Biblioteca Multimediale Marxista
Avanguardia
Le avanguardie hanno lo sguardo volto al futuro e alla loro ricompensa, ma questa
non si intravede come qualcosa di individuale; il premio è la nuova società
in cui gli uomini avranno caratteristiche diverse: la società dell'uomo
comunista. L'operaio d'avanguardia deve essere condottiero di masse tramite
l'esempio, tramite il proprio convincimento nei confronti del lavoro. E il lavoro
deve essere un compito fondamentale del nostro popolo nel corso degli anni.
L'operaio d'avanguardia ha oggi una missione fondamentale da compiere: quella
di trascinare con il suo esempio, quella di convertirsi in un eroe venerato
del lavoro, quella di creare un poco la leggenda del combattente del lavoro,
la stessa che si crea quando si tratta del combattente in armi. Un lavoratore
d'avanguardia, un membro del Partito dirigente della Rivoluzione sente tutti
questi lavori che si chiamano sacrificio con un interesse nuovo, come una parte
del suo dovere, ma non del suo dovere imposto, bensì del suo dovere interno
e lo fa con interesse. Chiunque abbia un merito qualsiasi che si sia guadagnato
col suo sforzo deve dimostrare di essere stato giustamente meritevole di questo
riconoscimento per tutto l'anno e per tutto il processo rivoluzionario. Non
deve addormentarsi sugli allori. Noi non ci stanchiamo di ripetere che nel caso
degli operai d'avanguardia la modestia eccessiva non era una qualità
ma un difetto; che l'operaio d'avanguardia deve dar mostra del suo esempio,
renderlo vivo e palpabile, comuni-carlo, divulgarlo, contagiare del suo entusiasmo
tutti gli altri compagni. Se in qualcosa e per qualcosa lottiamo per essere
l'avanguardia di questo o di quello è per avere l'onore di dire che siamo
in posizione avanzata nel compito di dare al nostro popolo tutto quello che
merita, per le sue straordinarie azioni, per il suo straordinario valore, per
il suo esempio luminoso per tutti i popoli d'America e del mondo.
Il rivoluzionario
La prima cosa che deve fare un rivoluzionario che scrive la storia è
tenersi aderente alla verità come un dito in un guanto. La Rivoluzione
si fa attraverso l'uomo, ma l'uomo deve forgiare giorno per giorno il suo spirito
rivoluzionario. La cosa più importante è la nazione, è
l'intero popolo di Cuba e bisogna esser sempre pronti a sacrificare qualsiasi
beneficio individuale in favore del beneficio collettivo. Il rivoluzionario
deve essere un lavoratore infaticabile e, oltre che infaticabile, organizzato;
e, se invece di imparare con i colpi della lotta, come abbiamo imparato noi,
portate già alla lotta rivoluzionaria quella previa esperienza organizzativa,
tanto meglio per i paesi dove vi toccherà lottare per la Rivoluzione.
Molto ci rimane da fare, per imprimere nella coscienza dei nostri dirigenti
quanto più possibile questa necessità vitale [...], per imprimere
nella coscienza di ciascuno la certezza assoluta che non c'è sforzo che
si faccia verso il popolo e che non si traduca. dopo fatti concreti, in concreti
vantaggi per la Rivoluzione, che è la sola cosa che noi rivoluzionari
cerchiamo: ingrandire la nostra Rivoluzione, dare quanto più possibile
al nostro popolo. Non finisce lì né voi avrete saldato il vostro
debito con la società nel momento in cui sarete accolti e vi sarete convertiti
in operai qualificati; avrete pagato semplicemente la parte proporzionale del
debito che c'era da pagare quell ' anno, ma poi continuerete ad avere degli
obblighi, obblighi che nessuno vi richiederà, che nessuno vi ricorderà
tutti i giorni, ma che voi dovrete sentire tutti i giorni per essere davvero
dei rivoluzionari. A volte noi rivoluzionari siamo soli, perfino i nostri figli
ci guardano come si guarda un estraneo. Ci vedono meno del soldato di posta
che chiamano zio. I dirigenti della Rivoluzione hanno figli che ai loro primi
balbettii non imparano a chiamare il padre; mogli che devono essere parte del
sacrificio generale della loro vita per portare la Rivoluzione alla sua destinazione;
la cerchia degli amici corrisponde rigidamente alla cerchia dei compagni della
Rivoluzione. Non esiste vita al di fuori di essa. L'uomo che va avanti spinge
gli altri a raggiungerlo, attira gli altri verso il suo livello molto più
di colui che da dietro spinge solo con la parola. Il miglior indottrinamento
rivoluzionario che possa esistere è mostrare, per via d'esempio, il cammino
del compimento del dovere. Noi siamo il presente che sta costruendo l'avvenire
per i nostri figli e sempre dobbiamo guardare in avanti, verso l'avvenire e
distruggere anche il più piccolo rimasuglio del passato. Dobbiamo stare
con le armi in pugno, intransigentemente, lottando contro tutto ciò che
è cattivo, tutto ciò che è marcio, contro tutto ciò
che è pigro, tutto ciò che si trascina, tutto ciò che significa
il passato. Dentro le masse rivoluzionarie la vigilanza della loro morale deve
essere più rigida, se è il caso, della vigilanza contro il non
rivoluzionario o l'indifferente. La condotta rivoluzionaria è specchio
della fede rivoluzionaria e quando qualcuno che si proclama rivoluzionario non
si comporta come tale non può essere altro che spregevole. Non si può
permettere, pena la possibilità che la Rivoluzione si incammini per la
pericolosa via dell'opportunismo, che un rivoluzionario, di qualunque categoria
e per qualunque criterio, venga assolto da colpe gravi contro il decoro o la
morale, per il fatto stesso di essere rivoluzionario. I rivoluzionari non possono
prevedere tutte le varianti tattiche che possono presentarsi nel corso della
lotta per il loro programma liberatore. La reale capacità di un rivoluzionario
si misura dal saper trovare tattiche rivoluzionarie adeguate ad ogni mutamento
di situazione, dal tener presente tutte le tattiche e sfruttarle al massimo.
Il rivoluzionario, motore ideologico della rivoluzione all'interno del suo partito,
si consuma in quell'attività interrotta che non ha altra fine che la
morte, a meno che la costruzione non si consegua su scala mondiale. L'atteggiamento
comunista di fronte alla vita è mostrare con l'esempio il cammino da
seguire, è guidare le masse con il proprio esempio, quali che siano le
difficoltà del cammino da superare. E chi può mostrare l'esempio
del suo lavoro ripetuto giorno dopo giorno, senza aspettare dalla società
altro che il riconoscimento dei suoi meriti di lavoratore, di costruttore di
quella nuova società, ha diritto ad esigere nell'ora del sacrificio.
E la costruzione della nostra società non potrà farsi in alcun
modo se non sulla base del sacrificio. All'interno del paese i dirigenti devono
svolgere il loro ruolo d'avanguardia; e, va detto con tutta sincerità,
in una rivoluzione vera, a cui si dà tutto, da cui non ci si aspetta
alcuna retribuzione materiale, il compito del rivoluzionario d'avanguardia è
al tempo stesso magnifico e angoscioso. Noi rivoluzionari dobbiamo dare in ogni
momento della nostra vita tutto quanto è possibile a beneficio del lavoro
fecondo, a beneficio della Rivoluzione che avanza, a beneficio del popolo, che
è tutto uno, che è al nostro fianco, che sta lottando con noi
verso l'avvenire. [24] questo tipo di lotta ci offre l'occasione di diventare
rivoluzionari, il gradino più alto della specie umana, ma ci permette
anche di laurearci uomini; coloro che non possono raggiungere nessuno di questi
due stadi debbono dirlo e abbandonare la lotta.
Il quadro
Chi aspira ad essere dirigente deve poter affrontare, o meglio, potersi esporre
al verdetto delle masse e credere che è stato eletto dirigente o si propone
come dirigente perché è il migliore fra i buoni, per il suo lavoro,
il suo spirito di sacrificio, il suo costante atteggiamento d'avanguardia in
tutte le lotte che il proletariato deve condurre giornalmente per la costruzione
del socialismo. In un regime che inizia la costruzione del socialismo non si
può supporre un quadro che non abbia uno sviluppo politico, ma per sviluppo
politico non deve considerarsi soltanto l'apprendistato della teoria marxista;
si deve anche esigere la responsabilità dell'individuo per i suoi atti,
la disciplina che coarti qualsiasi debolezza transitoria e che non sia combattuta
con un'alta dose d'iniziativa, la preoccupazione costante per tutti i problemi
della Rivoluzione. Intimamente legato al concetto di "quadro" è
quello della capacità di sacrificio, di dimostrare con il proprio esempio
le verità e le consegne della Rivoluzione. Il quadro, come dirigente
politico, deve guadagnarsi il rispetto dei lavoratori con la sua azione. E imprescindibile
che conti sulla considerazione e l'affetto dei compagni che deve guidare lungo
le strade dell'avanguardia. Che cos'è un quadro? Un quadro è un
individuo che ha raggiunto lo sviluppo politico sufficiente per potere interpretare
le grandi direttive emanate dal potere centrale, farle sue e trasmetterle come
orientamento alla massa, accogliendo inoltre le manifestazioni che questa faccia
dei suoi desideri e delle sue più intime motivazioni. È un individuo
dalla disciplina ideologica e amministrativa, che conosce e pratica il centralismo
democratico e sa valutare le contraddizioni esistenti nel metodo per trarre
il massimo profitto dalle sue molteplici sfaccettature; che sa praticare nella
produzione il principio della discussione collettiva e discussione e responsabilità
uniche, la cui fedeltà è provata e il cui coraggio fisico e morale
si è sviluppato di concerto con il suo sviluppo ideologico, al punto
che è sempre pronto ad affrontare qualunque dibattito e a rispondere
perfino con la vita del buon cammino della Rivoluzione. E, inoltre, un individuo
con capacità di analisi propria, il che gli consente di prendere le decisioni
necessarie e praticare l'iniziativa creatrice in modo che non venga a cozzare
con la disciplina. Lo sviluppo di un quadro si ottiene nelle azioni giornaliere,
ma deve inoltre assumersi il compito d'un modo sistematico in scuole speciali,
dove professori competenti, esempi al contempo della scolaresca, favoriscano
la più rapida ascesa ideologica.
Il militante
Come potremmo definire i compiti più importanti di un membro del Partito...?
Ve ne sono due fondamentali, due che tornano a ripetersi costantemente e che
sono la base su cui poggia tutto lo sviluppo della società: la produzione,
lo sviluppo dei beni per il popolo e l'approfondimento della coscienza. il membro
del Partito nuovo deve essere un uomo che sente intimamente in tutto il suo
essere le nuove verità e le sente con naturalezza, che quello che è
sacrificio per la gente in genere sia per lui semplicemente l'azione quotidiana,
ciò che bisogna fare e ciò che è naturale fare. Il rivoluzionario
vero, il membro del Partito dirigente della Rivoluzione dovrà lavorare
ogni ora, ogni minuto della sua vita, in questi annidi lotta tanto dura che
ci aspettano, con un interesse sempre rinnovato e sempre crescente e sempre
fresco. Tutti i membri dei nuclei devono eccellere per il loro lavoro, per il
loro amore allo studio, per la loro coscienza del dovere, per il loro quotidiano
e costante superamento e devono predicare - sopra ogni cosa - con l'esempio
del sacrificio e del lavoro sugli altri compagni. Noi, militanti di un partito
nuovo, in una nuova regione liberata del mondo e in nuove situazioni, dobbiamo
tenere sempre alta la stessa bandiera di dignità umana che levò
il nostro Marti, guida di molte generazioni, presente oggi con la sua freschezza
di sempre nella realtà di Cuba: "Ogni vero uomo deve sentire sulla
guancia il colpo inferto a qualsiasi guancia d'uomo".
L'uomo nuovo
le cose più banali e più noiose si trasformano, sotto l'egida
dell'interesse, dello sforzo interiore dell'individuo, dell'approfondimento
della sua coscienza, in cose importanti e sostanziali, in qualcosa che non può
smettere di fare senza sentirsi male: in ciò che si chiama sacrificio.
E il non fare il sacrificio si converte per un rivoluzionario nel vero sacrificio.
In questo periodo di costruzione del socialismo possiamo vedere l'uomo che sta
nascendo. La sua immagine non è ancora finita; non potrà esserlo
mai poiché il processo cammina parallelamente allo sviluppo di forme
economiche nuove. L'importante è che gli uomini vadano acquistando ogni
giorno più coscienza della necessità del loro incorporarsi nella
società e, al tempo stesso, della loro importanza come motori della stessa.
L'individuo del nostro paese sa che l'epoca gloriosa che gli tocca vivere è
di sacrificio; conosce il sacrificio. I primi lo conobbero nella Sierra Maestra
e in qualsiasi parte si sia combattuto; dopo lo abbiamo conosciuto in tutta
Cuba. L'uomo nel socialismo, malgrado la sua apparente standardizzazione, è
più completo; malgrado la mancanza del meccanismo perfetto per ciò,
la sua possibilità di esprimersi e farsi sentire nell'apparato sociale
è infinitamente maggiore. Le grandi moltitudini si vanno sviluppando,
le nuove idee vanno raggiungendo un adeguato impeto in seno alla società,
le possibilità materiali di sviluppo integrale di assolutamente tutti
i suoi membri rendono molto più fruttifera l'opera. Il presente è
di lotta; il futuro è nostro. Dobbiamo lavorare per il nostro perfezionamento
interno quasi come un'ossessione, come una pulsione costante; ogni giorno analizzare
onestamente ciò che abbiamo fatto, correggere i nostri errori e tornare
a incominciare il giorno appresso. Tutti e ciascuno di noi paga puntualmente
la sua quota di sacrificio, cosciente di riceverne il premio nella soddisfazione
del dovere compiuto, cosciente di avanzare con tutti verso l'uomo nuovo che
si intravede all'orizzonte.
La pace
La pace degli uomini che la desiderino con tutte le loro forze, che sono disposti
a giovarsene al massimo per la felicità del loro popolo, ma che sanno
che non possono mettersi in ginocchio per conquistarla, che sanno che la pace
si conquista a colpi di audacia, di coraggio, di incrollabile pertinacia, e
che così si difende, e che la pace non è una condizione statica
ma qualcosa di dinamico al mondo, e che quanto più forte, unito e belligerante
sia un popolo, più facilmente potrà mantenere la pace cui aspira.
Socialismo
Noi socialisti siamo più liberi perché siamo più integri;
siamo più integri perché siamo più liberi. Non è
solo lavoro la costruzione del socialismo, non èsolo coscienza la costruzione
del socialismo: è lavoro e coscienza, sviluppo della produzione, sviluppo
dei beni materiali mediante il lavoro e sviluppo della coscienza. La costruzione
del socialismo è basata sul lavoro delle masse, sulla capacità
delle masse, perché si possa organizzare e dirigere meglio l'industria,
l'agricoltura, tutta l'economia del paese; sulla capacità delle masse
di superare di giorno in giorno le loro nozioni. sempre abbiamo definito il
socialismo come la creazione dei beni materiali per l'uomo e lo sviluppo della
coscienza; e in questo compito della creazione dei beni materiali è imprescindibile
la cifra della produttività del lavoro. La tecnica è la base perché
l'industria possa svilupparsi e l'industria, che fa la produzione, è
la base del socialismo. Il socialismo è un fenomeno economico e anche
un fenomeno di coscienza, ma deve realizzarsi sulla base della produzione. Senza
una produzione importante non c'è socialismo. Perché il socialismo,
adesso in questa fase di costruzione del socialismo e comunismo, non si è
fatto semplicemente per avere le nostre fabbriche brillanti, si sta facendo
per l'uomo integrale; l'uomo deve trasformarsi congiuntamente alla produzione
che avanza e non svolgeremmo un compito idoneo se fossimo solo produttori di
articoli, di materia prima e non fossimo insieme produttori di uomini. il primo
punto del piano inclinato, se pure è possibile chiamarlo piano inclinato,
che porta al socialismo è la Riforma Agraria. Chi entra nella Riforma
Agraria con un senso di recupero nazionale, con un senso onesto, un senso di
giustizia sociale, va indefettibilmente [...], in condizioni, naturalmente,
stiamo parlando in condizioni di America coloniale, va indefettibilmente verso
un'economia socialista ... Vale a dire, noi ci troviamo in un'epoca in cui la
giustizia non è bandita, non possiamo assolutamente bandirla, non possiamo
dare a ciascuno secondo il suo bisogno. Stiamo costruendo il socialismo, dobbiamo
dare alla gente secondo il suo lavoro ... Il socialismo non è una società
di beneficenza, non è un regime utopico basato sulla bontà dell'uomo
come uomo. Il socialismo è un regime al quale si arriva storicamente
e che ha come base la socializzazione dei beni fondamentali di produzione e
l'equa distribuzione delle ricchezze della società, entro un ambito in
cui vi sia produzione di tipo sociale. Il socialismo è un sistema sociale
che si basa sull'equa distribuzione delle ricchezze della società, ma
a condizione che tale società abbia ricchezze da spartire, che vi siano
macchine per lavorare e che quelle macchine abbiano materie prime per produrre
quanto è necessario per il consumo della nostra popolazione. E nella
misura in cui aumentiamo quei prodotti per distribuirli fra tutta la popolazione
andiamo avanzando nella costruzione del socialismo. Possiamo dire che la definizione
del socialismo è molto semplice: si definisce dalla produttività
che è data dalla meccanizzazione, dal giusto uso delle macchine al servizio
della società e da un crescente aumento della produttività e della
coscienza che sta nel mettere tutto quello che si possiede al servizio della
società: produttività, vale a dire, maggior produzione, maggiore
coscienza: questo è socialismo Bisogna pagare qualunque prezzo per il
diritto di tenere sempre alta la nostra bandiera e il diritto di costruire il
socialismo secondo il volere del nostro popolo! [69] Non può esistere
socialismo se nelle coscienze non si opera un mutamento che provochi un nuovo
atteggiamento fraterno nei confronti dell'umanità, tanto di carattere
individuale, la società in cui si costruisce o è costruito il
socialismo, come di carattere mondiale in relazione a tutti i popoli che stiano
subendo l'oppressione imperialista. Le verità del socialismo, più
le crude verità dell'imperialismo, sono andate forgiando il nostro popolo,
mostrandogli il cammino che dopo abbiamo intrapreso coscientemente. Non vi è
altra definizione del socialismo, valida per noi, che l'abolizione dello sfruttamento
dell'uomo da parte dell'uomo. Fintanto che ciò non avvenga, si sta nel
periodo di costruzione della società socialista e, se invece di verificarsi
un tale fenomeno, il compito della soppressione dello sfruttamento ristagna
o addirittura si fanno dei passi indietro, non è giusto nemmeno parlare
della costruzione del socialismo. il socialismo si basa sulla fabbrica, il socialismo
poggia su di una società sviluppata tecnicamente; non può esistere
in condizioni feudali, in condizioni pastorali; si sviluppa sulla tecnica. E
noi dobbiamo procedere lungo queste due vie dell'aumento della produzione e
dell'approfondimento della coscienza. E vogliate perdonarmi se insisto una volta
di più su queste cose, ma il fatto è che bisogna fissarsele bene
nella mente per poter giungere ad acquisire la nuova categoria di paese socialista
in cui si cancelli ormai totalmente lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo,
in cui tutti i mezzi di produzione siano in potere dello Stato e dove si dia
inizio al gran balzo, l'ultimo e definitivo balzo avvistato finora dall'umanità,
che è quello della società comunista, società senza classi.
già dobbiamo pensare - anche se è come un futuro lontano - al
comunismo, che è la società perfetta, che è l'aspirazione
basilare dei primi uomini che seppero vedere più in là del tempo
presente e predire il destino dell'umanità. Nella società socialista
o nella costruzione del socialismo il lavoratore lavora perché questo
è il suo dovere sociale, perché deve compiere il suo dovere sociale.
Questo dovere sociale consiste nel fare uno sforzo medio, conformemente alla
sua qualifica e pertanto ricevere un salario individualizzato, conformemente
a quella qualifica, in questa fase di costruzione, in questo periodo di transizione
e, allo stesso tempo, tutti i benefici che la società gli concede.
Marxismo
Le leggi del marxismo sono presenti negli accadimenti della Rivoluzione cubana,
indipendentemente dal fatto che i suoi capi professino o conoscano a fondo,
da un punto di vista teorico, quelle leggi. Il marxista deve essere il migliore,
il più integro, il più completo degli esseri umani, ma, sempre
e soprattutto, un essere umano; un militante di un partito che vive e vibra
a contatto con le masse; un orientatore che plasma in direttive concrete i desideri
talora oscuri della massa; un lavoratore infaticabile che tutto consegna al
suo popolo; un lavoratore che si sacrifica dedicando le sue ore di riposo, la
sua tranquillità personale, la sua famiglia o la sua vita alla Rivoluzione,
ma che non è mai insensibile al calore del contatto umano. La nostra
posizione quando ci chiedono se siamo marxisti o no è la stessa che assumerebbe
un fisico al quale si chiedesse se fosse newtoniano" o un biologo al quale
venisse chiesto se fosse "pasteuriano". Vi sono verità così
evidenti, così legate alla conoscenza dei popoli che è del tutto
inutile discuterle. Si deve essere "marxisti" con la stessa naturalezza
con cui si è "newtoniani" in fisica o "pasteuriano"
in biologia ... II
Partito
Chi apre la via è il gruppo d'avanguardia, i migliori fra i buoni, il
Partito. Il nostro nuovo Partito sarà un Partito eletto dalle masse,
un Partito estratto dal meglio della classe operaia. E i compagni che siano
stati eletti come operai esemplari devono unire al loro spirito di lavoro tutta
una serie di condizioni che ne facciano esempio di comunisti, esempio di costruttori
della nuova società. Essere partito d'avanguardia significa stare in
testa alla classe operaia nella lotta per la presa del potere, saperla guidare
alla sua conquista e perfino condurla per le scorciatoie. Questa è la
missione dei nostri partiti rivoluzionari e l'analisi deve essere profonda ed
esaustiva perché non vi siano errori. l'enorme forza che deve esigere
il Partito dirigente, se conseguente con tutta una linea di cambiamenti nella
struttura, nell'organizzazione, nello schema generale di concezione del Partito,
questi si mette fermamente alla testa dello Stato proletario e ne guida gli
atti, con il suo esempio, con il suo sacrificio, con la profondità del
suo pensiero e l'audacia dei suoi atti, in ogni momento della nostra Rivoluzione.
Il Partito è un'organizzazione d'avanguardia. I migliori lavoratori vengono
proposti dai loro compagni per farne parte. Questo è minoritario ma di
grande autorità per la qualità dei suoi quadri. Nostra aspirazione
è che il Partito sia di massa, ma solo quando le masse abbiano raggiunto
il livello di sviluppo d'avanguardia, vale a dire, quando siano educate per
il comunismo. Il Partito è l'esempio vivo; i suoi quadri devono dare
lezioni di laboriosità e sacrificio, devono, con la loro azione, portare
le masse al raggiungimento del fine del compito rivoluzionario, la qual cosa
comporta anni di dura lotta contro le difficoltà della costruzione, i
nemici di classe, i guasti del passato, l'imperialismo Il Partito del futuro
sarà intimamente unito alle masse e da queste assorbirà le grandi
idee che poi prenderanno forma in direttive concrete; un partito che applicherà
rigorosamente la sua disciplina, d'accordo con il centralismo democratico e
dove, allo stesso tempo, esistano, in permanenza, la discussione, la critica
e l'autocritica aperte, per migliorare di continuo il lavoro.
Gioventù
L'argilla fondamentale della nostra opera è la gioventù: in essa
poggiamo la nostra speranza e la prepariamo a prendere dalle nostre mani la
bandiera. La consegna del momento per tutta la nostra gioventù è
di non arrestarsi un attimo nell'impegno culturale, andare sempre avanti, imparare
sempre qualcosa di nuovo ed essere sempre disposta a dare questo nuovo che si
è appreso a beneficio di tutti. Questo è uno dei compiti della
gioventù, dare impulso, dirigere con l'esempio della produzione dell'uomo
di domani e in quella produzione e nella direzione è compresa la produzione
propria, perché nessuno è perfetto né molto meno di ciò,
e tutti devono andar migliorando le proprie qualità mediante il lavoro,
i rapporti umani, lo studio profondo, le discussioni critiche: tutto questo
è ciò clic va trasformando la gente. Il dovere di un giovane rivoluzionario
in questa fase di costruzione del socialismo è quello di superarsi tutti
i giorni; non far passare un solo giorno senza superare un poco le sue nozioni,
senza che nella coscienza di ciascuno si a~giunga qualcosa, senza giungere alla
fine della giornata con la soddisfazione di registrare i progressi clic giorno
dopo giorno si vanno facendo. Quelli che si trovano ancora nel periodo dell'adolescenza
o che sono usciti da pochissimi anni dall'adolescenza, devono pensare che adesso
bisogna maturare, perché per essere operai d'avanguardia, per essere
degli attivisti, per essere dei rivoluzionari, quale che sia l'età che
si abbia, si deve essere maturi. non confondere quello che la gioventù
di tutto il mondo, e soprattutto la gioventù cubana per le caratteristiche
del suo popolo, ha di allegro, di fresco, di spontaneo, con la superficialità.
Sono due cose assolutamente distinte. Si può e si deve essere spontanei
e allegri, ma si deve allo stesso tempo essere profondi. Qui allora si pone
uno dei problemi più difficili da risolvere, quando lo si imposta come
discussione teorica. Perché è semplicemente così che deve
essere la gioventù comunista. L'Unione dei Giovani Comunisti deve definirsi
con una sola parola: avanguardia; voi, compagni, dovete essere l'avanguardia
di tutti i movimenti, i primi ad essere pronti per i sacrifici che la Rivoluzione
richieda, quale che sia la natura di questi sacrifici; i primi nel lavoro, i
primi nello studio, i primi nella difesa del paese l'essere un giovane comunista,
l'appartenere all'Unione dei Giovani Comunisti non è una grazia che qualcuno
vi fa, né una grazia che voi fate allo Stato o alla Rivoluzione; l'appartenere
all'Unione dei Giovani Comunisti deve essere il più alto onore di un
giovane della società nuova, deve essere l'onore per il quale lottare
in ogni istante della vostra esistenza e inoltre l'onore di mantenersi e mantenere
alto il nome individuale dentro il gran nome dell'Unione dei Giovani Comunisti,
deve essere ugualmente un impegno costante. credo che la prima cosa che deve
caratterizzare un Giovane Comunista è l'onore che sente di essere un
Giovane Comunista, quell'onore che lo porta a mostrare davanti a tutti la sua
condizione di Giovane Comunista, che riversa nella clandestinità, che
non riduce a formule ma esprime in ogni momento, che gli esce dallo spirito,
che ha interesse a dimostrare perché è il suo marchio d'orgoglio;
insieme a ciò, un gran senso del dovere, un senso del dovere verso la
nostra società che stiamo costruendo, verso i nostri simili come esseri
umani e verso tutti gli uomini del mondo, questo deve caratterizzare il Giovane
Comunista. Il giovane comunista deve imporsi di essere il primo in ogni cosa,
lottare per essere il primo, infastidirsi quando in qualcosa si occupa un altro
spazio, e lottare per migliorare, per essere il primo, certo che non tutti possono
essere i primi, ma fra i primi sì, nel gruppo d'avanguardia, ecco, essere
un esempio vivo, essere lo specchio dove si specchiano i compagni che non appartengano
alle gioventù comuniste. Il giovane comunista non può essere limitato
dalle frontiere d'un territorio, il giovane comunista deve praticare l'internazionalismo
e sentirlo come cosa propria e ricordarsi, ricordarci noi giovani comunisti
e aspiranti comunisti qui a Cuba, che siamo un esempio reale e palpabile per
tutta la nostra America e, più ancora che per la nostra America, per
tutti gli altri paesi del mondo che ugualmente combattono in altri continenti
per la loro libertà.
Rivoluzione
La Rivoluzione non è, come pretendono alcuni, standardizzatrice della
volontà collettiva, dell'iniziativa collettiva, ma esattamente tutto
il contrario, è liberatrice della capacità individuale dell'uomo.
Chi in quei momenti si fermi a pensare ai primi giorni, diciamo, al 31 gennaio
del 1959, vedrà che la distanza percorsa, in termini di avanzamento di
coscienza, è veramente straordinaria, è qualcosa che in altri
paesi si può misurare in decine di anni. E tuttavia, questo non può
lasciarci soddisfatti. Questa è una Rivoluzione singolare che qualcuno
ha creduto non sia conforme a una delle premesse di quanto di più ortodosso
vi è nel movimento rivoluzionario, così enunciata da Lenin: "Senza
teoria rivoluzionaria non esiste movimento rivoluzionario". le rivoluzioni
popolari sono sempre generose, ma debbono compiere un dovere che è superiore
a quello di qualsiasi generosità, ed è il dovere di reggere e
progredire e davanti ai colpi della reazione, quando la reazione prepara le
sue forze per attaccare e demolire la nuova società in formazione, bisogna
rispondere con tutte le forze e colpire con tutte le forze. Di fronte a tutti
i pericoli, di fronte a tutte le minacce, le aggressioni, i blocchi, i sabotaggi,
tutti i frazionisti, tutti i poteri che cercano di frenarci, dobbiamo dimostrare,
una volta di più, la capacità del popolo di costruire la propria
storia. la volontà di fare è un dono dell'uomo. E anteriore al
fatto stesso. Esiste nella coscienza prima di realizzarsi. Cioè, il concetto
di rivoluzione socialista è anteriore al concetto di Stato socialista.
Questa è una generazione di sacrificio; questa generazione nostra non
godrà neanche lontanamente dei beni che avranno le generazioni seguenti.
E dobbiamo essere lucidi, coscienti di ciò, coscienti del nostro ruolo,
perché abbiamo avuto l'immensa gloria di essere l'avanguardia della Rivoluzione
in America. La cosa difficile da capire per chi non vive l'esperienza della
Rivoluzione è questa stretta unità dialettica esistente fra l'individuo
e la massa, dove l'uno e l'altra si interrelazionano e dove a sua volta la massa,
in quanto insieme di individui, si interrelaziona con i dirigenti. La Rivoluzione
pulisce gli uomini, li migliora come l'agricoltore esperto corregge i difetti
della pianta e ne accresce le buone qualità. E questa generazione, che
ha reso possibile l'apparente miracolo della nascita della Rivoluzione socialista
a pochi passi dall'imperialismo nordamericano, deve pagare la gloria del suo
sacrificio. E deve sacrificarsi giorno dopo giorno per costruire col suo sforzo
il domani. quando le condizioni pacifiche di lotta si esauriscono, quando i
poteri ancora una volta tradiscono il popolo, non soltanto si può inalberare
la bandiera della rivoluzione, ma si deve inalberare la bandiera della rivoluzione.
la Rivoluzione oggi esige che si apprenda, esige che si comprenda bene che molto
più importante di una buona retribuzione è l'orgoglio di servire
il prossimo; che molto più definitiva, molto più duratura di tutto
l'oro che si può accumulare è la gratitudine di un popolo. [8]
La costruzione di un paese è il prodotto del lavoro di tutte le ore del
giorno e della passione che si mette in quella costruzione; per questo bisogna
sentire quello che si sta facendo. Non si può costruire in un lavoro
di laboratorio, freddo, analitico; si costruisce con la forza del popolo, unendosi
al popolo. Rivoluzione che non si approfondisca costantemente è rivoluzione
che arretra. Non dobbiamo avvicinarci al popolo per dire: "Siamo qui. Veniamo
a farti la carità della nostra presenza, a insegnarti con la nostra scienza,
a dimostrarti i tuoi errori, la tua incultura, la tua mancanza di nozioni elementari".
Dobbiamo andare con ansia di ricerca e con umiltà di spirito a imparare
da quella gran fonte di sapienza che è il popolo.
Popolo e governo
Pensando ad alta voce, compagni, direi che noi siamo viziati dal contatto con
il popolo e che non possiamo smettere di averlo; ci sentiamo male quando ci
troviamo in un posto qualsiasi in cui non possiamo dialogare con lui e non possiamo
dargli la nostra piccola esperienza e ricevere l'enorme esperienza e l'enorme
dose di sapienza che il popolo ci elargisce tutti i giorni. E noi abbiamo nella
classe operaia la nostra grande forza, il nostro grande sostegno. Parlo della
classe operaia, mi riferisco, dico, ai proletari, agli operai e ai contadini.
In essi è il nostro sostegno. Mai pretendere di educare un popolo perché,
per mezzo dell'educazione soltanto e con un governo dispotico che lo sovrasta,
impari a conquistare quelli che sono i suoi diritti. Insegnategli, prima di
tutto, a conquistare i suoi diritti e quel popolo, quando sarà rappresentato
nel governo, apprenderà tutto quello che gli verrà insegnato e
molto di più, sarà il maestro di tutti senza alcuna fatica. L'esempio,
il buon esempio, così come il cattivo esempio, è assai contagioso
e noi dobbiamo contagiare con i buoni esempi; lavorare sulla coscienza della
gente, colpire la coscienza della gente, dimostrare ciò di cui siamo
capaci, dimostrare di che cosa è capace una Rivoluzione quando è
al potere, quando è sicura del suo obiettivo finale, quando ha fede nella
giustizia dei suoi fini e nella linea che ha seguito; e quando è pronta,
come era pronto l'intero nostro popolo prima di cedere di un passo in quello
che era nostro legittimo diritto.
Dittatura del proletariato
La massa deve essere costantemente attenta a quello che accade nel suo centro
di lavoro e rapportarlo alla vita totale della Nazione. Perché bisogna
che vi sia pressione delle masse in una serie di cose, perché le masse
devono avere interesse a sapere che cos'è un piano economico, che cos'è
l'industrializzazione, che cosa deve fare ogni fabbrica, che cos'è il
loro dovere, come può aumentare o diminuire quel dovere, quello che sono
gli interessi della classe operaia all'interno della fabbrica. in questa nuova
fase che stiamo vivendo, nella fase di costruzione del socialismo, in cui si
cancellano tutte le discriminazioni e rimane solo come unica e determinante
dittatura la dittatura della classe operaia come classe organizzata sopra tutte
le altre classi che sono state sconfitte; e la preparazione in un lungo cammino
che sarà denso di molte lotte, di molte pene ancora, della società
perfetta che sarà la società senza classi, la società dove
saranno scomparse tutte le differenze, in questo momento non si può ammettere
altro tipo di dittatura che non sia la dittatura del proletariato come classe.
La donna
Il proletariato non ha sesso: è l'insieme di tutti gli uomini e donne
che, in tutti i luoghi di lavoro del paese, lottano conseguentemente per uno
scopo comune. Così era il nostro paese: la donna non aveva alcun tipo
di diritto egualitario; la si pagava meno per un uguale lavoro, la si discriminava
così come nella maggior parte dei nostri paesi americani. dentro l'Esercito
Ribelle, fra quanti combatterono e si sacrificarono in quei giorni angosciosi,
vivrà in eterno la memoria delle donne che, correndo quotidiani rischi,
resero possibili le comunicazioni in tutta l'isola ... Già le donne si
stanno preparando per i molti compiti che possano adempiere. Le donne devono
essere preparate meglio e si deve fare un lavoro tale da non svantaggiare le
donne rispetto all'uomo, perché oggi, ad esempio, sarebbe criminale mandare
le nostre donne al porto a caricare balle, ma entro un certo margine di tempo
- e faremo in modo che questo tempo sia il più breve possibile -vi saranno
macchine che caricheranno quelle balle automaticamente, senza dover ricorrere
al lavoro fisico diretto e in questo caso la donna sarà in grado di svolgere
a parità di condizioni con l'uomo quel tipo di lavoro.
Teoria rivoluzionaria
col nostro esempio davanti, facciamo sì che il nostro esempio preceda
le parole, facciamo sì che ognuno di noi sia una bandiera che i nostri
compagni debbano seguire per la costruzione del comunismo. Siamo in pieno periodo
di transizione, previa fase di costruzione per passare al socialismo e, quindi,
di lì, alla costruzione del comunismo; ma noi ci poniamo sin d'ora come
obiettivo la società comunista. Come si arriva al comunismo? Anche noi
ne abbiamo parlato diverse volte: è un fenomeno sociale al quale si può
arrivare solamente tramite lo sviluppo delle forze produttive, la soppressione
degli sfruttatori, la grande quantità di prodotti messi al servizio del
popolo e la coscienza che quella società è in gestazione. Non
possiamo predire il futuro, ma non dobbiamo mai cedere alla tentazione zoppicante
di essere i portabandiera di un popolo che aspira alla sua libertà ma
rifugge dalla lotta che questa comporta e l'aspetta come un briciolo di vittoria.
un popolo senz'odio non può averla vinta su di un brutale nemico. il
miglior indottrinamento che possa esistere è mostrare, per mezzo dell'esempio,
la strada del compimento del dovere. La forza è la definitiva risorsa
che rimane ai popoli. Un popolo non può mai rinunciare alla forza, ma
la forza deve venire usata solo per lottare contro chi la esercita in maniera
indiscriminata. La "moderazione" è un'altra delle parole che
piace usare agli agenti della colonia; sono moderati tutti coloro che hanno
paura o tutti coloro che pensano di tradire in un modo o nell'altro [...] Il
popolo non è in nessun modo moderato. fatto sta che non si tratta di
una lotta fra un paese e un altro; si tratta di una lotta fra due ideologie
e due modi di pènsare diametralmente opposti. La lotta fra quanti vogliono
vivere di sfruttamento, discriminando gli uomini a seconda del colore della
loro pelle, della loro religione, del denaro che possano avere e coloro che
cercano di far sì che tutti gli uomini siano uguali, che vi siano le
stesse opportunità per tutti e, inoltre, che lottano perché tutti
i popoli del mondo - ivi compreso anche il popolo nordamericano -siano liberi.
Non il lavoro soltanto ci permetterà, mediante la concrezione dei prodotti,
di costruire il socialismo e impiantare la società socialista; contemporaneamente
al lavoro deve anche esistere l'approfondimento della coscienza, l'approfondimento
dei motivi ideologici che portano il lavoratore a difendere la sua Rivoluzione,
a lanciarla in avanti e a farne un esempio per tutti. Non possiamo ricorrere
al metodo di occultare i nostri errori perché non si vedano. Non sarebbe
né onesto né rivoluzionario. Anche dai nostri errori si può
imparare; dai nostri errori potranno imparare tutti i nostri compagni d'America
e di altri paesi d'Asia e d'Africa che lottano per la loro indipendenza. La
classe operaia ha una missione fondamentale da compiere: dirigere la costruzione
del socialismo, sviluppare al massimo le possibilità del nostro Stato
ed estinguersi come classe nel momento in cui le classi vengano eliminate, le
contraddizioni vengano eliminate ed entriamo nella società comunista.
comprendiamo perfettamente che vale milioni di volte di più la vita di
un solo essere umano che tutte le proprietà dell'uomo più ricco
della terra. Sarebbe opportuno dire che la teoria rivoluzionaria, come espressione
di una verità sociale, è al di sopra di qualunque enunciato, e
cioè che la Rivoluzione può farsi se si interpretano correttamente
le forze che in essa intervengono, anche senza conoscerne la teoria. Che cosa
significa lo sviluppo della coscienza? Significa qualcosa di più profondo
del mero apprendimento di teorie sui libri; teoria e pratica, esercizio della
teoria, devono sempre andare unite, non possono separarsi in alcun modo, talché
lo sviluppo della coscienza deve essere strettamente legato allo studio, allo
studio dei fenomeni sociali ed economici che governano quest'epoca e all'azione
rivoluzionaria ... Lo studio politico, lo studio sotto tutti gli aspetti, deve
essere anche unito ai compiti del lavoro. Non si pretende che si faccia uno
studio memorizzato di ogni testo né che si applichino, schematicamente,
i concetti dei testi; si tratta d'insegnare a pensare e insegnare a pensare
con la base del materialismo dialettico. se ci venisse detto che siamo quasi
dei romantici, che siamo degli inveterati idealisti, che stiamo pensando cose
impossibili e che non si può ottenere dalla massa di un popolo quello
che sarebbe quasi un archetipo umano, noi dovremmo rispondere una e mille volte
che invece sì, che si può, che siamo nel vero, che tutto il popolo
può avanzare, eliminare le meschinità umane come si sono eliminate
a Cuba Teoria e pratica, decisione e discussione, direzione e orientamento,
analisi e sintesi, sono le contrapposizioni dialetti-che che colui che amministra
la Rivoluzione deve dominare. contemporaneamente al lavoro deve anche esistere
l'approfondimento della coscienza, l'approfondimento dei motivi ideologici che
portano il lavoratore a difendere la sua Rivoluzione, a lanciarla in avanti
e a farne un esempio per tutti. non siamo depositari della verità, così
come non lo siamo di tutta la sapienza del mondo, né molto meno e dobbiamo
imparare tutti i giorni, e il giorno in cui smettessimo d'imparare, in cui credessimo
di sapere ormai tutto o in cui avessimo perduto la nostra capacità di
contatto o di scambio con il popolo e con i giovani, sarebbe il giorno in cui
avremmo smesso di essere rivoluzionari . Viviamo in un mondo profondamente e
antagonisticamente diviso in raggruppamenti di nazioni che rappresentano tendenze
economiche, sociali e politiche molto dissimili. In questo mondo di contraddizioni
è fondamentale della nostra epoca quella esistente fra i paesi socialisti
e i paesi capitalisti sviluppati. l'unico modo di conoscere davvero i problemi
è accostarsi a quanti vivono quei problemi e trarre da essi, da quello
scambio, le conclusioni. non dobbiamo guardare con fatalismo al futuro e dividere
gli uomini in figli della classe operaia o contadina e controrivoluzionari,
perché è semplicistico e non corrisponde a verità e perché
non c'è niente che educhi di più un uomo onesto che vivere dentro
una rivoluzione. È evidente che lo stimolo materiale esiste nella fase
di costruzione del socialismo e, non lo neghiamo in alcun modo, esisterà
anche nel socialismo. L'unica è che noi anteponiamo sempre la parte educativa,
la parte di approfondimento della coscienza, il cosiddetto dovere come prima
misura. non si deve mai lasciare da parte lo studio cosciente della teoria e
non si può lasciare da parte l'eventualità di dover impugnare
in ogni momento il fucile e la necessità permanente di difendere la Rivoluzione
con le armi ideologiche, in ogni minuto della vita. Essere apolitici significa
stare alle spalle di tutti i movimenti del mondo, alle spalle di chi sarà
presidente o mandatario della nazione di cui si tratti, è stare alle
spalle della costruzione della società o della lotta perché la
società nuova che si annuncia non sorga e in ognuno dei due casi si è
politici. Un uomo nella società moderna è politico per natura.
Bisognerebbe imitare Marti e tornare a ripetere una e più volte che radicale
non è altro che questo, ciò che va alle radici; non si chiama
radicale chi non veda le cose fino in fondo, né l'uomo che non si adoperi
per la sicurezza e la felicità degli uomini. Gli eroi del popolo non
possono venir separati dal popolo, non li si può tramutare in statue,
in qualcosa che rimane fuori dalla vita di quel popolo per il quale la donarono
. L'eroe popolare deve essere una cosa viva e presente in ogni momento della
storia del popolo.
Carlo Marx
Marx, nella sua geniale visione di tutto quello che sarebbe accaduto, parlava
del lavoro nel comunismo come di un bisogno morale dell'uomo ... Il merito di
Marx è quello di provocare all'improvviso nella storia del pensiero sociale
un mutamento qualitativo; interpreta la storia, ne comprende la dinamica, prevede
il futuro ma, oltre a prevederlo, dove il suo impegno scientifico sarebbe terminato,
esprime un concetto rivoluzionario: che, non solo bisogna interpretare la natura,
è necessario trasformarla. La Rivoluzione cubana prende Marx dove questi
avrebbe abbandonato la scienza per impugnare il fucile rivoluzionario e lo prende
in quel punto, non per spirito revisionista, di lotta contro quello che segue
Marx, di rivivere il Marx "puro", ma semplicemente perché fin
lì Marx, lo scienziato, situato fuori della storia, studiava e vaticinava.
Dopo, il Marx rivoluzionario, dentro la storia, avrebbe combattuto. Noi, rivoluzionari
pratici, semplicemente iniziando la nostra lotta, abbiamo messo in atto delle
leggi previste dal Marx scienziato e per questa via di ribellione, nel combattere
contro la vecchia struttura del potere, nel basarci sul popolo, ci stiamo semplicemente
uniformando alle predizioni dello scienziato Marx.
Josè Martì
E anche quando dedichiamo tutte le ore possibili del giorno e della notte a
lavorare per il nostro popolo, pensiamo a Marti e sentiamo che stiamo rendendo
vivo il ricordo dell'Apostolo. Le parole di Martì di oggi non sono da
museo, sono incorporate alla nostra lotta e nel nostro emblema, sono la nostra
bandiera di combattimento. Noi sappiamo pure, da Marti, che non era importante
il numero delle armi, bensì il numero delle stelle sulla fronte. E non
tutti, né molti - forse nessuno - può essere Marti, però
tutti possiamo prendere esempio da Marti e cercare di seguire la sua via nella
misura dei nostri sforzi. Noi, militanti di un partito nuovo, in una nuova regione
liberata del mondo e in nuove situazioni, dobbiamo mantenere sempre alta la
stessa bandiera di dignità umana innalzata dal nostro Marti, guida di
molte generazioni, presente oggi con la sua freschezza di sempre nella realtà
di Cuba. José Marti, avvocato, giornalista, poeta, scrittore. Fondatore
del Partito Rivoluzionario Cubano e Apostolo dell'indipendenza di Cuba. Morto
in combattimento nel 1895
Antonio Maceo
Oggi che ci troviamo impegnati nella costruzione del socialismo a Cuba, che
diamo inizio a una nuova fase della storia d'America, il ricordo di Antonio
Maceo acquista luce propria, comincia ad essere più intimamente legato
al popolo, e tutta la storia della sua vita, delle sue lotte meravigliose e
della sua morte eroica acquista il senso completo, il senso del sacrificio per
la definitiva liberazione del popolo. Maceo non era solo in quella lotta. Fu
uno dei tre grandi pilastri su cui poggiò tutto lo sforzo di liberazione
del nostro popolo. Con Màximo G6mez e con Marti, insieme furono le forze
più importanti, le espressioni più alte della Rivoluzione di quell'epoca.
Antonio Maceo. Luogotenente Generale dell'Esercito Mambì . Per le sue
imprese guerriere è noto come EI titàn de Bronce delle lotte indipendentiste.
Mori in combattimento nel 1896.
Antonio Guiteras
Antonio Guiteras risuscitò in una delle epoche più oscure di Cuba
tutti gli ideali della generazione precedente che era stata frustrata dopo il
1898. Antonio Guiteras, figlio di una nordamericana, amoroso figlio della sua
terra, rinnovò in sé lo spirito di quei mambi2 che in piccoli
gruppi sapevano metter mano al machete contro le formazioni dell'esercito imperiale
spagnolo. Antonio Guiteras rappresentò pertanto l'idea internazionale
della nostra lotta antimperialista e americana, che riunisce in Cuba, sempre
generosa, tutti gli uomini del mondo disposti a lottare su qualunque terreno
per un ideale che non ha frontiere e che non può rinchiudersi negli stretti
limiti della patria, per importante e profonda che sia questa parola. Guiteras
puntò la sua lotta antimperialista in quell'epoca contro le espressioni
più chiare, più odiate, dello sfruttamento... Antonio Guiteras.
illustre combattente antimperialista contro la dittatura di Machado e figura
dominante del Governo dei Cento Giorni. Assassinato, insieme al rivoluzionario
venezuelano Carlos Aponte. dalle forze della dittatura di Batista nel 1935
Frank Pais
Frank Pais era uno di quegli uomini che si impongono al primo incontro; il suo
aspetto era più o meno uguale a quello che mostrano le sue foto attuali,
ma aveva degli occhi di una profondità straordinaria. Difficile oggi
alludere a un compagno morto, incontrato una sola volta e la cui storia è
nelle mani del popolo. Potrei soltanto asserire in questo momento che i suoi
occhi rivelavano subito l'uomo tutto preso da una causa, e inoltre con una gran
fede in essa, che quell'uomo era un essere superiore. Oggi viene indicato come
"l'indimenticabile Frank Pais". Frank era un altro dei tanti compagni
la cui vita stroncata nel suo fiore oggi sarebbe stata dedicata all'impegno
comune della Rivoluzione socialista; è parte del duro prezzo pagato dal
popolo per ottenere la sua libertà. [Frank] c'impartì una silenziosa
lezione d'ordine e disciplina, ripulendo i nostri fucili sporchi, contando i
proiettili e ordinandoli affinché non si disperdessero. Da quel giorno
mi sono ripromesso di curare di più la mia arma (e l'ho fatto, anche
se non posso affermare di essere stato un modello di meticolosità). Frank
Pais, illustre dirigente studentesco e capo d'Azione del Movimento 26 luglio,
dopo lo sbarco dal (Granma. Assassinato dalle forze della dittatura di Batista
nel 1957
Camilo Cienfuegos
Al calar della sera, con tutta naturalezza ognuno si apprestava a mangiare la
piccolissima razione che aveva e Camilo - vedendo che io non avevo niente da
mangiare, poiché la coperta non era un buon alimento - divise con me
l'unica lattina di latte che aveva; e da quel momento io credo che nacque o
si fece più profonda la nostra amicizia. Quello che sempre attrasse maggiormente
noi che ricordiamo Camilo come una cosa, un essere vivo e attrasse anche tutto
il popolo di Cuba fu il suo modo di essere, il suo carattere, la sua allegria,
la sua franchezza, la sua disposizione in ogni momento a dare la vita, a correre
i maggiori pericoli con la massima naturalezza, con una assoluta semplicità,
senza la minima ostentazione di coraggio, di saggezza; sempre essendo compagno
di tutti nonostante che già, al concludersi della guerra, fosse indiscutibilmente
il più brillante di tutti i guerriglieri. 1711 Fino a quel momento non
eravamo particolarmente amici: i nostri caratteri erano diversi. Dal primo momento
partimmo insieme. Dal Granma, dalla sconfitta di Alegria de Pìo eravamo
insieme, però avevamo caratteri diversi. E fu solo alcuni mesi più
tardi che diventammo intimi in un modo straordinario. Anche quando dopo compì
una serie di imprese che hanno consegnato il suo nome alla leggenda, sento l'orgoglio
di averlo scoperto come guerrigliero. E cominciò a tessere la trama della
sua leggenda di oggi nella colonna che mi aveva assegnato Fidel, comandando
il Plotone d'Avanguardia. Camilo Cienfuegos leggendario comandante della lotta
armata nel la sierra Maestra. capo della Colonna 2 "Antonio Maceo".
Designato capo del I Esercito Ribelle III trionfo rivoluzionario, muore in un
incidente aereo nel 1959.
Pedro Albizu Campos
Albizu Campos è un simbolo per l'America irredenta ma indomita. Anni
e anni di galera, pressioni quasi insopportabili in carcere, torture mentali,
la solitudine, l'isolamento totale dal suo popolo e dalla sua famiglia, l'insolenza
del conquistatore e dei suoi lacchè nella terra che lo aveva visto nascere,
niente riuscì a piegare la sua volontà. Pedro Albizu Campos, illustre
patriota portoricano, fondatore del Partito Pro Indipendenza di Puerto Rico,
morto nel 1965 dopo aver subito torture e lunghi anni di prigione da parte delle
autorità degli Stati Uniti
Eliseo Reyes
Abbiamo perduto l'uomo migliore della guerriglia e, ovviamente, uno dei suoi
pilastri, compagno mio sin da quando, essendo quasi un bambino, fu messaggero
della Colonna 4, fino all'invasione e a questa nuova avventura rivoluzionaria.
Della sua morte oscura occorre solo dire, per un ipotetico futuro che potesse
cristallizzare: "Il tuo piccolo cadavere di valoroso capitano ha dilatato
nell'immensità la sua metallica forma". Eliseo Reyes. uno dei più
giovani capitani della Sierra Maestra. membro del distaccamento guerrigliero
internazionalista comandato dal Che. Morto in combattimento in Bolivia nel 1967
Ernesto Che Guevara
Sono nato in Argentina, non è un segreto per nessuno. Sono cubano e sono
anche argentino e, se non si offendono le signorie illustrissime dell'America
Latina, mi sento tanto patriota dell'America Latina, di qualunque paese dell'America
Latina, come nessuno, e quando fosse necessario sarei pronto a dare la vita
per la liberazione di un qualunque paese latinoamericano, senza chiedere nulla
a nessuno, senza pretendere nulla, senza sfruttare nessuno. Non credo che siamo
stretti parenti, ma se Lei è capace di tremare d'indignazione ogni qualvolta
si commette un'ingiustizia nel mondo, siamo compagni, il che è più
importante. Ora, una volontà che ho modellato con diletto d'artista sosterrà
un paio di gambe molli e due polmoni affaticati. Lo farò. Non sarei più
un uomo se non mi piacessero le donne. Ora, non sarei un rivoluzionario se smettessi
di compiere uno solo dei miei doveri come rivoluzionario e dei miei doveri coniugali,
perché le donne mi piacevano. Dopo di che, io lavoro qualcosa come 16,
18 ore al giorno. Dormo 6 ore, quando posso, e sennò dormo di meno. Non
bevo, però fumo. Non vado a divertimenti di sorta e sono uno che è
convinto di avere una missione da compiere al mondo e, in ossequio a quella
missione, di dover sacrificare la famiglia, tutti i piaceri della vita quotidiana
di qualunque genere, la mia sicurezza personale e forse la mia stessa vita.
Ma è un impegno che ho assunto con il popolo e penso, sinceramente, di
non potermi sciogliere da esso fino alla fine della mia vita. Io sono nato in
Argentina [...] mi consenta di essere un poco presuntuoso nel dirle che Mani
era nato a Cuba e Mani è americano, Fidel è nato a Cuba e Fidel
è americano: io sono nato in Argentina, non rinnego assolutamente la
mia patria, ho in me il sostrato culturale argentino, mi sento anche cubano
come nessuno e sono capace di sentire in me la fame e la sofferenza di qualunque
popolo d'America, fondamentalmente, ma anche di qualunque popolo del mondo.
In qualsiasi luogo ci sorprenda la morte, che sia la benvenuta, sempre che il
nostro grido di guerra sia arrivato a un orecchio ricettivo e un'altra mano
si tenda per impugnare le nostre armi e altri uomini si apprestino a intonare
i canti funebri con l'accompagnamento delle mitragliatrici e nuovi gridi di
guerra e di vittoria.
Cuba
Cuba non costituisce un'ossessione per i governanti nordamericani solo in ragione
delle loro aberranti mentalità coloniali. C'è qualcosa di più;
il nostro paese rappresenta, in primo luogo, la chiara immagine del fallimento
della politica nordamericana d'aggressione alle porte stesse del continente,
inoltre è l'immagine dei futuri paesi socialisti dell'America Latina
e al tempo stesso sintomo inequivocabile della riduzione inesorabile del campo
d'azione del suo capitale finanziario. dobbiamo lavorare tutti i giorni pensando
alla nostra America e rafforzare sempre di più le basi del nostro Stato,
la sua organizzazione economica e il suo sviluppo politico, per poter inoltre,
mentre ci superiamo all'interno, convincere sempre più i popoli d'America
della possibilità pratica di iniziare il cammino dello sviluppo socialista,
nella fase attuale di correlazione delle forze internazionali. Noi abbiamo il
dovere di dimostrare ai popoli d'America quello che si può fare con un
regime sociale giusto, che distribuisca le ricchezze, che destini le ricchezze
all'elevazione tecnica, culturale, sociale di tutti gli abitanti, che pianifichi
la sua economia e che con intelligenza risolva i problemi economici per procedere
in avanti. Cuba non esporta rivoluzioni, le rivoluzioni non si possono esportare.
Le rivoluzioni nascono nel momento in cui all'interno di un paese esiste tutta
una serie di insormontabili contraddizioni. Quando un popolo acquista coscienza
della propria forza, prende la decisione di lottare, la decisione dì
andare avanti, allora sì che è forte e allora sì che può
affrontare qualsiasi nemico. ricordiamoci sempre che la presenza di Cuba, viva
e combattente, è un esempio che dà speranze e che emoziona gli
uomini del mondo intero che lottano per la loro liberazione e, in particolare,
i compatrioti del nostro continente che parlano la nostra lingua, che hanno
la nostra stessa cultura, le nostre abitudini, i nostri costumi e che di giorno
in giorno in sempre maggior numero cominciano a lottare per la loro definitiva
liberazione. Cuba è l'avanguardia d'America e deve fare sacrifici perché
è agli avamposti, perché indica alle masse latinoamericane la
via della piena libertà. Bisogna pagare qualunque prezzo per il diritto
di mantenere alta la nostra bandiera e il diritto di costruire il socialismo
secondo il volere del nostro popolo. Per una semplice legge di gravitazione,
la piccola isola di centoquattordicimila chilometri quadrati e sei milioni e
mezzo di abitanti assume la direzione della lotta anticoloniale in America in
cui vi sono seri tentennamenti che le permettono di portarsi sull'eroica, gloriosa
e pericolosa posizione avanzata. I nostri amici del continente ribelle possono
esser certi che, se sarà necessario, lotteremo fino all'ultima conseguenza
economica delle nostre azioni e, se la lotta si sposterà più lontano,
lotteremo fino all'ultima goccia del nostro sangue ribelle per fare di questa
terra una repubblica sovrana, con i veri attributi di una nazione felice, democratica
e fraterna. Anche se la nostra convinzione è solida al punto da non dar
adito ad argomenti che possano farla cambiare siamo disposti al dialogo costruttivo
nel contesto della coesistenza pacifica fra paesi dai diversi sistemi politici,
economici e sociali. Non possono esservi transazioni, non possono esservi mezzi
termini, non può esservi pace che garantisca a metà la stabilità
di un paese. La vittoria deve essere totale. Noi vogliamo costruire il socialismo;
ci siamo dichiarati partigiani di quanti lottano per la pace; ci siamo dichiarati
dentro il gruppo dei paesi non allineati, anche se siamo marxisti-leninisti,
perché i non allineati, proprio come noi, lottano contro l'imperialismo.
Vogliamo pace, vogliamo costruire una vita migliore per il nostro popolo e per
questo evitiamo al massimo di cadere nelle provocazioni architettate dagli Yankee,
conoscendo la mentalità dei loro governanti; vogliono farci pagare a
caro prezzo quella pace. Noi rispondiamo che quel prezzo non può superare
i confini della dignità. la nostra generazione avrà un posto nella
storia di Cuba e un posto nella storia d'America. Non possiamo scartare la speranza
che tutti i compagni rivoluzionari, che tutti i popoli oppressi d'America e
forse del mondo abbiano un posto nella Rivoluzione cubana. [...] Quando l'imperialismo
volle reagire, quando si rese conto che il gruppo di giovani inesperti che passeggiavano
trionfanti per le strade dell'Avana aveva un'ampia coscienza del suo dovere
politico e una ferrea decisione a compiere quel dovere, era ormai tardi.
Portorico
I nordamericani hanno preteso per anni di fare di Portorico uno specchio di
cultura ibrida; lingua spagnola con inflessioni d'inglese, lingua spagnola con
cerniere sulla schiena per chinarla davanti al soldato statunitense. malgrado
questa tremenda violazione della sua volontà e del suo destino storico,
il popolo portoricano ha conservato la sua cultura, il suo carattere latino,
i suoi sentimenti nazionali che mostrano di per sé l'implacabile vocazione
all'indipendenza presente nelle masse dell'isola latinoamericana.
Vietnam
Non sappiamo quando potremo salutare la liberazione definitiva del Viet Nam
del Sud. Non possiamo mai dire quando avverrà la liberazione di ciascuno
dei popoli che oggi lottano, armi alla mano, per la loro libertà. Ma
sappiamo che il risultato della lotta sarà immancabilmente la libertà
dei popoli. Il marxismo è stato applicato conformemente alla concreta
situazione storica del Viet Nam ed è per ciò che, guidati da un
partito d'avanguardia fedele al suo popolo e conseguente nella sua dottrina,
ottennero sugli imperialisti una così clamorosa vittoria. Quando noi
ci riuniamo per salutare il popolo vietnamita stiamo salutando un vero fratello,
stiamo stringendo nelle nostre braccia dei fratelli che in una lontana regione
del mondo stanno lottando per la nostra sicurezza e stanno lottando per tutte
le aspirazioni comuni che uniscono tutti i popoli dei tre continenti attualmente
oppressi, d'Asia, d'Africa e della nostra America. noi sappiamo che quale che
sia il risultato, quale che sia il metodo di lotta adottato dall'imperialismo
nordamericano, il risultato finale sarà la vittoria del Viet Nam del
Sud e la riunificazione di tutto il paese.
America Latina
Via via che i paesi d'America e di altre regioni del mondo vanno rendendosi
indipendenti dalle pastoie delle catene monopolistiche e impiantando nuovi sistemi
più giusti e più giusti rapporti con tutti i paesi del mondo,
i pesanti contributi che le nostre terre apportano al tenore di vita delle potenze
imperialiste ricadranno su loro stesse e, fra tutti, sono gli Stati Uniti quelli
che dovranno subire con maggior gravità questo fenomeno non appena si
verificherà . Abbiamo imparato ormai che quando c'è un uomo ferito
o perseguitato in Cile, in Argentina, in qualunque parte dell'America, si sta
colpendo la nostra dignità, la dignità di tutta l'America. L'America
parla spagnolo, l'America ci comprende, ci ammira e vede in noi l'immagine di
quello che può essere il futuro per tutti i popoli e si prepara per quella
vittoria. Ciò che vogliamo, semplicemente, è che ormai non si
può più essere dei solitari in America, senza essere quanto meno
traditori dell'America; che non si ripeta più in America che noi siamo
tenuti a un'alleanza continentale con il nostro grande schiavista, perché
questa è la menzogna più vile e più denigrante che un governante
d'America possa proferire. Nulla si sapeva dell'America se non forse che era
un gigantesco settore del mondo abitato da indigeni dalla pelle scura con coprivergogne
e lance e dove un bel giorno un certo Cristoforo Colombo era approdato più
o meno nella stessa epoca in cui un altro, Vasco de Gama, doppiava il Capo di
Buona Speranza e tracciava una terribile parentesi di secoli nella vita culturale,
economica e politica di quei popoli. Le condizioni oggettive per la lotta sono
date dalla fame del popolo, la reazione davanti a quella fame, il timore scatenato
per respingere la reazione popolare e l'ondata di odio che la repressione suscita.
Sono mancate in America le condizioni soggettive fra le quali la più
importante è la coscienza della possibilità di vittoria per vie
violente davanti ai poteri imperiali e ai loro alleati interni. È per
questo che in America si mettono a discutere su chi sia più o meno grande
e a chi appartengano San Martin o Bolivar, senza tenere in conto che tanto l'uno
che l'altro sono uomini d'America. San Martin, che morì esattamente centoundici
anni fa oggi, era un uomo d'America; come Bolivar non possiamo dire che sia
appartenuto a un paese, così come non ci appartiene Marti. Sono prodotti
della nostra civiltà, del nostro sostrato culturale, prodotto di tutto
quello che è andato maturando negli anni, di ciò che si è
aggiunto all'indigeno primitivo, con il nero che vi fu portato, con lo spagnolo
che vi giunse a colonizzare le razze di altri paesi del mondo, per le nostre
specifiche condizioni sociali che hanno dato vita a quest'uomo americano che
parla praticamente lo stesso linguaggio e che in ogni modo s'intende sempre
in qualunque luogo si esprima. Dobbiamo essere sempre più affratellati
nella lotta perché questa è una lotta comune: lotta che per esempio
ora si esprime nella solidarietà di tutti i popoli con Cuba, perché
si sta rapidamente imparando che esiste un solo nemico che è l'imperialismo
e che questo in America ha un nome: è l'imperialismo nordamericano. Fare
la Rivoluzione è una necessità imperiosa della maggior parte dei
nostri continenti, di quasi tutta l'America, di tutta l'Africa e di tutta l'Asia,
dove lo sfruttamento ha raggiunto gradi inconcepibili. se tutti i popoli latinoamericani
levassero in alto la bandiera della dignità, come ha fatto Cuba, il monopolio
vacillerebbe, dovrebbe adattarsi a una nuova situazione politico-economica e
a sostanziali potature dei suoi guadagni. Siamo qui. La parola ci viene umida
dei boschi cubani. Siamo saliti sulla Sierra Maestra e abbiamo conosciuto l'aurora
e abbiamo la mente e le mani piene del seme dell'aurora e siamo pronti a seminario
in questa terra e difenderlo perché dia frutti.
Sottosviluppo
Che cos'è il sottosviluppo? Un nano dalla testa enorme e il torace gonfio
è "sottosviluppato" in quanto le sue deboli gambe o le sue
corte braccia non si armonizzano con il resto della sua anatomia; è il
prodotto di un fenomeno teratologico che ha distorto il suo sviluppo. Questo
è ciò che in realtà siamo noi, blandamente detti "sottosviluppati",
a dire il vero paesi coloniali, semicoloniali o dipendenti. Siamo paesi dall'economia
distorta dall'azione imperiale che ha sviluppato in modo anormale i rami industriali
o agricoli necessari a complementare la sua complessa economia.
Imperialismo
Essi arrivano lì, dove sta la massa indifferenziata e cercano di dividerla:
in neri e bianchi, in più capaci e meno capaci, in alfabeti e analfabeti,
e poi, suddividendoli, fino ad ottenere l'individuo e fare dell'individuo il
centro della società. per conquistare qualcosa dobbiamo toglierlo a qualcuno
ed è bene parlar chiaro e non nascondersi dietro concetti che possono
essere male interpretati. Questo qualcosa che dobbiamo conquistare, che è
la sovranità del paese, bisogna toglierlo a quel qualcuno che si chiama
monopolio [...] Il capitale pri
vato straniero non si muove per generosità, non si muove per un nobile
atto di carità, non si muove né si mobilita per il desiderio di
arrivare ai popoli. Il capitale privato straniero si mobilita per il desiderio
di aiutare se stesso. I nostri occhi liberi si aprono oggi a nuovi orizzonti
e sono in grado di vedere quello che ieri la nostra condizione di schiavi coloniali
ci impediva di osservare: che la "civiltà occidentale" nasconde
sotto la sua vistosa facciata uno scenario di iene e sciacalli. ogni popolo
che inizia la sua lotta, comincia anche a scavare la tomba dell'imperialismo
e si merita tutto il nostro appoggio e tutto il nostro plauso. Perché
ora si apprende, come sempre si apprende in rivoluzione, che non può
esservi disunione, che non possiamo combattere contro i grandi nemici separati
gli uni dagli altri, che c'è solo un nemico comune in questo momento,
che è quello che raggruppa tutte le inimicizie che possano cadere sul
nostro popolo, è quello che significa pigrizia, è quello che significa
oppressione politica, è quello che significa oppressione economica, è
quello che significa distorsione del nostro sviluppo, è quello che significa
incultura: tutto questo lo significa l'imperialismo. L'imperialismo è
stato sconfitto in molte battaglie parziali. Ma è una forza notevole
nel mondo e non si può aspirare alla sua sconfitta definitiva se non
con lo sforzo e il sacrificio di tutti. Non importa come si chiami il signore
che ogni quattro anni il popolo statunitense pensa di eleggere per dirigere
i suoi destini, perché in realtà tale elezione è viziata
alla base; il popolo statunitense ha solo la facoltà di eleggere il suo
carceriere per quattro anni e a volte gli concedono la grazia di rieleggerlo.
Finché esisterà l'imperialismo, questo per definizione eserciterà
il suo dominio su altri paesi, dominio che oggi si chiama neocolonialismo.
Il lavoro
Il lavoro in certi casi è un premio, uno strumento di educazione in altri,
mai un castigo. Una nuova generazione nasce. La storia del capitalismo è
la storia della pirateria organizzata da pochi che si appropriano del lavoro
di molti. Ogni paese che inizia la costruzione del socialismo deve lottare per
le basi materiali per conseguirlo e per questo ha bisogno di creare le eccedenze
economiche che sono date per la produttività del lavoro. la costruzione
del socialismo significa l'investimento di abbondanti sforzi della nazione.
di abbondanti capitali della nazione. E quei capitali si creano solo mediante
il lavoro umano. Non è possibile essere un buon rivoluzionario nella
costruzione del socialismo in questa fase ed essere cattivo nel mestiere che
si fa. l'operaio deve ricordare che essere presente nel suo posto di lavoro
è essere presente nella sua trincea, in una lotta che è all'ultimo
sangue, una lotta che non ammette tentennamenti e una lotta in cui la sconfitta
significa la sconfitta di tutti senza eccezione alcuna in questo momento la
società intera deve agire in modo coercitivo e agire sul salario di quanti
non vogliono restituire alla società ciò che questa gli rende
sotto forma di prestazioni sociali, agendo lì per dare di meno a chi
non sa compiere il proprio dovere. il lavoro esercitato giorno per giorno con
entusiasmo creatore sviluppa in noi tutti la coscienza del socialismo; più
produzione più coscienza, questa è la sintesi su cui si può
formare la società nuova. la vittoria del socialismo non può raggiungersi
tramite uno solo dei due aspetti, tramite la lotta armata da un lato o il lavoro
dall'altro. La difesa armata e il lavoro sono due parti indivisibili della costruzione
del socialismo meta che non si raggiunge è cibo o vestito o medicamento
che non si dà al popolo chi fa la storia, chi la fa giorno dopo giorno
mediante il lavoro e la lotta quotidiana, chi la firma e la tramuta in realtà
nei grandi momenti è la classe lavoratrice, sono gli operai, sono i contadini,
siete voi i creatori di questa Rivoluzione La nostra Rivoluzione ha dovuto affrontare
grandi problemi, ha dovuto difendersi da dozzine di aggressioni da parte dei
nostri nemici e direttamente dall'imperialismo yankee; molti sono ancora i mali
contro cui dobbiamo lottare per meritare un futuro migliore e dobbiamo essere
coscienti che quel futuro, quella società nuova, senza classi, che vive
nell'abbondanza, possiamo conquistarli soltanto con sudore, lavoro e sacrificio.
La cura del macchinario è poi un altro compito fondamentale del lavoratore
in quanto individuo; tenerlo sempre nelle migliori condizioni e fare attenzione
al modo di lavorarci perché non si deteriori più dei necessario.
Che cosa vuoi dire a ciascuno secondo il suo lavoro? Non vuoi dire soltanto
che bisognerà calcolare i risultati del suo sforzo nella produzione,
ma anche i risultati della sua qualità come produttore. Per questo, nella
fase di costruzione del socialismo, si paga più un ingegnere di un operaio.
La sua specialità di creare beni materiali - non direttamente ma mediante
l'organizzazione della produzione - è molto maggiore e per questo la
società gli riconosce un compenso più alto. Noi, nella nostra
qualità di rappresentanti della classe operaia nel potere, dobbiamo esigere
che tutti compiano il loro dovere. E dobbiamo legiferare perché quel
dovere sia ripartito equamente fra tutti i lavoratori e perché nello
sviluppo della società attuale a ciascuno sia corrisposto secondo il
suo lavoro. Noi dobbiamo fare in modo che la differenza tra il lavoro intellettuale
e il lavoro manuale vada attenuandosi, rimpicciolendosi nel più breve
tempo possibile. Nella società socialista o nella costruzione del socialismo
il lavoratore lavora perché questo è il suo dovere sociale, perché
deve compiere il suo dovere sociale. Questo dovere sociale consiste nel rendere
uno sforzo medio, conforme alla sua qualificazione e ricevere pertanto un compenso
individualizzato conforme a quella qualificazione, in questa fase di costruzione,
in questo periodo di transizione e, allo stesso tempo, tutti i benefici che
la società concede. Noi dobbiamo lavorare perché tutti i nostri
operai faccino in ogni momento del loro lavoro tutto quello che si possa loro
chiedere e un pochino di più perché nei momenti difficili la classe
operaia dimostri la sua capacità e sia il puntello della nostra Rivoluzione.
compagni: il lavoro, punto centrale dell'attività umana, della costruzione
del socialismo, il lavoro cui oggi si rende indirettamente omaggio, è
determinato anche - nella sua efficacia- dall'atteggiamento che si abbia verso
di esso. quando in ogni cubano il lavoro, come espressione della creatività
umana, sarà una necessità vitale, la tecnica, la tecnologia, le
invenzioni si succederanno a migliaia; ogni unità sarà cambiata
anno dopo anno, ringiovanita e modernizzata; tutti parteciperanno con una forza
incontenibile alla costruzione della nuova società. Bisogna ricordare
sempre, compagni, che questo compito, il compito della produzione, in tutte
le sue complessità, non solamente la produzione numerica o per peso di
un prodotto, ma in tutte le sue complessità organizzative è uno
dei compiti fondamentali del paese. Questa è una delle trincee che non
si possono in alcun modo dimenticare. Ed è, il nostro lavoro, il nostro
lavoro di combattenti della produzione, far sì che la coscienza si sviluppi
ogni giorno di più su questa via per la quale passiamo; farlo così
bene che ogni lavoratore sia un innamorato della sua fabbrica, ma che ogni lavoratore
sappia che se il prezzo per conservare la sua fabbrica intatta o la sua stessa
vita o quella dei suoi figli è cadere in ginocchio, quel prezzo non potrà
mai esser pagato dal popolo di Cuba. Il lavoro deve essere una nostra necessità
morale, il lavoro deve essere qualcosa cui si va ogni mattina, ogni sera od
ogni notte, con rinnovato entusiasmo, con rinnovato interesse. Dobbiamo imparare
a cogliere dal lavoro quello che presenta di interessante o quello che ha di
creativo, dobbiamo conoscere il più piccolo segreto della macchina o
del processo in cui siamo tenuti a lavorare
Il lavoro volontario
L'importanza che ha il lavoro volontario si riflette nella coscienza che si
acquista di fronte al lavoro e nello stimolo o esempio che questo atteggiamento
significa per tutti i compagni. L'educazione comunista deve essere basata su
questa coscienza e i lavoratori volontari d'avanguardia sono quelli che meglio
realizzano gli ideali del vero comunista. L'importanza del lavoro volontario
non si riflette sulla parte direttamente economica che potrebbe portare alle
imprese o allo Stato; si riflette nella coscienza che si acquista di fronte
al lavoro e nello stimolo o esempio che questo atteggiamento significa per tutti
i compagni delle varie unità di lavoro. Vale a dire, che i lavoratori
volontari d'avanguardia sono gli uomini che realizzano più integralmente
di ogni altro gli ideali del vero comunista, gli ideali del vero comunista che
nel suo luogo di lavoro, nel suo centro di produzione - che è il suo
luogo di lotta, la sua trincea -dice agli altri compagni: "Seguitemi per
questo cammino"; sempre abbiamo insistito su questo.
L'emulazione
L'emulazione è una fraterna competizione. A che scopo? Perché
tutti quanti aumentino la produzione. E un'arma per aumentare la produzione.
Ma questo soltanto: è un'arma per aumentare la produzione e uno strumento
per approfondire la coscienza delle masse, e sempre le due cose devono essere
unite. Che cos'è l'emulazione? L'emulazione è semplicemente una
fraterna competizione, ma una competizione volta al più nobile dei propositi,
come quello di migliorare, di avere ogni centro di lavoro, ogni impresa, ogni
unità alla testa della costruzione del socialismo.
La qualità
La qualificazione dei lavoratori è in diretta relazione con la loro produzione
e la produzione dei lavoratori, la norma del lavoro di qualità è
il dovere sociale di ogni operaio verso tutta la comunità qualità
è quello che dobbiamo dare al nostro popolo; è un nostro dovere,
un dovere di ciascuno come parte del nostro dovere verso la comunità.
la qualità del prodotto è un dovere morale dell'operaio socialista,
perché quel prodotto va al popolo, si riversa anche su se stesso e su
tutta la collettività e il dovere morale è cercare di produrlo
il meglio possibile, con il maggior risparmio possibile di materie prime. possiamo
trarre una conclusione molto importante ed è che dentro la norma deve
esistere la norma della qualità: la norma non è solo quantità,
è qualità. E allora il dovere dell'operaio è produrre tanto
ditale qualità; se non produce tanto ditale qualità non ha compiuto
il suo dovere sociale. Ricordiamoci sempre che la qualità non è
assolutamente in contrasto con queste fasi di costruzione del socialismo; ricordiamoci
sempre che è dovere di noi produttori, produttori di una società
che si riscatta, dare al nostro popolo il meglio che possiamo, il meglio del
nostro sforzo, il nostro sforzo già convertito in prodotti rifiniti al
meglio e della migliore qualità.
III
La pianificazione
E' nella distribuzione che il socialismo ottiene indubbi vantaggi e nella pianificazione
centralizzata dove ha potuto eliminare gli svantaggi d'ordine tecnologico e
organizzativo rispetto al capitalismo. il piano non è una cosa meccanica
che si crea con elucubrazioni da laboratorio. Il piano è una cosa dura,
fondamentalmente destinata a tirar fuori dal paese le riserve fino a questo
momento addormentate e metterle al servizio della produzione. La pianificazione
è una delle leggi del socialismo che senza di essa non esisterebbe. Senza
una giusta pianificazione non può esistere una garanzia sufficiente a
che tutti i settori economici di qualsiasi paese si vincolino armoniosamente
per fare quei balzi in avanti che l'epoca in cui stiamo vivendo richiede. Noi
abbiamo imparato nella pratica, con i nostri errori, sbattendo la testa nel
muro, che pianificazione e socialismo marciano insieme e che non si può
forzare la pianificazione finché le condizioni economiche oggettive non
lo permettano. Perché esista pianificazione e capacità di progredire
su quella via deve esistere volontà del socialismo e capacità
di svilupparsi su quella via. Noi pensiamo che la reale pianificazione, la pianificazione
di tutti i mezzi di produzione del paese si può fare soltanto a due basilari
condizioni: che i lavoratori abbiano conquistato il potere politico - cosa fondamentale
- e che siano i padroni di quei mezzi di produzione. In questo modo si può
fare una pianificazione completa. Il compito di pianificare richiede inoltre
l'indiscutibile concorso di tutta la popolazione del paese. Noi solamente diciamo
pianificazione quando tutti i lavoratori, tutti gli operai delle fabbriche,
i contadini nelle cooperative, i lavoratori d'ogni genere, possono discutere
i piani, e ridiscuterli più volte, realizzarli, sviscerarli e approvarli
in assemblea di produzione. Si può pianificare durante la costruzione
del socialismo, ma tenendo sempre presente che la pianificazione dovrà
accordarsi alle condizioni oggettive imperanti al momento di realizzarsi. la
pianificazione significa previsione, auscultazione 'avvenire, conseguimento
di formule razionali per prevenire gli accadimenti futuri e dar loro la migliore
soluzione la pianificazione, intesa nel senso marxista-leninista a parola, ha
un contenuto economico e politico. E la maniera di svilupparsi della società
socialista. Ciò ci indica a cosa importantissima: perché esista
pianificazione esistere socialismo; perché esista volontà di pianificare
capacità di progredire su quella via deve esistere volontà di
socialismo e capacità di svilupparsi in tal senso. Quindi, perché
esista pianificazione, le forze popolari devono avanzare sui mezzi di produzione,
impadronirsene e metterli a disposizione del popolo. Il costo deve essere -
l'analisi del costo - l'arma utilizzata dall'amministratore rivoluzionario per
agire sulla produzione in senso immediato e la pianificazione, l'arma che possiede
per poter misurare la portata della produzione e prevedere i vari problemi che
si porranno nel corso di un anno o del periodo pianificato. Arma fondamentale
per l'analisi economica, la più fondamentale e la più elementare
- se si vuole - è la giusta analisi dei costi di produzione. Lì
è il centro diluito. E il costo di produzione deve essere una preoccupazione
di ogni operaio, non solo dell'apparato direttivo o di quello amministrativo
dell'unità o dell'impresa. Pianificazione e organizzazione sono termini
più o meno gemelli, ma potremmo stabilire qualche differenza dicendo
che pianificazione è l'organizzazione dell'economia e della vita generale
della nazione d'accordo con grandi linee di compatibilità ed equilibrio
e al fine di ricavare il massimo dalle riserve giacenti in seno alla società;
organizzazione è la preparazione diluiti gli organismi, fino alle ultime
viti amministrative, per poter effettivamente realizzare la pianificazione.
L'assenteismo
Ogni qual volta uno di voi [...] pensa di avere un doloretto, che quel giorno
deve rimanere a casa, che il suo lavoro non ha importanza, che un giorno più
o meno non importa, che ora guadagna abbastanza; ogni qual volta tino si mette
a fumare un sigaro, dimenticando durante i suoi turni di lavoro i suoi doveri;
ogni qual volta, invece di applicarvi al lavoro, vi mettete a discutere tutti
insieme: ogni qual volta smettete di pensare al nuovo che bisogna fare, a come
bisogna perfezionare quest'industria; Ogni qual volta vi lasciate possedere
dalla divisione, dall'intrigo, dalla calunnia delle canaglie, vi state facendo
sconfiggere dal nemico e la nostra Patria tutta perde una battaglia contro il
nemico. Uno dei compiti creativi della classe operaia è lottare contro
l'assenteismo, il costringersi, ognuno da sé, a compiere i suoi doveri
e compierli tutti i giorni del mese, tutti i giorni dell'anno, senza mancare
o mancando soltanto quando è impossibile non farlo, quando si verifichino
situazioni di forza maggiore che lo impongano. Si ha l'assenteismo diretto di
gente che non ha voglia di andare a lavorare e non ci va; si ha l'assenteismo
dell'individuo che arriva tardi e se ne va all'ora di uscita; si ha l'assenteismo
dell'individuo che va via molto tardi e allora trova la scusa per arrivare tardi
il giorno appresso ma non rende come dovrebbe nel suo lavoro . L'assenteismo
è tuttora vigente; è forse il prodotto derivante dall'avere troppi
soldi quando non si sa per che cosa spenderli, prodotto dell'epoca in cui viviamo.
Ma l'assenteismo si combatte anche con misure di carattere sociale, con misure
collettive, discutendo con la gente, con l'esposizione ragionata dei danni che
provoca. Noi possiamo definire l'assenteismo come il controrivoluzionario più
tenebroso, più sottile. L'assenteismo è un male che ci divora
dentro. E chi si assenta dal lavoro per motivi banali non per questo smette
di sentirsi un rivoluzionario: ecco perché questo nemico è sottile
e tenebroso...
Studio e abilitazione
Lo studio politico, lo studio in tutti i suoi aspetti, deve essere anche unito
ai compiti lavorativi. abbiamo bisogno che lo studio sia qualcosa di direttamente
relazionato alla produzione, che lo studio sia un'attività giornaliera,
una necessità al principio, una compulsione al principio, se volete,
e a poco a poco diventi una necessità. Oggi tutta Cuba è un'enorme
scuola. Studiano i militari; studiano tutti i giovani che hanno come dovere
fondamentale lo studio; studiano gli operai e i contadini, frequentazione in
qualche caso, superamento operaio in qualche altro, minimo tecnico; varie borse
di studio del governo: ma tutto il popolo sta studiando. E questo studio sarà
quello che contrassegnerà la base, la base fondamentale per il mutamento
di società, il mutamento d'aspetto della società. l'importanza
che riveste lo studio, il continuo superamento giorno dopo giorno, la discussione
quotidiana dei problemi; la critica e l'autocritica; il superamento tecnico;
la previsione del futuro e la coscienza di essere su una nuova via dove nessuno
potrà fermarci, dove non c'è modo di fermarci, ma dove piuttosto
la nostra azione può accelerare o ritardare il processo e nostro dovere
è accelerare il processo al massimo mediante la volontà congiunta
di tutti noi. voi, compagni, oggi non avete che un dovere: il dovere di studiare.
Con questo dovere state pagando tutti i debiti che possiate contrarre con la
società, con questa società presente e con tutti gli eroi che
si sono immolati per rendere possibile questa società presente [...]
Questo è l'unico dovere. E voi onorerete così tutti i martiri
e onorate così tutti i compagni che ancora dovranno cadere in queste
lotte, studiando ogni giorno di più, e pensando anche in ogni momento
di debolezza che stanno sperando in voi le fabbriche e le scuole, gli istituti
d'arte, le università, che tutta Cuba spera in voi... il compito del
superamento operaio deve essere visto con occhi molto buoni dalla classe operaia,
gli si deve dare l'importanza che ha; da parte della collettività operaia
si devono esercitare pressioni su quei compagni che si rifiutano di studiare,
che si fanno beffe dello studio e che manifestano idee retrograde... L'uomo
mediante l'educazione si supera e quando questa educazione si realizza mediante
uno spirito collettivo, quando la vigilanza rivoluzionaria di tutti aiuta lo
sviluppo della coscienza di tutti, il salto può essere gigantesco. Dobbiamo
affrontarlo senza paura, senza la benché minima paura e senza che un
eventuale fallimento transitorio ci tolga il coraggio. l'abilitazione individuale
sarà sempre un elemento da tenere in conto per l'elevazione delle norme
da considerare nel compenso di ciascun individuo. Quando tutti i compagni saranno
persuasi che ciascuno individualmente significa assai poco, che la loro forza
è la forza collettiva; quando sapranno bene che la loro sapienza personale,
le loro nozioni correttamente applicate, conseguentemente con il bagaglio di
conoscenza di tutti i compagni, sono ciò che darà frutti rapidi
e sicuri; quando noi arriveremo a capire che quello che sappiamo oggi non è
che una briciola di quello che dobbiamo sapere individualmente e collettivamente;
quando la meta di sesto grado indicata da Làzaro (Peùa) sarà
spazzata via dalle nostre emulazioni in quanto già ampiamente superata,
potremo cominciare a dire che siamo ormai sul retto cammino. Ma, a misura che
si acquistano nuove nozioni, la cultura cessa di essere un dovere rivoluzionario
o qualcosa di più o meno gravoso che si la per compiere un dovere rivoluzionario,
per convertirsi in una necessità dell'uomo. E allora non ci sarà
bisogno di nessuno sforzo per proseguire il compito della cultura. L'abilitazione
è quindi un compito cardinale del governo e di tutto il popolo e non
si deve abbandonare. Gli uomini, anche quando si sentono stanchi gli uomini
e le donne -dopo il lavoro devono fare lo sforzo imprescindibile di dedicare
sia pure un'ora, mezz'ora al giorno allo studio e cercare in questo modo di
superare le loro conoscenze.
Educazione e cultura
l'analfabetismo non è altro che l'espressione estrema dell'incultura
del popolo. Chi sappia appena leggere e scrivere non ha fatto che abbandonare
l'ultima scala nella cultura ma non può aggiungere niente. Siamo stati
tutti testimoni, e in qualche modo partecipanti, della battaglia, non meno eroica
di altre, che abbiamo condotto contro l'incultura, in questo caso contro l'analfabetismo.
La cultura è una cosa che appartiene al mondo, è forse, come il
linguaggio, qualcosa che appartiene alla specie umana. I diversi rami della
produzione si andranno automatizzando, aumentando incessantemente la produttività
del lavoratore e il tempo libero sarà dedicato a impegni culturali, sportivi,
scientifici al grado più alto e il lavoro sarà una necessità
sociale.
Tecnica e Rivoluzione Tecnica
Non potrà esservi una cultura tecnica adeguata se non sarà complementare
a una cultura ideologica. La tecnica bisogna prenderla dove si trova; bisogna
fare il gran salto tecnico per andare diminuendo la differenza oggi esistente
fra i paesi più sviluppati e noi. La Rivoluzione Tecnica non può
esser fatta dal desiderio una persona, o di un gruppo di persone. E non si può
fare servendosi di un certo numero di tecnici qualificati esperti di alcuni
impianti o che progettino macchinari di qualche tipo: la Rivoluzione Tecnica
- come tutte le rivoluzioni , deve essere fenomeno di masse. La Rivoluzione
Tecnica significa il cambiamento totale nostre concezioni circa la produzione
di ogni tipo e il conseguente cambiamento delle nostre tecniche produttive di
ricerca. l'avvenire del paese è direttamente legato allo sviluppo scienza
e della tecnica. Non potremo mai camminare le nostre gambe finché non
avremo una tecnologia avanzata , basata su una tecnica propria, su una scienza
propria. Finché produrremo i nostri beni e realizzeremo i nostri servizi
sulle spalle dei lavoratori, semplicemente con le mani dei lavoratori, non potremo
entrare nel socialismo. All'inizio della Rivoluzione era frequente, da parte
nostra, il recupero di ingegneri, di tecnici d'ogni genere che lavoravano come
venditori, esattori, in qualche carica burocratica, perché non avevano
spazio nella produzione. Oggi quel panorama è totalmente cambiato e la
fame di tecnici in tutte le imprese produttive è straordinaria. Per usare
l'arma della tecnica al servizio della società, bisogna prendere in mano
la società e, per prendere in mano la società, bisogna distruggere
gli elementi di oppressione, bisogna cambiare le condizioni sociali vigenti
in alcuni paesi e consegnare ai tecnici d'ogni genere, al popolo, l'arma della
tecnica. Non si può pensare alla Rivoluzione Tecnica senza pensare contemporaneamente
a una condotta comunista di fronte al lavoro, e questo è sommamente importante.
Se non c'è un atteggiamento comunista di fronte al lavoro, che non si
parli di Rivoluzione Tecnica Socialista.
Studente, tecnico, professionista
studenti del mondo, non dimenticate mai che dietro ogni tecnica c'è qualcuno
che l'impugna e che questo qualcuno è una società e che si sta
con o contro quella società; che al mondo c'è chi pensa che lo
sfruttamento è una cosa buona e chi pensa che è una cosa cattiva
e bisogna sconfiggerlo; che anche quando non si parla di politica da nessuna
parte l'uomo politico non può rinunciare a quella situazione immanente
alla sua condizione di essere umano. Non possono esservi tecnici che pensino
da rivoluzionari e non agiscano da rivoluzionari. E chi pretende di dire che
solo un tecnico, un architetto, un medico, un ingegnere, uno scienziato di qualsiasi
tipo è lì per lavorare con i suoi strumenti, solo nel suo specifico
ramo, mentre il popolo muore di fame o viene ucciso nella lotta, ha preso di
fatto partito dall'altra banda. Non è apolitico, è politico ma
contrario ai movimenti di liberazione. Dobbiamo andare con ansia di ricerca,
con spirito umile a imparare da quella grande fonte di sapienza che è
il popolo. non dobbiamo mai far sì che un tecnico dimentichi di essere
un uomo politico, di essere un uomo responsabile nei confronti della società
in cui vive e che non può starsene al margine della società in
cui vive; noi dobbiamo far sì che i nostri tecnici sentano come impegno
fondamentale da portare avanti in quel modo, come impegno fondamentale, l'apprendere
sempre più e più profondamente tutti gli aspetti della loro professione
o della loro specializzazione per metterla al servizio della società.
Sempre, succeda quel che succeda al mondo, il medico, per il fatto di stare
tanto vicino al paziente, di conoscere tanto del più profondo della sua
psiche, di essere l'immagine di chi si avvicina al dolore e lo mitiga, svolge
un'opera della massima importanza, di grande responsabilità nella vita
sociale. per essere un medico rivoluzionario, o per essere un rivoluzionario,
la prima cosa che bisogna avere è la rivoluzione. Non serve a niente
lo sforzo isolato, lo sforzo individuale, la purezza di ideali, l'andito a sacrificare
tutta una vita al più nobile degli ideali, se tale sforzo lo si compie
da soli. ogni medico, nell'ambito della sua azione, può e deve accumulare
questo prezioso tesoro che è la gratitudine del popolo. Credo che un
architetto - come praticamente ogni professionista - sia un uomo in cui si coniuga
la cultura generale dell'umanità fino a quel momento raggiunta con la
tecnica generale dell'umanità o speciale di ciascun popolo
Il guerrigliero
il nucleo guerrigliero, assestatosi su terreni favorevoli alla lotta, garantisce
la sicurezza e la permanenza del comando rivoluzionario. Il guerrigliero è,
fondamentalmente e prima di tutto, un rivoluzionario agrario. Il guerrigliero
è un riformatore sociale. Il guerrigliero impugna le armi come protesta
adirata del popolo contro i suoi oppressori e lotta per cambiare il regime sociale
che tiene tutti i suoi fratelli disarmati nell'obbrobrio della miseria. Si addestra
contro le condizioni speciali dell' istituzionalità di un dato momento
e si dedica a rompere con tutto il vigore che le circostanze permettano gli
stampi di quella istituzionalità.
Tattica e strategia
Non esistono obiettivi tattici e strategici immutabili. Talora obiettivi tattici
raggiungono un'importanza strategica, talaltra obiettivi strategici si tramutano
in meri elementi tattici. Tattica e strategia sono i due elementi sostanziali
dell'arte della guerra, ma guerra e politica sono strettamente unite per mezzo
del denominatore comune che è l'impegno a raggiungere un obiettivo definitivo,
sia, questo, l'annientamento dell'avversario in una lotta armata, sia la presa
del potere politico. In questa lotta dalle caratteristiche mondiali la posizione
assume grande importanza. A volte determinante. Cuba, ad esempio, è una
collina avanzata, una collina che guarda all'amplissimo campo del mondo economicamente
distorto dell'America Latina, che apre la sua antenna, il suo esempio fatto
luce, a tutti i popoli d'America. Il potere è l'obiettivo strategico
sine qua non delle forze rivoluzionarie e tutto deve essere assoggettato a questa
grande consegna. Per la presa del potere, in questo mondo polarizzato in due
forze di estrema disparità e assoluto scontro di interessi, non ci si
può limitare all'ambito di una entità geografica o sociale. La
presa del potere è un obiettivo mondiale delle forze rivoluzionarie.
Conquistare l'avvenire è l'elemento strategico della Rivoluzione, congelare
il presente è la contropartita strategica che muove le forze della reazione
nel mondo attuale, poiché stanno sulle difensive.
Lotta armata
Non esiste esperienza più profonda per un rivoluzionario dell'atto della
guerra: non il fatto isolato d'uccidere, né quello di portare un fucile
o di stabilire una lotta di questo o quel tipo. E la somma dell'atto guerriero,
il sapere che un uomo armato vale come unità combattente e vale come
qualunque uomo armato e può ormai non aver paura di altri uomini armati.
La consegna "dinamismo, iniziativa, mobilità, decisione rapida davanti
a situazioni nuove" è somma sintesi della tattica guerrigliera e
in poche parole vi è espressa tutta la difficilissima arte della guerra
popolare. La guerra di guerriglia è guerra di popolo, è lotta
di masse. Pretendere di realizzare questo tipo di guerra senza il sostegno della
popolazione è il preludio di un disastro inevitabile. [831 Lottare soltanto
per conseguire la restaurazione di una certa legalità borghese, senza
porsi invece il problema del potere rivoluzionario è lottare per tornare
a un certo ordine dittatoriale prestabilito dalle classi sociali dominanti.
non dobbiamo temere la violenza, che è la levatrice delle società
nuove; solo che quella violenza deve scatenarsi esattamente nel momento preciso
in cui le condizioni del popolo si trovino nelle circostanze più favorevoli.
La guerriglia, movimento difensivo del popolo in un dato momento, porta in sé,
e costantemente deve sviluppare, la sua capacità d'attacco sul nemico.
Questa capacità è quella che va determinando nel tempo il suo
carattere catalizzatore delle forze popolari. Un giorno passarono a chiedere
chi si dovesse avvisare in caso di morte e la reale possibilità del fatto
ci colpì tutti. Dopo sapemmo che era vero, che in una rivoluzione si
vince o si muore (se è vera). Molti compagni caddero lungo il cammino
verso la vittoria.
Fidel
Se qualche volta deve dirmi qualche altra cosa, tenga presente che non sono
un maestro; sono uno dei tanti fra gli uomini che lottano per fare una Cuba
nuova ma che ha avuto la fortuna di vivere accanto a Fidel nei momenti più
difficili della Rivoluzione cubana e in alcuni dei momenti più tragici
e gloriosi della storia del mondo che lotta per la sua libertà. E tutti
i cubani, delle città e delle campagne, affratellati in un unico sentimento,
vanno sempre verso il futuro, pensando con un'assoluta unità, diretti
da un capo in cui ripongono la più assoluta fiducia, perché in
mille battaglie e mille diverse azioni ha dimostrato la sua capacità
di sacrificio e la potenza e chiaroveggenza del SUO pensiero. Dall'epoca della
Sierra e adesso, ogni volta che insorge qualsiasi genere di contesa, di qualunque
tipo, la nostra preoccupazione è che Fidel va a cacciarvisi direttamente.
Ed è nostra preoccupazione perché lo stimiamo e rispettiamo come
dirigente di tutti noi, come l'uomo in grado di governare Cuba in situazioni
estremamente difficili. E se noi oggi siamo qui e la Rivoluzione cubana è
qui, è semplicemente perché Fidel entrò per primo nella
caserma Moncada, perché sbarcò per primo dal Granma, perché
fu il primo nella Sierra, perché andò a Playa Girén in
un carro armato, perché quando vi fu un'inondazione corse laggiù
e vi fu anche uno scontro perché non lo lasciavano entrare. Per questo
il nostro popolo ha una così immensa fiducia nel suo Comandante in Capo,
poiché, come nessun altro a Cuba, egli riunisce in sé tutte le
autorità morali possibili per chiedere qualunque sacrificio in nome della
Rivoluzione. Così marciamo. Alla testa dell'immensa colonna - non ci
vergogniamo né c'intimidiamo nel dirlo - avanza Fidel, poi i migliori
quadri del Partito e, subito dopo, così vicino da sentirsi la sua enorme
forza, il popolo nel suo complesso; solida corazza di individualità che
camminano verso una meta comune; individui che hanno raggiunto la coscienza
di ciò che bisogna fare; uomini che lottano per uscire dal regno del
bisogno per entrare in quello della libertà. Per il nostro futuro e per
il futuro dell'America, che è anche il nostro, per il futuro del mondo
intero, di tutti gli uomini e donne che anche negli Stati Uniti, in tutti i
paesi imperialisti, subiscono l'oppressione del capitalismo, prendiamo, compagni,
la ferma decisione di seguire i consigli di Fidel. Il primo, forse il più
importante, il più originale è quella forza tellurica che risponde
al nome di Fidel Castro Ruz, nome che in pochi anni ha raggiunto proiezioni
storiche. Il futuro assegnerà il giusto posto ai meriti del nostro Primo
Ministro ma a noi piace paragonarli a quelli delle più alte figure storiche
di tutta l'America Latina. E quali sono le circostanze eccezionali che circondano
la personalità di Fidel Castro? Vi sono vari aspetti nella sua vita e
nel suo carattere che lo pongono ampiamente al di sopra di tutti i suoi compagni
e seguaci; Fidel è un uomo di tale personalità che a qualsivoglia
movimento partecipi deve guidarlo e così ha fatto nel corso della sua
carriera, dalla vita studentesca fino alla premiership della nostra Patria e
dei popoli oppressi d'America. Ha le caratteristiche del grande condottiero
che, sommate alle doti personali di audacia, forza e coraggio e all'ansia straordinaria
che ha di saggiare sempre la volontà del popolo, lo hanno portato al
posto d'onore e sacrificio che oggi occupa. Ma ha ancora altre qualità
importanti, come la capacità di assimilare nozioni ed esperienze, di
comprendere il complesso di una data situazione senza perderne di vista i dettagli,
la fede smisurata nel futuro e la vastità di una visione che gli permette
di prevenire gli eventi e di anticipare i fatti, riuscendo a vedere sempre più
lontano e meglio dei suoi compagni. Con queste grandi qualità cardinali,
la sua capacità di saldare, di unire, opponendosi alla divisione che
debilita, la capacità di condurre alla testa di tutti l'azione del popolo,
il suo amore infinito per esso, la sua fede nel futuro e la capacità
di prevederlo, Fidel Castro ha fatto più di chiunque a Cuba per costruire
dal nulla quel formidabile apparato che è la Rivoluzione cubana. La mia
unica colpa di una qualche gravità è il non aver avuto più
fiducia in te sin dai primi momenti della Sierra Maestra e non aver capito con
sufficiente rapidità le tue qualità di condottiero e rivoluzionario.
Ho vissuto giorni splendidi e ho provato, standoti accanto, l'orgoglio di appartenere
al nostro popolo nei giorni luminosi e tristi della crisi del Caribe. Poche
volte si è più altamente distinto uno statista come in quei giorni
e mi inorgoglisce anche averti seguito senza esitazioni, identificato col tuo
modo di pensare e di vedere e valutare i pericoli e i princìpi. Per questo,
quando, madidi di sudore contadino, con un orizzonte di montagne e di nuvole,
sotto il sole cocente dell'Isola, entrarono all'Avana il capo ribelle e il suo
seguito, una nuova "scalinata del giardino d'inverno saliva la storia con
i piedi del popolo"