Biblioteca Multimediale Marxista
(Avanti! ediz. piemontese 17 novembre 1919, anno 23 n. 318).
L'Italia è entrata in guerra per la volontà pervicace di un pugno di facinorosi e di avventurieri. Ma costoro non sono stati che l'espressione vivente di una situazione storica generale. L'Italia era attanagliata dalla necessità capitalistica europea: la sua vita era una vita di riflesso, in economia e in politica. I partiti politici non nascevano da condizioni inerenti alla struttura dell'apparato di produzione industriale e agricola della nazione. I partiti politici nascevano piuttosto dalla necessità di sistemare la posizione dell'Italia nell'internazionale capitalista e la loro azione era rivolta a costringere l'apparato nazionale di produzione nella forma imposta dagli imperialismi economici stranieri. Da queste condizioni morbose di vita economico-politica è stata determinata la fortuna del pugno di facinorosi e di avventurieri che precipitò l'Italia in guerra.
Durante la guerra si è verificata, nel corpo sociale della popolazione italiana, una serie di fenomeni di una gravità e una portata storica eccezionali. Le forze politiche organizzate, che dominavano e imprimevano una forma alla società italiana, hanno subito un processo di disintegrazione totale, hanno perduto ogni contatto gerarchico con le masse. E le masse sono entrate in movimento. Premute, tiranneggiate, sfruttate, affamate dalla implacabile macchina delle Stato borghese, le masse hanno acquistato un senso e una direzione. L'individualismo animalesco, proprio delle popolazioni arretrate e senza cultura, è morto. Gli uomini si sono aggruppati, l'umanità italiana è diventata società, finalmente. Ma qual è il senso e la direzione delle masse? È un solo senso e una sola direzione cosciente in tutto il corpo sociale, o è solo ancora una molteplicità di movimenti incomposti di chi cerca se stesso, di chi sente la propria inorganicità e cerca diventare un organismo unitario, una compattezza, una disciplina? Ecco uno dei risultati che i socialisti attendono dalle elezioni, e non dei meno importanti. Ed ecco perché i socialisti consapevoli del processo di sviluppo della rivoluzione hanno voluto che il Partito partecipasse attivamente alle elezioni. Una delle condizioni di trionfo della rivoluzione è l'organicità unitaria e accentrata della psicologia popolare, è quindi l'esistenza della società umana con una sua configurazione reale e precisa. Era necessario un avvenimento prerivoluzionario che facesse convergere simultaneamente l'attenzione delle folle sugli stessi problemi e sulle soluzioni che di questi problemi propongono le varie correnti politiche. Era necessario che la classe dirigente da una parte e le moltitudini dall'altra fossero costrette ad assumere una fisionomia, a uscire dall'indistinto generico e tumultuoso prodotto della guerra, a distinguersi, a differenziarsi in tendenze e in correnti unitarie.
Le elezioni daranno una prima risposta a queste attese. Da questo punto di vista esse hanno una importanza storica di prim'ordine, esse segnano una svolta decisiva nella vita del popolo italiano, perché riveleranno all'uomo politico il senso e la direzione delle masse e perché reagiranno sulle masse stesse, dande loro consapevolezza unitaria del loro essere e del movimento d'insieme.
La rivoluzione uscirà indubbiamente rinforzata dalle elezioni. Questo risultato è interdipendente col primo. Il Partito socialista si rivelerà l'unico partite storico panitaliano. La guerra ha livellato l'Italia; ha sottoposto tutta la popolazione italiana allo stesso sfruttamento iniquo e spietato. Il socialismo è invocato da tutte le masse italiane come il salvatore, come il liberatore. Si può affermare che la stragrande maggioranza dei deputati saranno stati eletti in quanto avranno detto di essere socialisti anche loro, anzi di essere i "veri" socialisti, i socialisti "migliori". Cattolici, riformisti, ex combattenti, democratici, tutta la ventraia degli aspiranti a direttori politici e spirituali della nazione, hanno cercato di conformarsi a questa incoercibile aspirazione delle masse, hanno promesso, hanno millantato, hanno esagerato; tutti questi avventurieri, tutte queste mosche cocchiere del carrozzone capitalistico, hanno abusato delle condizioni arretrate di cultura delle masse italiane, dell'assenza di spirito critico, del facile entusiasmo che suscitano ancora l'enfasi e la fraseologia demagogica.
L'opera del Partito socialista italiano sarà nettamente tracciata dal risultato delle elezioni. Bisogna legare con vincoli più stretti e più forti le masse al Partito. Bisogna diffondere sempre più la convinzione rivoluzionaria che i proletari stessi possono e devono essere gli artefici della loro emancipazione. Bisogna distruggere implacabilmente i residui di cretinismo parlamentare, le illusioni riformistiche e opportunistiche. Bisogna dire incessantemente la verità, mettere le masse dinanzi al crudo ed atroce sogghigno della morte che le attende se non si organizzano, se non si uniscono materialmente e spiritualmente per esprimere dalla loro più intima e originale ragione di essere nella storia, il lavoro, l'impalcatura organica dello Stato degli operai e contadini, nel quale stringersi e disciplinarsi ferreamente per eliminare lo sfruttamento capitalista, per ristorare l'ordine nella società dissoluta e imbarbarita dalla guerra imperialista.