani per l'instaurazione violenta della supremazia mondiale
anglo-americana, sotto l'egida degli Stati Uniti d’America.
Il patto Nord-Atlantico ed i piani anglo-americani per la dominazione mondiale
Se la creazione dell'Unione occidentale è conforme agli
scopi del blocco anglo-americano in Europa, è evidente che il raggruppamento
dell’Europa occidentale non è altro che un elemento, e non il principale,
del piano per l'instaurazione del predominio anglo-americano sul mondo.
Lasciando alla Gran Bretagna il posto principale nell'Unione occidentale, i
circoli dirigenti degli Stati Uniti hanno ogni possibilità di influenzare
nel modo voluto la politica di tutto il gruppo dei Paesi dell'Europa occidentale.
Non si deve dimenticare che il trattato firmato a Rio de Janeiro dai Paesi dell’America
settentrionale e meridionale, trattato che assicura l'influenza dei circoli
dirigenti degli Stati Uniti sulla stragrande maggioranza di questi Stati, è
entrato in vigore alla fine dell'anno scorso.
La realizzazione dell’Unione occidentale in Europa e l'entrata in vigore
del patto panamericano sono considerate dal Dipartimento di Stato, nel suddetto
documento, come un requisito importante per promuovere la politica degli Stati
Uniti su scala mondiale. E il patto nord-Atlantico viene elaborato quale principale
strumento di questa politica, associando i gruppi di Paesi già creati
in Europa ed in America, che ne costituiranno l'ossatura; il controllo è
stato assunto fin dall'inizio dai circoli dirigenti degli Stati Uniti. Nel documento
intitolato “La sicurezza collettiva nell'area nord-Atlantica”, il
Dipartimento di Stato cerca di presentare il patto nord-Atlantico come un accordo
regionale concernente la sicurezza tra i paesi dell'Atlantico settentrionale,
stendendo un velo sul reale carattere e sullo scopo del patto. Tutti sanno che
i Paesi dell'Atlantico settentrionale non sono minacciati da alcuna aggressione
e questo rivela di per sé la insostenibilità della suddetta spiegazione
sui motivi della necessità del patto. Nello sforzo di nascondere maggiormente
il reale carattere e gli obiettivi del patto nord-Atlantico, il Dipartimento
di Stato si è trovato costretto a ricorrere a ridicole invenzioni sullo
“ostruzionismo” dell’Unione Sovietica nell'Organizzazione
delle Nazioni Unite ed a velate allusioni sulla necessità di “affrontare
l'aggressore potenziale con forza schiacciante”, assegnando questo preteso
dovere a quel determinato gruppo di Paesi, con a capo gli Stati Uniti, per non
aspettare il giorno in cui la forza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite
non sarà più sufficiente.
Il Dipartimento di Stato si è dimostrato incapace di nascondere il carattere
ostile del patto nord-Atlantico nei confronti dell'Unione Sovietica e dei Paesi
di democrazia popolare, ed è ricorso ad ogni genere di tenebrose allusioni
sullo “aggressore potenziale”. D’altra parte, il Dipartimento
di Stato non ha osato proclamare apertamente gli scopi antisovietici del nuovo
trattato da esso preparato, perché ormai dinanzi all'opinione pubblica
di tutto il mondo la pioggia di calunnie sull'aggressività della politica
dell’Unione Sovietica va ricadendo sempre più frequentemente su
coloro che ricorrono a questi mezzi poco puliti di lotta politica.
Il progetto del trattato nord-Atlantico e le circostanze in cui si è
svolta la sua relativa preparazione hanno chiaramente rivelato la tendenza al
predominio mondiale del blocco anglo-americano. Sebbene il patto nord-Atlantico
preveda la partecipazione di 5 Paesi europei, oltre al Canadà e agli
Stati Uniti che ne formano il nucleo, è chiaro che il comando spetta
ai circoli dirigenti degli Stati Uniti associati in blocco con i circoli dirigenti
della Gran Bretagna, quale maggiore potenza capitalistica in Europa. In tali
circostanze, il patto nord-Atlantico diviene in realtà strumento principale
della politica aggressiva per l'instaurazione della dominazione mondiale anglo-americana,
al di qua e al di là dell'Atlantico, su due emisferi cioè, la
quale, è da ricordare, venne proclamata come principale compito post-bellico
degli Stati Uniti e della Gran Bretagna nel sensazionale discorso di Churchill
a Fulton, pronunciato dinanzi ad un'assemblea straordinaria sotto la presidenza
di Truman.
Oltre agli Stati Uniti, al Canadà ed ai 5 Paesi dell'Europa occidentale,
compreso uno Stato spiccatamente nord-Atlantico come il Lussemburgo, il progetto
del trattato nord-At1antico prevede l'inclusione di taluni altri Stati. A tale
proposito non poche conversazioni e commenti vengono fatti attualmente. Alcuni
parlano di invitare certi Paesi come la Svezia, la Norvegia e la Danimarca,
rilevando la peculiare attività svolta in materia dal governo norvegese.
Taluni circoli propongono di superare le difficoltà che si presentano
sotto questo aspetto stipulando uno speciale patto scandinavo, che non impedirebbe
ai Paesi scandinavi, in base ai piani tracciati, di cadere nell'orbita degli
Stati attualmente guidati dal gruppo nord-Atlantico. Si parla della possibilità
di discutere la partecipazione al blocco nord-Atlantico della Spagna franchista,
del Portogallo, dell’Italia e perfino della Turchia, credendo di poter
risolvere con tale metodo i compiti del gruppo dirigente “nord-Atlantico”.
Parallelamente si discute la formazione di una Unione mediterranea o di un patto
del Mediterraneo orientale, quale strumento ausiliario del gruppo “nord-Atlantico”.
Questi piani per la creazione di un numero sempre maggiore di gruppi separati
di Stati sotto il comando degli Stati Uniti e della Gran Bretagna rivelano con
crescente evidenza che gli obiettivi del principale gruppo imperialista, in
via di creazione sulle basi del patto nord-Atlantico, sono lungi dall'essere
di carattere regionale, ma personificano le pretese di talune potenze al predominio
in tutte le parti del globo. Ciò è del pari comprovato dal progetto
per la creazione di un gruppo di Paesi dell'Asia sud-orientale, la cui pratica
attuazione è stata iniziata alla recente conferenza di Delhi (India),
convocata con il pretesto di discutere la questione indonesiana. E' inutile
dire tuttavia che l'atteggiamento servile di talune personalità dirigenti
nei governi di quei Paesi non significa che i popoli dell'Asia acconsentano
ad avviarsi su un sentiero malsicuro verso il quale essi vengono persistentemente
spinti dalle potenze che si trovano impigliate in questioni coloniali, e dai
loro ricchi patroni.
Tutto ciò sta a indicare che nel creare l'Unione nord-Atlantica, i circoli
dirigenti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna si sforzano di trascinarvi,
direttamente o indirettamente, il maggior numero possibile di Stati e di prenderli
quindi nelle loro mani. A tale scopo, essi ricorrono ad ogni sorta di mezzi,
leciti e illeciti. Essi ricorrono a manipolazioni finanziarie ed economiche.
Essi promettono di migliorare la situazione economica dei Paesi che nel frattempo,
sotto la pressione della “politica del dollaro”, vengono a trovarsi
sempre più coinvolti in nuove difficoltà economiche. Essi li spaventano
con lo spauracchio dello “aggressore potenziale” e, in pari tempo
ricorrono ad aperti mezzi di pressione sui governi degli Stati minori.
Sotto un aspetto, tuttavia, la situazione deve essere considerata come perfettamente
chiara. Come già fu fatto al momento della creazione dell`Unione occidentale
i promotori del patto nord-Atlantico hanno fin dall'inizio precluso la possibilità
di partecipazione di tutti i Paesi di democrazia popolare e dell'Unione Sovietica,
avendo fatto capire che questi Stati non solo non possono far parte del trattato
ma che lo stesso patto nord-Atlantico è diretto precisamente contro l'URSS
ed i Paesi di nuova democrazia.
Da quanto sopra si comprende che gli obiettivi del patto nord-Atlantico prevedono
una funzione egemonica dei circoli dirigenti degli Stati Uniti e della Gran
Bretagna nei confronti del maggior numero possibile di Stati, funzione che si
esercita privando questi Stati della possibilità di perseguire una politica
nazionale indipendente sia all’interno che all’estero, impiegandoli
come strumenti ausiliari per la realizzazione dei loro piani aggressivi, diretti
all’instaurazione della dominazione mondiale anglo-americana. In tali
circostanze, la partecipazione dell'URSS e dei Paesi di nuova democrazia nel
patto nord-Atlantico o in altre analoghe alleanze di Stati, è fuori questione.
Alcuni possono aver pensato che nel periodo post-bellico si potesse riuscire,
con la pressione e le minacce di ogni genere, a spingere l'Unione Sovietica
fuori dalla strada del socialismo: taluni “sapientoni” avevano calcolato
infatti che, in seguito alle dure prove militari ed economiche della seconda
guerra mondiale, l'Unione Sovietica sarebbe rimasta così debole da non
poter superare da sé le difficoltà interne e sarebbe stata costretta
ad abbandonare la sua posizione socialista per ottenere l'appoggio economico
delle forti potenze capitaliste.
L'assurdità di questi calcoli è più che evidente; ciò
non impedì tuttavia la concezione di calcoli affetti da miopia e di piani
ostili alla nostra Patria sovietica da parte dei circoli dirigenti degli Stati
Uniti e della Gran Bretagna.
Nel suddetto documento ufficiale, il Dipartimento di Stato si è trovato
costretto ad ammettere il fallimento dei suoi tentativi “durati tre anni”
per “raggiungere l'accordo con la politica sovietica”. Ciò
è stato dichiarato dal Dipartimento di Stato allo scopo evidente di giustificare
gli attuali piani per l'alleanza nord-Atlantica, non essendo più possibile
ormai nascondere il carattere antisovietico dell'alleanza stessa.
Da quanto sopra si comprende che il patto nord-Atlantico rappresenta l'ultima
espressione degli sforzi aggressivi di un ristretto gruppo di potenze e, soprattutto,
l’espressione degli sforzi dei circoli dirigenti degli Stati Uniti e della
Gran Bretagna i quali vorrebbero, in un modo o nell'altro, adeguare ai loro
scopi la politica degli altri governi, facilmente manovrabili o da essi direttamente
dipendenti.
E' pure perfettamente chiaro che sia l'Unione occidentale ed il gruppo panamericano
di Stati, che i blocchi, attualmente in elaborazione, degli Stati mediterranei,
dei Paesi scandinavi, dei Paesi dell'Asia sud-orientale, ecc. sono strettamente
connessi agli scopi del patto nord-Atlantico, che ha una funzione di orientamento
nei piani anglo-americani per l'instaurazione del loro dominio sull’Europa
occidentale e sull'Atlantico settentrionale, sul Sud-America e sul Mediterraneo,
sull'Asia e sull’Africa, ovunque sia possibile.
Non si può, tuttavia, non pensare che una cosa è il creare ogni
sorta di raggruppamenti e raccogliere firme in calce ai patti, elaborati nelle
cancellerie del Dipartimento di Stato e del Foreign Office, altra cosa è
il realizzare gli scopi perseguiti dai promotori di questi raggruppamenti e
di questi patti. La creazione di questi gruppi e la firma di questi patti non
possono naturalmente eliminare le numerose contraddizioni virtualmente esistenti
tra i Paesi firmatari dei patti stessi. La stipulazione di questi patti non
attenua le contraddizioni persino tra i principali componenti del blocco anglo-americano,
in quanto le aspirazioni aggressive degli Stati Uniti e della Gran Bretagna
si scontrano ad ogni pie' sospinto. E' meno che mai possibile conciliare, con
la firma di vari patti, gli interessi contrastanti dei Paesi grandi e piccoli
partecipanti a questi gruppi, nelle condizioni in cui uno dei partecipanti od
un gruppo di Stati non vuol perdere la minima possibilità di approfittare
a spese dell'altro partecipante o dell'altro gruppo di Stati, ed impiega ogni
mezzo di pressione e di influenza economica a tale scopo. Né si deve
dimenticare che non tutti i Paesi accetteranno di associarsi a questi gruppi,
e non tutti gli Stati, che hanno già dato la loro adesione, si sottometteranno
incondizionatamente ed in tutti i casi al diktat anglo-americano.
Inoltre, si può forse ignorare un fatto così importante come la
gigantesca ascesa del movimento di liberazione nazionale sviluppatosi ultimamente
nei Paesi dell'Oriente tra i popoli che hanno solo oggi avuto la possibilità
di alzare la schiena e di sollevarsi?
Infine, si deve tenere presente il fatto che l’Unione Sovietica ed i Paesi
di democrazia popolare realizzano la reale volontà dei loro popoli ed
i grandi principi di amicizia e di eguaglianza nei confronti delle altre nazioni.
Il fatto stesso dell'esistenza dello Stato Sovietico, con la sua crescente potenza
e con il suo prestigio internazionale, nonché il potente appoggio ad
esso fornito dalle forze democratiche negli altri Paesi, è un ostacolo
insuperabile a tutti i piani per l’instaurazione della dominazione mondiale
di qualsiasi potenza; ciò ha trovato la sua conferma storica nella liquidazione
degli Stati fascisti, che si sono sforzati di realizzare i loro fantastici progetti
di dominazione mondiale, dai quali differiscono assai poco gli attuali piani
di instaurazione della dominazione anglo-americana.
In considerazione di quanto sopra, è facile comprendere come ultimamente
i Paesi del blocco anglo-americano, specialmente gli Stati Uniti, si siano lasciati
trasportare dai sogni di espansione senza precedenti dei loro eserciti, di enorme
aumento dei loro bilanci militari, di ulteriore estensione della rete di basi
aeronavali in tutte le parti del globo, e dai sogni di altri piani militari,
tra cui quelli mostruosi di impiego della bomba atomica, proprio per gli stessi
scopi.
Per giustificare questa sfrenata politica aggressiva, i circoli dirigenti degli
Stati Uniti e della Gran Bretagna ricorrono ad ogni mezzo per diffondere paura
ed incertezza tra i popoli in Europa ed in America; essi descrivono l'aumento
senza precedenti delle forze democratiche e del movimento nazionale di liberazione
nel periodo postbellico come una specie di “aggressione pericolosa”;
persino tra statisti essi incoraggiano coloro i quali divengono, sotto ogni
aspetto, attivi guerrafondai; malgrado il fatto che la propaganda di guerra
sia stata unanimemente condannata dalle Nazioni Unite, essi incitano continuamente
i loro agenti e la loro stampa dipendente contro i Paesi pacifici come l'Unione
Sovietica e gli Stati di democrazia popolare e propalano ogni genere di menzogne
e di minacce guerrafondaie. Essi hanno bisogno di ciò, in quanto essi
non osano tentare di risolvere realmente i problemi interni nei loro paesi,
e adeguarsi alla nuova situazione storica. Ecco perché essi contano per
l'avvenire soprattutto su questi o quei piani aggressivi, sebbene comprendano
che loro realizzazione è possibile solo con la violenza, solo con lo
scatenamento di una nuova guerra.
I circoli dirigenti degli Stati Uniti, immediatamente dopo la fine della seconda
guerra mondiale, iniziarono la costruzione di basi aeronavali sia nell’Atlantico
che nel Pacifico, nonché in altri mari remoti, a migliaia e migliaia
di chilometri dai confini degli Stati Uniti. Il numero di basi militari americane,
lungi dall’essere ridotto, è da allora considerevolmente aumentato,
sia nell’emisfero orientale che in quello occidentale, nei Paesi europei
come in quelli dell’America, dell’Asia e dell’Africa. Interi
Stati, specialmente quelli situati ai confini dell'URSS, sono stati resi idonei
a fornire teste di ponte per le forze aeree anglo-americane ed altre possibilità
per un attacco contro l'URSS. Numerose armi vengono continuamente fatte affluire
verso tali Stati, in modo indiretto, attraverso sempre nuovi crediti americani
ad essi concessi, Nessuna persona ragionevole può credere che ciò
venga fatto per la difesa degli Stati Uniti. E' noto, d'altronde, che non esiste
alcun pericolo di aggressione per gli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale
conclusasi con la disfatta degli Stati aggressori. Può, inoltre, considerarsi
come casuale il fatto che dopo la fine della seconda guerra mondiale Stati Uniti
e Gran Bretagna hanno mantenuto a Washington la loro organizzazione associata
dei capi di Stato maggiore che in maniera molto silenziosa continua il suo lavoro,
preparando nuovi piani di aggressione? Se questi piani non esistessero non vi
sarebbe motivo di mantenere questo stato maggiore a Washington nelle attuali
condizioni di pace, e non vi sarebbe necessità di inviare truppe americane
e britanniche nei territori di un numero di Stati sempre maggiore.
Le truppe americane stazionano oggi non soltanto nei Paesi europei ed asiatici
per adempiere ai loro compiti di occupazione post-bellica dei territori ex nemici.
Le truppe americane rimangono ancora sui territori di numerosi Stati che pure
fanno parte delle Nazioni Unite.
Negli ultimi anni è divenuta consuetudine dei circoli dirigenti degli
Stati Uniti di assumersi il diritto di inviare truppe in territori di altri
Stati, in Grecia come in Cina ad esempio, con il pretesto che ciò sarebbe
essenziale per la sicurezza degli Stati Uniti.
E’ evidente che questa politica estera non ha nulla in comune con l'interesse
legittimo per la difesa degli Stati Uniti, che essa è pervasa da uno
spirito di violenza, da uno spirito di aggressione.
E’ considerato come universalmente riconosciuto il fatto che taluni circoli
degli Stati Uniti stanno cercando di fare della Germania occidentale e del Giappone
degli strumenti per l’attuazione dei loro piani aggressivi, di rendere
complici questi paesi nell'aggressione che vanno preparando. Non è del
pari casuale che gli Stati Uniti ricorrano a qualsiasi pretesto per rinviare
la conclusione dei trattati di pace con la Germania ed il Giappone. Ciò
è la conseguenza naturale della politica estera dei circoli dirigenti
degli Stati Uniti, basata attualmente sui piani di aggressione e non diretta
al consolidamento della pace generale. E` noto il carattere aggressivo della
politica degli Stati Uniti nei confronti delle crescenti forze democratiche
e di interi Paesi democratici. Il popolo greco ad esempio, non ha potuto superare
l'attuale punto morto, in quanto le forze reazionarie, ostili a quel popolo,
hanno trovato potente appoggio all’estero. Inoltre quando i popoli della
Cecoslovacchia hanno dato scacco, l’anno scorso, ai circoli reazionari
del loro Paese, e hanno appoggiato le forze democratiche progressive, i gruppi
dominanti degli Stati Uniti e di tutto il blocco anglo-americano hanno sollevato
un clamore assordante sugli avvenimenti di quel paese, tentando di interferire
nei suoi affari interni.
Nelle loro relazioni con l’Unione Sovietica, i circoli dirigenti degli
Stati Uniti e degli altri Paesi del blocco anglo-americano dimostrano con sempre
maggiore evidenza la loro ostilità al riconoscimento degli accordi, così
recentemente accettati all’unanimità quale base per la realizzazione
di una politica concordata dell’URSS, degli Stati Uniti e della Gran Bretagna
nel periodo post-bellico.
Con l’esempio della questione di Berlino, il governo sovietico ha ancora
una volta dimostrato chiaramente come al momento attuale i circoli dirigenti
degli Stati Uniti e della Gran Bretagna non si considerano interessati ad un
accordo ed alla collaborazione con l’URSS, e persino quando essi parlano
di tale argomento, il loro parlare sull’accordo e sulla collaborazione
si risolve in un totale rigetto dei precedenti accordi e nel sabotaggio diretto
di ogni reale collaborazione con l'URSS. Si è giunti al punto che gli
Stati Uniti perseguono nella sfera del commercio con l’Unione Sovietica
una politica intollerabile di vero e proprio boicottaggio, che denuncia gli
ispiratori di questa politica quali fautori del principio “tutti i mezzi
sono buoni” nei confronti dell’URSS; e questa politica tuttavia
danneggia soprattutto il prestigio del Paese che la ispira.
Tutto ciò prova che attualmente i circoli dirigenti degli Stati Uniti
e della Gran Bretagna, lungi dal perseguire una politica di instaurazione di
una pace generale, duratura, stanno, al contrario, attuando una politica che
può definirsi solo come una politica di aggressione, una politica di
scatenamento di una nuova guerra. Il patto nord-Atlantico, conforme ai piani
per l'instaurazione violenta della dominazione anglo-americana sul mondo e pertanto
agli scopi della politica di scatenamento di una nuova guerra, è destinato
precisamente a servire da strumento per il conseguimento di questi obiettivi.
Non sono soltanto gli aggressivi circoli dirigenti degli Stati Uniti e non soltanto
gli ispiratori britannici della risma di Churchill e di Bevin, ma molti altri
guerrafondai di minor calibro, che si celano dietro questo patto.
Si deve ricordare tuttavia che la firma di questo o quel patto non serve di
garanzia e non offre ancora la possibilità per la realizzazione degli
scopi aggressivi che gli ispiratori di questi patti si prefiggono. Si deve rammentare,
a tale proposito, quale unanime appoggio abbia avuto nei circoli democratici
di tutti i Paesi la nota dichiarazione del capo del governo sovietico, Stalin,
il quale disse che “gli orrori dell’ultima guerra sono ancora troppo
vivi nella memoria dei popoli, e le forze sociali favorevoli alla pace sono
troppo grandi perché i discepoli di Churchill nell'aggressione riescano
ad avere il sopravvento e ad avvicinarsi verso una nuova guerra”.
L'alleanza Nord-Atlantica mina l'organizzazione delle Nazioni Unite
La dichiarazione ufficiale del Dipartimento di Stato cerca
di giustificare la formazione dell'alleanza nord-Atlantica e degli altri raggruppamenti
già menzionati con la volontà di “rafforzare l'Organizzazione
delle Nazioni Unite”. Questa dichiarazione potrebbe essere convincente
solo nel caso in cui fosse possibile ammettere che la formazione dell'alleanza
nord-Atlantica e degli altri raggruppamenti e blocchi, al di fuori dell’Organizzazione
delle Nazioni Unite, possa servire a consolidare questa organizzazione. Questa
ipotesi è tuttavia assolutamente assurda. In realtà, creando l’Alleanza
nord-Atlantica, chiamata a dirigere tutta una serie di raggruppamenti specifici
di Stati nelle varie parti del globo, si dimostra che l’attuale politica
degli Stati Uniti e della Gran Bretagna si è totalmente allontanata da
quella politica unanimemente condotta dai governi degli Stati Uniti, di Gran
Bretagna e dell’Unione Sovietica insieme con molte altre nazioni, quando
l’Organizzazione delle Nazioni Unite venne creata e la sua Carta elaborata
ed approvata.
E' noto il fatto che l'Organizzazione delle Nazioni Unite non ha discusso la
formazione dell'Alleanza nord-Atlantica, dell'Unione occidentale o del patto
panamericano. E’ parimenti noto che la formazione dell'Unione mediterranea,
del raggruppamento scandinavo, dell'alleanza dei Paesi dell'Asia sud-orientale
e delle altre alleanze di Stati è attualmente in fase organizzativa senza
la partecipazione dell'ONU ed elude completamente questa organizzazione.
I partecipanti a questi gruppi, ed innanzitutto i circoli dirigenti degli Stati
Uniti e della Gran Bretagna, comprendono che non è per loro vantaggioso
portare tali questioni dinanzi alle Nazioni Unite. Probabilmente ad essi verrebbero
chiesti i veri scopi ed il carattere di questi raggruppamenti. Ciò non
è in alcun modo desiderato dai governi interessati che dirigono la formazione
di queste alleanze, di questi blocchi e gruppi. Essi preferiscono far ciò
segretamente, alle spalle dell’ONU. I circoli dirigenti degli Stati Uniti
e della Gran Bretagna pongono pertanto l’Organizzazione delle Nazioni
Unite di fronte al fatto compiuto. Tutto ciò non impedisce loro, tuttavia,
di affermare a gran voce che l’alleanza nord-Atlantica, come gli altri
blocchi e raggruppamenti da essi formati, mirano a rafforzare l’Organizzazione
delle Nazioni Unite. Ciò nonostante nessuno oggi crede a queste parole.
Persino coloro i quali fanno queste dichiarazioni non attribuiscono alcun significato
a tali parole.
L’Unione Sovietica è parte contraente di importanti accordi con
gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sulla politica concordata nei confronti della
Germania ad occidente e del Giappone ad oriente, accordi che dovrebbero ottimamente
servire di base per l’instaurazione di una pace duratura nel mondo su
principi democratici. Questi accordi sono oggi nuovamente calpestati dai circoli
dirigenti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna in quanto essi seguono attualmente
un nuovo indirizzo di politica estera e non intendono tener conto degli accordi
da essi stessi firmati.
In violazione della lettera e dello spirito dei precedenti accordi, i circoli
dirigenti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna stanno oggi formando la cosiddetta
“alleanza nord-Atlantica” non soltanto senza la partecipazione dell’URSS,
ma anzi con il diretto scopo di usare questo raggruppamento contro l'URSS e
le democrazie popolari.
In realtà, l'alleanza nord-Atlantica ed i gruppi di Stati ad essa associati,
con a capo i circoli dirigenti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna contribuiscono
in modo diretto a minare l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Oggi questi
raggruppamenti mirano a sabotare l’autorità dell'ONU, domani essi
potranno giungere alla distruzione di questa organizzazione. Non per nulla le
fondamenta di questa organizzazione sono state sistematicamente minate negli
ultimi tre anni, ciò che trova rif1esso nello sforzo di eliminare il
principio dell'unanimità delle cinque potenze nella soluzione dei maggiori
problemi per assicurare la pace universale e la sicurezza internazionale, già
sancito dalla Carta. Per sostenere l’atteggiamento assunto nei confronti
della questione dell’Alleanza nord-Atlantica, il Dipartimento di Stato
fa riferimento alla Carta delle Nazioni Unite. Questi riferimenti tuttavia non
soltanto sono tutt’altro che convenienti, ma si distinguono per la loro
eccezionale irresponsabilità.
Il Dipartimento di Stato si riferisce all’art. 52 della Carta delle Nazioni
Unite che tratta della possibile esistenza di patti regionali, purché
siano conformi agli scopi ed ai principi dell’ONU. E' inutile dire che
questo articolo è necessario nella Carta delle nazioni Unite. I fatti
tuttavia indicano che il patto nord-Atlantico non può in alcun modo essere
considerato come un accordo regionale. Il significato politico del patto nord-Atlantico
e degli accordi collaterali non ha nulla in comune con quanto dichiarato nell’art.
52 della Carta delle Nazioni Unite sugli scopi ed i principi degli accordi regionali.
Il patto nord-Atlantico non può essere definito come un accordo regionale,
in quanto abbraccia Stati situati nei due emisferi e persegue lo scopo non di
risolvere i differenti problemi regionali, ma di determinare l'intero corso
della politica estera di potenze come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna che
interferiscono continuamente negli affari di molti altri Stati, in ogni parte
del globo. Solo per scherno si può pretendere che il patto nord-Atlantico
sia un accordo regionale. Chi rispetta l’art. 52 della Carta delle Nazioni
Unite non può sostenere questa tesi, poiché l'alleanza nord-Atlantica
è stata formata non sulla base dell'art. 52, ma quale aperta violazione
della Carta e dei principi fondamentali dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.
Il Dipartimento di Stato fa pure riferimento all'art. 51 della Carta delle Nazioni
Unite che tratta del “diritto inalienabile di autodifesa individuale o
collettiva se un attacco armato si verifica contro un membro dell'organizzazione”,
mentre il Consiglio di Sicurezza non è ancora in grado di prendere le
dovute misure per mantenere la pace mondiale. La necessità di questo
articolo nella Carta delle Nazioni Unite è più che evidente. D'altra
parte, tuttavia, è egualmente evidente che il raggruppamento nord-Atlantico
non può in alcun modo trovare giustificazione nell’art. 51. Ciò
trova conferma innanzitutto nel fatto che né gli Stati Uniti né
la Gran Bretagna né alcun altro paese dell'Atlantico settentrionale sono
minacciati di qualsiasi attacco armato. Ciò soltanto è sufficiente
a provare l'infondatezza di ogni riferimento all’articolo 51 diretto a
giustificare la formazione dell’alleanza nord-Atlantica. Questa alleanza
viene formata non per giusti scopi di autodifesa e, genericamente, non per quei
compiti stabiliti nel suddetto articolo della Carta. L'alleanza nord-Atlantica
capeggiata dagli Stati Uniti, non servirebbe a nulla se non si manifestasse
il tentativo di stabilire coercitivamente la dominazione degli Stati Uniti e
della Gran Bretagna sugli altri Paesi, se non si manifestasse il tentativo di
stabilire con la forza la dominazione anglo-americana nel mondo.
Il patto nord-Atlantico, lungi dall’essere essenziale per l’autodifesa,
è destinato a realizzare una politica di aggressione, una politica di
scatenamento di una nuova guerra. Di conseguenza, i tentativi del Dipartimento
di Stato per giustificare la formazione dell’alleanza nord-Atlantica con
riferimento all’art. 51 della Carta sono assolutamente infondati. Essi
possono ingannare il grande pubblico ma non possono servire a spiegare realmente
i motivi della formazione di questa nuova alleanza “nord-Atlantica”,
delle unioni e dei blocchi sussidiari e collaterali. Ecco come stanno le cose
a proposito dei riferimenti del Dipartimento di stato agli art. 51 e 52 della
Carta delle Nazioni Unite.
Constatata quindi l`infondatezza dei riferimenti del Dipartimento di Stato alla
Carta delle Nazioni Unite, occorre esaminare le altre spiegazioni tendenti a
giustificare la formazione dell’alleanza nord-Atlantica, contenute nella
suddetta dichiarazione. In tale dichiarazione, il riferimento del Dipartimento
di Stato alla cosiddetta risoluzione Vandenberg, adottata dal Senato americano,
merita particolare attenzione.
Nell'estate scorsa, il senato degli Stati Uniti approvò infatti una risoluzione
proposta da Vandenberg sul “nuovo indirizzo” della politica estera
americana. La dichiarazione del Dipartimento di Stato afferma che la suddetta
risoluzione “propone che per la prima volta nella storia della nazione
gli Stati Uniti si associno in tempo di pace con paesi al di fuori dell’emisfero
occidentale, stipulando accordi di sicurezza collettiva, destinati a salvaguardare
la pace ed a rafforzare la nostra sicurezza”. Questa dichiarazione del
Dipartimento di Stato confuta una volta ancora la sua asserzione secondo cui
l’alleanza nord-Atlantica sarebbe di carattere regionale. Essa in pari
tempo indica come, dopo la fine della seconda guerra mondiale, siano avvenuti
mutamenti nella politica estera perseguita dai circoli dirigenti degli Stati
Uniti che mettono a nudo il carattere apertamente aggressivo di tale politica.
La suddetta risoluzione dà mano libera al governo degli Stati Uniti nella
formazione di qualsiasi alleanza internazionale in tempo di pace, e, con il
pretesto di garantire la sicurezza, permette ai circoli dirigenti degli Stati
Uniti di entrare in qualsiasi raggruppamento e di imbarcarsi in qualsiasi avventura,
ciò che corrisponde pienamente all’attuale tendenza aggressiva
dei circoli dirigenti americani. L’adozione di questa risoluzione da parte
del Senato americano indica che i circoli dirigenti degli Stati Uniti non soltanto
non hanno mantenuto tutti i loro principali impegni nei confronti dell’Organizzazione
delle Nazioni Unite ma hanno pure preso un nuovo indirizzo nella loro politica
estera, nel senso di orientarla verso l’instaurazione coercitiva del dominio
anglo-americano nel mondo. La risoluzione adottata dal Senato americano significa
pertanto che i circoli dirigenti degli Stati Uniti si sono pronunciati per una
politica di aggressione, una politica di scatenamento di una nuova guerra. In
considerazione di questo nuovo orientamento della politica estera degli Stati
Uniti e della Gran Bretagna, non è da stupirsi che questa politica sia
diretta soprattutto contro l'Unione Sovietica e le democrazie popolari. Poiché
l'Unione Sovietica e le democrazie popolari difendono consistentemente la causa
della pace mondiale e conducono una lotta incessante contro tutti gli istigatori
di una nuova guerra, non era possibile attendersi un atteggiamento amichevole
verso il nostro Paese da parte di quei circoli stranieri che attualmente svolgono
tutti i loro sforzi alla preparazione di una nuova guerra.
L’Unione Sovietica è pure parte contraente dei trattati ventennali
di amicizia e mutua assistenza con la Gran Bretagna e la Francia, che vanno
pienamente incontro agli interessi di una pace duratura nel mondo e sono particolarmente
importanti per il consolidamento della pace in Europa. I circoli dirigenti di
Gran Bretagna e Francia violano tuttavia questi trattati ed ignorano gli impegni,
in essi contenuti, assunti dalla Gran Bretagna e dalla Francia per appoggiare
e consolidare la pace in Europa in collaborazione con l'Unione Sovietica. I
governi di Gran Bretagna e di Francia prendono parte alla creazione dell’alleanza
nord-Atlantica: inoltre, con il pretesto di consolidare la loro sicurezza, hanno
creato una cosiddetta “unione occidentale” non soltanto senza la
partecipazione dell’URSS ma anzi, con il diretto scopo di utilizzare questo
nuovo raggruppamento dell’Europa occidentale contro l’Unione Sovietica.
Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia, unitamente all’Unione
Sovietica, furono i principali Paesi che gettarono le basi per la creazione
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Insieme con le altre Nazioni
Unite, fu unanimemente concordato che questi quattro Stati e la Cina avrebbero
compiuto ogni sforzo per l’unanimità e la collaborazione nell’ambito
dell’ONU e, pertanto, il principio dell'unanimità delle cinque
grandi potenze nella soluzione dei maggiori problemi concernenti la pace e la
sicurezza internazionale, venne adottato quale base della Carta dell’ONU.
Si può dire che all’indomani stesso della creazione dell'ONU, ebbe
inizio la politica diretta a minarla. Benché tale politica sia stata
condotta da altri, tutti hanno visto ed hanno compreso che il lavoro di erosione
era diretto dai circoli dirigenti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Quali
sono le ragioni di questo atteggiamento? Ciò era dovuto al fatto che,
non appena finita la seconda guerra mondiale, i circoli dirigenti degli Stati
Uniti e della Gran Bretagna avevano ritenuto che solo ad essi doveva spettare
il ruolo direttivo nell'Organizzazione delle Nazioni Unite e non alle cinque
grandi potenze congiuntamente. Tuttavia, poiché l'Unione Sovietica ha
chiesto e chiede la stretta osservanza della clausola della Carta dell’ONU
sulla necessità di azioni concordate di tutte e cinque le grandi potenze,
poiché solo queste azioni concordate possono garantire veramente la pace
universale e la sicurezza internazionale, i circoli dirigenti degli Stati Uniti
e della Gran Bretagna hanno intensificato i loro attacchi contro l'URSS e si
sono abbandonati ad un'intensa attività allo scopo di minare l'Organizzazione
delle Nazioni Unite. Nondimeno tutto ciò si è dimostrato insufficiente.
Poiché l'Unione Sovietica e vari altri Stati non accettano la revisione
della Carta delle Nazioni Unite, i circoli dirigenti degli Stati Uniti e della
Gran Bretagna sono evidentemente giunti alla conclusione che essi non riusciranno,
pur persistendo nei loro sforzi, ad adeguare completamente l’'ONU ala
loro politica aggressiva. La Carta delle Nazioni Unite si è dimostrata
per essi incomoda ma i loro attacchi contro l'URSS, che difende i veri principi
sui quali l’Organizzazione delle Nazioni Unite è stata eretta,
non hanno dato alcun risultato, non potendo essi in alcun modo scuotere la posizione
del Governo sovietico in difesa della sacra causa del consolidamento di una
pace duratura nel mondo e di denuncia di ogni aggressore e istigatore di guerra.
Convinti di ciò, i circoli dirigenti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna
sono evidentemente giunti alla conclusione di dover agire eludendo l’Organizzazione
delle Nazioni Unite. Questa politica ha portato alla creazione dell'alleanza
nord-Atlantica come degli altri raggruppamenti di potenze che sono stati e vengono
creati segretamente alle spalle dell’ONU. Vi sono dunque tutte le ragioni
per constatare che l’alleanza nord-Atlantica è intesa a minare
l’ONU. E' questa alleanza la massima espressione dei persistenti sforzi
dei circoli dirigenti degli Stati Uniti e della Gran Bretagna per giungere all’assoluta
disintegrazione ed allo scioglimento dell'Organizzazione delle Nazioni Unite
che, in una certa misura, li frena impedendo loro di coinvolgere altri Stati
nella loro politica aggressiva e che non può divenire docile strumento
nelle mani del blocco anglo-americano per l’attuazione della loro politica
diretta all’instaurazione, con la violenza, del dominio anglo-americano
sul mondo. Tutto ciò rende evidente il perché, nel momento attuale,
i circoli dirigenti degli Stati Uniti, di Gran Bretagna e Francia che perseguono
una politica di aggressione e preparano una nuova guerra, si sforzano di condurre
una politica di isolamento dell’URSS, nonostante che questa politica costituisca
una flagrante violazione degli impegni da essi assunti. Di conseguenza, il cosiddetto
“nuovo indirizzo” nella politica estera dei circoli dirigenti di
questi Stati consiste nel ritorno al vecchio orientamento antisovietico di politica
estera basato sull’isolamento dell’URSS, da essi seguito negli anni
precedenti la seconda guerra mondiale e che portò alla quasi completa
distruzione della civiltà europea.
Trasportati dai loro piani aggressivi di dominazione mondiale i circoli dirigenti
degli Stati Uniti e della Gran Bretagna non hanno compreso che il cosiddetto
“nuovo indirizzo” della loro politica è in contrasto con
i loro impegni recentemente assunti nei confronti dell’URSS e degli altri
membri delle Nazioni Unite e che, lungi dal permettere il consolidamento delle
loro posizioni politiche ed economiche, esso sarà condannato da tutte
le nazioni pacifiche, sarà condannato da tutti i fautori del consolidamento
della pace nel mondo che costituiscono la schiacciante maggioranza di tutti
i Paesi.
Principali conclusioni
Prima conclusione – L’Unione Sovietica è
costretta a considerare il fatto che i circoli dirigenti degli Stati Uniti e
della Gran Bretagna hanno adottato un indirizzo politico apertamente aggressivo,
il cui scopo finale è di stabilire con la violenza la dominazione anglo-americana
sul mondo, indirizzo pienamente conforme alla politica di aggressione, alla
politica di scatenamento di una nuova guerra da essi perseguita. In considerazione
di una tale situazione, l’Unione Sovietica deve condurre una lotta ancora
più vigorosa e decisa contro tutti i fomentatori di guerra, contro la
politica di aggressione, di scatenamento di una nuova guerra, per una duratura
pace democratica nel mondo. In questa lotta per il consolidamento della pace
nel mondo e per la sicurezza internazionale, l’Unione Sovietica considera
come suoi alleati tutti gli altri Stati amanti della pace e tutti gli innumerevoli
difensori di una pace mondiale democratica, che esprimono realmente i sinceri
sentimenti e le aspirazioni dei popoli i quali hanno sopportato il peso enorme
dell’ultima guerra mondiale e che con pieno diritto lottano contro tutti
gli aggressori e gli istigatori di un nuova guerra. Seconda conclusione - Tutti
comprendono che l’Organizzazione delle Nazioni Unite viene oggi minata
in quanto essa, in certa misura almeno, ostacola e frena i circoli guerrafondai
nella loro politica di aggressione e di scatenamento di una nuova guerra. In
considerazione di questa situazione, l'Unione Sovietica deve lottare ancora
più fermamente e tenacemente contro l'erosione e la distruzione dell’Organizzazione
delle Nazioni Unite da parte degli elementi guerrafondai e dei loro complici,
e deve compiere ogni sforzo perché l'ONU non si renda complice di questi
elementi, come è oggi sovente il caso, perché essa faccia ascoltare
la sua autorità quando si tratta di respingere coloro i quali perseguono
una politica di aggressione e di scatenamento di una nuova guerra.