Biblioteca Multimediale Marxista
Premessa
Lotta Continua lavora per organizzare in partito i proletari di avanguardia
che si battono per la conquista della maggioranza del proletariato alla rivoluzione
comunista.
Lotta Continua ha come base teorica il marxismo. Essa adotta nella analisi della
realtà il punto di vista del materialismo, e si oppone alle concezioni
del mondo dell'idealismo, del soggettivismo e del determinismo volgare, che
sono manifestazioni dell'ideologia e dell'interesse di classe borghese.
Lotta Continua riconosce come fondamento strategico dell'azione rivoluzionaria
l'autonomia della classe operaia contro il modo di produzione capitalista. Essa
fonda il suo programma sulla direzione operaia del processo di unificazione
del proletariato e delle classi oppresse dal capitalismo.
Il suo programma fondamentale è il rovesciamento del dominio di classe
della borghesia e di ogni forma di sfruttamento, l'instaurazione della dittatura
proletaria, la vittoria del socialismo sul capitalismo.
Lotta Continua è nata come espressione politica dell'autonomia del reparto
più avanzato della classe operaia, la classe operaia di linea della grande
produzione capitalista.
A partire da questo reparto avanzato della classe operaia ha sviluppato l'analisi
delle classi e ha combattuto per la generalizzazione del movimento di lotta
proletario, per la sua unificazione politica. Lotta Continua deve fondarsi sulla
classe operaia, rafforzare l'unità fra operai e studenti, raccogliere
sotto la direzione della classe operaia il proletariato agricolo, il proletariato
femminile non occupato, le masse disoccupate o semioccupate, il proletariato
emigrato, i settori proletarizzati del lavoro dipendente, dell'impiego pubblico,
del lavoro intellettuale, organizzare e unire al movimento popolare la base
proletaria delle forze armate.
Deve impegnarsi con ogni energia per guidare le masse nella lotta contro i padroni
e i loro funzionari, contro il regime democristiano, contro il fascismo e l'imperialismo;
deve prepararsi e preparare le masse ad affrontare la guerra civile contro la
reazione fascista della borghesia; deve lottare contro il revisionismo, la sua
teoria delle forze produttive, della conciliazione fra le classi, della trasformazione
pacifica e graduale dello stato.
Nella crisi capitalista, che è il dato dominante di questa fase della
lotta di classe nel mondo, Lotta Continua riconosce prima di tutto la forza
della classe operaia e del proletariato, e la debolezza della borghesia e dell'imperialismo,
e considera il suo approfondimento un passaggio obbligato della lotta per l'emancipazione
proletaria, e non un fattore inevitabile di indebolimento della classe operaia
da cui essa possa uscire solo restaurando le condizioni dello sviluppo capitalista.
Ribellarsi contro lo sfruttamento, l'oppressione, l'ingiustizia, la miseria
è giusto. La giusta ribellione degli oppressi e delle classi sfruttate
è la leva per la rivoluzione; compito del partito è costruire
la strada per la vittoria della rivoluzione.
Lotta Continua riconosce nelle libertà democratiche un'espressione della
forza e dell'unità del movimento proletario; riconosce nell'allargamento
delle libertà democratiche e civili un decisivo interesse della classe
operaia.
Lotta Continua giudica le forme di lotta secondo il punto di vista del marxismo.
Il marxismo si oppone al feticismo delle forme di lotta, come alla loro arbitraria
delimitazione rispetto a falsi principi: il marxismo vincola l'indicazione e
l'adozione delle forme di lotta all'unica condizione della valutazione sulla
situazione storica determinata.
Lotta Continua deve rafforzare il suo legame con il proletariato attraverso
l'applicazione tenace e consapevole di una giusta linea di massa. Deve radicare
sempre più tra le masse la propria organizzazione. Deve rendere le masse
protagoniste e giudici della elaborazione e dell'attuazione della linea politica.
Chi si cela dietro la distinzione fra interno ed esterno, fra il partito e la
classe, per non applicare o per applicare solo burocraticamente una linea di
massa, ha paura della rivoluzione.
Lotta Continua sostiene l'internazionalismo proletario; adotta rispetto alla
rivoluzione in ogni paese il principio di contare sulle proprie forze; stabilisce
relazioni di fraterna solidarietà con i partiti e le formazioni marxiste
rivoluzionarie di tutto il mondo, ricerca con essi il più stretto rapporto
di conoscenza, confronto e unità politica e materiale; appoggia materialmente
e promuove il sostegno proletario a tutti i movimenti rivoluzionari del proletariato
nel mondo, alle lotte di liberazione delle nazioni oppresse, ai paesi in cui
il proletariato consolida. e difende contro l'imperialismo il potere conquistato
con la rivoluzione; riconosce un valore progressivo alla rivendicazione dei
governi per l'indipendenza nazionale.
Lotta Continua addita nell'imperialismo USA il nemico numero uno del proletariato,
e nel socialimperialismo dell'URSS il capovolgimento controrivoluzionario dell'ottobre
e del leninismo.
Lotta Continua adotta nel partito il principio della democrazia e del centralismo.
Esso riconosce l'opposizione e la lotta nel partito, quando non scelga la strada
dell'intrigo e del frazionismo e non sia il prodotto dell'infiltrazione del
nemico di classe, come l'alimento necessario per la conquista dell'unità
su una linea politica giusta, come un'espressione della lotta di classe in seno
al proletariato.
Esso non si limita a stabilire la tolleranza e il diritto al dissenso e a punti
di vista diversi, bensì il dovere di ciascun militante di « andare
controcorrente », di contribuire criticamente e creativamente, fondandosi
sul rapporto con le masse, all'elaborazione e alla verifica della linea politica.
Esso nega la formazione permanente di correnti, e assicura la disciplina centralizzata
del partito indispensabile ai suoi compiti di organizzazione rivoluzionaria.
I membri del partito devono studiare e applicare il marxismo e combattere il
revisionismo, lavorare per l'unità e non per le scissioni; comportarsi
con solidarietà e lealtà e lottare contro gli intrighi e i privilegi;
distinguere le contraddizioni interne ai rivoluzionari e alle masse da quelle
fra le masse e la borghesia; cercare i più stretti legami nelle masse,
promuovere tenacemente la conoscenza della linea del partito, conquistare alle
milizia nel partito i membri più coscienti del proletariato; assicurare
la presenza autonoma del partito in ogni situazione di massa; liberarsi dagli
atteggiamenti di vanagloria personale e di boria di partito, non riposarsi sugli
allori, lottare contro il settarismo e praticare con coerenza personale la milizia
rivoluzionaria; mettere la politica al primo posto, curare tenacemente e metodicamente
l'organizzazione, contribuire all'educazione politica di tutti i membri del
partito.
I membri del partito devono contribuire personalmente e nel loro lavoro di massa
a sostenere finanziariamente la vita del partito; acquistare e diffondere la
stampa del partito, e in primo luogo il giornale quotidiano, che è lo
strumento materiale più importante di direzione e di organizzazione politica
del partito.
In Italia numerose organizzazioni e forze lavorano alla costruzione del partito
rivoluzionario. Fra queste organizzazioni esistono divergenze profonde sul terreno
della strategia, sulla concezione del processo rivoluzionario, sulla concezione
del partito. Esse non consentono l'ipotesi di un'unificazione organica, che
si trasformerebbe in un fattore di divisione e non di unità, di confusione
e non di chiarezza. Il confronto con queste organizzazioni e forze deve essere
condotto sulla base di una rigorosa lotta ideologica, ma soprattutto sulla base
della verifica nella lotta di massa, che è la fonte principale del rafforzamento
del partito. Con queste organizzazioni e forze il partito si impegna a ricercare,
sul terreno della tattica, la più efficace unità d'azione, facendone
la base della battaglia ideologica. La separazione, nelle posizioni di queste
organizzazioni e forze, fra gli elementi rivoluzionari e gli elementi borghesi
non può che essere il frutto della lotta di classe, e del rafforzamento
della linea giusta nella lotta di classe.
« Il futuro è luminoso, la strada è tortuosa. I membri del
partito rivoluzionario, che dedicano la loro vita alla lotta per il comunismo,
devono essere risoluti, non temere alcun sacrificio e sormontare ogni difficoltà
per conquistare la vittoria ».
Membri del Partito
Art. 1 - Può diventare membro di Lotta Continua ogni proletario o militante rivoluzionario che, condividendo gli aspetti essenziali della sua linea teorica, strategica e tattica, si impegni a contribuire alla sua elaborazione, arricchimento e verifica, accetti lo statuto del partito, partecipi attivamente a una delle sue organizzazioni di base, attui le decisioni del partito, contribuisca alla sua vita finanziaria, diffonda e sostenga la sua stampa.
Art. 2 - Coloro che chiedono di entrare in Lotta Continua,
salvo casi eccezionali sui quali si pronunci il Comitato Nazionale, seguono
una procedura di iscrizione individuale.
I nuovi membri del partito vengono presentati da un membro di Lotta Continua
all'assemblea della cellula (o, se non è possibile, della sezione). L'ammissione
dev'essere comunicata e ratificata dal comitato direttivo della sezione.
Per i nuovi membri del partito che provengono da una situazione di massa si
dovrà tener conto del giudizio che ne danno le masse.
Per nuovi membri del partito che non provengono da una situazione di massa,
o non vi hanno svolto un'attività, si stabilirà un periodo di
candidatura, della durata fra i tre e i sei mesi.
Nel corso del periodo di candidatura, i membri candidati del partito avranno
ogni diritto, salvo quelli di voto deliberante, di eleggere e di essere eletti.
Tutti i nuovi membri del partito, per un periodo di tre mesi, saranno aiutati
in modo particolare dall'organizzazione a conoscerne la linea e a migliorare
la propria formazione politica in una attività di massa. È un
dovere preciso dei nuovi membri del partito di esigere che ciò avvenga;
più in generale, sta in ciò la condizione per una concezione non
formale della candidatura, che è sopratutto un fatto politico in cui
è decisiva l'iniziativa e l'intelligenza collettiva del partito e di
ogni sua organizzazione di base.
Nessun incarico dirigente può essere assegnato, salva l'autorizzazione
diversa dell'organismo dirigente superiore, a militanti che siano entrati in
Lotta Continua da meno di sei mesi.
La presentazione personale nelle sedi di partito deve avvenire anche nei casi
eccezionali, autorizzati dal Comitato Nazionale, in cui l'ammissione di nuovi
membri sia collettiva.
Art. 3 - È dovere dei militanti di L.C..:
1) contribuire attivamente, sulla base del proprio lavoro di massa e delle proprie
idee, all'elaborazione della linea del partito;
2) curare la propria formazione marxista, studiare la storia della lotta di
classe, conoscere la storia e la vita complessiva di Lotta Continua, condurre
inchieste sulla realtà sociale in cui intervengono;
3) operare per l'interesse della grande maggioranza del proletariato in Italia
e nel mondo;
4) fare affidamento sulle masse, fare affidamento sui compagni del partito,
collaborare a rendere il più possibile sereno il lavoro collettivo e
personale nel partito, vigilare con ogni attenzione contro i provocatori, gli
infiltrati, i cospiratori;
5) ricorrere alla verifica tra le masse di fronte alle controversie;
6) indicare francamente gli errori altrui e riconoscere francamente i propri,
denunciare e correggere tempestivamente e coraggiosamente la radice politica
degli errori. Combattere apertamente il burocratismo e il carrierismo.
Art. 4 - Quando un membro del partito viola la disciplina,
l'organizzazione interessata assume adeguate misure disciplinari, che vanno
dalla censura, alla censura grave, alla destituzione dall'incarico di partito,
all'espulsione. La messa in osservazione comporta la privazione dei diritti
di voto, di eleggere e di essere eletto; non può durare più di
tre mesi. Il provvedimento di espulsione è una misura di eccezionale
gravità, e non può essere assunto se non di fronte ad agenti del
nemico, a cospiratori frazionisti, a membri del partito che boicottino ostinatamente
l'azione del partito.
Per la verifica di fatti o imputazioni su cui non vi sia immediata chiarezza,
possono essere istituite di volta in volta, dai comitati provinciali così
come dal comitato nazionale, commissioni ristrette che verifichino i fatti per
esporli con chiarezza all'istanza cui il compagno o i compagni in questione
fanno capo: non bisogna mai dimenticare, in ogni modo, che ogni provvedimento
disciplinare, in un partito comunista e rivoluzionario, non può essere
considerato un fatto normale, e impone quindi la massima attenzione, serietà
e discussione politica collettiva.
Nei casi di violazione della disciplina bisogna costantemente applicare il principio
di curare la malattia per salvare il malato.
L'uscita dal partito di un suo membro dev'essere discussa dall'organismo cui
egli appartiene, e comunicata all'organismo dirigente superiore.
Le dimissioni da un incarico dirigente, motivate con ragioni politiche, sono
in grave e profonda contraddizione con una giusta concezione del partito e della
lotta nel partito.
Principio organizzativo del partito
Art. 5 - La vita organizzativa del partito è regolata
dal centralismo democratico.
Gli organi dirigenti del partito ai diversi livelli vengono eletti democraticamente,
in base alla capacità politica e alla dedizione alla milizia politica
dei singoli compagni, unendo compagni provati a compagni più giovani.
Il carattere proletario dell'organizzazione e dei suoi organismi dirigenti dipende
dal giusto legame con le masse e dalla giusta linea politica. In tutte le strutture
dirigenti dell'organizzazione, fino al comitato nazionale, la presenza maggioritaria
di militanti operai e proletari interni a situazioni di lavoro e di vita della
masse e di compagne donne costituisce un impegno decisivo e una verifica fondamentale
del legame di massa e della linea del partito: le strutture dell'organizzazione
non sono una cosa separata dalla linea politica.
Tutto il partito deve osservare un'unica disciplina: il militante è subordinato
all'organizzazione, la minoranza è subordinata alla maggioranza, l'organismo
inferiore è subordinato all'organismo superiore, tutto il partito è
subordinato al comitato nazionale.
Gli organi dirigenti del partito ai diversi livelli devono riferire periodicamente
sul loro lavoro ai congressi o alle assemblee dei membri del partito, e sollecitare
costantemente le opinioni dell'insieme dei militanti del partito e delle masse.
I membri del partito hanno il diritto di esercitare la critica e di avanzare
proposte alle organizzazioni di partito e ai dirigenti ai diversi livelli. Se
un membro del partito ha opinioni differenti circa le decisioni o le direttive
delle strutture di partito ha il diritto di scavalcare la sua istanza e di appellarsi
direttamente alle strutture dirigenti di livello superiore, fino al comitato
nazionale e al suo segretario responsabile.
È assolutamente vietato soffocare le critiche, ostacolare la discussione,
effettuare ritorsioni. È essenziale creare una situazione in cui esistano
sia il centralismo che la democrazia, sia la disciplina che la libertà,
sia la volontà unanime che la serenità e la creatività
individuale.
I dirigenti di partito, dagli organismi cittadini in su, garantiscono la loro
disponibilità a ricoprire altri incarichi, al centro del partito o in
altre zone, se ciò è valutato necessario dal partito.
Art. 6 - Il supremo organo dirigente del partito è il
Congresso nazionale, e fra un congresso e l'altro il Comitato nazionale da esso
eletto.
Gli organi dirigenti del partito ad ogni livello sono i congressi del partito
del rispettivo livello e i comitati direttivi da essi eletti.
I congressi del partito ai diversi livelli possono essere convocati in modo
straordinario, su richiesta della maggioranza del comitato direttivo del loro
livello o di un terzo dei loro membri. Il congresso nazionale straordinario
può essere convocato su richiesta di un terzo del Comitato nazionale.
Anche in questo campo, ogni norma formale può trovare vita ed efficacia
solo nella capacità dell'insieme del partito e dei suoi organi dirigenti
di cogliere prontamente le difficoltà e i problemi posti dalla lotta
di classe, il modo in cui essi si riflettono nel dibattito del partito e da
esso vengono affrontati; nella capacità costante dell'insieme del partito
e dei suoi organi dirigenti di porre questi problemi all'ordine del giorno,
individuando le istanze e gli strumenti più idonei per dare ad essi soluzione
collettiva.
Di norma, il Congresso nazionale si tiene ogni due anni; esso esprime il Comitato
nazionale, in base ai criteri indicati dall'art. 5.
I comitati direttivi a tutti i livelli, basandosi sui principi dello stretto
legame con le masse e di una struttura semplice ed efficace, istituiscono le
commissioni di lavoro e nominano una segreteria e, al suo interno, un responsabile
generale.
Tutti i membri degli organismi dirigenti del partito, a ogni livello, sono revocabili
dalle istanze che li hanno espressi.
Organizzazioni centrali del partito
Art. 7 - Il Comitato nazionale del partito istituisce le commissioni
nazionali di lavoro, e nomina una segreteria centrale, con un responsabile generale
al suo interno.
I responsabili delle commissioni nazionali di lavoro e i responsabili della
segreteria formano un ufficio di direzione, che si convoca almeno una volta
ogni quindici giorni.
Il Comitato nazionale si convoca di norma almeno una volta ogni sei settimane.
Fra una sessione e l'altra del Comitato nazionale, la sua responsabilità
politica è assunta dalla segreteria.
Il responsabile politico del giornale quotidiano è membro di diritto
della segreteria nazionale.
Organizzazioni di base del partito
Art. 8 - Nelle fabbriche, nelle scuole, nelle caserme, negli
uffici, in ogni luogo di lavoro, nei quartieri, si costituiscono le cellule,
che rappresentano l'organizzazione di base del partito e il fondamento materiale
di una sua efficace linea di massa.
La costituzione delle cellule è un compito fondamentale. Ogni cellula
si costituisce a partire dalla presenza di due membri del partito.
Essa, in quanto struttura di base del partito, esercita nello specifico della
situazione produttiva e di lotta in cui è inserita un ruolo di direzione
politica generale, contribuendo a formare il punto di vista complessivo del
partito e facendosene portatrice, costruendone e verificandone continuamente
la linea politica, a partire dal proprio lavoro di massa. Essa, svolgendo la
propria attività di partito — per quanto è possibile —
nei luoghi in cui opera, deve tendere a coinvolgere in essa i più ampi
settori delle masse e curare con attenzione e intelligenza il reclutamento al
partito dei proletari coscienti.
Art. 9 - Le cellule fanno capo alla sezione territoriale, centro
di coordinamento e di direzione dell'attività politica su un'intera zona.
È compito del partito moltiplicare la fondazione di sezioni con l'apertura
di sedi pubbliche nei paesi e nei quartieri urbani. Le sezioni devono essere
costituite in ogni situazione in cui esista la garanzia minima di continuità
del lavoro politico.
Ogni membro del partito, a qualunque livello svolga il suo compito, dev'essere
iscritto a una sezione e partecipare per quanto è possibile della sua
vita politica.
Art. 10 - Le sezioni fanno capo ai comitati cittadini e ai
comitati provinciali del partito, eletti dai congressi dei delegati cittadini
e provinciali.
Il rapporto fra l'istanza cittadina e quella provinciale non può esser
fissato in astratto, ma deve tener conto della struttura stessa della provincia,
delle sue caratteristiche di classe, dei nostri compiti in essa. I comitati
eleggono una segreteria provinciale o cittadina (comunque con la presenza di
un responsabile eletto dalle organizzazioni provinciali) al cui interno viene
nominato un responsabile generale.
È necessario rispettare la frequenza nella convocazione dei comitati
direttivi, per impedire un accentramento eccessivo e un isolamento degli organismi
di segreteria.
In ogni situazione regionale o di zona va promossa costantemente una presenza
sempre più estesa e capillare del partito; al tempo stesso vanno curate
istanze interprovinciali o regionali, ove sussistano condizioni di classe che
lo rendano necessario, volte a sviluppare l'analisi di classe e la sua articolazione,
a rendere più ricco, omogeneo ed efficace l'intervento del partito, coordinarne
l'azione.
Art. 11 - I compiti principali delle organizzazioni di base
del partito sono:
1) garantire la presenza autonoma del partito e della sua linea nella vita e
nella lotta quotidiana delle masse;
2) garantire alla vita politica del partito il rapporto dalle masse alle masse,
che è la prerogativa fondamentale della forza rivoluzionaria contro la
forza del nemico;
3) allargare costantemente, nel rapporto con le masse, con la loro volontà
e la loro lotta, le file del partito con la conquista degli elementi più
coscienti e più rivoluzionari;
4) assicurare la presenza autonoma del partito in tutte le organizzazioni di
massa in cui si sviluppa lo scontro fra linea revisionista e linea rivoluzionaria:
consigli di fabbrica, consigli di zona, comitati operai e studenteschi o di
quartiere, organizzazioni sindacali di base, altre organizzazioni di massa;
5) utilizzare bene le energie del partito e allargarne la presenza sempre nuove
situazioni;
6) curare la formazione teorica e politica dei membri del partito;
7) curare la capacità di azione e di autonomia del partito rispetto a
qualunque compito e circostanza cui può essere chiamato dall'evoluzione
dello scontro di classe;
8) elaborare, discutere e verificare praticamente la linea del partito;
9) adempiere alle decisioni del partito, rafforzarne l'unità e la disciplina,
assicurare al partito l'ingresso tempestivo di tutto ciò che di nuovo
si manifesta nella lotta di classe;
10) adottare il punto di vista dell'insieme del partito; sostenere, rafforzare
e facilitare la sua direzione centrale;
11) garantire l'efficacia del lavoro del partito nelle forze armate.