Biblioteca Multimediale Marxista
1. - IL PROCESSO AD ALDO MORO
Lo spettacolo fornitoci dal regime in questi giorni ci porta ad una prima considerazione.
Vogliamo mettere in evidenza il ruolo che nello SIM vanno ad assumere i partiti
costituzionali. A nessuno è sfuggito come il quarto governo Andreotti
abbia segnato il definitivo esautoramento del parlamento da ogni potere, e come
le leggi speciali appena varate siano il compimento della più completa
acquiescenza dei partiti del cosiddetto "arco costituzionale" alla
strategia imperialista, diretta esclusivamente dalla DC e dal suo governo. Si
è passati cioè dallo Stato come espressione dei partiti, ai partiti
come puri strumenti dello Stato. Ad essi viene affidato il ruolo di attivizzare
i loro apparati per le luride manifestazioni di sostegno alle manovre controrivoluzionarie,
contrabbandandole come manifestazioni "popolari"; più in particolare
al partito di Berlinguer e ai sindacati collaborazionisti spetta il compito
(al quale sembra siano ormai completamente votati) di funzionare da apparato
poliziesco antioperaio, da delatori, da spie del regime.
La cattura di Aldo Moro, al quale tutto lo schieramento borghese riconosce il
maggior merito del raggiungimento di questo obiettivo, non ha fatto altro che
mettere in macroscopica evidenza questa realtà.
Non solo, ma Aldo Moro viene citato (anche dopo la sua cattura!) come il naturale
designato alla presidenza della Repubblica. Il perché è evidente.
Nel progetto di "concentrazione" del potere, il ruolo del Capo dello
Stato Imperialista diventa determinante. Istituzionalmente il Presidente accentra
già in sé, tra le altre, le funzioni di capo della Magistratura
e delle Forze Armate; funzioni che sino ad ora sono state espletate in maniera
più che altro simbolica e a volte persino da corrotti buffoni (vedasi
Leone). Ma nello SIM il Capo dello Stato (ed il suo apparato di uomini e strutture)
dovrà essere il vero gestore degli organi chiave e delle funzioni che
gli competono.
Chi meglio di Aldo Moro potrebbe rappresentare come capo dello SIM gli interessi
della borghesia imperialista? Chi meglio di lui potrebbe realizzare le modifiche
istituzionali necessarie alla completa ristrutturazione dello SIM? La sua carriera
però non comincia oggi: la sua presenza, a volte palese a volte strisciante,
negli organi di direzione del regime è di lunga data. Vediamone le tappe
principali, perché di questo dovrà rendere conto al Tribunale
del Popolo.
1955 - Moro è ministro di Grazia e Giustizia nel governo Segni.
1957 - Moro è ministro della Pubblica Istruzione nel governo Zoli, retto
dal Movimento Sociale Italiano.
1959-60 - Viene eletto segretario della DC. Sono gli anni del governo Tambroni,
dello scontro frontale sferrato dalla borghesia contro il Movimento Operaio.
La ferma resistenza operaia viene affrontata con la più dura repressione
armata: nel luglio '60 si conteranno i proletari morti, massacrati dalla polizia
di Scelba.
1963 - In quest'anno parte la strategia americana di recupero della frangia
di "sinistra" della borghesia italiana con l'inglobamento del PSI
nel governo, nel tentativo di spaccare il Movimento Operaio. E' la «svolta»
del centro-sinistra e Moro se ne assumerà la gestione per tutti gli anni
successivi come Presidente del Consiglio.
1964 - E' Presidente del Consiglio. Emergono le manovre del S1FAR, di De Lorenzo
e di Segni, che a conti fatti risulterà un'abile macchinazione ricattatoria
perfettamente funzionale alla politica del suo governo. Quando la sporca trama
verrà completamente allo scoperto, come un vero "padrino" che
si rispetti, Moro affosserà il tutto e ricompenserà con una valanga
di "omissis" i suoi autori.
1965-68 - È ininterrottamente Presidente del Consiglio.
1968-72 - In tutto questo periodo è ministro degli Esteri. La pillola
del centrosinistra perde sempre più la sua efficacia narcotizzante e
riprende l'offensiva del Movimento Operaio con un crescendo straordinario. La
risposta dell' Imperialismo è stata quella che va sotto il nome di "strategia
della tensione".
1973-74 - E' sempre ministro degli Esteri.
1974-78 - Assume di nuovo la Presidenza del Consiglio e nel '76 diventa Presidente
della DC. E' in questi anni che la borghesia imperialista supera le sue maggiori
contraddizioni e procede speditamente alla realizzazione del suo progetto. E'
in questi anni che Moro diventa l'uomo di punta della borghesia, quale più
alto fautore di tutta la ristrutturazione dello SIM. Su tutto questo ed altro
ancora, è in corso l'interrogatorio ad Aldo Moro.
Esso verte: a chiarire le politiche imperialiste e antiproletarie di cui la
DC è portatrice; a individuare con precisione le strutture internazionali
e le filiazioni nazionali della controrivoluzione imperialista; a svelare il
personale politico-economico-militare sulle cui gambe cammina il progetto delle
multinazionali; ad accertare le dirette responsabilità di Aldo Moro per
le quali, con i criteri della GIUSTIZIA PROLETARIA, verrà giudicato.
2. - IL TERRORISMO IMPERIALISTA
E L'INTERNAZIONALISMO PROLETARIO
A livello militare è la NATO che pilota e dirige i progetti continentali
di controrivoluzione armata nei vari SIM europei. I nove paesi della CEE hanno
create L' ORGANlZZAZIONE COMUNE DI POLIZIA che è una vera e propria centrale
internazionale del terrore.
Sono i paesi più forti della catena e che hanno già collaudato
le tecniche più avanzate della controrivoluzione ad assumersi il compito
di trainare, istruire, dirigere le appendici militari nei paesi piu' deboli
che non hanno ancora raggiunto i loro livelli di macabra efficienza. Si spiega
così l'invasione inglese e tedesca dei super-specialisti del SAS (Special
Air Service), delle BKA (Bunderskriminalamt) e dei sérvizi segreti israeliani.
Gli specialisti americani invece non hanno avuto bisogno di scomodarsi, sono
installati in pianta stabile in Italia dal 1945. ECCOLA QUI L'INTERNAZIONALE
DEL TERRORISMO. Eccoli qui i boia imperialisti massacratori dei militanti dell'IRA,
della RAF, del popolo Palestinese, dei guerriglieri comunisti dell'America Latina
che sono corsi a dirigere i loro degni compari comandati da Cossiga. E' una
ulteriore dimostrazione della completa subordinazione dello SIM-Italia alle
centrali imperialiste, ma è anche una visione chiara di come per le forze
rivoluzionarie sia improrogabile far fronte alla necessità di calibrare
la propria strategia in un'ottica europea, che tenga conto cioè che il
mostro imperialista va combattuto nella sua dimensione continentale. Per questo
riteniamo che una pratica effettiva dell' INTERNAZIONALISMO PROLETARIO debba
cominciare oggi anche stabilendo tra le Organizzazioni Camuniste Combattenti
che il proletariato europeo ha espresso un rapporto di profondo confronto politico,
di fattiva solidarietà, e di concreta collaborazione.
Certo, faremo ogni sforzo, opereremo con ogni mezzo perche' si raggiunga fra
le forze che in Europa combattono per il comunismo la più vasta integrazione
politica possibile. Non dubitino gli strateghi della controrivoluzione e i loro
ottusi servitorelli revisionisti vecchi e nuovi, che contro l' internazionale
del terrore imperialista sapremo costruire l'unità strategica delle forze
comuniste.
Ciò detto va fatta una chiarificazione. Sin dalla sua nascita la nostra
Organizzazione ha fatto proprio il principio maoista "contare sulle proprie
forze e lottare con tenacia". Applicare questo principio, nonostante le
enormi diflicoltà, è stato per la nostra Organizzazione piu che
una scelta giusta una scelta naturaIe; il proletariato italiano possiede in
sé un immenso potenziale di intelligenza rivoluzionaria, un patrimonio
infinito di conoscenze tecniche e di capacità materiali che con il proprio
lavoro ha saputo collettivamente accumulare una volontà e una disponibilità
alla lotta che decenni di battaglie per la propria liberazioni ha forgiato e
reso indistruttibile. Su questo poggia tutta la costruzione della nostra Organizzazione,
la crescita della sua forza ha le solide fondamenta del proletariato italiano,
si avvale dell'inestimabile contributo che i suoi figli migliori e le sue avanguardie
danno alla costruzione del PARTITO COMUNISTA COMBATTENTE. Mentre riaffermiamo
con forza le nostre posizioni sull'Internazionalismo Proletarío, diciamo
che la nostra Organizzazione ha imparato a combattere, ha saputo costruire ed
organizzare autonomamente i livelli politico-militari adeguati ai compiti che
la guerra di classe impone. Organizzare la lotta armata per il Comunismo costruire
il Partito Comunista Combattente, prepararsi anche militarmente ad essere dei
soldati della rivoluzione è la strada che abbiamo scelto, ed è
questo che ha reso possibile alla nostra Organlzzazione di condurre nella più
completa autonomia la battaglia per la cattura ed il processo ad Aldo Moro.
Intensificare con l'attacco armato il processo al regime, disarticolare i centri
della controrivoluzione imperialista.
Costruire l' unità del movimento rivoluzionario nel Partito Combattente.
Onore ai compagni Lorenzo Jannucci e Fausto Tinelli assassinati dai sicari del
regime.
25/3/1978
Per il Comunismo
Brigate Rosse