Biblioteca Multimediale Marxista
(Nota su L’Ordine Nuovo 20.03.1920)
[tratto da A. Gramsci, Opere di ..., Ordine Nuovo, 1919-1920, Einaudi, 1975, Torino, pp.475-476]
Un compagno, bolognese che dichiara di non essere massone né figlio di massone, un compagno bolognese, che pur non essendo massone né figlio di massone partecipa tuttavia della mentalità massonica poiché con la leggerezza intellettuale propria dei massoni giudica le «opinioni» degli scrittori dell'«Ordine Nuovo» dai brani che legge riprodotti nella rubrica «Opinioni» del «Resto del Carlino» - si è seriamente scandalizzato leggendo che dall'«Ordine Nuovo» è stata pubblicata questa «opinione»: «se un frate, un prete, una monaca esplicano un lavoro qualunque di sociale utilità, sono cioè lavoratori, hanno diritto di essere trattati come gli altri lavoratori». Il compagno bolognese che non è massone, che è massimalista, che aderisce non solo per via di tessera del Partito, ma per via di coscienza rivoluzionaria, alla Internazionale comunista e ha fatto propria la parola d'ordine: «Abbasso il Parlamento, viva il potere dei Soviet! Abbasso il suffragio universale, viva la dittatura proletaria!», crede sia «il caso di domandare ai compagni dell'"Ordine Nuovo" se, scrivendo come scrivono non diano agio a sospettare che... si tratti dell'ordine nuovo dei preti dei frati e delle monache socialisti».
I compagni dell'«Ordine Nuovo» non si offendono per nulla, non si adombrano neppure per il fatto che un tal sospetto possa nascere. Essi invece rispondono alla domanda con queste altre domande: - L'on. Dugoni è contrario al potere dei Soviet in Italia, perché ha una paura tremenda che a Bergamo il Soviet cada in mano, ai preti, ai frati e alle monache. Il compagno bolognese è d'accordo con l'on. Dugoni? E se non è d'accordo, quale azione pensa debba svolgere il potere dei Soviet italiani nei confronti di Bergamo, se la classe operaia di Bergamo sceglie, come suoi rappresentanti preti, frati, monache? Bisognerà mettere a ferro e a fuoco, Bergamo? Bisognerà estirpare dal suolo italiano la razza degli operai e contadini che politicamente seguono la bandiera del Partito popolare nella sua ala di sinistra? Gli operai comunisti, non contenti di dover lottare contro, lo sfacelo economico, che il capitalismo lascerà in eredità allo Stato operaio, non contenti di dovere lottare contro, la reazione borghese, dovranno anche suscitare in Italia una guerra religiosa accanto alla guerra civile? Anche se una parte dei cattolici, dei preti, dei frati, delle monache accetteranno il potere dei Soviet, domandando solo la libertà del culto?
La questione è molto importante, e meriterebbe di essere trattata diffusamente e profondamente. Il Partito socialista, come partito di maggioranza della classe lavoratrice, come partito di governo del futuro Stato operaio italiano, dovrebbe avere una «opinione» in proposito e dovrebbe divulgarla fra le masse proletarie che seguono politicamente i clericali. In Italia, a Roma, c'è il Vaticano, c'è il Papa: lo Stato liberale ha dovuto trovare un sistema di equilibrio con la potenza spirituale della Chiesa: lo Stato operaio dovrà anch'esso trovare un sistema di equilibrio. Il compagno bolognese, che non è un massone né figlio di massone, con la leggerezza propria della mentalità massonica, a un tentativo dell'«Ordine Nuovo» di impostare il problema risponde col... sospettare che si tratti dell'ordine nuovo dei preti ecc. E così crede di aver dato prova di sensibilità... massimalista, e di essere all'altezza dei tempi rivoluzionari.
(Non firmato, «L'Ordine Nuovo», 20 marzo 1920,
1, n. 41)