Biblioteca Multimediale Marxista
...È notoriamente risaputo che Angela Davis non era
presente il 7 agosto alla corte di giustizia della contea di Marin, al momento
degli avvenimenti che causarono la morte del giudice Haley, della contea di
Marin.
Ed ella è nondimeno accusata di complicità nell'omicidio e nel
rapimento. In California, come nella maggior parte degli Stati, la legge prevede
che il complice sia considerato colpevole alla stessa stregua dell'autore o
degli esecutori materiali del crimine. È considerato complice anche colui
che sapendo di un crimine che sta per essere commesso ed avendo l'intenzione
di parteciparvi non ha effettivamente preso parte al compimento effettivo del
crimine. Ora, quando Angela comparve, tre settimane fa, davanti alla corte di
Marin, il 5 gennaio, si alzò e fece la seguente dichiarazione: "Io
dichiaro davanti a questo tribunale ed al mondo intero che sono innocente dei
crimini di cui sono accusata".
Alcuni di quelli che hanno conosciuto Angela, come l'ho conosciuta io, che sono
tuttora suo amico, alcuni dì coloro che hanno studiato il resoconto ufficiale
delle dichiarazioni fatte dai testimoni citati davanti alla grande giuria della
contea di Marin, non possono dubitare un solo istante che questa dichiarazione
di Angela non sia conforme a verità. Per ciò che concerne le dichiarazioni
dei testimoni come sono riportate nel resoconto ufficiale mi permetto di fare
il commento che segue.
L'elemento indispensabile per stabilire la complicità è, non dimentichiamolo,
il fatto di essere a conoscenza del crimine che si sta per effettuare e l'aver
voluto prendere parte alla sua esecuzione. Ora la sola prova che lo Stato avanza
per appoggiare l'accusa è che le armi, portate nel recinto del tribunale
il 7 aprile da Jonathan Jackson, erano state comperate da Angela e ufficialmente
registrate a suo nome, come vogliono la legge federale e la legge della California.
Si è prodotta una sola prova del fatto che Angela fosse al corrente del
crimine progettato e che avesse intenzione di parteciparvi? Neanche la minima
prova. Piuttosto, dato che non si dovrebbe tener conto della sua personalità
pubblica (ben conosciuta, dal momento che ella stessa ha dichiarato di essere
membro del partito comunista e si è battuta per non perdere il suo posto),
né della sua professione, né del fatto che le armi erano registrate
a suo nome, resta solo che le armi furono portate ed utilizzate da Jonathan
Jackson nel recinto del tribunale della contea di Marin; ora questo fatto, lungi
dall'essere una prova di colpevolezza per Angela, è invece una prova
della sua innocenza. La sola ipotesi plausibile, tenuto conto di tutti questi
elementi, è che il giovane Jackson, spinto all'esasperazione dall'evidente
futilità e dal carattere interminabile della procedura legale con cui
si negava la libertà a suo fratello George (5), si sia impadronito delle
armi di Angela a sua insaputa, per lanciarsi in quel tentativo rischioso e assurdo
che conosciamo.
Un'altra considerazione s'impone. Si accusa Angela di complicità nell'uccisione
del giudice Haley e si accusa parimenti Ruchell Magee, solo sopravvissuto dei
quattro prigionieri di cui si occupava il giudice, come colui che ha tirato
il colpo che causò la morte di Haley. Ma il resoconto ufficiale delle
deposizioni fatte davanti alla giuria è manchevole di una parte: quella
del medico che fu citato a deporre. Egli dichiarò che il giudice Haley
aveva sul corpo due ferite e che ambedue potevano essere state fatali o lo sarebbero
potuto diventare. L'una fu prodotta da un fucile da caccia, l'altra da una carabina
o da un revolver.
Conviene sottolineare che lo Stato non ha tatto ricorso ad un esperto di balistica.
Nessuna prova è stata fornita per identificare le armi che hanno sparato
i due colpi in questione. Ora è provato che i responsabili del mantenimento
di ciò che comunemente si chiama l'"ordine" erano armati non
solo di carabine e di revolver ma anche di fucili da caccia.
Per un principio giuridico fondamentale in tutti i casi criminali, se lo Stato,
essendo in possesso di prove, omette di farle valere, si deve concludere che
queste prove una volta rese pubbliche siano contro la tesi dell'accusa e favorevoli
a quella della difesa. Ciò va da sé. Noi siamo dunque in diritto
di concludere che se lo Stato non fa appello ad un esperto di balistica vuol
dire che i colpi che hanno ucciso il giudice Haley non furono sparati da Magee
o da uno dei prigionieri ma dai responsabili incaricati (sedicenti incaricati)
di far rispettare l'ordine e la legge. Se si trattasse di un processo penale
ordinario si potrebbe senza tema di sbagliare presumere che verrebbe emessa
una sentenza di assoluzione per mancanza di prove, non permettendo le prove
a disposizione di stabilire validamente l'accusa contro Angela. Una richiesta
per la cessazione del procedimento penale a carico di Angela Davis sarà
presentata e difesa davanti al tribunale californiano il 4 marzo prossimo.
Sì, se si trattasse di un processo ordinario si potrebbe sperare con
molta più certezza che una condanna sarebbe impossibile, dato che le
prove addotte non permettono di stabilire la colpevolezza con una certezza ragionevole,
così come vuole la legge.
Ma non si tratta di un processo ordinario. Si tratta di un processo politico.
Oggi Nixon persegue l'escalation nella guerra del Sud-Est asiatico; tale strategia
ha come corollario l'escalation della guerra contro le libertà civili
negli USA. La lotta per la liberazione di Angela è la lotta contro queste
due forme di escalation.
Lo Stato della California, lo Stato di New York, le autorità di questi
due Stati e quelle del governo federale hanno fatto tutto il possibile per creare
un'atmosfera pregiudizievole per Angela Davis. Recitando con brio il ruolo ben
conosciuto di bonario furbacchione, Nixon si è mostrato alla televisione
per felicitarsi pubblicamente con il FBI per il suo bel lavoro, per aver catturato
quella criminale estremamente pericolosa di Angela Davis. Dopo di che, avendo
fatto di tutto per rendere impossibile un processo equo, ha avuto la faccia
tosta di invitare alcuni intellettuali sovietici (sapendo bene che non l'avrebbero
mai fatto) a venire a costatare che ella beneficiava del piu giusto dei processi.
A questa atmosfera pregiudizievole, isterica, che i circoli direttivi del nostro
paese cercano di creare contro Angela, si contrappone un immenso movimento popolare.
In tutta la mia esperienza di giurista non ho mai visto un sostegno così
ampio, fornito ad una causa, come quello che si manifesta in tutto il nostro
paese e nel mondo intero per la causa di Angela. Sostegno che va da quello delle
giovani dell'Unione cristiana fino ai movimenti di estrema sinistra. Il compito
pressante che dobbiamo svolgere è quello di organizzare questo movimento,
di sostenerlo, di utilizzarlo per fame un pugno d'acciaio capace di spezzare
le barriere della prigione di Angela. Una forza capace di liberarla, di liberare
i fratelli Berrigan, Bobby Seale, Ericka Huggins, e tutti i prigionieri politici.