Biblioteca Multimediale Marxista
Difendendomi dall'accusa manifestamente infondata di omicidio non intendo certo
attribuire a questo Tribunale e a questo procedimento penale l'apparenza della
legalita'. La difesa del resto non servirebbe a niente, anche perche' non vivro'
abbastanza per ascoltare la vostra sentenza. La condanna che evidentemente mi
volete infliggere non mi potra' piu' raggiungere. Ora tutti lo sanno. Basterebbe
questo a dimostrare che il processo e' una farsa. E' una messa in scena politica.
Nessuno nelle regioni occidentali della Germania, compresa la citta' di prima
linea di Berlino Ovest, ha il diritto di portare sul banco degli accusati o
addirittura condannare i miei compagni coimputati, me o qualsiasi altro cittadino
della RDT, per azioni compiute nell'adempimento dei doveri emananti dallo Stato
RDT.
Se parlo in questa sede, lo faccio solo per rendere testimonianza alle idee
del socialismo e per un giudizio moralmente e politicamente corretto di quella
Repubblica Democratica Tedesca che piu' di cento stati avevano riconosciuto
in termini di diritto internazionale. Questa Repubblica, che ora la RFT chiama
Stato illegale e ingiusto, e' stata membro del Consiglio di Sicurezza dell'
O.N.U., che per qualche tempo ha anche presieduto, e ha presieduto per un periodo
la stessa l'Assemblea generale. Non mi aspetto certo da questo processo e da
questo Tribunale un giudizio politicamente e moralmente corretto della RDT,
ma colgo l'occasione di questa messa in scena politica per far conoscere ai
miei concittadini la mia posizione.
La situazione in cui mi trovo con questo processo non e' un fatto straordinario.
Lo Stato di diritto tedesco ha gia' perseguitato e condannato Karl Marx, August
Bebel, Karl Liebknecht e tanti altri socialisti e comunisti. Il terzo Reich,
servendosi dei giudici ereditati dallo Stato di diritto di Weimar porto' avanti
quest'opera in molti processi, uno dei quali io stesso ho vissuto in qualita'
di imputato. Dopo la sconfitta del fascismo tedesco e dello Stato hitleriano,
la RFT non ha avuto bisogno di cercarsi nuovi procuratori della repubblica e
nuovi giudici per riprendere a perseguitare penalmente in massa i comunisti,
togliendo loro il lavoro e il pane nei tribunali del lavoro, allontanandoli
dagli impieghi pubblici tramite i tribunali amministrativi o perseguitandoli
in altri modi. Ora capita a noi quello che ai nostri compagni della Germania
occidentale era gia' capitato negli anni '50. Da circa 190 anni e' sempre lo
stesso arbitrio che si ripete. Lo Stato di diritto della Repubblica Federale
Tedesca non e' uno stato di diritto ma uno stato delle destre [gioco di parole
in tedesco, N.d.T.].
Per questo processo, come per altri in cui altri cittadini della RDT vengono
perseguitati per la loro contiguita' col sistema di fronte ai tribunali penali
o del lavoro, sociali o amministrativi, c'e' un argomento principe che viene
usato. Politici e giuristi sostengono: dobbiamo condannare i comunisti perche'
non lo abbiamo fatto con i nazisti. Questa volta dobbiamo fare i conti con il
nostro passato. A molti sembra un ragionamento ovvio, ma in realta' e' totalmente
falso. La verita' e' che la giustizia tedesco‑occidentale
non poteva punire i nazisti perche' i giudici e i procuratori della repubblica
non potevano punire se stessi. La verita' e' che questa giustizia della Germania
Federale deve il suo attuale livello, comunque lo si voglia giudicare, ai nazisti
di cui ha assunto l'eredita'. La verita' e' che i comunisti e i cittadini della
RDT vengono perseguitati oggi per le stesse ragioni per cui sono sempre stati
perseguitati in Germania. Solo nei 40 anni di esistenza della RDT le cose sono
andate in senso opposto. e' con questo spiacevole inconveniente che bisogna
ora fare i conti. Il tutto naturalmente nel pieno rispetto del diritto. La politica
non c'entra assolutamente niente!
I giuristi piu' eminenti di questo paese, tanto dei partiti di maggioranza che
della SPD, giurano che il nostro processo altro non e' che un normale processo
penale, non un processo politico, non una messa in scena. Vengono arrestati
i membri di uno dei piu' alti organismi statali del paese confinante e si dice
che pero' la politica non c'entra niente. Si contestano ai generali della contrapposta
alleanza militare le decisioni prese, ma si sostiene che la politica non c'entra
niente. Quelle stesse personalita' che ieri venivano ricevute con tutti gli
onori come ospiti di stato e interlocutori degli sforzi congiunti per impedire
che potesse mai piu' scaturire una guerra dal suolo tedesco, vengono oggi etichettate
come criminali. Ma anche questo non avrebbe niente a che fare con la politica.
Si mettono sotto accusa i comunisti, che da quando sono apparsi sulla scena
politica sono sempre stati perseguitati, ma nella RFT oggi tutto cio' non avrebbe
niente a che fare con la politica.
Per me e, credo, per chiunque non sia prevenuto, e' evidente che questo processo
e' politico come solo puo' esserlo un processo contro la dirigenza politica
e militare della RDT. Chi lo nega non sbaglia, chi lo nega mente. Mente per
ingannare ancora una volta il popolo. Con questo processo si fa proprio cio'
di cui noi veniamo accusati: ci si sbarazza degli avversari politici con i mezzi
del diritto penale. Ma naturalmente tutto avviene secondo la legge.
Anche altre circostanze mostrano senza ombra di dubbio che con questo processo
si perseguono fini politici. Come mai il cancelliere federale, come mai il signor
Kinkel, gia' capo dei servizi segreti, poi ministro della giustizia e infine
ministro degli esteri della RFT si sono tanto impegnati per riportarmi a qualsiasi
costo in Germania e rinchiudermi nel carcere di Moabit dove sono gia' stato
sotto Hitler? Come mai il cancelliere ha lasciato che io volassi a Mosca per
poi far pressioni su Mosca e sul Cile perche' mi consegnassero, contro ogni
principio del diritto internazionale? Come mai i medici russi che avevano fatto
la diagnosi giusta al primo esame l'hanno poi dovuta falsificare? Come mai io
e i miei compagni, che di salute non stanno tanto meglio di me, veniamo trascinati
di fronte al popolo come facevano anticamente gli imperatori romani con i loro
avversari prigionieri?
Non so se tutto questo abbia una spiegazione razionale. Forse si conferma il
detto antico che coloro che Dio vuole perdere prima li acceca. Una cosa comunque
e' chiara, ed e' che tutti quegli uomini politici che un tempo mi chiedevano
udienza ed erano felici di potermi a loro volta ricevere, non usciranno indenni
da questo processo. Anche i bambini in Germania sapevano che degli uomini erano
stati uccisi al muro e che tra i politici viventi il massimo responsabile del
muro ero io, presidente del Consiglio Nazionale della Difesa (CND), segretario
generale, presidente del Consiglio di Stato della RDT. Non ci sono percio' che
due sole possibilita': la prima e' che i signori politici della RFT abbiano
coscientemente, liberamente e persino avidamente cercato di avere rapporti con
un assassino. La seconda e' che essi coscientemente e con soddisfazione lasciano
adesso che un innocente venga incolpato di omicidio. Di queste due possibilita'
nessuna torna a loro onore. Una terza possibilita' non c'e'. Ma chi accetta
un dilemma di questo genere e risulta percio' comunque, tanto in un caso come
nell'altro, una persona priva di carattere, o e' cieco oppure persegue altri
fini che gli premono piu' del proprio onore.
Ammettiamo pure che ne' il signor Kohl, ne' il signor Kinkel, ne' gli altri
signori ministri e dirigenti di partito della Repubblica Federale Tedesca siano
ciechi (cosa che non mi sento affatto di escludere). Rimane, come scopo politico
di questo processo, la volonta' di discreditare totalmente la RDT e con essa
il socialismo in Germania. Il crollo della RDT e del socialismo in Germania
e in Europa evidentemente ancora non gli basta. Devono eliminare tutto cio'
che puo' far apparire questo periodo in cui gli operai e i contadini hanno governato
in una luce diversa da quella della perversione e del delitto. La vittoria dell'economia
di mercato (come chiamano oggi eufemisticamente il capitalismo) deve essere
assoluta, e cosi' la sconfitta del socialismo. Si vuole fare in modo, come diceva
Hitler prima di Stalingrado, che quel nemico non si rialzi mai piu'. I capitalisti
tedeschi in effetti hanno sempre avuto un'inclinazione per l'assoluto.
Questa finalita' del processo, questa volonta' di uccidere ancora una volta
il socialismo gia' dato per morto, mostra quale sia il giudizio che il signor
Kohl, il governo e anche l'opposizione della RFT danno della situazione. Il
capitalismo ha vinto economicamente scavandosi la fossa, cosi come aveva fatto
Hitler vincendo militarmente. In tutto il mondo il capitalismo e' entrato in
una crisi priva di sbocchi. Non gli e' rimasta altra scelta che sprofondare
in un caos ecologico e sociale oppure accettare la rinuncia alla proprieta'
privata dei mezzi di produzione e quindi il socialismo. Ambedue le alternative
significano la sua fine. Ma per i potenti della Repubblica Federale Tedesca
il pericolo piu' grave e' chiaramente il socialismo. E questo processo deve
servire a prevenirlo, cosi' come deve servire a prevenirlo tutta la campagna
contro la ormai scomparsa RDT, che deve essere marchiata come stato ingiusto
e illegale.
Tutti i casi di morte per ragioni non naturali nel nostro paese ci hanno sempre
colpito. Le uccisioni al muro non solo ci hanno colpito umanamente, ma ci hanno
anche danneggiati politicamente. Piu' di ogni altro io porto dal maggio 1971
il peso della responsabilita' politica del fatto che si e' sparato, in base
alle disposizioni sull'uso delle armi da fuoco, contro chi cercava di attraversare
senza autorizzazione il confine tra la RDT e la RFT, tra il Patto di Varsavia
e la NATO. e' una pesante responsabilita', certo. Diro' piu' avanti perche'
me la sono assunta. Ma ora, in sede di definizione di quella che e' la finalita'
politica di questo processo, non posso fare a meno di sottolineare anche il
tipo di mezzi che vengono utilizzati per cercare di raggiungere il fine di diffamare
la RDT. I mezzi utilizzati sono i morti al muro. Questi morti devono servire
e servono a rendere appetibile ai media questo processo, come altri in precedenza.
Tra i morti mancano pero' le guardie di confine della RDT assassinate. Abbiamo
gia' visto, e soprattutto voi avete gia' visto, come le immagini dei morti siano
state oggetto di mercato, senza rispetto per la pieta' e la decenza. Questi
sono i mezzi con cui si fa politica e si crea il giusto clima. Cosi' si usano,
anzi cosi si abusa dei morti nella lotta che i padroni conducono per mantenere
la proprieta' capitalistica. Perche' di questo e niente altro si tratta nella
lotta contro il socialismo. I morti servono a mostrare quanto la RDT e il socialismo
fossero inumani e anche a sviare l'attenzione dalla miseria del presente e dalle
vittime dell'economia di mercato. Tutto cio' vien fatto democraticamente, legalmente,
cristianamente, umanamente e per il bene del popolo tedesco.
Povera Germania!
E ora entriamo nel merito. I procuratori della citta' di prima linea ci accusano
di omicidio come criminali comuni. Dato che personalmente non abbiamo ammazzato
nessuna delle 68 persone la cui morte ci viene contestata nell'accusa, e dato
che evidentemente non abbiamo nemmeno ordinato in precedenza che fossero uccisi,
ne abbiamo in qualche modo provocato la loro morte, ecco che l'accusa, a pagina
9, mi contesta letteralmente:
« e'… di aver ordinato, in qualita' di segretario
del Consiglio Nazionale della Difesa e responsabile dei problemi della sicurezza
del CC della SED, di rafforzare le opere di confine intorno a Berlino (ovest)
e gli sbarramenti di confine con la RFT per rendere impossibile il passaggio
».
Piu' avanti l'accusa mi contesta di aver partecipato in 17 sedute del CND dal
29/1l/1961 all' 1/7/1983 alle decisioni di:
« costruire ulteriori sbarramenti di mine a strappo (dove la parola
"ulteriori" fa capire che le forze armate sovietiche avevano gia'
installato questi sbarramenti);
migliorare il sistema di sicurezza del confine e l'addestramento all'uso delle
armi da parte delle guardie confinarie;
impedire gli sconfinamenti».
Mi si contesta inoltre di «aver dichiarato il 3/5 1974 che bisognava
far ricorso senza scrupoli alle armi da fuoco» (cosa peraltro non
vera) e infine di «aver votato a favore del progetto di legge confinaria
entrato in vigore il 1° maggio l982».
Le accuse contro di me, o contro di noi, si riferiscono dunque a decreti del
Consiglio Nazionale della Difesa, decreti di un organo costituzionale della
RDT. Oggetto del procedimento e' dunque la politica della RDT, sono le decisioni
prese dal CND per difendere e preservare la RDT come Stato. Questo procedimento
serve a criminalizzare questa politica. La RDT deve essere marchiata come Stato
illegale e ingiusto e tutti coloro che l'hanno servita devono essere bollati
come criminali. La persecuzione contro decine di migliaia ed eventualmente centinaia
di migliaia di cittadini della RDT, di cui gia' parla la procura: questo e'
il vero scopo di questo procedimento, preparato da processi‑pilota
contro guardie di confine e accompagnato da innumerevoli altri procedimenti
giudiziari discriminatori dei cittadini della RDT, condotti di fronte a tribunali
civili, sociali, del lavoro o amministrativi, nonche' da moltissimi atti amministrativi.
Non e' in gioco dunque solamente la mia persona o quella degli alai imputati
di questo processo. e' in gioco molto di piu'. e' in gioco il futuro della Germania
e dell'Europa, anzi del mondo che, con la fine della guerra fredda e con la
nuova mentalita', sembrava dovesse entrare in una fase tanto positiva. Qui non
solo si prosegue la guerra fredda, ma si vogliono gettare le fondamenta di un'Europa
dei ricchi. L'idea della giustizia sociale deve essere soffocata una volta per
tutte. Bollarci come assassini serve a questo.
Io sono l'ultimo a oppormi a norme morali e legali che servano a giudicare e
anche condannare gli uomini politici. Ma tre condizioni devono essere soddisfatte:
Le norme devono essere formulate esattamente in precedenza.
Esse devono valere allo stesso modo per tutti gli uomini politici.
La sentenza deve essere pronunciata da un tribunale al di sopra delle parti,
un tribunale dunque che non deve essere composto ne' da amici ne' da nemici
degli accusati.
Mi sembra che si tratti di condizioni ovvie, eppure nel mondo attuale non mi
sembra che possano ancora essere soddisfatte. Se voi oggi sedete in giudizio
contro di noi, lo fate come tribunale dei vincitori contro i vinti. Questo fatto
e' espressione dei rapporti di forza reali, ma non puo' pretendere validita'
giuridica ne' costituire un atto di giustizia.
Basterebbero questi argomenti a dimostrare l'illegalita' dell'accusa. Ma poiche'
non ci sottraiamo al confronto neanche nel particolare, voglio dire io quel
che l'accusa, o per malafede o per cecita', non dice.
Abbiamo gia' citato le parole con cui l'accusa inizia l'enumerazione cronologica
dei fatti che ci vengono contestati:
« I1 12 agosto 1961 l'imputato Honecker, in qualita' di segretario
del CND e responsabile dei problemi della sicurezza del CC della SED ordinava
di rafforzare le opere di confine intorno a Berlino (ovest) e gli sbarramenti
di confine con la RFT per rendere impossibile il passaggio ».
Questo modo di vedere la storia e' assai eloquente. Il responsabile dei problemi
della sicurezza del CC della SED nel 1961 dava disposizioni su un fatto che
poteva cambiare la storia del mondo! Qui si supera anche l'autoironia dei cittadini
della RDT che chiamavano il loro paese «la piu' grande RDT del
mondo». Va bene che oggi Enno von Löwenstein cerca
di ingigantire la RDT per dare cosi' piu' valore alla vittoria della RFT, ma
neanche quest'ala destra del giornalismo politico tedesco riesce a fare della
RDT una grande potenza mondiale. Questo rimane prerogativa dell'«autorita'
piu' obiettiva del mondo», la procura della repubblica. Ciascuno
e' padrone di rendersi ridicolo di fronte alla storia a proprio piacimento.
Ma in ogni caso la costruzione del muro fu decisa a Mosca il 5/8/1961 in una
riunione degli Stati del Patto di Varsavia. In quella alleanza tra i paesi socialisti
la RDT era un membro importante, ma non la potenza guida. Questo il tribunale
lo potrebbe dare per assodato senza bisogno di dimostrazione.
Dato che noi &endash; come gia' ho detto &endash; di persona non abbiamo
ammazzato nessuno, ne' abbiamo direttamente ordinato di ammazzare nessuno, l'azione
omicida viene ravvisata nella costruzione del muro, nell'averlo tenuto in piedi
e nell'imposizione del divieto di lasciare la RDT senza autorizzazione statale.
E naturalmente questo non c'entrerebbe affatto con la politica. Cosi' almeno
sostiene la giurisprudenza tedesca. Ma non potra' sostenerlo di fronte alla
storia o al raziocinio umano. Non fara' altro che tradire ancora una volta le
sue origini e mostrare di quale spirito sia figlia e dove stia andando la Germania.
Tutti noi che avevamo a quell'epoca responsabilita' di governo nei paesi del
Patto di Varsavia prendemmo quella decisione politica collettivamente. Non lo
dico per scaricarmi dalle mie responsabilita' attribuendole ad altri; lo dico
soltanto perche' cosi' e' stato e non altrimenti e io sono convinto che quella
decisione di allora, del 1961, fosse giusta e tale sarebbe rimasta finche' non
fosse terminato lo scontro tra USA e URSS. Quella decisione politica e i convincimenti
che la dettarono costituiscono appunto l'oggetto di questo processo. Bisogna
essere ciechi o chiudere consapevolmente gli occhi davanti agli avvenimenti
del passato per non riconoscere che questo e' un processo politico dei vinti
contro i vincitori, per non capire che esso significa deformare la storia per
motivazioni di ordine politico. Voi ritenete che quella decisione politica fosse
sbagliata e considerate me e i miei compagni responsabili penalmente per i morti
ammazzati al muro. Ebbene io vi dico che la decisione che voi ritenete giusta
avrebbe causato migliaia o milioni di morti. Di questo ero e sono tuttora convinto
e credo ne siano convinti anche i miei compagni. e' per questa convinzione politica
che ci troviamo qui davanti a voi. E voi ci condannerete perche' avete un'opinione
politica diversa dalla nostra.
Come e perche' si sia giunti alla costruzione del muro non sembra che interessi
la pubblica accusa. Su questo l'accusa non spende una parola. Cause e circostanze
vengono del tutto ignorate, la catena degli avvenimenti storici viene arbitrariamente
spezzata. Erich Honecker ha costruito e tenuto in piedi il muro. Stop. Questa
e' la rappresentazione semplicistica che i giuristi tedeschi riescono a dare
della storia. Quel che gli interessa e' che i comunisti siano bollati da criminali
e come tali condannati. I tedeschi in realta' sono perfettamente in grado di
sapere come si e' arrivati al muro e conoscere le ragioni per cui al muro si
e' sparato. Ma poiche' l'accusa si comporta come se costruire muri e farvi ammazzare
la gente fosse una caratteristica peculiare del socialismo e come se singoli
"delinquenti" come me e i miei compagni ne portassero intera la responsabilita',
mi vedo costretto, pur non essendo uno storico, a riassumere la storia che ha
portato al muro.
Le sue origini si spingono lontano. Ci riportano alla formazione del capitalismo
e del proletariato. Ma l'inizio immediato della tragedia dell'ultima fase della
storia tedesca si situa nell'anno 1933. In quell'anno, com'e' noto, molti tedeschi
votarono in libere elezioni per il partito nazista e il presidente Hindenburg,
che era stato eletto altrettanto liberamente nel 1932, investi democraticamente
Adolf Hitler delle funzioni di capo del governo. Subito dopo i predecessori
politici degli attuali partiti dominanti, con l'eccezione della SPD, votarono
i pieni poteri, dando a Hitler poteri assoluti dittatoriali. Solo i comunisti
prima di quelle elezioni avevano detto: "chi vota Hindenburg vota Hitler,
chi vota Hitler vota per la guerra". Al momento del voto per i pieni poteri
i deputati comunisti erano gia' stati allontanati dal Reichstag, molti comunisti
erano stati arrestati o vivevano in clandestinita'. Gia' allora la messa fuori
legge dei comunisti fu il segnale della fine della democrazia in Germania.
Non appena Hitler fu messo a capo del governo, la Germania conobbe il suo primo
miracolo economico. La disoccupazione era vinta; i titoli Volkswagen andavano
bene e l'animo ardente del popolo portava a scacciare e assassinare gli ebrei.
Il popolo tedesco in maggioranza era felice e contento.
Quando scoppio' la seconda guerra mondiale e le fanfare annunciavano le guerre
lampo contro Polonia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Francia,
Jugoslavia, Grecia, l'entusiasmo non conobbe piu' confini. I cuori di quasi
tutti i tedeschi battevano all'unisono con il loro cancelliere, il piu' grande
duce di tutti i tempi. Nessuno immaginava che l'impero millenario sarebbe durato
solo 12 anni.
Quando nel 1945 tutto fu ridotto in macerie, la Germania non si trovo' padrona
del mondo, come prediceva una ben nota canzone nazista, ma totalmente dominata
dagli alleati. La Germania fu divisa in quattro zone. Non c'era assolutamente
liberta' di trasferirsi da una zona all'altra. Nemmeno per gli emigrati tedeschi
che, come Gerhart Eisler, volevano ritornare in Germania dagli USA.
Negli USA c'erano piani (per esempio il piano Morgenthau) che prevedevano la
divisione perpetua della Germania in vari stati. Proprio in risposta a questi
piani Stalin pronuncio' le famose parole: «Gli Hitler vengono e
vanno, il popolo tedesco e lo Stato tedesco rimangono». Ma l'unita'
della Germania, che a quel tempo l'URSS voleva fosse mantenuta, non si realizzo'.
Per effetto della guerra fredda proclamata dagli USA nel 1947, la Germania &endash;
con l'accorpamento di due e poi di tre zone, con la riforma monetaria, infine
con la costituzione nel maggio 1949 della RFT &endash; fu divisa per un
lungo periodo in due parti. Come si vede dalla successione temporale, questa
divisione non fu opera dei comunisti, ma degli alleati occidentali e di Konrad
Adenauer. La costituzione della RDT segui' in un secondo tempo e fu la conseguenza
logica della costituzione della RFT. Ormai si erano formati due diversi Stati
tedeschi. Ma la RFT non aveva nessuna intenzione di riconoscere la RDT e stabilire
con essa rapporti pacifici. La RFT pretendeva anzi di essere l'unica rappresentante
di tutta la Germania e di tutti i tedeschi. Con l'aiuto degli alleati proclamo'
un embargo economico e cerco' per quella via di isolare la RDT economicamente
e politicamente. Una politica di aggressione senza guerra: cosi' si puo' definire
la linea seguita dalla RFT nei confronti della RDT. Questa fu la forma che la
guerra fredda assunse sul suolo tedesco.
Fu questa politica che porto' al muro.
Dopo l'ingresso della RFT nella NATO, la RDT aderi' al Patto di Varsavia. I
due Stati tedeschi si fronteggiarono cosi' come Stati membri di alleanze militari
ostili.
La RFT era piu' forte della RDT sotto diversi aspetti: per numero di abitanti,
potenza economica, legami politici ed economici. Grazie al piano Marshall e
al pagamento di minori riparazioni dovette inoltre sopportare le conseguenze
della guerra in misura ridotta. La RFT disponeva di maggiori ricchezze naturali
e di un territorio piu' ampio. Essa sfrutto' questa molteplice superiorita'
in tutti i modi, ma soprattutto promettendo ai cittadini della RDT vantaggi
materiali se abbandonavano il loro paese. Molti cittadini della RDT non resistettero
a questa tentazione e fecero quello che i politici della RFT si aspettavano
che facessero: "votarono con i piedi". Il successo economico esercito'
un'attrazione fatale sui tedeschi dopo il 1945 non meno di quanto era accaduto
dopo il 1933.
La RDT e gli Stati alleati del Patto di Varsavia vennero a trovarsi in una situazione
difficile. La politica del roll back sembrava coronata da successo in Germania.
La NATO si accingeva ad estendere la sua area di influenza fino all'Oder.
Questa politica produsse nel 1961 una situazione di tensione in Germania che
metteva in pericolo la pace mondiale. L'umanita' si trovo' sull'orlo di una
guerra atomica. Questa era la situazione quando gli Stati del Patto di Varsavia
decisero la costruzione del muro. Nessuno prese quella decisione a cuor leggero.
Perche' divideva le famiglie, ma anche perche' era il segno di una debolezza
politica ed economica del Patto di Varsavia rispetto alla NATO che poteva essere
compensata solo con mezzi militari.
Politici eminenti fuori della Germania, ma anche nella RFT, riconobbero dopo
il 1961 che la costruzione del muro aveva diminuito la tensione nel mondo.
Franz Josef Strauss scrisse nelle sue memorie: "Con la costruzione del
muro la crisi, in modo certo non positivo per i tedeschi, poteva pero' dirsi
non solo sotto controllo ma effettivamente chiusa"' (pag. 390). In precedenza
Strauss aveva parlato dei piani di bombardamento atomico del territorio della
RDT (pag. 388).
Io credo che non ci sarebbero stati ne' il Trattato Fondamentale [trattato che
regolava i rapporti tra le due Germanie concluso nel dicembre 1972, N.d.T.],
ne' Helsinki, ne l'unita' della Germania se in quel momento non fosse stato
costruito il muro o se esso fosse stato abbattuto prima della fine della guerra
fredda. Penso percio' che approvando la costruzione del muro e mantenendo poi
quella posizione ne' io ne' i miei compagni ci siamo macchiati di alcuna colpa,
non solo dal punto di vista del diritto, ma neanche da un punto di vista morale
e politico.
Rispetto alla storia della Germania e' certo solo una nota marginale, ma e'
il caso di notare che adesso molti tedeschi sia dell'ovest che dell'est vedrebbero
volentieri una riedizione del muro.
Ma ci si deve anche chiedere che cosa sarebbe successo se avessimo agito come
l'accusa da' per scontato che avremmo dovuto fare. Cioe' se non avessimo eretto
il muro, se avessimo consentito a chiunque di lasciare la RDT, segnando cosi'i'
spontaneamente la resa della RDT gia' nel 1961. Non c'e' bisogno di particolare
fantasia per capire quali effetti avrebbe prodotto una politica siffatta. Basta
considerare quel che e' successo nel 1956 in Ungheria e nel 1968 nella Repubblica
Socialista Cecoslovacca. Le truppe sovietiche, che tra l'altro erano gia' presenti,
sarebbero intervenute anche nella RDT nel 1961, esattamente come avevano fatto
negli altri paesi. Anche in Polonia Jaruzelski proclamo' lo stato di emergenza
nel 1981 per impedire un intervento di quel tipo.
L'acutizzazione della crisi che avremmo provocato se ci fossimo attenuti al
modello che l'accusa ritiene essere l'unico politicamente, moralmente e giuridicamente
fondato avrebbe comportato il rischio di una terza guerra mondiale. Noi non
abbiamo voluto e non potevamo correre questo rischio. Se questo per voi e' un
crimine pronuncerete voi stessi la vostra condanna di fronte alla storia con
la vostra sentenza. Ma questo importerebbe poco. Quel che piu' importa e' che
la vostra sentenza costituira' un segnale per riproporre le vecchie contrapposizioni
anziche' ricucirle. In presenza del pericolo di un collasso ecologico del mondo,
voi riproponete la vecchia strategia di classe degli anni '30 e la politica
di potenza tipica della Germania fin dai tempi del cancelliere di ferro.
Se ci condannerete per le nostre decisioni politiche del 1961&endash;e io
penso che lo farete &endash; la vostra sentenza sara' non solo priva di
ogni fondamento giuridico, non solo emessa da un tribunale di parte, ma anche
una sentenza che ignora totalmente consuetudini politiche e comportamenti di
quegli stessi paesi che godono del vostro massimo rispetto come Stati di diritto.
In questo contesto non voglio certo, ne' potrei elencare tutti i casi in cui
negli ultimi 28 anni sono state prese decisioni politiche che hanno avuto un
costo di vite umane, perche' non voglio abusare del vostro tempo e della vostra
sensibilita'. E nemmeno potrei ricordarmeli tutti. Ne voglio menzionare soltanto
alcuni:
Nel 1963 l'allora presidente degli Stati Uniti Kennedy decise di inviare truppe
nel Vietnam per prendere il posto dei francesi sconfitti e far la guerra fino
al 1975 contro i vietnamiti che combattevano per la loro liberta', indipendenza
e autodeterminazione. Questa decisione del presidente degli USA, che comportava
una violazione eclatante dei diritti dell'uomo e del diritto internazionale,
non ha mai ricevuto la minima critica da parte del governo della RFT. I presidenti
degli USA Kennedy, Johnson e Nixon non sono mai stati portati davanti a un tribunale
e il loro onore non ha subito la minima macchia, almeno non per quella guerra.
E in questo caso ne' i soldati americani ne quelli vietnamiti hanno potuto decidere
liberamente se correre o meno il rischio di morire per una guerra ingiusta.
Nel 1981 l'Inghilterra fece intervenire le sue truppe contro l'Argentina per
mantenere le isole Falkland come colonia per l'impero. La "lady di ferro"
si assicuro' in quel modo una vittoria elettorale e la sua immagine non ne fu
minimamente offuscata, neanche dopo la fine delle sue fortune elettorali. Nessuno
penso' di accusarla di omicidio.
Nel 1983 il presidente Reagan ordino' alle sue truppe di occupare Grenada. Non
ce' persona che goda di maggior rispetto in Germania di questo presidente americano.
Evidentemente le vittime di questa impresa era giusto che fossero ammazzate.
Nel 1986 Reagan fece bombardare in un'azione punitiva le citta' di Tripoli e
Bengasi, senza chiedersi se le sue bombe avrebbero colpito colpevoli o innocenti.
Nel 1989 il presidente Bush ordino' di portare via da Panama con la forza delle
armi il generale Noriega. Migliaia di panamensi innocenti furono uccisi. Ma
per il presidente americano cio' non ha comportato la minima macchia, figurarsi
un'accusa di omicidio.
L'elenco potrebbe continuare a piacere. Anche solo menzionare la condotta inglese
in Irlanda potrebbe sembrare ineducato.
Sugli effetti che le armi della Repubblica Federale Tedesca producono tra i
curdi della Turchia o tra i neri del Sudafrica si pongono interrogativi retorici,
ma nessuno fa la conta dei morti e nessuno chiama per nome i colpevoli.
Parlo solo di paesi che vengono considerati modelli di stato di diritto e ricordo
solo alcune delle loro scelte politiche. Ognuno puo' agevolmente fare un confronto
tra queste scelte e quella di erigere un muro al confine tra Patto di Varsavia
e NATO.
Ma voi direte che non potete ne' dovete decidere in merito alle azioni di altri
paesi e che tutto questo non vi riguarda. Io non credo pero' che si possa dare
un giudizio storico della RDT senza analizzare quel che e' accaduto in altri
paesi nel periodo in cui la RDT e' esistita a motivo della contrapposizione
tra i due blocchi. Credo anche che le azioni politiche possano essere giudicate
soltanto nel loro contesto. Se voi chiudete gli occhi su quel che e' successo
nel mondo fuori dalla Germania dal 1961 al 1989 non potete pronunciare una sentenza
giusta.
Ma anche se vi limitate alla Germania, mettendo a confronto le scelte politiche
dei due Stati tedeschi, un bilancio onesto e obiettivo non puo' che andare a
vantaggio della RDT. Chi nega al proprio popolo il diritto al lavoro o il diritto
alla casa, come avviene nella RFT, mette in conto che molti si sentano negare
il diritto all'esistenza e non vedano altra soluzione che togliersi la vita.
La disoccupazione, la condizione dei senza tetto, l'abuso di droghe, i crimini
per procurarsi la droga e la criminalita' in genere sono frutto della scelta
politica dell'economia di mercato. Anche scelte apparentemente cosi neutre dal
punto di vista politico come i limiti di velocita' sulle autostrade, sono il
prodotto di un assetto statale in cui sono determinanti non i politici liberamente
eletti ma i padroni che non sono stati eletti da nessuno. Se il dipartimento
per i reati commessi nell'esercizio del potere presso la Corte suprema si curasse
per una volta di questi aspetti, presto avrei nuovamente la possibilita' di
stringere la mano ai rappresentanti della Repubblica Federale Tedesca. Questa
volta pero' a Moabit. Ma questo naturalmente non accadra' perche' alle vittime
dell'economia di mercato era giusto che si togliesse la vita.
Non sono io la persona che possa fare un bilancio della storia della RDT. Il
momento di farlo non e' ancora venuto. Il bilancio sara' tratto in futuro e
da altri.
Io ho speso la mia esistenza per la RDT. Dal maggio 1971 soprattutto ho avuto
una responsabilita' rilevante per la sua storia. Io sono percio' parte in causa
e oltre a cio' indebolito per l'eta' e la malattia. E tuttavia, giunto alla
fine della mia vita, ho la certezza che la RDT non e' stata costituita invano.
Essa ha rappresentato un segno che il socialismo e' possibile e che e' migliore
del capitalismo. Si e' trattato di un esperimento che e' fallito. Ma per un
esperimento fallito l'umanita' non ha mai abbandonato la ricerca di nuove conoscenze
e nuove vie. Bisognera' ora analizzare le ragioni per cui l'esperimento e' fallito.
Sicuramente cio' e' accaduto anche perche' noi &endash; voglio dire i responsabili
in tutti i paesi socialisti europei &endash; abbiamo commesso errori che
potevano essere evitati. Sicuramente e' fallito in Germania tra l'altro anche
perche' i cittadini della RDT, come altri tedeschi prima di loro, hanno compiuto
una scelta sbagliata e perche' i nostri avversari erano ancora troppo potenti.
Le esperienze storiche della RDT, insieme a quelle degli altri paesi ex socialisti,
saranno utili a milioni di uomini nei paesi socialisti ancora esistenti e serviranno
al mondo futuro. Chi si e' impegnato con i! proprio lavoro e con la propria
vita per la RDT non ha vissuto invano. Un numero sempre maggiore di persone
dell'est si renderanno conto che le condizioni di vita della RDT li avevano
deformati assai meno di quanto la gente dell'ovest non sia deformata dall'economia
di mercato e che nei nidi, negli asili e nelle scuole i bambini della RDT crescevano
piu' spensierati, piu' felici, piu' istruiti, piu' liberi dei bambini delle
strade e delle piazze dominate dalla violenza della RFT. I malati si renderanno
conto che nel sistema sanitario della RDT, nonostante le arretratezze tecniche,
erano dei pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti
comprenderanno che la censura, vera o presunta, della RDT non poteva recare
all'arte i danni prodotti dalla censura del mercato. I cittadini constateranno
che anche sommando la burocrazia della RDT e la caccia alle merci scarse non
c'era bisogno che sacrificassero tutto il tempo libero che devono sacrificare
ora alla burocrazia della RFT. Gli operai e i contadini si renderanno conto
che la RFT e' lo Stato degli imprenditori (cioe' dei capitalisti) e che non
a caso la RDT si chiamava Stato degli operai e dei contadini. Le donne daranno
maggior valore, nella nuova situazione, alla parita' e al diritto di decidere
sul proprio corpo di cui godevano nella RDT.
Dopo aver conosciuto da vicino le leggi e il diritto della RFT molti diranno,
con la signora Bohley, a cui i comunisti non piacciono: «Abbiamo
chiesto giustizia. Ci hanno dato un altro Stato». Molti capiranno
anche che la liberta' di scegliere tra CDU/CSU, SPD e FDP e' solo una liberta'
apparente. Si renderanno conto che nella vita di tutti i giorni, specialmente
sul posto di lavoro, avevano assai piu' liberta' nella RDT di quante ne abbiano
ora. Infine la protezione e la sicurezza che la piccola RDT, cosi' povera rispetto
alla RFT, garantiva ai suoi cittadini non saranno piu' minimizzate come cose
ovvie, perche' la realta' quotidiana del capitalismo si incarichera' adesso
di far capire a tutti quanto fossero preziose.
Il bilancio della storia quarantennale della RDT e' diverso da quello che ci
viene presentato dai politici e dai mass media. Col passar del tempo questo
sara' sempre piu' evidente.
Vorreste trasformare il processo contro di noi, membri del Consiglio Nazionale
della Difesa della RDT, in un processo di Norimberga contro i comunisti. Ma
questo tentativo e' condannato al fallimento. Nella RDT non c'erano campi di
concentramento, non c'erano camere a gas, sentenze politiche di morte, tribunali
speciali, non c'erano Gestapo ne' SS. La RDT non ha fatto guerre e non ha commesso
crimini di guerra contro l'umanita'. La RDT e' stata un paese coerentemente
antifascista che godeva di altissimo prestigio internazionale per il suo impegno
in favore della pace.
Il processo contro di noi "pezzi grossi" della RDT deve servire di
risposta a quanti dicono «se la prendono con i pesci piccoli, i
grossi invece li lasciano scappare». La nostra condanna servirebbe
dunque ad eliminare ogni ostacolo per poter perseguitare anche i "pesci
piccoli". Finora comunque non e' che si siano trattenuti piu' di tanto
dal farlo.
II processo serve a costruire la base per bollare la RDT come Stato ingiusto
e illegale. Uno Stato governato da "criminali" e "omicidi"
del nostro calibro non puo' che essere illegale e ingiusto. Chi stava in stretto
rapporto con questo Stato, chi ne era cittadino cosciente dei propri doveri
deve essere marcato con il segno di Caino. Uno Stato contrario al diritto non
puo' esser retto e governato che da "organizzazioni criminali" come
il Ministero per la Sicurezza e la SED. Si invocano colpe e condanne collettive
in luogo di responsabilita' individuali perche' cosi' si puo' mascherare la
mancanza di prove dei crimini attribuiti. Ci sono pastori e parroci della RDT
che vengono dati in pasto a una nuova inquisizione, una moderna caccia alle
streghe. Milioni di persone vengono cosi' emarginati e banditi dalla societa'.
Molti si vedono ridurre fino all'estremo le possibilita' di esistenza. Basta
essere registrati come "collaboratori informali" per essere condannati
alla morte civile. Il giornalista autore delle denuncie riceve elogi e laute
ricompense. Delle sue vittime nessuno si cura. Il numero dei suicidi e' un tabu'.
E tutto cio' ad opera di un governo che si vuole cristiano e liberale e con
la tolleranza o addirittura l'appoggio di un'opposizione che non merita questo
nome piu' di quanto meriti la qualifica "sociale". Il tutto con il
marchio di qualita' dello Stato di diritto che si sono autoattribuiti.
Questo processo rivela tutta la sua dimensione politica anche come processo
agli antifascisti. Nel momento in cui la marmaglia neonazista impazza impunita
per le strade e gli stranieri sono perseguitati e assassinati come a Mölln,
ecco che lo stato di diritto mostra tutta la sua forza arrestando gli ebrei
che protestano e perseguendo i comunisti. Per far questo non si lamentano carenze
di funzionari e di fondi. Sono cose queste che abbiamo gia' visto in passato.
Questo processo, se ne vogliamo riassumere i contenuti politici, si pone in
continuita' con la guerra fredda e nega la nuova mentalita'. Esso svela il vero
carattere politico di questa Repubblica Federale. L'accusa, gli ordini di cattura
e la sentenza del tribunale sull'ammissibilita' dell'accusa portano l'impronta
dello spinto della guerra fredda. Le sentenze si rifanno a precedenti del 1964.
Da allora il mondo e' cambiato, ma la giustizia tedesca imbastisce processi
politici come al tempo di Guglielmo II. Ha superato ormai la momentanea "debolezza"
politica liberale che l'aveva colpita dopo il 1968 e adesso ha recuperato la
splendida forma anticomunista di un tempo.
Di noi si dice che siamo dei dinosauri incapaci di rinnovarci. Questo processo
fa vedere dove stanno in realta' i dinosauri e chi e' incapace di rinnovarsi.
Verso l'esterno si fa mostra di grande flessibilita'. A Gorbaciov viene attribuita
la cittadinanza onoraria di Berlino e magnanimamente gli si perdona di aver
elogiato i cosiddetti tiratori del muro iscrivendo il proprio nome nel loro
registro d'onore. All'interno invece ci si mostra «duri come l'acciaio
di Krupp» e il vecchio alleato di Gorbaciov viene messo sotto processo.
Gorbaciov e io siamo stati entrambi esponenti del movimento comunista internazionale.
e' noto che su alcuni punti essenziali avevamo opinioni divergenti. In quella
fase pero' io pensavo che gli elementi di divergenza fossero meno rilevanti
di quello che avevamo in comune. Il cancelliere federale non mi ha paragonato
a Goebbels, come ha fatto con altri, ne glielo avrei mai perdonato. Ne' per
il cancelliere ne' per Gorbaciov il processo contro di me costituisce un ostacolo
alla loro stretta amicizia. Anche questo e' significativo.
Le mie considerazioni terminano qui. Fate dunque quello che non potete fare
a meno di fare.