Biblioteca Multimediale Marxista
IL PROCESSO A MORO
Moro afferma nelle sue lettere che si trova in una situazione
"eccezionale" privo della "consolazione" dei suoi compari,
e perfettamente consapevole di cosa lo aspetti. In questo una volta tanto siamo
d'accordo con lui. Che uno dei piu' alti dirigenti della DC si trovi sottoposto
ad un processo popolare, che debba rispondere ad un Tribunale del Popolo di
trent' anni di regime democristiano, che il giudizio popolare nella sua prevedibile
durezza avra' certamente il suo corso, e' una situazione che fino ad ora e'
stata "eccezionale". Ma le cose stanno cambiando. L'attacco sferrato
negli ultimi tempi dal Movimento Proletario, la Resistenza Offensiva contro
le articolazioni del potere democristiano, contro le strutture e gli uomini
della controrivoluzione imperialista, stanno modificando radicalmente questa
situazione. Si sta attuando in tutto il paese, con l'iniziativa delle avanguardie
combattenti, il PROCESSO AL REGIME che pone sotto accusa i servi degli interessi
delle Multinazionali, che smaschera i loro piani antiproletari, che e' rivolto
a distruggere la macchina dell'oppressione imperialista, lo Stato Imperialista
delle Multinazionali. Il processo al quale e' sottoposto Moro e' un momento
di tutto questo. Deve essere chiaro quindi che il Tribunale del Popolo non avra'
ne' dubbi ne' incertezze, quanto meno secondi o "segreti" fini ma
sapra' giudicare Moro per quanto lui e la DC hanno fatto e stanno facendo contro
il movimento proletario.
La manovra messa in atto dalla stampa di regime, attribuendo alla nostra Organizzazione
quanto Moro ha scritto di suo pugno nella lettera a Cossiga, e' stata subdola
quanto maldestra. Lo scritto rivela invece, con una chiarezza che sembra non
gradita alla cosca democristiana, il suo punto di vista e non il nostro. Egli
si rivolge agli altri democristiani (nella seconda lettera che ha chiesto di
scrivere a Zaccagnini e che noi recapitiamo e rendiamo pubblica, li chiama tutti
per nome), li invita ad assumersi le loro responsabilita' presenti e passate
(le responsabilita' che essi dovranno assumersi di fronte al Movimento Rivoluzionario,
e che nel corso dell'interrogatorio il prigioniero sta chiarendo, sono ben altre
da quelle accennate da Moro nella sua lettera), li invita a considerare la sua
posizione di prigioniero politico in relazione a quella dei combattenti comunisti
prigionieri nelle carceri di regime. Questa e' la sua posizione che, se non
manca di realismo politico nel vedere le contraddizioni di classe oggi in Italia,
e' utile chiarire che non e' la nostra.
Abbiamo piu' volte affermato che uno dei punti fondamentali del programma della
nostra Organizzazione e' la liberazione di tutti i prigionieri comunisti e la
distruzione dei campi di concentramento e dei lager di regime. Che su questa
linea di combattimento il movimento rivoluzionano abbia gia' saputo misurarsi
vittoriosamente e' dimostrato dalla riconquistata liberta' dei compagni sequestrati
nei carceri di Casale, Treviso, Forli', Pozzuoli, Lecce ecc. Certo perseguiremo
ogni strada che porti alla liberazione dei comunisti tenuti in ostaggio dallo
Stato Imperialista, ma denunciamo come manovre propagandistiche e strumentali
i tentativi del regime di far credere nostro cio' che invece cerca di imporre:
trattative segrete, misteriosi intermediari, mascheramento dei fatti. Per quel
che ci riguarda il processo ad Aldo Moro andra' regolarmente avanti, e non saranno
le mistificazioni degli specialisti della controguerriglia-psicologica che potranno
modificare il giudizio che verra' emesso.
Compagni, il proletariato metropolitano non ha alternative. Per uscire dalla
crisi deve porsi a risolvere la questione centrale del potere. USCIRE DALLA
CRISI VUOL DIRE COMUNISMO! Vuol dire: ricomposizione del lavoro manuale ed intellettuale
organizzazione della produzione in funzione dei bisogni del popolo del "valore
d' uso" e non piu' del "valore di scambio" vale a dire dei profitti
di un pugno di capitalisti e di multinazionali.
Tutto questo oggi e' storicamente possibile. Necessario e possibile!
E' possibile utilizzare l'enorme sviluppo raggiunto dalle forze produttive per
liberare finalmente l'uomo dallo sfruttamento bestiale, dal lavoro salariato,
dalla miseria, dalla degradazione sociale in cui lo inchioda l'imperialismo.
E' possibile stravolgere la crisi imperialista in rottura rivoluzionaria e questa
ultima in punto di partenza di una societa' che costruisce ed e' costruita da
UOMINI SOCIALI mettendo al SUO centro l'espansione e la soddisfazione crescente
dei molteplici bisogni di ciascuno e di tutti.
L'Imperialismo delle Multinazionali e' l'Imperialismo che sta percorrendo fino
in fondo. ormai senza illusioni, la fase storica del suo declino, della sua
putrefazione. Non ha piu' nulla da proporre, da offrire, neppure in termini
di ideologia. La mobilitazione reazionaria delle masse in difesa di se stesso,che
sta alla base della sua affannosa ricerca di consenso, non puo' appoggiarsi
in questa fase su alcuna base economica. La controrivoluzione preventiva come
soluzione per ristabilire "la governabilita' delle democrazie occidentali"
si smaschera ora come fine a se'. LA FORZA E' LA SUA UNICA RAGIONE!
La congiuntura attuale e' caratterizzata dal passaggio dalla fase della "pace
armata" a quella della "guerra" Questo passaggio viene manifestandosi
come un processo estremamente contraddittorio che contemporaneamente si identifica
con la ristrutturazione dello Stato in Stato Imperialista delle Multinazionali.
Si tratta quindi di una congiuntura estremamente importante la cui durata e
specificita' dipendono dal rapporto che si stabilisce tra rivoluzione e controrivoluzione:
non e' comunque un processo pacifico. ma, nel suo divenire, assume progressivamente
la forma della GUERRA.
Per trasformare il processo di guerra civile strisciante, ancora disperso e
disorganizzato, in una offensiva generale, diretta da un disegno unitario e'
necessario sviluppare e unificare il MOVIMENTO Dl RESISTENZA PROLETARIO OFFENSIVO
costruendo il PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE.
Movimento e Partito non vanno pero' confusi. Tra essi opera una relazione dialettica,
ma non un rapporto di identita'. Cio' vuol dire che e' dalla classe che provengono
le spinte, gli impulsi, le indicazioni, gli stimoli, i bisogni che l'avanguardia
comunista deve raccogliere, centralizzare, sintetizzare, rendere TEORIA e ORGANIZZAZIONE
STABILE e infine, riportare nella classe sotto forma di linea strategica di
combattimento, programma, strutture di massa del potere proletario.
Agire da Partito vuol dire collocare la propria iniziativa politico-militare
all'interno e al punto piu' alto dell'offensiva proletaria, cioe' sulla contraddizione
principale e sul suo aspetto dominante in ciascuna congiuntura, ed essere cosi',
di fatto, il punto di unificazione del MRPO, la sua prospettiva di potere.
Agire da Partito vuol dire anche dare all'iniziativa armata un duplice carattere:
essa deve essere rivolta a disarticolare e a rendere disfunzionale la macchina
dello Stato, e nello stesso tempo deve anche proiettarsi nel movimento di massa,
essere di indicazione politico-militare per orientare, mobilitare, dirigere
ed organizzare il MRPO verso la GUERRA CIVILE ANTIMPERIALISTA.
Questo ruolo di disarticolazione, di propaganda e di organizzazione, va svolto
a tutti i livelli dell'oppressione statale capitalista e a tutti i livelli della
composizione di classe. Non esistono quindi livelli di scontro "piu' alti"
o "piu' bassi". Esistono invece, livelli di scontro che incidono ed
intaccano il progetto imperialista, ed organizzano strategicamente il proletariato
oppure no.
Organizzare il potere proletario oggi, significa individuare le linee strategiche
su cui fare marciare lo scontro rivoluzionario, ed articolare ovunque a partire
da questa, l'attacco armato contro i centri fondamentali politici, economici,
militari dello Stato Imperialista.
Organizzare il potere proletario oggi significa organizzare strategicamente
la nuova situazione. Non bisogna spaventarsi di fronte alla ferocia del nemico
e sopravvalutarne la forza e l'efficacia dei suoi strumenti di annientamento.
SI PUO' E SI DEVE VIVERE CLANDESTINAMENTE IN MEZZO AL POPOLO, perche' questa
e' la condizione di esistenza e di sviluppo della guerra di classe rivoluzionaria
nello Stato Imperialista. In questo senso parliamo di "contenuto strategico
della clandestinita'", di "strumento indispensabile della.lotta rivoluzionaria
in questa fase" e nello stesso tempo mettiamo in guardia contro ogni altra
interpretazione "difensiva" o "mitica" che sia.
Nelle fabbriche, nei quartieri, nelle scuole, nelle carceri e ovunque si manifesti
la oppressione imperialista, ORGANIZZARE IL POTERE PROLETARIO significa: portare
l'attacco alle determinazioni specifiche dello Stato Imperialista e nel contempo
costruire la unita' del proletariato metropolitano nel MRPO e l'unita' dei comunisti
nel PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE. PORTARE L'ATTACCO ALLO STATO IMPERIALISTA
DELLE MULTINAZIONALI.
ESTENDERE E INTENSIFICARE L'INIZIATIVA ARMATA CONTRO I CENTRI E GLI UOMINI DELLA
CONTRORIVOLUZIONE IMPERIALISTA.
UNIFICARE IL MOVIMENTO RIVOLUZIONARIO COSTRUENDO IL PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE.
4/4/1978
Per il Comunismo
Brigate Rosse