Biblioteca Multimediale Marxista
Non trattiamo con i delinquenti!
1. Perché Taviani vuole fare di Mario Sossi un "eroe morto"?
Taviani non è un "uomo forte." È un uomo che trema,
un uomo che ha paura. Dietro la sua difesa dello stato democratico non ci sono
tanto motivi morali e politici, ma bassi motivi di delinquenza comune. È
vergognoso per le "istituzioni democratiche" che sia cosí;
ma è piú vergognoso ancora che forze presunte di sinistra tacciano
come gangs mafiose e si raccolgano intorno a lui. E ora diciamo perché.
2. Tutto il traffico clandestino di armi di Genova (e non solo di Genova, perché
vi sono solidi contatti anche con Milano) è controllato, diretto e rifornito
dal dottor Umberto Catalano. Attraverso questa "rete" che passa per
una serie di armerie genovesi, di cui una è la armeria Diana di Traverso
Renzo e del fascista Lantieri entrambi confidenti e strumenti dell'ufficio politico,
viene rifornita la delinquenza comune e viene tentata l'infiltrazione nei gruppi
rivoluzionari. È anche con questo strumento che si è cercato di
incastrare i compagni del 22 Ottobre.
Questo traffico consente al dottor Catalano e ad una serie di sottoufficiali
dell'ufficio politico di Genova di incamerare lauti guadagni. E' direttamente
dalla questura di Genova che escono i mitra "Mab" perfettamente efficienti
che riforniscono il mercato. Esiste a tale riguardo un procedimento penale,
che finora è stato tenuto coperto dagli alti vertici della magistratura
(Coco e Castellano).
Questo fatto è a conoscenza del ministro Taviani il quale fornisce la
sua autorevole copertura a questa attività criminale dell'ufficio politico
di Genova. Adesso si capisce perché nelle cosí sbandierate "operazioni
di ordine pubblico" vengono trovati tanti depositi di armi. E si capisce
anche perché Taviani preferirebbe oggi fare di Sossi un "eroe morto";
se necessario su questa squallida vicenda potremo fornire anche una documentazione
dettagliata. Per questo rispondiamo al ministro di polizia: non trattiamo con
i delinquenti!
3. È il momento in cui ciascuno si deve assumere le sue responsabilità.
Spetta alla magistratura concedere la libertà provvisoria agli 8 compagni
del 22 Ottobre. Nella fase attuale è la corte di appello di Genova che
deve decidere. In uno "stato di diritto" fondato sulla separazione
dei poteri, il governo non può minimamente intervenire. Spetta alla magistratura
decidere se rendersi complice o meno della volontà criminale del ministro
degli Interni.
Ripetiamo: vogliamo libertà per Mario Rossi, Giuseppe Battaglia, Augusto
Viel, Rinaldo Fiorani, Silvio Malagoli, Cesare Maino, Gino Piccardo, Aldo De
Scisciolo.
4. Anche sotto il fascismo i compagni comunisti venivano tacciati come delinquenti,
criminali e banditi. La classe operaia di Genova deve scioperare non al fianco
di Taviani ma per la liberazione degli 8 compagni del 22 Ottobre! Per il comunismo.