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FONDAMENTALI
I° SUL M A R X I S M 0 ‑
L E N I N I S M 0 - M A 0 I S M 0
L'ideologia del proletariato internazionale, nel crogiolo
della lotta di classe, sorse come marxismo, divenendo marxismo‑leninismo
e, successivamente, marxismo‑leninismo‑maoismo. Così l'onnipotente
ideologia scientifica del proletariato, onnipotente perché è veritiera, ha tre
tappe: 1) marxismo, 2) leninismo, 3) maoismo; tre tappe, momenti o pietre
miliari del suo processo dialettico di sviluppo; di una stessa unità che in 140
anni, a partire dal "Manifesto", nella più eroica epopea della lotta
di classe, in concrete e produttive lotte di due linee negli stessi partiti
comunisti e nell'immenso lavoro di titani del pensiero e dell'azione, che
solamente la classe poteva generare facendo emergere tre luminari
immarcescibili: Marx, Lenin, Mao Tzetung, per mezzo di grandi salti, di cui tre
grandiosi, ci ha armato con l'invincibile marxismo‑leninismo‑maoismo,
principalmente il maoismo di oggi.
Senza dubbio, mentre il marxismo‑leninismo ha
raggiunto il riconoscimento della sua validità universale, il maoismo non è
riconosciuto pienamente come terza tappa, poiché mentre alcuni negano
semplicemente la sua condizione di essere tale, altri arrivano solamente ad
accettarlo come "Mao Tzetug pensiero". E, in essenza, in entrambi i
casi, con le ovvie differenze che hanno tra di loro, negano lo sviluppo
generale del marxismo fatto dal Presidente Mao Tzetung; non riconoscere il suo
carattere di "ismo" del Maoismo, vuol di relegare la sua validità
universale e di conseguenza, la sua condizione di terza, nuova e superiore tappa
dell'ideologia del proletariato internazionale: il marxismo‑leninismo
maoismo, principalmente il maoismo che elaboriamo, difendiamo ed applichiamo.
Come I N T R 0 D U Z I 0 N E per comprendere meglio il
maoismo e la necessità di lottare per questo, ricordiamo Lenin. Ci insegnò che
nella misura in cui la rivoluzione si addentrava verso est essa esprimeva
condizioni specifiche che, se anche non negavano leggi o principi, erano nuove
situazioni che il marxismo non poteva ignorare a pena di esporre la rivoluzione
all'insuccesso. E che, nonostante le grida che in particolare l'intellettualità
boriosa del liberalismo, falsamente marxista, pedante e libresca, sollevasse contro
il nuovo, l'unica cosa giusta e corretta è applicare il marxismo alla realtà
concreta e risolvere le nuove situazioni e i problemi che ogni rivoluzione
necessariamente affronta e risolve, od anche di fronte allo spavento e alle
farisaiche "difese dell'ideologia della classe e del popolo" che
proclamano i revisionisti gli opportunisti e i rinnegati, o ai furibondi e
ciechi attacchi degli accademici e "pennivendoli" abbrutiti del
vecchio ordine e avvolti di putrida ideologia borghese, disposti a difendere la
vecchia società di cui sono parassiti. Di più, Lenin disse espressamente che la
rivoluzione in Oriente avrebbe presentato nuove e grandi sorprese per un
maggiore spavento degli adoratori del seguire unicamente i percorsi conosciuti
ed incapaci di vedere il nuovo, e, come tutti sappiamo, incaricò i compagni
orientali di risolvere i problemi che il marxismo non aveva ancora risolto.
Inoltre bisogna avere ben presente che quando il compagno
Stalin, giustamente e correttamente, espose che eravamo entrati nella tappa del
leninismo come sviluppo del marxismo, anche lui ebbe un'opposizione e quelli si
stracciarono le vesti in un'ipotetica difesa del marxismo; avere ben presente
che anche il leninismo ha avuto quelli che dissero che era applicabile unicamente
ai paesi arretrati, ma nel vivo della lotta la pratica lo ha consacrato come
grande sviluppo del marxismo e l'ideologia del proletariato ha brillato
vittoriosa davanti al mondo come
marxismo‑leninismo.
Oggi il maoismo affronta situazioni simili e, come da
sempre il nuovo ed il marxismo si sono
aperti il passo attraverso la
lotta; anche il maoismo si imporrà e sarà, riconosciuto.
Quanto al C 0 N T E S T 0 nel quale si sviluppò (l'azione
del) Presidente Mao Tzetung e si forgiò il maoismo, sul piano internazionale: (ciò avvenne) sulla base dell'imperialismo, delle guerre mondiali, del movimento
proletario internazionale, del movimento di liberazione nazionale, la lotta tra
il marxismo e il revisionismo e la restaurazione del capitalismo in URSS; tre
grandi pietre miliari storiche bisogna porre in rilievo in questo secolo:
primo, la rivoluzione di ottobre, 1917, che apre l'era della rivoluzione
proletaria mondiale, secondo, il trionfo della rivoluzione cinese, 1949, che
cambia la correlazione delle forze a favore del socialismo, e, terzo, la grande
rivoluzione culturale proletaria iniziata nel 1966, come prosecuzione della
rivoluzione sotto la dittatura del proletariato per mantenere la rotta verso il
comunismo. E' sufficiente mettere in risalto che il Presidente Mao diresse due
di queste gloriose pietre miliari della storia.
E in Cina: dove come centro della rivoluzione mondiale si
concretizzò il maoismo, dentro alla più complessa convergenza di
contraddizioni, alla più intensa e cruenta lotta di classe segnata dalle
pretese delle potenze imperialiste di spezzare e dividersi la Cina, il crollo
dell'impero Manchu (1911), il movimento antimperialista del 1919, la ribellione
dell'immensa classe contadina, i 22 anni di lotta armata della rivoluzione
democratica, la grande lotta per la costruzione e lo sviluppo del socialismo e
i 10 anni di tempesta rivoluzionaria per portare avanti la rivoluzione
culturale in mezzo alla più acuta lotta di due linee nel PCC, specialmente
contro il revisionismo, e tutto questo inserito nel panorama internazionale
descritto. E' da questo insieme di fatti storici che dobbiamo estrarne 4 di
straordinaria importanza: la fondazione del Partito Comunista Cinese, 1921; la
Rivolta della Raccolta di Autunno che inizia il percorso dalla campagna alla
città, 1927; la fondazione della Repubblica Popolare, 1949; e la Grande
Rivoluzione Culturale Proletaria, 1966‑76; in tutti questi eventi il
Presidente Mao fu protagonista e principalmente il più alto dirigente come rapa
riconosciuto delle rivoluzione cinese.
Così, della biografia del Presidente Mao Tzetung possiamo
dire che: nato il 26 dicembre 1893, aprì gli orchi in un mondo agitato dalle
fiamme della guerra; figlio di contadini aveva sette anni quando ci fu la
"Rivolta dei Boxers"; studente alla scuola per maestri, era vicino ai
18 anni quando crollò l'impero, si arruolò come soldato per poi essere grande
organizzatore di contadini e giovani a Jenan. la sua terra natale, fondatore del
Partito Comunista e dell'Esercito Risso di operai e contadini, stabilì il
percorso di accerchiare le città dalla campagna, sviluppò la guerra popolare e
con essa la teoria militare del proletariato; teorico della Nuova Democrazia
fondò la Repubblica Popolare; gestore del Grande Balzo in Avanti e promotore
dello sviluppo del socialismo; guida della lotta contro il revisionismo
contemporaneo di Krusciov e dei suoi seguaci, capo comando della Grande
Rivoluzione Culturale Proletaria. Queste sono pietre miliari che segnano una
vita dedicata completamente e pienamente alla rivoluzione. Tre giganteschi
trionfi ha il proletariato in questo secolo: due spettano al Presidente Mao e,
se uno è gloria sufficiente, due lo sono ancora di più.
Sul C 0 N T E N U T 0 del maoismo, ovviamente la
parte sostanziale dello stesso, dobbiamo indicare le seguenti questioni
basilari:
1. TEORIA. Il marxismo ha tre parti: filosofia marxista, economia politica marxista
e socialismo scientifico; è lo sviluppo in tutte e tre che genera un salto
qualitativo del marxismo nel suo insieme e come unità ad un livello superiore
implica una nuova tappa. Di conseguenza, l'essenziale è dimostrare che, il
Presidente Mao ha generato, come si può vedere nella teoria e nella pratica, un
tale grande salto qualitativo. Per necessità di esposizione vediamo ciò nei presenti
e seguenti punti.
Nella FILOSOFIA MARXISTA sviluppò la parte
essenziale della dialettica: la legge della contraddizione, fissandola come
unica legge fondamentale e, dalla sua profonda comprensione dialettica della
teoria della conoscenza il cui centro sono i due salti che conformano la sua
legge (dalla pratica alla conoscenza e da questa a quella, essendo principale
quello dalla conoscenza alla pratica), emerge che applicò magistralmente la
legge della contraddizione alla politica ed inoltre portò la filosofia alle
masse compiendo la opera che ci aveva lasciato Marx.
Nell'ECONOMIA POLITICA MARXISTA. Il Presidente Mao
applicò la dialettica per analizzare la relazione base‑sovrastruttura e,
portando avanti la lotta del marxismo‑leninismo contro la
tesi revisionista "delle forze produttive", concluse che la
sovrastruttura, la coscienza possono modificare la base e con il potere
politico sviluppare le forze produttive. E, sviluppando l'idea leninista della
politica come espressione concentrata dell'economia, stabilì che la politica
sta al posto di comando (applicabile su tutti i piani) e che il lavoro politico
è la linea essenziale del lavoro economico; il che porta ad un autentico
governo dell'economia politica e non ad una semplice politica economica.
Una questione che viene sorvolata, nonostante la sua
importanza, specialmente per coloro che affrontano le rivoluzioni democratiche,
è la tesi maoista del capitalismo burocratico, cioè del capitalismo che si
sviluppa nelle nazioni oppresse dall'imperialismo e con diversi livelli di
feudalità soggiacenti, compresi altri precedenti (modi di produzione). Questo è
un problema vitale per l'Asia, l'Africa e la America Latina poiché dalla sua
comprensione, deriva una buona direzione rivoluzionaria, soprattutto se dalla
confisca dello stesso (del capitalismo burocratico) dipende economicamente la
base per portare avanti la rivoluzione socialista come seconda tappa.
Ma la cosa principale è che il Presidente Miao Tzetung ha
sviluppato l'economia politica del socialismo. E' di somma importanza la sua
critica alla edificazione socialista in URSS; ugualmente le sue tesi sul come
sviluppare il socialismo in Cina: prendere l'agricoltura come base e
l'industria come dirigente; l'industrializzazione viene guidate dalla relazione
tra l'industria pesante, quella leggera e l'agricoltura, prendendo come centro
della costruzione economica l'industria pesante e simultaneamente prestare
piena attenzione all'industria leggera, così come alla agricoltura. E'
opportuno porre in rilievo il Grande Balzo in Avanti e le condizioni per la sua
esecuzione: uno, la linea politica che gli ha dato la rotta giusta e corretta;
due, le forme organiche piccole, medie e grandi rispettivamente da maggiore a
minore quantità; tre, un grande impulso, un gigantesco sforzo delle masse per
porle in marcia e condurle al successo; balzo in avanti i cui risultati si
apprezzano di più per il processo messo in movimento e per la sua prospettiva
storica che per i suoi risultati immediati; e (si apprezza) il suo legame con
la cooperativizzazione agricola e con le comuni popolari. Ed infine tenere in
grande considerazione i suoi insegnamenti sulla oggettività e la soggettività
nella comprensione e nel governo delle leggi dei socialismo; che i pochi decenni di socialismo non hanno
permesso di vedere il suo pieno sviluppo e quindi (di avere) la migliore
conoscenza delle sue leggi e delle sue specificità; e principalmente la
relazione tra rivoluzione e processo economico, sintetizzata nel
"impegnarsi nella rivoluzione e promuovere la produzione". Senza
dubbio, nonostante la sua fondamentale importanza, si parla poco di questo
sviluppo dell'economia politica marxista.
Nel SOCIALISMO SCIENTIFICO il Presidente Mao
sviluppò la teoria delle classi analizzandola sui piani: economico, politico e
ideologico; la violenza rivoluzionala come legge universale senza alcuna
eccezione; la rivoluzione come sostituzione violenta di una classe da parte
dell'altra; fissò la sua grande tesi " Il potere nasce dal fucile" e
risolse il problema della conquista del Potere nelle nazioni oppresse
attraverso il percorso di accerchiare le città dalla compagna, stabilendo le
sue leggi generali. Definì brillantemente, sviluppandola, la teoria della lotta
di classe nel socialismo e che al suo interno continua la lotta antagonista tra
proletariato e borghesia, tra il percorso socialista e quello capitalista e tra
socialismo e capitalismo; che nel concreto non era definito chi avrebbe vinto
chi, problema la cui soluzione avrebbe richiesto tempo; lo sviluppo del
processo di restaurazione e controrestaurazione attraverso il quale il
proletariato si consolidi definitivamente al potere per mezzo della dittatura
del proletariato; ed infine e principalmente la grandiosa soluzione, di grandi
conseguenze storiche, della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria come
continuazione della rivoluzione socialista sotto la dittatura del proletariato.
Queste questioni basilari, enunciate quasi in maniera
semplice, ma conosciute ed innegabili, mostrano lo sviluppo delle parti integranti
del marxismo fatto dal Presidente e l'evidente elevazione del marxismo‑leninismo
ad una nuova, terza e superiore tappa: il marxismo‑leninismo‑maoismo,
principalmente il maoismo.
Proseguendo in questo sguardo sintetico, vediamo altri
punti specifici che, se anche derivano da quanto sopra esposto, debbono essere
considerati, sebbene a mo di elenco, e per lo meno posti in risalto per
richiamare l'attenzione su di loro.
2. LA NUOVA DEMOCRAZIA.
Prima di tutto è uno sviluppo della teoria marxista dello Stato la fissazione
dei tre tipi di dittatura: 1) della borghesia, nelle vecchie democrazie
borghesi come gli Stati Uniti, tipo al quale è assimilabile la dittatura
esistente nelle nazioni oppresse, come quelle latinoamericane; 2) la dittatura
del proletariato come in Unione Sovietica o in Cina prima dell'usurpazîone del
potere da parte dei revisionisti; 3) la Nuova Democrazia come dittatura
congiunta basata sull'alleanza operaio‑contadina, diretta dal proletariato guidato
dal Partito Comunista, ciò che in Cina si plasmò durante la sua rivoluzione
democratica e in Perù si concretizza oggi nei Comitati Po Popolari, nelle Basi
di appoggio e nella Repubblica Popolare di Nuova Democrazia in organizzazione.
E' fondamentale porre in rilievo, dentro a questo sviluppo della teoria dello
Stato, la differenziazione chiave tra sistema di Stato come dittatura della
classe o delle classi che esercitano il Potere, che è principale, e sistema di
governo inteso come l'organizzazione per l'esercizio del Potere.
Da un altro lato, la Nuova Democrazia, uno degli
straordinari sviluppi del Presidente Mao, ci pone nel concreto, magistralmente,
la rivoluzione borghese di nuovo tipo che può essere diretta solamente dal
proletariato, in sintesi: la rivoluzione democratica nella nuova era della
rivoluzione proletaria mondiale all'interno della quale ci sviluppiamo.
Rivoluzione di Nuova Democrazia che implica una nuova economia, una nuova
politica ed una nuova cultura, ovviamente abbattendo il vecchio ordine ed
erigendo il nuovo con i fucili, l'unico modo di trasformare il mondo.
Infine è importante mettere in rilievo che la Nuova Democrazia come rivoluzione democratica, se pure compie. principalmente, i compiti democratici, avanza anche in maniera complementare in alcuni compiti socialisti; in questo modo si risolve a fondo il problema delle due tappe, (quella) democratica e (quella) socialista, le quali corrispondono a paesi come il nostro garantendosi, conclusa la (rivoluzione) democratica, la prosecuzione come rivoluzione socialista senza alcun intervallo, ininterrottamente.
3. I TRE STRUMENTI.
La problematica della costruzione dei tre strumenti della rivoluzione propone
al Partito la comprensione
dell' interrelazione tra
Partito, esercito e fronte unico, e il comprendere e il governare la
costruzione interrelazionata dei tre (strumenti) nel vivo della guerra, o nel
mantenimento del nuovo Stato basato sul potere del popolo armato, esprime un
giusto e corretto lavoro di direzione. La costruzione viene guidata per mezzo
del principio della giusta e corretta linea
ideologica, questo (principio)
decide tutto, ed è su questa base ideologico-politica
che si sviluppa simultaneamente la costruzione dell'organizzazione nel fuoco
della lotta tra linea proletaria e linea borghese, e nella tempesta della lotta
di classe, principalmente della guerra, come forma primaria di lotta, sia che
sia in atto, sia che sia potenziale.
Riguardo al PARTITO, il Presidente Mao parte dalla necessità del Partito Comunista, di un partito di nuovo tipo, un partito del proletariato, oggi diremmo un partito marxista‑leninista‑maoista; un partito il cui obiettivo è conquistare il Potere e difenderlo per cui è indissolubilmente legato alla guerra popolare, sia che stia per iniziarla, per svilupparla, o librarla per difendersi; un partito che trae alimento dalle masse sia attraverso la stessa guerra popolare che è guerra di massa. come pure attraverso il fronte unico che, essendo un fronte di classe, si basa sulle masse maggioritarie. Il Partito si sviluppa e cambia secondo le tappe della rivoluzione e i periodi che queste hanno; e il motore del suo sviluppo è la contraddizione concreta nel suo seno come lotta di due linee, tra la linea proletaria e la linea borghese, o non proletargia, in generale; nell'essenza è principalmente una lotta contro il revisionismo. Ciò porta all'importanza decisiva dell'ideologia nella vita di partito e allo sviluppo delle campagne di rettifica, che servono ad un maggior aggiustamento di tutto il sistema di organizzazioni di partito e della militanza alle linee ideologica e politica giuste e corrette in funzione del predominio della linea proletaria e del mantenimento della direzione del Partito nelle sue ferree mani. Il Partito serve alla instaurazione del Potere del proletariato come classe dirigente della Nuova Democrazia, ma principalmente alla instaurazione della dittatura del proletariato, al suo rafforzamento e sviluppo e, attraverso rivoluzioni culturali, conquistare la grande meta finale, il comunismo; per questo il Partito deve giungere a dirigere tutto completamente.
L'ESERCITO RIVOLUZIONARIO è di nuovo tipo, cioè un esercito per portare a termine
dei compiti politici che il Partito stabilisce in funzione degli interessi del
proletariato e del popolo; carattere che si concretizza in tre compiti:
combattere, produrre, per non essere un peso parassitario, e mobilitare le
masse. E' un esercito che si basa sulla costruzione politica a partire
dall’ideologia del proletariato, dal marxismo‑leninismo‑maoismo
(oggi), e sulla linea politica tanto generale, quanto militare che il Partito
stabilisce. E' un esercito che si basa sugli uomini e non sulle armi; un
esercito sorto dalle masse e sempre legato a queste che serve con tutto il
cuore, ciò gli permette di muoversi nel loro seno come un pesce nell'acqua.
Senza un esercito popolare il popolo non otterrà niente, dice il Presidente
Mao mentre ci insegna la necessità della direzione assoluta del Partito
sull'esercito e stabilisce il suo grande principio: il Partito comanda sul fucile
e non permetteremo mai il contrario. Oltre a stabilire esattamente i principi
e le norme della costruzione di un esercito di nuovo tipo, lo stesso Presidente
fece appello per impedire l'uso dell'esercito per la restaurazione capitalista
coll'usurpazione della direzione per mezzo di un golpe controrivoluzionario e,
sviluppando la tesi di Lenin sulla milizia popolare, portò più avanti di tutti
l'armamento generale del popolo, aprendo la strada ed indicando il percorso
verso il mare armato delle masse che ci guiderà verso l'emancipazione
definitiva del popolo e del proletariato.
E' il Presidente Mao
Tsetung colui che per la prima volta sviluppa una teoria completa sul FRONTE
UNICO e stabilisce le sue leggi. Un fronte basato sull'alleanza operaio‑contadina
come garanzia dell'egemonia del proletariato nella rivoluzione; un fronte di
classi diretto dal proletariato, rappresentato dal Partito: in sintesi un fronte
unico sotto la direzione del Partito Comunista; un fronte unico per la guerra
popolare, per la rivoluzione, per la conquista del Potere a beneficio del proletariato e del popolo. Così, nel
concreto, il fronte unico è il raggruppamento delle forze rivoluzionarie
contro le forze controrivoluzione per librare la lotta tra rivoluzione e
controrivoluzione, principalmente per mezzo della guerra popolare, in maniera
armata. Il fronte unico, come é evidette, non è uguale in ogni tappa della
rivoluzione e, di più, ha le sue specificazioni a seconda dei diversi periodi
di ogni tappa; parimenti il fronte unico in una rivoluzione concreta non è
uguale a quello a livello mondiale,
sebbene entrambi seguano le stesse leggi generali. A parte ciò, è importante
mettere in risalto la relazione fra fronte e Stato che il Presidente Mao
stabilisce, nel periodo in cui si sviluppava la guerra antigiapponese,
esponendo che il fronte unico è una forma di dittatura congiunta; problema che
merita di essere studiato specialmente da coloro che (come noi) affrontano le
rivoluzioni democratiche.
4. LA GUERRA POPOLARE è la teoria militare del
proletariato internazionale; in essa si riassume per la prima volta in forma
sistematica e completa l'esperienza teorica e pratica delle lotte, azioni
militari e guerre librate dal proletariato e la lunga esperienza della lotta
armata popolare, specialmente delle guerre contadine in Cina. E' con il
Presidente Mao che la classe riesce ad ottenere la sua teoria militare; senza
dubbio, c'è grande confusione e incomprensione su questo problema. Questa
incomprensione inizia da come viene vista la guerra popolare in Cina:
generalmente la si considera in maniera riduttiva e sprezzante come semplice
guerra di guerriglia; ciò denota il non comprendere che con il Presidente Mao
la guerra di guerriglia acquisisce carattere strategico; ma inoltre non si
comprende lo sviluppo della guerra di guerriglia (cioè) come, dalla fluidità
essenziale, sviluppa mobilità, guerra di movimento, guerra di posizione, e
incrementa grandi piani di offensiva strategica e conquista città piccole,
medie e grandi, di milioni di abitanti, combinando l'attacco dall'esterno con
l'insurrezione dall'interno. Così, in conclusione, le quattro tappe della
rivoluzione cinese e, principalmente, dalla guerra agraria alla guerra di
liberazione popolare, considerando tra le due la guerra antigiapponese,
mostrano le diverse sfaccettature e complessità della guerra rivoluzionaria
librata per più di 20 anni all'interno di una gigantesca popolazione e di una
immensa mobilitazione e partecipazione delle masse; in questa guerra ci sono
esempi di tutti i tipi e tutto ciò che è principale è stato straordinariamente studiato e
magistralmente stabilito nei suoi principi, leggi, strategie, tattiche, norme,
etc. E', dunque, in questo favoloso crogiolo e su quanto stabilito dal marxismo‑leninismo
che il Presidente Mao fissò la teoria militare del proletariato: la guerra
popolare.
Dobbiamo tenere molto in considerazione che,
successivamente, lo stesso Presidente, conoscendo l'esistenza delle bombe
atomiche, dei missili e possedendoli, sostenne e sviluppò la guerra popolare
per librarla nelle nuove condizioni di armamenti atomici e di guerra contro le
potenze e le superpotenze; in sintesi, la guerra popolare è l'arma del
proletariato e del popolo anche per affrontare le guerre atomiche.
Un problema chiave e decisivo è la comprensione della
validità universale della guerra popolare e della sua conseguente applicazione,
tenendo conto dei differenti tipi di rivoluzione e delle condizioni specifiche
di ogni rivoluzione. Sarà utile per questo problema chiave considerare che non
si sono ripetute: un'insurrezione come quella di Pietrogrado, la resistenza
antifascista e le guerriglie europee durante la seconda Guerra Mondiale, così
come le lotte armate che si li brano attualmente in Europa; e vedere che, dopo tutto,
la rivoluzione di Ottobre non fu solo un'insurrezione, ma una guerra
rivoluzionaria che durò vari anni. In conseguenza, nei paesi imperialisti la
rivoluzione si può solamente concepire come guerra rivoluzionaria e questa oggi
è semplicemente la guerra popolare.
Infine, oggi più che mai i comunisti e i rivoluzionari,
il proletariato e il popolo abbiamo bisogno di forgiarci su: "Si, siamo
partigiani della teoria dell'onnipotenza della guerra rivoluzionaria; ciò non è
male, è bene, è marxista"; il che significa essere partigiani
dell'invincibilità della guerra popolare.
5. LA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE PROLETARIA (GRCP) nella
prospettiva storica è l'aspetto più trascendentale dello sviluppo del marxismo‑leninismo
da parte del Presidente Mao; è la soluzione del grande problema pendente del la
continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato;
"rappresenta una nuova tappa, anche più profonda e più ampia nello
sviluppo della rivoluzione socialista nel nostro paese".
Quale situazione si presentai
come dice la Decisione del PCC sulla GRPC: "Sebbene abbattuta la borghesia
però cerca di valersi delle vecchie idee, cultura, abitudini, usi delle classi
sfruttatrici per corrompere le masse e conquistare la mente del popolo nel suo
sforzo per restaurare il Potere. Il proletariato deve fare esattamente il
contrario: deve somministrare colpi spietati e frontali. a tutte le sfide della
borghesia nel dominio ideologico e cambiare la fisionomia ideale della società
utilizzando le proprie nuove idee, cultura, usi e costumi. Il nostro obiettivo
attuale è schiacciare per mezzo della lotta, coloro che occupano i posti
dirigenti e seguono il cammino capitalista, criticare e ripudiare le “autorità”
reazionarie e borghesi nel campo accademico, criticare e ripudiare l'ideologia
della borghesia e delle altre classi sfruttatrici e trasformare l'istruzione,
la letteratura, l'arte e gli altri domini della sovrastruttura, che non corrispondono
alla base economica del socialismo,al fine di facilitare il consolidamento e lo
sviluppo del sistema socialista".
In queste condizioni si è prodotto il più squassante
processo politico e la maggiore mobilitazione di masse che (mai) ha visto la
terra, i cui obiettivi vennero definiti così dal Presidente Mao:
"L'attuale Grande Rivoluzione Culturale Proletaria è totalmente necessaria
e molto opportuna per consolidare la dittatura del proletariato, prevenire la
restaurazione del capitalismo e costruire il socialismo".
Mettiamo inoltre in risalto due problemi: uno) che la
GRCP rappresenta una pietra miliare nello sviluppo della dittatura del
proletariato verso il consolidamento del proletariato al Potere, che si è
concretizzato nei Comitati Rivoluzionari e, due) la restaurazione del
capitalismo in Cina, in seguito al golpe controrivoluzionario del '76, non è la
negazione della GRCP, ma pienamente parte dello scontro tra restaurazione ‑
controrestaurazione e, al contrario, ci mostra la trascendentale importanza storica che ha la GRCP
nell'inesorabile marcia dell'umanità verso il comunismo,
6. RIVOLUZIONE MONDIALE.
Il Presidente Mao accentua nuovamente: l'importanza della rivoluzione mondiale
come unità, partendo dal fatto che la rivoluzione è la tendenza principale in
quanto la decomposizione dell'imperialismo è maggiore ogni giorno, il ruolo
delle masse si ingrandisce anno dopo anno, (masse) che fanno e faranno sentire
la loro forza trasformatrice incontenibile e la grande verità, da lui ripetuta
più volte, di : tutti entriamo nel comunismo o non entra nessuno. Dentro questa
prospettiva, specifica dell'epoca dell'imperialismo, (si situa) il grande
momento storico dei "Prossimi 50‑100 anni" e, nel suo contesto,
il periodo che si apre della lotta contro
l'imperialismo Yankee ed il socialimperialismo sovietico tigri di carta che si
disputano l'egemonia e minacciano il mondo con una guerra atomica di fronte
alla quale: prima bisogna condannarla e poi prepararsi anticipatamente per
opporre la guerra popolare e fare la rivoluzione. D'altra parte, a partire
dall'importanza storica delle nazioni oppresse e inoltre dalle loro
prospettive, così come dalle relazioni economiche e politiche che si stanno
sviluppando attraverso dei processi di decomposizione, il Presidente fissò la
sua tesi dei "tre mondi si delineano". Tutto ciò porta al la necessità
di sviluppare la strategia e la tattica della rivoluzione mondiale.
Deplorabilmente conosciamo poco o quasi nulla sugli scritti e sulle esposizioni
del Presidente Mao su questi fondamentali problemi; senza dubbio, il
conosciuto, che è molto poco, mostra le grandiose prospettive che intravedeva .
ed i grandi lineamenti che dobbiamo conseguire per comprendere e servire la
rivoluzione proletaria mondiale.
7. SOVRASTRUTTURA IDEOLOGIA, CULTURA, ISTRUZIONE. Questi
problemi ed altri ad essi relativi sono stati sottilmente e profondamente
studiati e risolti dal Presidente: per tanto anche quest'altra questione
fondamentale merita attenzione.
Concludendo, il contenuto visto in questi problemi basi
lari mostra dunque, nella forma chiara che abbiamo (usato) a chi vuole vedere e
capire, una terza, nuova e superiore tappa del marxismo: il maoismo; e che
essere marxista al giorno d'oggi richiede di essere marxista‑leninista-maoista
e principalmente maoista.
Ciò che abbiamo esposto ci porta due interrogativi:
Che cosa è fondamentale del maoismo? FONDAMENTALE DEL
MAOISMO E' IL POTERE. Il Potere per il proletariato, il Potere per la dittatura
del proletariato, il Potere basato sulla forza armata diretta dal Partito
Comunista. Più esplicitamente: 1) il Potere sotto la direzione del proletariato
nella rivoluzione democratica; 2) il Potere per la dittatura del proletariato
nelle rivoluzioni socialiste e culturali; 3) il Potere basato su una forza
armata diretta dal Partito Comunista, conquistato e difeso mediante la guerra
popolare.
E che cosa è il maoismo? Il maoismo è l'elevazione del
marxismo‑leninismo ad una terza, nuova e superiore tappa nella lotta per
la direzione proletaria della rivoluzione democratica, lo sviluppo della
costruzione del socialismo e la continuazione della rivoluzione sotto la
dittatura del proletariato come rivoluzione culturale proletaria; (questo) nel
momento in cui l'imperialismo approfondisce la sua decomposizione, e che la
rivoluzione è divenuta la tendenza principale della storia, in mezzo alle più
complesse e grandi guerre viste sino ad oggi, e dalla lotta implacabile contro
il revisionismo contemporaneo.
Sulla LOTTA INTORNO AL MA0ISM0 . In Cina la lotta per
stabilire il Mao Tzetung pensiero inizia apertamente nel 1935, nella Riunione
di Tsunyi, quando il Presidente Mao assurte la direzione del Partito Comunista
Cine se; nel 1945, il 7° Congresso deliberò che il PCC era guidato dal marxismo‑leninismo
e dalle Miao Tzetung idee, specificazione soppressa dall'8° (Congresso) poiché
in questo vinse la linea di destra. Il 9° Congresso, del 1969, compendia la
GRCP e stabilisce che il PCC è guidato dal marxismo‑leninismo‑maotzetung
pensiero; fin lì sì andò avanti.
A livello internazionale (il maotzetung pensiero)
acquisisce influenza a partire dagli anni '50; ma è con la GRCP che si diffonde
intensamente ed il suo prestigio si eleva potentemente; il Presidente Mao passa
ad essere riconosciuto capo della rivoluzione mondiale e generatore di una
nuova tappa del marxismo leninismo; così un grande numero di Partiti Comunisti
assumono la denominazione: marxismo‑leninismo‑maotzetung pensiero.
A livello mondiale il maoismo si scontrò accanitamente ed apertamente con il
revisionismo contemporaneo smascherandolo profondamente ed efficacemente fece
la medesima cosa nelle stesse file del PCC il quale innalzò ancora di più la
grande bandiera rossa del Presidente: la terza, nuova e superiore tappa della
ideologia del proletariato internazionale. Attualmente il maoismo affronta il
triplo attacco del revisionismo sovietico cinese e albanese. Ma. oltre a
questi, sono compresi coloro che riconoscono grandi contributi del Presidente e
persino il suo sviluppo del marxismo: alcuni considerano che proseguiamo nella
tappa del marxismo‑leninismo e altri che accettano unicamente il Mao
Tsetung pensiero, ma assolutamente non il maoismo.
Nel nostro paese, ovviamente, i revisionisti che seguono
il bastone del comando dei loro differenti padroni Garbaciov, Teng, Alìa o
Castro hanno attaccato e continuano ad attaccare furiosamente il maoismo; fra
costoro è necessario condannare, smascherare e combattere implacabilmente: il
revisionismo incallito di Del Prado e della sua combriccola del cosiddetto
"Partito Comunista Peruviano", le vili tortuosità del sedicente
"Partito Comunista del Perù, Patria Rossa" i quali, da autoinnalzarsi
a "grandi maoisti" divennero servi di Teng, dopo averlo condannato
quando avvenne la sua defenestrazione nel '76; così pure l'antimaoismo della
denominata "Izquierda Unida" nel cui seno brulicano tutti i revisionisti
e persino le posizioni antimarxiste. passando per i falsi marxisti e gli
opportunisti di vario genere. Elaborare il maoismo come specchio rivelatore di
revisionisti, per combatterli implacabilmente in funzione dello sviluppo della
guerra popolare e del trionfo della rivoluzione democratica in marcia, è un
inevitabile ed inabdicabile compito di carattere strategico.
Il Partito Comunista del
Perù attraverso la frazione diretta dal Presidente Gonzalo che dette impulso
alla ricostituzione, assunse il marxismo‑leninismo‑maoismo nel
1966; nel 1979 la parola d'ordine di: Elaborare, difendere ed applicare il
marxismo‑leninismo‑Mao Tsetung pensiero!; nel 1981: Verso il
maoismo! e; nel 1982: il maoismo come parte integrante e sviluppo superiore
dell'ideologia del proletariato internazionale: il marxismo‑leninismo‑maoismo.
E' con la guerra popolare che abbiamo compreso più profondamente quello che
implica il maoismo e assunto il solenne impegno di: Elaborare, difendere ed applicare
il marxismo‑leninismo‑maoismo, principalmente il maoismo!, e di
lottare instancabilmente per contribuire a porlo come comando e guida della
rivoluzione mondiale, unica, sempre rossa ed immarcescibile bandiera che è
garanzia del trionfo per il proletariato, le nazioni oppresse ed i popoli del
mondo nella loro inesorabile marcia combattente di legioni di ferro verso il
felice e splendente Comunismo.
Nel suo processo di sviluppo ogni rivoluzione, in seguito
alla lotta del proletariato come classe dirigente e, soprattutto, del Partito
Comunista che elabora i suoi irrinunciabili interessi di classe, genera un
gruppo di capi e principalmente uno che la rappresenta e la dirige, un capo che
possiede autorità ed ascendente riconosciuti; nella nostra realtà tutto ciò si
è concretizzato, a causa di necessità e casualità storiche, nel Presidente
Gonzalo, capo del Partito e della rivoluzione.
Ma inoltre, e questo è fondamento di ogni direzione, le rivoluzioni generano un pensiero che le guida, risultato dell'applicazione della verità universale dell'ideologia del proletariato internazionale alle condizioni concrete di ogni rivoluzione; pensiero guida indispensabile per raggiungere la vittoria e conquistare il Potere e, anche di più, per continuare la rivoluzione e mantenere la rotta sempre verso l'unica grandiosa meta, il Comunismo; pensiero guida che, giunto ad un salto qualitativo di decisiva importanza per il processo rivoluzionario che dirige, si identifica con il nome di colui che lo elabora teoricamente e praticamente. Nella nostra situazione questo fenomeno venne specificato prima come pensiero guida, poi come pensiero guida del Presidente Gonzalo e, successivamente, come Gonzalo pensiero; perché è il Presidente che, applicando creativamente il marxismo‑leninismo.‑maoismo alle condizioni concrete della realtà peruviana, lo ha generato, dotando così il Partito e la rivoluzione di una arma indispensabile che è garanzia del trionfo.
Il Gonzalo Pensiero si è forgiato lungo anni di intensa, tenace ed incessante lotta per elaborare, difendere ed applicare
il marxismo‑leninismo‑maoismo, per riprendere il cammino di
Mariátegui e svilupparlo per (compiere) la ricostituzione del Partito e,
principalmente, per iniziare, mantenere e sviluppare la guerra popolare in Perù
servendo la rivoluzione mondiale e affinché il marxismo‑leninismo‑maoismo,
principalmente il maoismo, sia, nella teoria e nella pratica, il suo unico
comando e giuda.
E' una necessità sostanziale di Partito studiare il
Gonzalo pensiero per una giusta e corretta comprensione della linea politica
generale e principalmente della linea militare, puntando ad approfondire le
particolarità della rivoluzione peruviana, quanto di specifico ad essa relativo
che il Presidente Gonzalo ha magistralmente posto in luce; così serviremo
il"grande piano di sviluppare basi", lo sviluppo della guerra
popolare e la prospettiva di conquistare il potere in tutto il paese.
Dobbiamo studiare il Gonzalo pensiero partendo dal
contesto storico che lo ha generato; vedere la base ideologica che lo alimenta;
precisare il suo contenuto, più sostanzialmente espresso nella linea politica
generale e nella linea militare che è il suo centro; centrandosi su ciò che è
in esso fondamentale: il problema del Potere, di conquistare il Potere qui, in
Perù, (problema) legato inestricabilmente alla conquista del Potere da parte
del proletariato in tutto il mondo, e prestare somma attenzione al modo in cui
si forgiò nella lotta dì due linee.
Sinteticamente, questi problemi fondamentali possono
essere trattati applicando lo schema che segue.
I. CONTESTO STORICO
INTERNAZIONALE. In quanto ai fatti: 1) dallo sviluppo
della II Guerra Mondiale in avanti; 2) il potente movimento di liberazione
nazionale e, dentro a questo, il processo ed il trionfo della rivoluzione
cinese; 3) la rivoluzione cubana e la sua ripercussione in America Latina; 4)
la grande lotta tra marxismo e revisionismo; 5) la Grande Rivoluzione Culturale
Proletaria. Ma la chiave è vedere come in questa grandiosa lotta di classe a livello
mondiale il Gonzalo pensiero ritiene che sorge una terza tappa dell'ideologia
del proletariato: prima come marxismoleninismo, Mao Tsetung pensiero; poi come
marxismo‑leninismo‑Mao Tsetung pensiero; e, successivamente, la
definisce come maoismo comprendendo la sua validità universale e, in questo
modo, giungere al marxismo‑leninismo‑maoismo, principalmente il
maoismo come l'espressione attuale del marxismo.
NAZIONALE: 1) La società peruviana postbellica e in essa
la lotta politica del cosiddetto Fronte Democratico Nazionale, l'azione
aprista, il golpe di Odrià e la lotta contro il suo "Ottennio" (otto
anni di dittatura), lo scontro tra apristi e comunisti e, in particolare, lo
sviluppo del capitalismo burocratico degli anni ‘60 e parte degli anni '70, e
l'acuta lotta di classe che accompagnò; il "velaschismo" (da Velasco
Alvarado) e la sua cosiddetta rivoluzione, la collusione e lotta tra la
borghesia compradora e la borghesia burocratica, e l'opportunismo e,
principalmente, il revisionismo come loro sostenitori. 2) La lotta di classe
nel movimento contadino. 3) Il processo del movimento operaio. 4) Il movimento
intellettuale. 5) la lotta armata nel paese, specialmente quella del MIR e
dell'ELN nel 1965, come i loro antesignani in Blanco, Vallejos e Heraud. 6) Il
problema del Partito: come un Partito fondato su chiare basi marxiste‑leniniste
degenerò in partito revisionista, la necessità di riprendere il cammino di
Mariátegui sviluppandolo, e ricostituire il Partito Comunista del Perù che lo
stesso Mariátegui aveva fondato nel 1928 e come, attraverso la ricostituzione,
si ricostruì un Partito marxista‑leninista‑maoista. In ciò
risiedono le basi di come il Gonzalo pensiero comprende profondamente la
società peruviana e, centrando il problema cruciale del capitalismo
burocratico, vede la necessità di ricostituire il Partito e di conquistare il
Potere e difenderlo con la guerra popolare.
II. BASE IDEOLOGICA
Senza il marxismo‑leninismo‑
maoismo non può essere concepito il Gonzalo pensiero poiché quest'ultimo
rappresenta l'applicazione creatrice del pruno alla nostra realtà. Il problema
chiave di questo punto sta nella comprensione del processo storico di sviluppo
dell'ideologia del proletariato, delle sue tre tappe plasmate nel marxismo‑leninismo‑maoismo
e del maoismo come la principale; ed essenziale, principalmente, è
l’applicazione del marxismo‑leninismo-maoismo come verità universale
alle condizioni concrete della rivoluzione peruviana; da ciò (emerge) che il
Gonzalo pensiero è specificamente principale per il Partito comunista del
Perù e per la rivoluzione che dirige.
Essendo pervenuto ad un salto qualitativo di importanza
decisiva per il Partito e la rivoluzione, il Pensiero Guida è divenuto Gonzalo
pensiero ponendo così, una pietra miliare nella vita del Partito.
III. CONTENUTO
a. La teoria. Come il (Gonzalo pensiero) comprende ed
applica le tre parti integranti del marxismo‑leninismo‑maoismo,
principalmente il maoismo; va posta in rilievo l'importanza che da alla
filosofia marxista, la necessità che ci formiamo al suo interno e specialmente
la sua applicazione della legge della contraddizione allo studio di ogni
problema, puntando sempre a definire l'aspetto principale e il processo delle
cose; in economia politica, la preoccupazione per le relazioni di sfruttamento
e molto particolarmente per il capitalismo burocratico, orientandosi verso la
maturazione della rivoluzione e la ripercussione della guerra popolare sulla
base (strutturale), così come la sua attenzione verso le relazioni economiche dell'imperialismo
ricercando le loro conseguenze politiche; nel socialismo scientifico, come (il
Gonzalo pensiero) si concentra sulla guerra popolare e la sua sedimentázione
nel paese, come ha sempre presente il problema del Potere e, in particolare, la
sua modellazione e sviluppo come Nuovo Stato.
b. Sul contenuto. La parte più sostanziale e più
sviluppata del Gonzalo pensiero si trova nella linea politica generale del
Partito; questo pensiero, dunque, alimenta direttamente la linea ed i suoi
cinque elementi, poiché il punto di partenza di questo sostegno è come
comprende e mantiene fermamente la rotta del Programma.
c. Nel Gonzalo pensiero dobbiamo far risaltare il
notevole compimento delle esigenze fissate dal Presidente Mao: solidità
teorica, comprensione della storia e buona conduzione pratica della politica.
IV. CHE COSA E'
FONDAMENTALE
Il fondamento del Gonzalo pensiero è il problema del
Potere; nel concreto la conquista del Potere in Perù, esattamente e
completamente in tutto il paese, come conseguente applicazione della verità
universale del marxismo‑leninismo‑maoismo alla nostra rivoluzione.
Ma essendo un pensiero comunista, intende la conquista del Potere in Perù come
parte della conquista del Potere da parte del proletariato a livello mondiale;
e che la conquista del Potere nel paese, che oggi si plasma in Comitati
Popolari, Basi di appoggio, e Repubblica Popolare di Nuova Democrazia in
formazione, nel la prospettiva di stabilire la Repubblica Popolare del Perù,
serve ad instaurare la dittatura del proletariato nel nostro paese perché.
senza di quella non si può marciare verso il comunismo. E tutto in funzione di
servire fermamente e decisamente l’istaurazione di repubbliche popolari e
principalmente della dittatura del proletariato in tutto il mondo, sotto la
direzione dei Partiti Comunisti con eserciti rivoluzionari di nuovo tipo per
mezzo della guerra popolare, e lo sviluppo di rivoluzioni culturali sino a che
il comunismo non illumini tutta la terra.
V.
FORGIARE NELLA 1 LOTTA DI DUE
LINEE
E' attraverso una persistente, ferma e sagace lotta di
due linee, difendendo la linea proletaria e sconfiggendo le linee contrarie,
che si è forgiato il Gonzalo pensiero. Tra le lotte più esaltanti. meritano di
essere poste in rilievo quelle librate: contro il revisionismo contemporaneo,
qui rappresentato specialmente da Del Prado e dai suoi seguaci contro il
liquidazionismo di destra di Paredes e della sua combriccola; contro il
liquidazionismo di sinistra diretto da colui che fu Sergio e dai suoi sedicenti
"bolscevichi" e contro la .linea opportunista di destra oppostasi
all'inizio della lotta armata. Senza lotta il Gonzalo pensiero non si sarebbe
potuto sviluppare, e il suo notevole governo della lotta di due linee nel
Partito è un problema fondamentale che dobbiamo studiare ed apprendere.
Studiare e principalmente applicare il Gonzalo pensiero è
decisivo per servire di più e meglio il Partito, lo sviluppo della guerra
popolare e la rivoluzione proletaria mondiale; così come apprendere dal
Presidente Gonzalo è decisivo per servire il popolo con tutto il cuore.
PROGRAMMA
Il Partito Comunista del
Perù è fondato e guidato dal marxismo‑leninismo‑maoismo,
principalmente dal maoismo e, in maniera specifica, dal Gonzalo pensiero come
applicazione creativa della verità
universale alle condizioni concrete della rivoluzione peruviana fatta dal
Presidente Gonzalo, capo del nostro Partito.
Il Partito Comunista del Perù, avanguardia organizzata
del proletariato peruviano che è parte integrante del proletariato
internazionale, assume in maniera molto particolare i seguenti principi
basilari:
v
La contraddizione,
l'unica legge fondamentale della incessante trasformazione della materia
eterna;
v
Le masse fanno la storia
e "la ribellione è giustificata";
v
Lotta di classe,
dittatura del proletariato e internazio nalìsmo proletario;
v
Necessità del Partito
Comunista marxista‑lenínista‑maoista che applichi con fermezza
l'indipendenza, l'autodecisione e l'autosostenimento;
v
Combattere l'imperialismo,
il revisionismo e la reazione, congiuntamente e implacabilmente;
v
Conquistare e difendere
il Potere con la guerra popolare;
v
Militarizzazione del
Partito e costruzione concentrica dei tre strumenti della rivoluzione;
v
Lotta di due linee come
forza che spinge in avanti lo sviluppo di Partito;
v
Trasformazione ideologica
costante e mettere sempre la politica al posto di comando;
v
Servire il popolo e la
rivoluzione proletaria mondiale;
v
Disinteresse assoluto e
giusto e corretto stile di lavoro.
Il Partito Comunista del Perù ha come meta finale il
comunismo; pertanto, dato che la società peruviana attuale è oppressa e
sfruttata dall'imperialismo. dal capitalismo burocratico e dalla semifeudalità,
la rivoluzione ha una prima tappa democratica, una seconda socialista per poi,
successivamente, sviluppare ulteriori rivoluzioni culturali. Attualmente, con
la guerra popolare, il Partito sviluppa la rivoluzione democratica avendo con e
meta immediata il portarla al punto più alto conquistando il potere in tutto il
paese, per questo abbiamo elaborato i seguenti obiettivi:
1. Demolizione
della Stato Peruviano, della dittatura degli sfruttatori diretta dalla grande
borghesia, delle forze armate e di repressione che lo alimentano e di tutto il
suo apparato burocratico.
2. Spazzare
via l'oppressione imperialista, principalmente degli yankee, del
socialimperialismo sovietico e di qualsiasi altra potenza o paese imperialista;
confiscare in generale i loro monopoli, imprese, banche e tutte le forme della
loro proprietà incluso il debito estero.
3. Distruggere
il capitalismo burocratico tanto privato che statale, confiscare tutte le sue
proprietà, beni e diritti economici in favore del Nuovo Stato, la stessa cosa
per quelli che riguardano l'imperialismo.
4. Liquidazione
della proprietà semifeudale e di tutte le maniere in cui la stessa permane,
confiscandola per consegnare le terre ai contadini, principalmente poveri,
applicando il principio di “la terra a chi la lavora”.
5. Rispetto
della proprietà e dei diritti della borghesia nazionale o borghesia media, tanto nella campagna come nella città.
6. Combattere
per l'instaurazione della Repubblica Popolare del Perù, come fronte di classi
basato sulla alleanza operaio‑contadina diretta dal proletariato guidato
dal sua Partito Comunista; come, edificazione della nuova democrazia che porti
avanti una nuova economia, una nuova politica e una nuova cultura.
7. Sviluppare la Guerra Popolare che, per
mezzo di un esercito rivoluzionario di nuovo tipo, sotto la direzione assoluta
del Partito, distrugga per parti il vecchio Potere, principalmente le sue forze
armate e di repressione, e serva a costruire il nuovo Potere per il
proletariato e il popolo.
8.
Portare a termine la formazione della
nazione peruviana unificando realmente il paese per difenderlo da tutte le
aggressioni imperialiste e reazionarie, salvaguardando i diritti delle
minoranze.
9. Servire lo sviluppo del proletariato
peruviano come parte della classe operaia internazionale, la formazione ed il
rafforzamento degli autentici partiti comunisti e la loro unificazione in un redivivo movimento
comunista internazionale guidati dal marxismo‑leninismo‑maoismo;
tutto ciò in funzione del fatto che il proletariato compia la sua grande
missione storica come ultima classe.
10. Difendere
le libertà, i diritti, i benefici e le conquiste che la classe operaia e le
masse hanno raggiunto a costo del loro stesso sangue, riconoscendoli e
garantendo la loro autentica vigenza in una "Dichiarazione dei Diritti del
Popolo". Rispettare, in particolare, la libertà di coscienza religiosa, ma
nella sua più completa ampiezza, tanto di credere come di non credere.
Ugualmente combattere tutte le disposizioni lesive degli interessi popolari,
soprattutto qualsiasi forma di lavoro gratuito o di carica personale e le tasse
opprimenti che ricadono sulle masse.
11. Reale
uguaglianza per la donna, un futuro migliore per la gioventù; protezione per la
madre e per l'infanzia; rispetto e
appoggio per l'anzianità.
12. Una
nuova cultura come arma di combattimento per concretizzare la nazionalità, che
serva alle masse popolari e venga guidata per mezzo dell'ideologia scientifica
del proletariato. Dare speciale importanza alla istruzione.
13. Appoggiare
le lotte del proletariato internazionale, del le nazioni oppresse e dei popoli
del mondo lottando contro le superpotenze: Stati Uniti, Unione Sovietica e
contro l'imperialismo in generale, la reazione internazionale ed il revisionismo
di tutti i tipi, concependo la rivoluzione peruviana come parte della
rivoluzione proletaria mondiale.
14. Lottare
tenacemente ed eroicamente per il trionfo totale e completo della rivoluzione
democratica in tutto il paese esportata questa tappa al suo punto massimo,
immediatamente, senza alcun intervallo passare alla rivoluzione socialista, per
poi, insieme al proletariato internazionale, alle nazioni oppresse e ai popoli
del modo, attraverso rivoluzioni culturali, proseguire la marcia dell'umanità verso
la sua meta finale, il comunismo.
Ma considerando che la rivoluzione democratica nel paese
attraversa un periodo caratterizzato da:
1) approfondimento della crisi generale della società
peruviana, principalmente del capitalismo burocratico;
2) maggiore reazionarizzazione dello Stato, oggi con un
governo aprista, fascista e corporativo, guidato dal genocida Garcia Pérez
3) acutizzazione della lotta di classe, le masse assumono
sempre di più la necessità di combattere e resistere;
4) la guerra popolare si sviluppa vigorosa e crescente e;
5) il popolo ha bisogno di una Repubblica Popolare
costruita secondo i principi della Nuova Democrazia;
dobbiamo applicare un programma concreto per questo
periodo con i seguenti specifici obiettivi:
PROGRAMMA CONCRETO
(non specificato nel
testo. ndt)
STATUTI
(non specificati nel
testo. ndt)