Biblioteca Multimediale Marxista


V. Le idee liquidatrici di Trotskij (parziale)

 


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I vecchi militanti del movimento marxista in Russia conoscono bene la figura di Trotzki, e per loro non vale la pena di parlarne. Ma la giovane generazione operaia non conosce questa figura, ed è necessario parlargliene, perché si tratta di una figura tipica per tutti i cinque gruppetti dell'emigrazione, che di fatto oscillano tra i liquidatori e il partito.
Al tempo della vecchia Iskra (1901-1903), questi individui esitanti, che passavano dagli economisti agli iskristi, e viceversa, furono soprannominati "transfughi di Tuscino" (si chiamavano così in Russia al tempo dei torbidi i guerrieri che passavano da un campo all'altro).
Quando parliamo del liquidatorismo, ci riferiamo a una corrente ideologica determinata, che si è formata nel corso di parecchi anni, che, nella storia ventennale del marxismo, ha messo le sue radici nel "menscevismo" e nell'"economi-smo" e che si è legata alla politica e all'ideologia di una classe determinata, la borghesia liberale.
I "transfughi di Tuscino" si dicono al di sopra delle frazioni solamente perché "prendono in prestito" oggi le idee di una frazione, domani quelle di un'altra. Nel 1901-1903, Trotzki è un iskrista feroce, e Rjazanov ha detto di lui che al congresso del 1903 è stato il "randello di Lenin". Alla fine del 1903, Trotzki diventa un feroce menscevico, cioè un transfuga passato dagli iskristi agli "economisti"; egli proclama che "tra la vecchia e la nuova Iskra vi è un abisso". Nel 1904-1905 abbandona i menscevichi e assume una posizione incerta, ora collaborando con Martynov (un "economista") ora proclamando l'assurdamente sinistra teoria della "rivoluzione permanente". Nel 1906-1907 si avvicina ai bolscevichi e nella primavera del 1907 si proclama d'accordo con Rosa Luxemburg.
Nel periodo della disgregazione, dopo lunghe esitazioni "non frazionistiche", si volge di nuovo a destra e, nell'agosto 1912, partecipa al blocco con i liquidatori. Oggi li abbandona nuovamente, ma in sostanza ne ripete le ideuzze.
Questi tipi sono caratteristici, come residui delle formazioni storiche di ieri, dei tempi in cui il movimento operaio di massa in Russia dormiva ancora, e ogni gruppetto poteva "liberamente" farsi passare per una corrente, gruppo o frazione, in una parola per una "potenza" che discute di unità con le altre.
La giovane generazione operaia deve saper bene con chi ha da fare, quando ascolta le pretese inverosimili di gente che si rifiuta assolutamente di tener conto sia delle risoluzioni del partito, le quali fin dal 1908 hanno fissato e definito l'atteggiamento da assumere verso il liquidatorismo, sia dell'esperienza del movimento operaio russo contemporaneo, che ha creato praticamente l'unità della maggioranza sulla base della completa accettazione di queste deliberazioni.

Lenin, Come si viola l'unità gridando che si cerca l'unità, pubblicato nel maggio 1914 in Prosvestcenie, n. 5,